18 maggio 2010

I LAVORATORI DEI MAGAZZINI UNICOOP DIFFIDANO I SINDACATI

I lavoratori dei magazzini Unicoop hanno votato all'unanimità un documento in cui diffidano i sindacati dal prendere iniziative inerenti ai magazzini senza previa e vincolante consultazione del personale interessato


La sfiducia nei confronti delle OO.SS. di rappresentanza (?) viene da lontano nei magazzini Unicoop. Non stiamo qui a ripercorrere tutti gli eventi, sarebbe noioso, oltreché deprimente.

I lavoratori dei magazzini Unicoop Firenze vivono da anni una situazione di tensione ed incertezza, dovuta al progressivo avanzare dell'appalto voluto da Unicoop nel disinteresse complice dei sindacati.
Che poi tutto questo si riverberi nelle tante cause in corso che fanno i magazzini Unicoop l'unità lavorativa più conflittuale di tutta la realtà dell'azienda, va da se.

Ieri 18 maggio, in un'assemblea molto partecipata è stato votato un documento che DIFFIDA Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil dal prendere quasiasi iniziativa senza aver prima svolto consultazioni vincolanti del personale interessato.

Questo si è reso necessario dopo che Unicoop, attraverso le parole del direttore alla logistica, aveva annunciato il totale appalto del magazzino carni di Pontedera proponendo anche un'eventuale ricollocazione di quel personale presso la ditta appaltatrice. Le stesse considerazioni sono state fatte in seguito dal responsabile dei magazzini per quanto riguarda il personale Unicoop ancora presente nel reparto salumi e latticini, reparto che verrà trasferito ed appaltato.

In seguito a queste inquietanti dichiarazioni, le rsu dei magazzini, sollecitate dai lavoratori, avevano provveduto ad informare in data 12 aprile, con una lettera raccomandata le OO.SS. chiedendo loro di assumere una precisa posizione di condanna, la stessa che le rsu avevano preso durante l'incontro con la direzione dei magazzini Unicoop in cui erano emerse le preoccupanti novità.

Visto che la lettera spedita non è stata degnata DI NESSUNA RISPOSTA (ebbene sì, questi sono si sindacati in Unicoop firenze!), l'assemblea dei lavoratori dei magazzini Unicoop ha votato unanimemente il documento di diffida.

I LAVORATORI DEI MAGAZZINI UNICOOP FIRENZE DIFFIDANO I SINDACATI



4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ecco, anche in un momento così cupo per il lavoro ed i lavoratori, quando i lavoratori lottano e si affidano a sindacati che fanno esclusivamente i loro interessi, cosa può succedere:

mercoledì, 19 maggio 2010

Con la firma dei verbali di conciliazione presso la Direzione Provinciale del Lavoro di Roma, si è concluso il processo di stabilizzazione di 86 precari storici del Call Center Omnia Network di Roma, che svolge attività di Help Desk per l’Agenzia delle Entrate, delle Dogane e del Territorio, su appalto Sogei.

La Federazione Nazionale RdB esprime soddisfazione per la conclusione di una vertenza che la stessa RdB ha proposto e sostenuto, rivendicando con fermezza la stabilizzazione dei precari e dimostrando per l’ennesima volta che l’apposizione di un termine al contratto di lavoro non può costituire motivo di abuso e di elusione del principio generale secondo il quale il contratto di lavoro, per sua natura, è a tempo indeterminato.

Già da domani RdB si appresterà ad affrontare queste problematiche forte della maggior consapevolezza dei lavoratori, i quali, riappropriandosi dello strumento sindacale, hanno avuto la prova tangibile che la lotta paga e che “uniti si può”.

Il verbale di conciliazione lo trovate al link:

http://nazionale.rdbcub.it/fileadmin/archivio/nazionale/20100517_accordo_stabilizzazione_omnia_network.pdf

Anonimo ha detto...

Ottimo, grandi ragazzi!

Riprendere in mano nostra le lotte senza delegare ai servi sindacalisti, questo è il più grande passo avanti che tutta la nostra classe possa fare.

Avete contribuito nel migliore dei modi.

Massima solidarietà da parte di un proletario.

Eduardo20 ha detto...

Cari fratelli di lotta, sul forum Napolioltre è stato appena pubblicato (http://napolioltre.forumfree.it/?t=49613307) il resoconto di un dibattito che si è tenuto il 6 luglio scorso a Sesto S. Giovanni, Milano, tra una delegazione operaia della Tekel, Turchia, e una della INNSE di Lambrate, Milano. Questo resoconto, che è stato sottoposto ai compagni della INNSE che erano presenti al dibattito prima della pubblicazione, faceva seguito ad una presentazione sulle lotte svolte in Turchia dagli operai della Tekel, presentazione che è stata a sua volta postata sullo stesso forum (http://napolioltre.forumfree.it/?t=49536058).
Le note del dibattito mostrano chiaramente che, nella discussione che si é sviluppata, le due diverse delegazioni della Tekel e della INNSE, pure apprezzando l'altrui volontà di battersi e di non cedere alle lusinghe dei padroni, manifestavano talvolta degli approcci diversi su come porsi nella lotta, come portarla avanti, ecc. Ad esempio, nel dibattito ci si è posti la questione di quale sia il soggetto della lotta, gli operai di fabbrica o anche gli impiegati? E come gestire la lotta, appoggiandosi a un sindacato o al limite creandone uno nuovo o fare a meno di qualunque sindacato? Ancora, rispetto alla chiusura delle fabbriche (è il caso sia dell’INNSE che della Tekel) che fare, uscire fuori e cercare di estendere la lotta ad altri settori oppure cercare di difendere la fabbrica, la produzione, occupando lo stabilimento e, a partire da questa posizione, cercare la solidarietà di altri settori, eventualmente creando un coordinamento tra fabbriche occupate?
Questi sono soltanto alcuni dei quesiti che emergono leggendo il resoconto del dibattito Tekel-INNSE. Questi quesiti non sono affatto una questione limitata agli operai Tekel o INNSE, ma sono IL PROBLEMA che si pone oggi a tutta la classe operaia (vedi Fiat, Agile ex Eutelia, Telecom, precari della scuola, coordinamento Maflow, Coordinamento di S. Giuliano milanese, lavoratori dei call-center, gli autorganizzati dello spettacolo e il Coordinamento dei lavoratori della cultura in lotta, dell'UNICOOP, dei macchinisti delle ferrovie, dei lavoratori della Tirrenia, ecc. ecc. in Italia come nel resto del mondo). D’altra parte basta dare un’occhiata ai vari forum che riportano notizie di lotte per vedere la quantità e la molteplicità dei modi di condurre una lotta operaia nei vari casi. Sono tutti importanti? Certamente! Sono tutti egualmente efficaci? Possiamo rifletterci assieme discutendone. Di qui l’idea di invitare tutti i coordinamenti, le assemblee, i gruppi operai e i singoli individui a intervenire sulla questione di “come lottare”, a partire appunto dalla pubblicazione del resoconto del dibattito sviluppato tra le due delegazioni Tekel ed INNSE.
Per l’importanza dell’evento e dei problemi trattati, noi vi invitiamo ad associarvi a questo dibattito dando il vostro contributo. Vi chiediamo anche di postare nel nostro forum nelle pagine opportune dei testi da voi redatti che voi riteniate importanti per meglio conoscere le vostre esperienze di lotta.
In attesa di potervi risentire presto vi inviamo fraterni saluti.
Per il forum Napolioltre, l’“amministratore del forum”, Stefanot
www.napolioltre.forumfree.it
Per ogni contatto scrivere a: giorgioalbano@ymail.com

Eduardo20 ha detto...

Cari fratelli di lotta, sul forum Napolioltre è stato appena pubblicato (http://napolioltre.forumfree.it/?t=49613307) il resoconto di un dibattito che si è tenuto il 6 luglio scorso a Sesto S. Giovanni, Milano, tra una delegazione operaia della Tekel, Turchia, e una della INNSE di Lambrate, Milano. Questo resoconto faceva seguito ad una presentazione sulle lotte svolte in Turchia dagli operai della Tekel, presentazione che è stata a sua volta postata sullo stesso forum (http://napolioltre.forumfree.it/?t=49536058).
Per l’importanza dell’evento e dei problemi trattati, noi vi invitiamo ad associarvi a questo dibattito dando il vostro contributo. Vi chiediamo anche di postare nel nostro forum nelle pagine opportune dei testi da voi redatti che voi riteniate importanti per meglio conoscere le vostre esperienze di lotta.
In attesa di potervi risentire presto vi inviamo fraterni saluti.
Stefano
www.napolioltre.forumfree.it
Per ogni contatto scrivere a: giorgioalbano@ymail.com