22 giugno 2014
MAURA LATINI, EX UNICOOP FIRENZE, ESCE DA COOP ITALIA
08 settembre 2013
TENSIONE TRA GLI AUTOTRASPORTATORI UNICOOP TIRRENO: LA SOCIETA' APPALTATRICE SCIOGLIE I CONTRATTI
VIGNALE (Riotorto) – C’è preoccupazione tra gli autotrasportatori che effettuano i trasporti merci di Unicoop Tirreno, da quando la ditta titolare dell’appalto, la SILO/CFT ha espresso l’intenzione di sciogliere il contratto entro il 30 settembre, tra meno di una mese. «Ci rivolgiamo a lei – afferma, in una lettera inviata al presidente di Unicoop Tirreno Marco Lami, Fabio Elmini per l’Unione Sindacale di Base – dopo aver inutilmente provato, a più riprese, a dialogare con l’azienda che lei presiede per avere chiarimenti riguardo l’appalto del servizio di trasporto merci dal Centro di Distribuzione di Vignale verso i punti vendita. Dal 1° aprile siamo giunti, di data in data, al 30 settembre: pare che stavolta la data sia definitiva. Pare anche che si realizzerà un passaggio verso una pluralità di commissionari, con conseguente frazionamento del reparto».
7 settembre 2013
Il Giunco.net
06 febbraio 2013
MAGAZZINI UNICOOP FIRENZE, MULETTO IN RETROMARCIA INVESTE UN OPERAIO: E' GRAVE
Incidente sul lavoro ai magazzini Unicoop Firenze dei Pratoni a Scandicci. Il fatto è successo ieri mattina, quando un lavoratore è stato investito da un collega che si trovava alla guida di un muletto. L'uomo che è impiegato per la CFT, una cooperativa che ha in appalto la logistica del magazzino, è caduto a terra gravemente ferito. I primi soccorsi sono arrivati dai colleghi che hanno chiamato immediatamente il 118. La gamba dell'operaio sanguinava copiosamente, segno che la situazione non era semplice da gestire. La centrale operativa di Firenze Soccorso ha inviato sul posto un'ambulanza attrezzata dell'Humanitas di Scandicci.
I volontari sono arrivati nel reparto e hanno subito stabilizzato il ferito prima di ricoverarlo al pronto soccorso dell'ospedale di Torregalli. I medici hanno visitato l'uomo scongiurando il pericolo di vita, anche se la lesione è comunque seria. Il lavoratore ha riportato una ferita lacero contusa alla gamba, con sospetta frattura della tibia e disarticolazione del ginocchio. Preso in carico al Nuovo San Giovanni di Dio ha ricevuto una prima prognosi di 30 giorni, ma la situazione è ancora in evoluzione. Probabilmente servirà una lunga riabilitazione dopo aver rimesso a posto ferite e fratture, per tornare a camminare come prima. Ai magazzini Unicoop sono arrivati anche i Carabinieri di Scandicci per acquisire dati sull'esatta dinamica dell'incidente.
L'incidente è avvenuto nella stessa area del magazzino dove nel luglio 2011 aveva perso la vita il 52enne Claudio Pierini. Pierini, dipendente di Unicoop Firenze stava effettuando manovre col muletto quando è finito contro una scaffalatura. Un impatto tremendo; l'uomo è morto sul colpo. Una morte sulla quale anche la procura ha deciso di vedere chiaro, con un'inchiesta tesa ad accertare ogni aspetto dell'infortunio fatale e soprattutto capire se il 52enne operaio scandiccese potesse o meno trovarsi alla guida del muletto.
01 ottobre 2011
ADESIONE ALL'80% ALLO SCIOPERO PRESSO IL MAGAZZINO CONAD DI MONTOPOLI (PI)
Attorno alle 14:30 di ieri (venerdì 30 settembre) l'adesione allo sciopero indetto dala Filt-Cgil al magazzino Ce.Di. di Montopoli, raggiungeva l'80%.
Un risultato importante per una forma di mobilitazione che è stata decisa dall'assemblea del personale lo scorso lunedì, dopo che a un collega con il contratto a termine non è stato rinnovato il lavoro, e dopo alcuni segnali di non corrette relazioni sindacali con la storica cooperativa fiorentina Cft (la stessa che ha in appalto una parte dei magazzini di Unicoop Firenze - nota blog).
Al magazzino hanno scioperato oltre 100 lavoratori del settore merce fresche, personale gestito dalla Cft appunto, che però è stato sostituito con lavoratori di altri impianti. Una pratica, quella della sostituzione del personale in sciopero, ancora viva anche nelle realtà tradizionalmente più vicine alla cultura del lavoro e della sinistra, di cui certamente la stessa Cft fa parte.
L'obbiettivo dello sciopero era di tentare di riaprire un confronto con la cooperativa, ma anche dare un segnale di solidarietà al collega licenziato così come richiesto dall'assemblea.
"Riteniamo che sia interesse anche di Cft mantenere corrette relazioni sindacali - afferma Goffredo Carrara segretario provinciale della Filt. Nella giornata di giovedì si è tenuta un'assemblea, che sembrava richiesta dal responsabile dell'azienda, per cercare un confronto. In quell'occasione abbiamo ribadito la nostra posizione, ma anche dato la disponibilità a sospendere lo sciopero se in giornata ci fosse stato un segnale di apertura. Non c'è stato e abbiamo quindi proseguito con la forma di lotta che era stata decisa".
L'iniziativa, prosegue Carrara, "è avvenuta con il pieno sostegno della Cgil di Pisa, che certamente appoggia il percorso di consapevolezza dei lavoratori addetti nel magazzino". A Montopoli intanto si attendono dei segnali di distensione per però tardano ad arrivare; al contrario, lo sciopero di ieri si è svolto in un clima piuttosto teso alimentato anche nel corso della settimana.
1 ottobre 2011
c. c.
30 settembre 2011
MAGAZZINO CONAD MONTOPOLI. LA COOPERATIVA MANDA VIA UN OPERAIO ED E' MOBILITAZIONE
Ma l'attuale cooperativa che gestisce l'appalto, la Cft (che ha anche l'appalto di una parte dei magazzini di Unicoop Firenze - nota blog), secondo la Filt-Cgil non sta rispettando gli accordi presi e non ha rinnovato il contratto a un giovane operaio senegalese.
Domani (oggi per chi legge) sciopero di solidarietà dalle 6 alle 22, ma anche un modo "per riaffermare la dignità del lavoro"
Aria di nuovo tesa nel magazzino Conad di Montopoli. Dopo le vicende dello scorso anno legate a quelli che vennero descritti come veri e propri traffici di manodopera per lo più pakistana, con la cooperativa Alma alla quale fu poi revocato l'appalto, torna oggi a farsi sentire la voce dei lavoratori.
Sono oltre 400 gli addetti nel magazzino; 250 si occupano della merce ordinaria ed è personale gestito dalla cooperativa CSL di Civitavecchia, mentre i restanti 170 lavoratori sono addetti alle merci fresche. Per questi ultimi c'era fino a luglio la Hexes, alla quale è subentrata in estate la stessa Cft.
Da quando è esploso il caso dei pakistani, fra i lavoratori si è diffusa una maggiore consapevolezza dei propri diritti sul lavoro; tanti i nuovi iscritti al sindacato al momento del passaggio di consegne da Alma a Cft. E in occasione del passaggio tra Hexes e Cft, sono state poste condizioni precise, tra cui l'aspetto dei diritti dei lavoratori e delle relazioni sindacali, ma anche un accordo implicito con cui si garantiva la riassunzione di tutti i lavoratori con contratto a termine (salvo il verificarsi di casi estremi tali da legittimare un licenziamento).
Ma a inizio mese, il primo lavoratore a cui è scaduto il contratto, non se lo è visto rinnovato. Goffredo Carrara, segretario provinciale della Filt-Cgil, solleva la questione: "I lavoratori e il sindacato hanno intravisto in questa scelta il tentativo di non rispettare gli accordi presi. La persona che è stata mandata via è un ragazzo senegalese con moglie e due figli a carico che ha sempre svolto con serietà il proprio lavoro".
La vicenda è particolarmente sentita anche dai colleghi, preoccupati che possa essere solo il primo di una serie. Si è tenuta quindi un'assemblea lo scorso lunedì (26 settembre, ndr), "molto partecipata - commenta Carrara - che ha dato mandato alla Filt di intraprendere le dovute azioni per cautelarsi da comportamenti scorretti dell'azienda".
E' stato quindi proclamato lo sciopero per domani, venerdì 29, dalle 6 alle 22. "Lo sciopero è sia una forma di solidarietà dei colleghi, sia un modo per affermare la loro dignità di lavoratori - prosegue il sindacalista. La chiusura dell'azienda rispetto alla riassunzione di un suo dipendente, idoneo e capace, non è accettabile, né può costituire un precedente per licenziamenti futuri".
Uno sciopero, quello di domani, dalle modalità pesanti: sono molte le ore di astensione previste anche in considerazione della deperibilità delle merci, ma sono anche un segnale chiaro alla storica cooperativa fiorentina, che ad oggi, secondo il sindacato, non sta rispettando gli accordi presi.
Pisa Notizie.it
29 settembre 2011
03 agosto 2011
MAXI CENTRO CARNI UNICOOP FIRENZE: A SETTEMBRE SI PARTE
A LIVELLO di meccanizzazione è il centro tecnologicamente più avanzato d’Europa. In ordine di grandezza, sicuramente, è tra i più grandi visto che l’edificio è alto 18 metri e si sviluppa su una superficie di 31mila metri quadrati.
Qui Unicoop Firenze, nell’area di Gello, ha realizzato il sito produttivo al quale si lega la ristrutturazione del ciclo di lavorazione delle carni fresche per tutti i punti vendita. Una realtà che ha iniziato a lavorare nei mesi scorsi come centro di spedizione del materiale confezionato e pronto e che, in questi giorni, sta sperimentando il suo reparto principale: il centro carni, con le prime prove di taglio e confezionamento. L’inaugurazione di questa struttura, frutto di un investimento milionario, sarà fatta a settembre.
IL COMPLESSO che affaccia su viale America, a pieno regime, occuperà circa trecentocinquantaaddetti, su più turni. E ospiterà una presenza giornaliera di operai di circa 250 unità. L’organico è praticamente completato, restano alcuni settori marginali da definire e per queste assunzioni sarà attinto dalle piccole code ancora in essere. L’intero organico — i numeri sono quelli di un grande colosso—è legato anche al trasferimento in zona di maestranze oggi impiegate in altri siti. Concentrando tutto in un solo sito di trasformazione e confezionamento, Unicoop Firenze ha scelto da una parte di razionalizzare ed efficentare il servizio potendosi avvelere delle più avanzate tecnologie.
Queste ultime scelte e selezionate dopo una lunga ricerca e verifica, appunto, a livello europeo. In sostenza sbarca a Pontedera la macellazione più hi-tech oggi realizzabile.
L’intero impianto (capace di sfornare numeri imponenti) che almeno in parte sarà alimemntato
anche con energie rinnovabili — il tetto fotovoltaico — sarà inaugurato a settembre.
Pontedera diventa quindi lo snodo strategico della grande rete Unicoop Firenze che è una delle 9 grandi cooperative di consumo del sistema Coop.
Unicoop Firenze è la prima Coop italiana per numero di soci (oltre un milione) e per vendite
(oltre 2 miliardi di euro) e conta attualmente 103 punti vendita.
Pochi mesi fa, segnatamente a maggio, è stato inaugurato il nuovo supermercato di Santa Maria a Monte, ma l’operazione di consolidamento e rilancio, tra Valdera e Valdarno, non è comunque finita.
26 luglio 2011
Carlo Baroni
La Nazione
02 maggio 2011
LEGACOOP TOSCANA, NOMINATA LA NUOVA PRESIDENZA
Bani è stato inoltre vice presidente vicario di Lega Coop Toscana nell'emergenza seguita alle dimissioni di Patrizia Vianello a sua volta collegate al siluramento di Armando Vanni che all'epoca era presidente del Consiglio di Unicoop Firenze e fatto fuori senza tanti complimenti dal Grande Capo di Unicoop, Turiddo Campaini, immarcescibile presidente del Consiglio di Sorveglianza, nonostante viaggi verso le 71 primavere. Sulla vicenda di Vanni formulammo una suggestiva ma possibilistica versione.
Questa è la Coop, bellezza.
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Ancora piu' spazio e piu' forza alle imprese cooperative e alle donne all'interno del 'parlamentino' del movimento cooperativo toscana. Questa la strada intrapresa nel corso della ultima direzione di Legacoop Toscana che si e' svolta stamani mattina nella rinnovata sala convegni nello spazio ristrutturato in via Fiume 7 a Firenze.
''Abbiamo confermato e anzi ulteriormente rafforzato i criteri alla base della precedente Presidenza - dichiara Stefano Bassi, presidente di Legacoop Toscana - sia in termini di articolazione della rappresentanza su base territoriale, che dimensionale che anche settoriale. In precedenza su 19 membri della Presidenza 13 provenivano dalle imprese, da adesso saranno 14, a conferma della convinzione della nostra scelta di dare sempre piu' spazio al mondo delle imprese. Siamo convinti che la visione strategica di un'associazione di rappresentanza non possa che essere affidata a rappresentanti del mondo delle imprese stesso. Una visione che abbiamo portato anche all'attenzione del recente congresso nazionale''.
La nuova presidenza sara' composta da: Stefano Bassi, Roberto Negrini (vicepresidente vicario Legacoop), Antonella Oronte (presidente coop Di Vittorio e vicepresidente Legacoop), Turiddo Campaini (Unicoop Firenze), Marco Lami (Unicoop Tirreno), Giorgio Raggi (Coop Centro Italia), Angelo Migliorini (Associazione Servizi), Eleonora Vanni (Coop sociali), Fabio Frizzi (CoopLat), Leonardo Cianchi (Cft), Susanna Bianchi (Cooperativa Archeologia), Riccardo Sani (Consorzio Etruria), Mauro Fabbrini (Comea), Ubaldo Ganetti (Clc), Adolfo Moni (Associazione Abitazione), Stefano Tossani (Coop Unica), Alfonso Cavezzini (Coop La Querce), Ilaria Rossetti (Coop Aplysia), Roberto Franci Conad Tirreno. Oltre ai 19 membri effettivi, ci sono anche due invitati permanenti. Si tratta di Giulio Bani (presidente Finpass) e di Chiara Grassi (presidente Commissione Pari Opportunita'). Legacoop Toscana rappresenta oltre 1.000 imprese cooperative, che danno lavoro a circa 45.000 addetti, per un fatturato di oltre 8 miliardi di euro.
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16 febbraio 2011
CAMIONISTI COOP PRONTI AL RICORSO
La Filt-Cgil dichiara decaduta la Rsu, dopo il passaggio di due terzi dei rappresentanti sindacali tesserati Cgil al sindacato di base.
Gli autisti verso la vertenza
È il maggio dello scorso anno quando i camionisti dalla Dinamica Logistica vengono assorbiti nella nuova società appaltatrice, la Cooperativa fiorentina trasporti (Cft). Dei 55 autisti attualmente al lavoro per la Si.Lo, partecipata Cft, solo 16 sono dipendenti ex Coop, ovvero assunti prima del 2001, data nella quale Coop Toscana-Lazio decise di esternalizzare il servizio di trasporto. Per loro viene mantenuto il contratto di provenienza del commercio e della cooperazione, oltre alle spettanze e ai diritti compresi nel contratto integrativo Unicoop. Gli altri 39, entrati in servizio dopo, al cambio dell'appalto, si ritrovano con la sola tutela del contratto nazionale, non avendo ancora ottenuto la contrattazione di secondo livello.
La Rsu, eletta a luglio, nasce proprio con l'obiettivo di impostare un percorso unificato. La continua incertezza e le reticenze avvertite nell'ambito della Cgil, hanno infine convinto gran parte dei camionisti (22 su 39) a riconsegnare le tessere passando all'Usb.
Da qui la decisione della Cgil, recepita dall'azienda, della disdetta della Rsu. «Vogliamo che ci venga ridato il diritto ad avere una rappresentanza sindacale», affermano gli autisti presenti all'assemblea. «Il nostro obiettivo è il contratto di secondo livello - spiega Fabio Elmini della Rsu - Abbiamo inviato due lettere all'azienda per avere un incontro. Non abbiamo avuto riposta. Se non dovesse arrivare nemmeno ora, dovremmo prendere atto della disdetta della Rsu e l'unica strada sarebbe il ricorso».
12 febbraio 2011
Francesca Lenzi
Il Tirreno
01 febbraio 2011
MAGAZZINI UNICOOP TIRRENO, IN 21 LASCIANO LA CGIL PER USB
Al magazzino Unicoop Tirreno di Vignale Riotorto (LI) appaltato alla Si.Lo., società controllata da CFT Firenze che ha in appalto anche buona parte dei magazzini di Unicoop Firenze, 21 autisti lasciano la tessera Filt-Cgil per USB
La vicenda viene da lontano. Si legga:
Storia degli appalti in Unicoop Tirreno: il racconto di una gigantesca fregatura
Il malumore serpeggia da tempo ed è collegato alle condizioni diverse maturate dai lavoratori col cambio d'appalto che ha portato a Vignale la Si.Lo al posto del consorzio Dinamica logistica. Nel passaggio, il lavoro è stato garantito a tutta la sessantina di dipendenti, alcuni dei quali hanno poi lasciato l'incarico. Dei poco più di 50 rimasti, 18 (i cosiddetti ex Coop) hanno conservato il contratto di provenienza del commercio e della cooperazione. Con quello hanno mantenuto spettanze e diritti contenuti nel contratto integrativo Unicoop. In gran parte sono tesserati Filcams-Cgil.
Gli altri, entrati dopo le esternalizzazioni, sono inquadrati con il contratto trasporti-logistica e fino a pochi giorni fa erano rappresentati in larga parte dalla Filt-Cgil. Sono loro, secondo Fabio Elmini della Rsu, che stentano a vedere riconosciuti elementi importanti dell'inquadramento in vigore con il datore di lavoro precedente. «E per loro la sola copertura è quella del contratto nazionale, dal momento in cui è ancora in alto mare la definizione di integrativi», afferma il delegato, passato insieme a una ventina di colleghi all'Unione sindacale di base.
Stesso lavoro ma trattamenti diversi che, secondo Elmini, devono essere affrontati con una nuova contrattazione «che si è cercato di rendere unitaria con l'elezione di una rappresentanza sindacale unitaria, con delegati eletti direttamente tra tutti i lavoratori. Scelta a cui la Filt ha lavorato a lungo in presenza di fortissime resistenze della Filcams», afferma il delegato che, con una lettera, ha comunicato la decisione di lasciare l'organizzazione al segretario provinciale della Cgil.
Nel testo fatto pervenire a Maurizio Strazzullo si sostiene che alle elezioni ha partecipato il 66% degli aventi diritto, e questo le ha rese valide mentre la Filcams ha poi nominato una propria Rsa, che agisce separatamente dalla Rsu, e ne disconosce la legittimità. Elmini afferma anche d'aver segnalato ripetutamente il disagio dei lavoratori. «In quanto membro della Rsu - chiude - confermo ai miei compagni di lavoro l'impegno a seguire le questioni attinenti al reparto con rinnovato spirito unitario, mentre aderisco ad un altro sindacato».
30 gennaio 2011
Il Tirreno
Vedi anche:
Accordo con CFT, i 102 camionisti tornano al lavoro
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26 ottobre 2010
GIULIO BANI, GIA' PRESIDENTE CFT, SOSTITUISCE RICCARDO SANI NEL CONSIGLIO DI GESTIONE DI UNICOOP FIRENZE
Novità nella governance di Unicoop: il "facchino" Bani entra nel salotto buono
Ecco l'attuale composizione del Consiglio di gestione di Unicoop
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Da luglio Riccardo Sani è stato chiamato a presiedere il Consorzio Etruria, che opera nel settore delle costruzioni e che ha bisogno di rilanciare il rapporto con le altre cooperative della Legacoop e di uscire dalla crisi che attanaglia il settore. Un compito difficile per il quale facciamo i migliori auguri a Riccardo.
Lo sostituisce nel consiglio di gestione dell'Unicoop Firenze, Giulio Bani che lascia la presidenza della Cft, una grande realtà della cooperazione toscana e fra i leader delle imprese che operano nella logistica. A Bani un benvenuto caloroso.
Informatore Coop Novembre 2010
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16 ottobre 2010
FUSI, VERDINI? GLI CHIESI AIUTO
«In Italia funziona cosi', Lega ha le sue aziende e Pd ha le coop» (Riccardo Fusi)
«Denis Verdini? Si', gli chiesi aiuto. In Italia funziona in questo modo».
In ogni caso Fusi vede nulla di male nel rivolgersi a un politico.
"Perche' la Lega non ha le sue aziende? -chiede- e il Pd non ha le Coop?".
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Dice Riccardo Fusi, ex presidente della BTP: «In Italia Funziona così: la lega ha le sue aziende e il PD ha le Coop». Prendiamo atto. Prendiamo atto anche del fatto che si tratta di una persona che ha poco da perdere, ma la dichiarazione non è certo sconvolgente ed è fortemente versosimile. Probabilmente il sistema Italia nell'edilizia e non solo, non si ferma soltanto ai protagonisti che cita Fusi.
TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE, COMPRESI GLI EX
Ma in toscana ancora più singolare è il caso di Armando Vanni (foto) un uomo per tutte le stagioni e adatto a qualsiasi tipologia di padrone. Vanni, dopo essere stato Presidente del Consorzio Etruria, diventa Presidente di Unicoop Firenze (consiglio di Gestione) nel 2008, ma è misteriosamente silurato dal boss Campaini appena un 15 mesi dopo. La cosa rimase avvolta nella nebbia, come tante vicende che riguardano Unicoop e il mondo Coop, comunque noi avanzammo la nostra ipotesi.
Ora Vanni guida la supersputtanata BTP dell'inquisito Riccardo Fusi, azienda che attualmente nessuno toccherebbe neanche con un bastone. Alla guida del Consorzio Etruria, non è il caso di far cazzate: un campainiano di ferro, Riccardo Sani,
che lascia così il posto nel consiglio di gestione di Unicoop Firenze, subito ricoperto da Giulio Bani, Presidente della cooperativa CFT che ha in appalto buona parte dei magazzini Unicoop Firenze.
20 settembre 2010
MAGAZZINI CONAD SAN SALVO: LICENZIATO DALLA CFT PERCHE' HA SCIOPERATO
Così racconta Giuseppe Manes, uno dei due lavoratori licenziati dalla CFT Firenze (la cooperativa che ha in appalto anche buona parte dei magazzini di Unicoop Firenze) entrambi sindacalisti dello Slai Cobas
Giuseppe Manes, come le è stato spiegato il suo licenziamento?
«Il motivo principale è l’aver partecipato allo sciopero del 26 agosto. Lo avevamo proclamato 20 giorni prima con uno stato di agitazione. E’ il primo sciopero nel settore magazzino in sei anni, uno sciopero di appena tre ore con l’adesione di 12 operai su 20. E ora hanno licenziato me e Michele».
E’ quella l’unica motivazione?
«L’azienda ha aggiunto un po’ di motivi, in maniera del tutto falsa».
Ad esempio?
«Mi contestano il fatto di non aver svolto le visite mediche che, non si sa perché, mi hanno sempre programmato fuori dall’orario di lavoro. Questo è successo solo a me. Abitando a Montecilfone mi riesce difficile tornare a San Salvo per svolgere le visite mediche».
Da quanto tempo lavorava per la Cft?
«Da due anni e mezzo circa e da qualche mese prima per la Conad. Dal febbraio scorso sono Rsa Slai Cobas nello stabilimento».
Con che contratto?
«Ero assunto a tempo indeterminato».
E prima di allora aveva avuto problemi con l’azienda?
«Spessissimo. Mi è capitato di subire punizioni se non mi piegavo al volere della ditta. Come me anche altri hanno subito lo stesso trattamento».
A cosa si riferisce?
«E’ successo che se qualcuno rifiutava di fare un’ora di straordinario richiesta con soli 10 minuti d’anticipo, il giorno dopo questa persona veniva degradata».
E’ per questo che avete protestato?
«Anche per altro. Gli stipendi sono bassi, arrivano al massimo a 850 euro mensili. Lì si lavora in maniera disumana, sette giorni su sette, in un capannone sempre chiuso, con alimenti conservati a 40° centigradi. E poi noi italiani lì siamo ghettizzati».
In che senso?
«Ogni volta che gli italiani sbottano e mollano tutto, li sostituiscono con degli stranieri perché spesso loro non conoscono i loro diritti. Ai cinesi è stato proposto un nuovo contratto in italiano senza la traduzione nella loro lingua e gli hanno fatto firmare la rinuncia al Tfr. Abbiamo le prove e i testimoni di tutto».
Giuseppe, come si sente a poche ore dal licenziamento?
«Non sto bene. Mia moglie è stata licenziata pochi mesi fa solo perché aspettava il nostro bambino. Ora siamo due persone a casa senza lavoro. La situazione non è bella».
Che idea si è fatto del suo allontanamento?
«Penso che queste storie siano venute fuori perché sono un membro dello Slai Cobas e credo che l’azienda stia cercando di bloccare il nostro sindacato. Ma il diritto allo sciopero è garantito dalla Costituzione».
Spera di riavere il suo posto di lavoro?
«Sì, faremo ricorso e vorrei tornare a breve al lavoro. Spero che le cose vadano a posto».
16 settembre 2010
Stefano Di Leonardo
Primonumero.it
Aggiornamenti:
Soci disoccupati al Conad Riconosciuta l'indennità
16 settembre 2010
LICENZIAMENTO PER DUE OPERAI AL CENTRO SMISTAMENTO CONAD DI SAN SALVO (CHIETI)
Lo Slai Cobas si rivolgerà al Tribunale di Vasto, invocando l'articolo 28 dello statuto dei lavoratori per attività antisindacale.
Hanno ricevuto le lettere di licenziamento due dei quattro dipendenti del centro smistamento alimentari Conad di San Salvo per i quali l'azienda aveva disposto la sospensione cautelativa il 27 agosto scorso.
Lo rende noto il coordinatore provinciale Slai-Cobas di Campobasso, Andrea Di Paolo, precisando che si tratta di due esponenti del sindacato e annunciando una prossima manifestazione di protesta in Abruzzo. Il provvedimento di agosto aveva fatto seguito a uno sciopero durante il quale i quattro - i due sindacalisti dello Slai Cobas e due iscritti - secondo l'azienda, avevano impedito «il corretto svolgimento dell'attività lavorativa». Sin da subito Di Paolo aveva giudicato l'iniziativa «un atto inaudito e gravissimo», visto anche che i lavoratori erano stati accompagnati fuori dall'azienda dai carabinieri. Lo sciopero di reparto, spiegò allora Di Paolo, era stato indetto per protesta contro le precarie condizioni di lavoro, «dal punto di vista igienico e della sicurezza».
Lo Slai Cobas si rivolgerà al Tribunale di Vasto, invocando l'articolo 28 dello statuto dei lavoratori per attività antisindacale.
15 settembre 2010
San Salvo.net
28 agosto 2010
ALLA CONAD CHI SCIOPERA VIENE SOSPESO
Sulla via di Melfi?
Sospensione cautelativa di quattro lavoratori del centro smistamento alimentari Conad di San Salvo (Chieti) in appalto alla CFT Firenze, che avevano partecipato ad uno sciopero. Due sono sindacalisti dello Slai Cobas che si rivolgerà al Tribunale di Vasto invocando l'articolo 28 dello statuto dei lavoratori per attività antisindacale.
E' singolare che si torni dopo poco tempo a parlare ancora di tensioni nei magazzini Conad, dopo i noti fatti di Montopoli Valdarno. Altrettanto singolare che la protagonista della vertenza che dovrebbe portare al licenziamento di 4 lavoratori sia la coop CFT di Firenze, la quale aveva ripreso l'appalto a Montopoli dopo la malsana gestione di Alma group, per girarlo ad una subordinata, la Csl di Civitavecchia.
Ricordiamo che CFT gestisce, tra le varie attività, anche buona parte della logistica dei magazzini Unicoop Firenze di Scandicci e la loro condotta non è stata proprio contraddistinta dal rispetto dei soci-lavoratori.
CFT ed Unicoop sono legate a filo doppio e la cooperativa sociale fiorentina sta sempre più prendendo spazi in Unicoop. Lo dimostrerebbe anche il fatto che, secondo voci insistenti, il presidente della CFT nonché vicepresidente di Legacoop Toscana, Giulio Bani, sarebbe entrato nella stanza dei bottoni di Unicoop Firenze: il consiglio di gestione.
Unicoop Firenze deve fare molta attenzione, cosa che Conad pare non aver capito bene, nello scegliere le cooperative sociali a cui appaltare. Compromettere l'immagine patinata solidaristica di Coop perché l'appalto dei magazzini è in mano ad una cooperativa con pochi scrupoli e molti extracomunitari (miscela potenzialmente esplosiva) è assai facile. E i lavoratori di queste coop sociali cominciano pericolosamente a parlare delle condizioni in cui sono costretti a lavorare ed a rivendicare diritti e salari dignitosi. Cominciano persino a scioperare. Non c'è più morale, contessa.
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Per accompagnarli fuori dai cancelli sono stati chiamati i Carabinieri». La motivazione contenuta nella lettera dell'azienda (la Cft di Firenze, cooperativa facchinaggio e trasporto, circa 1.500 dipendenti in Italia, 200 a San Salvo), riferisce Di Paolo, è legata allo sciopero di ieri, dalle 15 alle 18, durante il quale i quattro - due sindacalisti attivi dello Slai Cobas e due iscritti - avrebbero impedito «il corretto svolgimento dell'attività lavorativa».
Fatto ancora più grave è che l'azienda abbia chiamato i Carabinieri per accompagnare fuori i dipendenti», dice Di Paolo, annunciando che lo Slai Cobas si rivolgerà al Tribunale di Vasto invocando l'articolo 28 dello statuto dei lavoratori per attività antisindacale. Di Paolo - che segue direttamente anche la vicenda di Giovanni Musacchio, il dipendente della Fiat di Termoli (Campobasso) licenziato dopo aver partecipato al presidio di Pomigliano d'Arco del 22 giugno scorso - conclude: «Non ci piegheremo a questo diktat nazionale. Queste rappresaglie avranno risposte di piazza pesanti».
27 agosto 2010
NUOVASOCIETA'
25 agosto 2010
MAGAZZINO CONAD MONTOPOLI: "GARANZIE AI LAVORATORI"
Una patata bollente che nessuno vuole.
La CFT, già detentrice dell'appalto prima della discussa gestione di Alma Group, passa l'appalto ad una subordinata
Su questa vicenda il sindacato tutto deve rispondere. Come è possibile che 270 lavoratori (ma non erano 280? Vabbé, son extracomunitari... 10 più 10 meno.. si saranno persi per strada) dopo un palleggio di mesi e polemiche senza fine tra Cgil e Cisl, finiscano prima nell'orbita della CFT (come se questa fosse la paladina dei diritti) e poi neanche questa se li prenda, subappaltando i moderni schiavi ad una subordinata, la misteriosa CLS di Civitavecchia.
Questa vicenda puzza dalla testa, come il pesce. Troppe cose che non tornano. Alma Group, la cooperativa che ha perso l'appalto, in odore di mafia, e sostenuta dalla Cisl. La cgil attacca, i sindacati che si scannano senza esclusione di colpi, facendo intuire che sulle coop sociali nessuno ha la coscienza pulita. La CFT che aveva l'appalto precedente ad Alma Group, se ne riappropria grazie anche alla Filt-Cgil e subito subappalta, come fosse una patata bollente.
Non inciderà mica anche il fatto che Giulio Bani, presidente della chiacchierata CFT, abbia finalmente fatto, dopo anni di vassallaggio (ad esempio presidente a tempo di Legacoop Toscana dopo il siluramento di Armando Vanni caduto in disgrazia), il grande salto entrando (dai e dai) nell'olimpo, cioè nel Consiglio di Gestione di Unicoop Firenze, come da voci insistenti?
E si sa, quando si entra in Unicoop Firenze, almeno le scarpe puzzolenti bisogna lasciarle fuori dall'uscio. Lì, c'è tutto un altro... puzzo.
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Il segretario provinciale della Filt Cgil, Goffredo Carrara, cerca di rassicurare i lavoratori: "Tutti i 270 dipendenti del magazzino Conad di Montopoli Valdarno saranno riassorbiti dal nuovo soggetto che gestirà la logistica e si apriranno nei prossimi mesi nuove opportunità di lavoro, con la possibilità di almeno cento nuove assunzioni''.
''Il nuovo soggetto gestore della logistica - ha spiegato il sindacalista - dopo la revoca dell'appalta al consorzio Alma Group da parte di Conad, sarà la cooperativa Cft Lostica, che a sua volta darà il servizio in subappalto alla Cls di Civitavecchia. I vertici di Cft avevano prospettato una doppia soluzione: l'assunzione dei dipendenti in qualità i soci della Cft oppure un contratto di lavoro dipendente direttamente con Cls. E quest'ultima è stata la soluzione preferita dai lavoratori anche su nostra indicazione''.
I vertici di Cft avevano prospettato una doppia soluzione: l'assunzione dei dipendenti in qualità di soci della Cft oppure un contratto di lavoro dipendente direttamente con Cls. E quest'ultima è stata la soluzione preferita dai lavoratori. Ma la Cgil vigilerà sui nuovi posti di lavoro.
25 agosto 2010
17 luglio 2010
CENTO POSTI AL MAGAZZINO COOP
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Chi è la cooperativa che prende l'appalto? La solita, chiacchierata, CFT
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Il personale Unicoop Firenze che lavora nel vecchio magazzino carni, potrà essere ricollocato alla CFT
La Valdera aspetta. Ci sono un centinaio di posti di lavoro da coprire con maestranze locali. È la promessa che si accompagna al Centro carni dell'Unicoop Firenze in corso di realizzazione a Gello, nel cuore del Pip 3. Un investimento milionario per un edificio alto 18 metri che si sviluppa su una superficie di 31mila metri quadrati.
Al sito produttivo si lega la ristrutturazione del ciclo di lavorazione delle carni fresche di tutta l'Unicoop Firenze. Il complesso che affaccia su Viale America è in fase avanzata di realizzazione. Ed entro la fine dell'anno dovrebbe iniziare l'attività di macellazione e confezionamento delle carni fresche, che a pieno regime occuperà circa trecento addetti, su più turni. Un numero legato anche al trasferimento in zona di maestranze oggi impiegate in altri siti. Qui verrà trasferito da Scandicci anche il reparto salumi e latticini.
A gestire l'intera macchina non sarà l'Unicoop. I servizi di magazzinaggio, movimentazione e autotrasporto faranno capo alla società cooperativa Cft di Firenze. «Abbiamo espressamente chiesto all'Unicoop che ci sia un'attenzione al territorio per le assunzioni, indipendentemente da chi sarà a farle», afferma Cinzia Bernardini della segreteria provinciale Filcams Cgil.
Una scelta di razionalizzazione dell'attività da parte di Unicoop Firenze, anche in termini di standard qualitativi. Un solo sito di trasformazione e confezionamento che si avvarrà delle più avanzate tecnologie. Sull'impianto viene mantenuto il velo del riserbo, ma si annuncia come una realtà unica, per le soluzioni adottate, su scala europea. Ad alimentarlo, almeno in parte, sarà il tetto fotovoltaico dell'edificio: un impianto da 1,3 megawatt.
Il Centro Carni è destinato a spostare su Pontedera il baricentro di un'attività significativa dell'Unicoop Firenze. Tra le strutture che saranno sacrificate c'è quella di Fornacette, dove però si fa solo il ricevimento e la distribuzione delle parti da macellare.
«Per adesso la cooperativa non ha chiarito quale sarà il destino del magazzino - dice Bernardini -
A Fornacette sono 24 gli addetti, in parte saranno ricollocati nella nuova struttura, altri in altri magazzini della zona». A chiarire quale sarà il possibile scenario è il verbale di una riunione tra le Rsu del magazzino di Scandicci e l'Unicoop. A precisa domanda dei sindacalisti, la direzione della cooperativa chiarisce che «il nuovo magazzino sarà completamente appaltato». E che per gli addetti alle carni di Unicoop «ci possono essere delle riallocazioni in rete di vendita oppure l'assunzione da parte della ditta appaltante».
16 luglio 2010
Manolo Morandini
Il Tirreno
23 giugno 2010
STORIA DEGLI APPALTI IN UNICOOP TIRRENO: IL RACCONTO DI UNA GIGANTESCA FREGATURA PER I LAVORATORI, A NOI MOLTO VICINA
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E' un racconto dettagliato e inquietante. Invitiamo tutti, colleghi e non, a leggerlo con attenzione, a spendere 10 minuti su questo scritto che ci dice più di tante altre informazioni che possiamo ottenere.
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Data la sua lunghezza, limitiamo al minimo la nostra introduzione. Diciamo che è davvero una brutta pagina scritta da Unicoop Tirreno con la complicità di sindacati molto compiacenti.
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Questo è il miglior documento su cui riflettere, perché in esso troverete molte delle situazioni presenti nel settore logistica di Unicoop Firenze, che in parte si sono realizzate e altre che sono in corso d'opera. Leggiamolo. Più consapevoli, più forti.
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Iniziano dal settore amministrativo, ridefinendo i ruoli all’insegna di una maggiore managerialità, per poi proseguire con i punti vendita. L’idea guida è la riduzione dei costi fissi (in primis il costo del lavoro) e la responsabilizzazione dei lavoratori addetti alle vendite: vengono raggiunti col sindacato interno (in modo maggioritario Filcams CGIL) quegli accordi su flessibilità e salario variabile che permetteranno di ridurre il monte salari andando progressivamente a sostituire i lavoratori in rapporto di lavoro full-time a tempo indeterminato con nuovi assunti a part-time (orizzontale e verticale) inseriti in un tourbillon di rapporti a tempo determinato, anticamera della possibile assunzione a tempo indeterminato.
Non sono in grado di ripercorrere le tappe della vicenda riguardante il personale interno; posso dire che è andata culminando all’Ipercoop di Livorno (Porta a terra), dove la grande concentrazione di lavoratori “di nuova generazione” ha prodotto significativi episodi di antagonismo, con l’entrata in scena del Sindacato dei Lavoratori, SdL, sul cui sito, volendo, si possono reperire maggiori informazioni…
Poi, e siamo all’anno 2000, viene affrontata la ristrutturazione della logistica: si procede alla terziarizzazione del Centro di Distribuzione di Vignale, anche con la creazione di piattaforme cui vengono affidati il settore carni ed il settore bibite ed acque minerali; il trasporto delle carni viene affidato alla ditta Bartolini, mentre le acque minerali (e bibite) vengono dislocate inizialmente a Cecina (poi a Venturina) ed affidate, anche per la “preparazione”, alla Dinamica Scarl . Entrambe le piattaforme iniziano ad operare con personale proprio, assunto ad hoc, non essendo i camionisti Coop disposti a “cambiare casacca”.
La preparazione dei generi vari , della frutta e dei latticini viene affidata alla CGS (Consorzio Generale Servizi), proteggendo i lavoratori ex-coop degli effetti del cambio di contratto attraverso il mantenimento degli effetti economici del contratto di provenienza.
Lo stesso meccanismo viene utilizzato quando, nel 2002, si procede alla terziarizzazione anche del reparto consegne, ovvero il nocciolo “duro” rappresentato dai camionisti, poco inclini a passare alle condizioni lavorative del settore dell’autotrasporto. Sotto la garanzia di mantenimento del posto di lavoro e delle spettanze derivanti dal contratto nazionale e dall’integrativo aziendale sono stati incentivati al passaggio in Dinamica scarl, utilizzando lo strumento della mobilità, mentre alcuni, più prossimi alla pensione, hanno potuto godere di uno scivolo..
Nel corso del 2002, a due a due, sono quindi transitati dalla mobilità per poi essere assunti da Dinamica, la quale ha distaccato due suoi lavoratori della piattaforma acqua per rimpiazzare i due “licenziati” Coop momentaneamente in mobilità. Al termine del 2002 il percorso era ultimato.
Gli ex-Coop sono quindi entrati nell’organico Dinamica, ditta dell’autotrasporto di recente costituzione con struttura di cooperativa: ad essi è stato “applicato” il contratto di trasporto, con opportune modifiche.
Dinamica già pagava i propri soci-lavoratori corrispondendo loro 12 mensilità di paga-base (quella da contratto nazionale) e, unitamente, 12 mensilità di trasferta (quindi indennità, sotto il profilo fiscale e previdenziale), comprendendo in questa tutte le altre voci, dagli straordinari alla tredicesima e quattordicesima, al TFR e quant’altro potesse derivare da una contrattazione di 2° livello. I lavoratori ex-Coop sono stati inseriti nel sistema applicando loro la stessa struttura di retribuzione.
Questo ha dato luogo ad una evidente disparità di trattamento economica tra chi proveniva dalla “casa madre” ed i lavoratori assunti direttamente da Dinamica (la quale, per di più, si è andata modificando in una struttura consortile, procedendo nel tempo ad assunzioni a condizioni sempre più differenziate). Infatti, mentre i primi conservavano “in chiaro”, quindi soggette a tassazione e contribuzione previdenziale, le spettanze derivanti dal proprio contratto di provenienza compreso l’integrativo aziendale, per tutti gli altri i redditi “in chiaro” si riducevano a sole 12 mensilità-base.
Ciò ha determinato imponibili previdenziali irrisori, spesso al di sotto della soglia minima di contribuzione, come molti di noi hanno recentemente acclarato con l’INPS. Per tutti, poi, veniva incentivato lo straordinario, nascondendolo nella trasferta, anche a fronte di un analitico delle presenze dato dalle timbrature del cartellino.
Il sistema ha reso immediatamente più “flessibile” la gestione delle consegne: avendo una disponibilità spesso illimitata da parte degli autisti (presi singolarmente ed anche in competizione, alcuni, per accaparrarsi lo straordinario) non ci si è più trovati a fare i conti con la necessità di organizzare il lavoro e le turnazioni, incrociando così la filosofia McKinsey della preminenza delle vendite, con i negozi ad avanzare richieste di “servizio” e l’appaltatore tenuto a soddisfarle comunque.
In verità si è mantenuto un “ordine di servizio” di riferimento, con turnazioni determinate anche nel lungo periodo, spesso però disatteso per coprire non solo buchi imprevisti (malattie, infortuni) ma anche la carenza d’organico a fronte delle richieste di trasporto avanzate dall’appaltante Coop.
Conseguentemente il monte ore straordinario mensile è stato spesso attorno, se non oltre, le 5.000 ore (su 60 – 70 autisti).
Le richieste di “normalizzazione” che provenivano da alcuni autisti si sono sempre infrante contro un muro innalzato dal sindacato (categorie del commercio e cooperazione, che allegramente gestivano il contratto di trasporto in vece delle categorie competenti).
Tutti lavoravamo a 37 ore settimanali (come prima in Coop), con uno sconto per gli autisti “puri” di due ore, rispetto alle 39 di contratto, tutti senza limiti allo straordinario; questo “vantaggio” veniva fatto apparire come il portato dell’accordo di terziarizzazione la cui gestione, nel tempo, spettava al sindacato “interno”.
Che la voce trasferta fosse così composta, fuori dalle norme e dalla legalità, era ben noto ai dirigenti sindacali, e che la vera trasferta, dovuta ai dipendenti diretti, non venisse corrisposta risultava ai loro occhi ininfluente a fronte degli “enormi” vantaggi che ai lavoratori essi dispensavano (un Ente Bilaterale monocratico, se mi si passa il termine).
Un grande vantaggio economico era incamerato da Dinamica, ovviamente, dei cui bilanci, in quanto soci-lavoratori inadempienti (forzatamente) nel versamento della quota associativa, non potevamo discutere, né prendevamo visione.
Il sistema, con qualche piccola scossa d’assestamento, è andato avanti fino al 2006. (Giova ricordare che gli effetti della L. 142/2001 sulle cooperative, in termini di contribuzioni previdenziali, sono maturati nel quinquennio 2001-2006). A questo punto, oramai parificati al settore privato gli obblighi contributivi, la Dinamica si “inventa” una cessazione e relativo subentro di Log.Net, ditta con sede a Ceccano (FR) già entrata, alla fine del 2005, nella piattaforma acque di Venturina e nelle piattaforme del Lazio.
Passaggio in mobilità per tutti: firmiamo le dimissioni da socio consapevoli di ottenere l’assunzione come dipendenti (non più soci-lavoratori!) Log.Net alla fine del 2006.
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Se sul piano contributivo il cambiamento è stato sensibile (il mio imponibile previdenziale passa da 15.000 a 22.400 euro nel 2007) il passaggio non ha però modificato la struttura del lavoro: il contratto di servizio con Coop e rimasto quello. Non so come si sia fatto, se con sub-appalto o con altra forma: sta di fattoche nulla è cambiato, né la casacca, né organizzazione del lavoro, né la catena di comando, nel frattempo trasformatasi in Dinamica Gruppo (includente Log.Net)…
E questo vale, con gli opportuni aggiustamenti, per tutte le piattaforme gestite, in Toscana e nel Lazio, da Dinamica.
Ancora 3 anni e siamo nel 2009; scadono i benefici previdenziali derivanti dalla mobilità e di nuovo se ne affaccia un’altra: l’azienda è in difficoltà e bisogna ripassare il tutto a Dinamica Gruppo.
I sindacati “interni” sembrerebbero possibilisti mentre molte perplessità vengono avanzate dalla Filt-CGIL (categoria del trasporto e logistica) la quale ha incominciato a tesserare alcuni lavoratori nel 2005 e da allora gradualmente cerca di entrare in possesso del mandato di rappresentanza che le compete (tutti i lavoratori anche delle piattaforme esterne sono a contratto logistica e trasporto, ma vengono gestiti dalla Filcams-CGIL).
di montante contributivo che riferivo poc’anzi, la categoria Filt chiede di subordinare la mobilità ad un parere preventivo dell’Ispettorato del Lavoro, che emetterà parere contrario.
Nel frattempo i lavoratori, il 6 aprile 2009, oramai consapevoli della fragilità della loro posizione, chiedono ai sindacati territoriali di superare la rappresentanza sindacale costituita dalla RSA (1 delegato Filt, 1 delegato Filcams, 1 delegato UIL) costituendo la RSU, cioè una rappresentanza lorodiretta emanazione.
Qui esplodono le cose. Si incominciano ad avvertire segnali del cedimento della Log.Net: versamenti contributivi non pervenuti vengono riscontrati da alcuni lavoratori, iniziano difficoltà di approvvigionamento gasolio, ulteriore stretta sulle manutenzioni..
Avviene un contatto con la presidenza di Unicoop Tirreno (tale è l’attuale denominazione di Coop Toscana Lazio) che viene informata delle problematiche che stanno emergendo; da questo momento Unicoop Tirreno procederà da sola in una direzione della quale scopriremo solo recentemente gli esiti (è d’altronde la stazione appaltante!).
Il sindacato Filcams CGIL e la UIL si oppongono in tutti i modi alla elezione della RSU, che viene rimandata a dopo il passaggio diretto dei lavoratori da Log.Net a Dinamica Gruppo. Il passaggio viene quindi curato dai territoriali e dalla RSA: produce un accordo che impegna Dinamica Gruppo a coprire gli ammanchi di Log.Net.
Il passaggio avviene il 31 dicembre 2009. Log.Net, che intanto ha cambiato nome in General Cooperativa, esce di scena forse portandosi via un po’ di debiti.
Dinamica Gruppo continua purtroppo nel solco della Log.Net: ancora versamenti non effettuati, ritardi nei pagamenti, fatica a mantenere gli impegni presi; tanto che anche la Filcams comincia a tuonare nei suoi confronti.
Ancora si rinvìa l’elezione della RSU, solo la Filt si dice disponibile: pare che Dinamica se ne stia andando (o viene cacciata – le voci si rincorrono) e non c’è tempo per la trafila elettorale e la RSA, sostituita per delega della categoria dopo la dimissione dei delegati, passati a ruolo di responsabili del servizio, viene costretta a passare per una votazione confermativa, che porterà via due altre settimane (con tre si faceva la RSU).
Intanto avvengono incontri tra l’ufficio personale di Unicoop Tirreno e gli ex-coop, da cui si cerca in tutti i modi di tenere lontani i delegati Filt, così come Unicoop Tirreno si nega ad un incontro richiesto da Filt viste le oramai battenti voci che si rincorrono di un cambio di appalto.
E giungiamo all’epifanìa.
Il 30 aprile 2010 la RSA viene ricevuta, assieme ai sindacati confederali della cooperazione, livelli nazionali, regionali e territoriali, da Unicoop che comunica la cessazione del contratto d’appalto con Dinamica, la quale ha già fatto partire le lettere di licenziamento per il giorno 14 maggio, e il nome del nuovo appaltatore: Cooperativa Fiorentina Trasporti, CFT. Di questo informa i propri sindacati interni e non la Filt, essendo questa categoria del trasporto e quindi “altra”.
Nel cambio d’appalto vengono garantite la copertura degli ammanchi contributivi di Dinamica (in forza di legge, Ndr), l’assunzione da parte del nuovo appaltatore per coloro che lavorano a Vignale da almeno 10 mesi e le spettanze agli ex-dipendenti (come da accordo del 2001 - quello che ha dato il via alla terziarizzazione del reparto). Tutti gli altri, cioè i lavoratori a contratto di trasporto e logistica “puro”, perdono la contrattazione di secondo livello, gli scatti di anzianità (discuteremo!), qualsiasi emolumento che possa considerarsi “ad personam”: così è la legge, viene detto, ed ad essa ci atteniamo.
Nulla vale l’obiezione che la stazione appaltante può inserire clausole aggiuntive di protezione sociale. I sindacati interni hanno quindi firmato il protocollo a tutela dei propri rappresentati (22 su 102) nel mentre la RSA ha potuto solo prendere atto. A questo punto i problemi sono dei lavoratori degli appalti, ma per Unicoop l’obiettivo è raggiunto: il costo dell’appalto si è ridotto sensibilmente, ci hanno detto!
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