Dalla scissione prevista dal concordato nascerà una nuova cooperativa, che garantirà la continuità di impresa del Consorzio e che dovrebbe così consentire il mantenimento di molti posti di lavoro
Nella foto il presidente di Consorzio Etruria, Riccardo Sani, proveniente dal Consiglio di Gestione di Unicoop Firenze
Altro passo in avanti nella vicenda Consorzio Etruria. Nella giornata di venerdì scorso il Tribunale di Firenze ha infatti depositato il decreto di omologa del concordato preventivo con cessione di beni e continuità aziendale proposta dalla Cooperativa e approvata con oltre 76% dei consensi dall’assemblea dei creditori del 18 aprile scorso.
Dalla scissione prevista dal concordato nascerà una nuova cooperativa, che garantirà la continuità di impresa del Consorzio e che dovrebbe così consentire il mantenimento di molti posti di lavoro. «L’obiettivo di rimanere in attività rappresenta una grande sfida - ha dichiarato il presidente di Consorzio Etruria, Riccardo Sani – dato che per numero di addetti, organizzazione e potenziale riattivazione dell’indotto possiamo ancora rappresentare uno dei grandi soggetti di riferimento del panorama regionale. Questo lungo periodo di sofferenza e sacrifici richiesti, non solo ai soci e lavoratori, ma in primis alle migliaia di fornitori, deve rappresentare per tutti una nuova sfida a sostegno di un settore eccessivamente provato dalla crisi. La ripartenza della nuova cooperativa di Consorzio Etruria potrà rappresentare la volontà di tutto il movimento cooperativo di ritrovare una nuova dimensione e aggregazione che evidenzi ancora una volta il valore della mutualità e del buon lavoro».
Soddisfazione espressa anche da Susanna Bianchi, presidente dall’associazione regionale delle Cooperative di Produzione e Lavoro della Toscana (Legacoop): «Una buona notizia per i soci e i lavoratori della cooperativa, per i suoi fornitori e per l’intera cooperazione. La sfida sarà dura. Nessuno può negare le difficoltà di questa fase, in particolare per il mondo delle costruzioni: ma il nostro Paese non può pensare di invertire il processo recessivo senza interventi che rilancino questo settore, un comparto che in tempi brevi è in grado di attivare tanti posti di lavoro. Da questo punto di vista, e più in generale, appare sempre più evidente come il Governo del Paese e la Comunità Europea non possano continuare a non porsi il tema della crescita. Adesso tocca a queste istituzioni ridare un po’ di speranza e di prospettiva a fronte di quanto lavoratori e imprese hanno fatto e stanno facendo».
14 maggio 2012
Andrea Passoni
Corriere Nazionale.it
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