Turiddo Campaini, presidente di Unicoop Firenze dal 1973
Stralci biografici
Montelupo Fiorentino (Firenze) 15 ottobre 1940. Manager. Dal 1973 presidente Unicoop Firenze, colosso da oltre un milione di soci, tre miliardi di fatturato e diecimila dipendenti, nata dalla fusione di Coop Empoli, Coop Etruria e Toscocoop.
Stralci biografici
Montelupo Fiorentino (Firenze) 15 ottobre 1940. Manager. Dal 1973 presidente Unicoop Firenze, colosso da oltre un milione di soci, tre miliardi di fatturato e diecimila dipendenti, nata dalla fusione di Coop Empoli, Coop Etruria e Toscocoop.
• Figlio di un melomane che all’anagrafe non riuscì a far scrivere esattamente il nome del protagonista della Cavalleria rusticana,
diplomato in Ragioneria, nel 1958 fu assunto in una vetreria di Empoli.
Nel 1963 entrò alla Cooperativa del Popolo di Empoli (responsabile nel
’71). Dal 1980 al 1985 consigliere comunale del Pci a Empoli. Dal 2003
nel Cda del Monte dei Paschi di Siena, nell’aprile 2012 nominato
vicepresidente (e, tramite Unicoop, proprietario di una quota del 2,7%
di Mps), si è dimesso il 20 dicembre 2012 «per motivi personali», subito prima che scoppiasse lo scandalo Mps (vedi Giuseppe Mussari). Il 15 ottobre 2013 ha lasciato anche il posto nel cda della Banca.
•
«Lo hanno ribattezzato il “signor no”, l’uomo che per due volte non ha
accettato un posto in Parlamento, che ha rifiutato la poltrona di
sindaco di Firenze e che nel partito, Pci prima e Ds poi, ha declinato
bruscamente gli inviti a entrare in correnti e correntoni. Sposato senza
figli, è conosciuto come l’antiscalatore, il manager che non ha ceduto
mai alle sirene della finanza». (Marco Gasperetti).
• Contrario
all’alleanza tra il marchio Coop e Conad, contrario alla cordata per
riaprire l’Unità («I soldi si mettono solo quando c’è un progetto
industriale convincente», disse allora), contrarissimo alla scalata di
Unipol a Bnl, portò avanti per questo una guerra a Giovanni Consorte,
sostenendo che «la finanza è una bestiaccia e conosce soltanto
comportamenti egoistici». Salvo poi investire 400 milioni di euro di
Unicoop Firenze su Monte dei Paschi di Siena, perdendone circa 300
milioni.
• «Un tempo il Principe era il Pci, bastava una telefonata
da Roma per conoscere la linea. Ora nemmeno nella rossa Toscana la
politica comanda, semmai le coop. L’unico Principe non lo trovi nei
palazzi del potere politico o nelle dimore principesche ma in una Casa
del Popolo a giocare a scopone o in un ufficetto in via Santa Reparata.
Si chiama Turiddo Campaini, un omino esile come un giunco ma dall´anima
d´acciaio che da oltre trent’anni comanda l’Unicoop Firenze, un impero.
(…) Campaini è senz’altro l’uomo più potente della città, ma vive come
un impiegato del catasto, in periferia a Empoli, veste ai grandi
magazzini, guida un’Audi di dodici anni e si concede una settimana di
ferie» (Curzio Maltese).
•
«Il bilancio 2012 della Coop è stato chiuso con un rosso di 126,7
milioni rispetto ai - 45,5 milioni del 2011. La partecipazione Mps è
iscritta come perdita di valore durevole, circa 327 milioni di euro,
ovvero 0,76 euro per azione. Valore rettificato da Unicoop pari a 197,7
milioni e portato a 0,30 euro per azione. La società ha anche
sottoscritto il famigerato bond Fresh servito per finanziare
l’operazione Antonveneta e poi finito nel mirino della magistratura»
(Camilla Conti) [L’Huffington Post 15/10/2013].
• Nell’ottobre 2013
il Fatto Quotidiano accusò la Coop di effettuare a tutti gli effetti un
servizio di banca, raccogliendo i risparmi dei soci (10,4 miliardi di
euro fra le nove grandi cooperative) e investendoli in speculazioni
finanziarie, dai Bot alla Borsa, senza alcun controllo della Banca
d’Italia. «Esempio: l’Unicoop Firenze, la maggiore per fatturato (ben 3
miliardi di euro), ha in bilancio immobilizzazioni tecniche (ciò che
serve per funzionare) per 2 miliardi e debiti verso i soci per 2,3
miliardi. Ma il debito complessivo è di 3 miliardi. Che ci fa la Coop
con tutti quei soldi? Unicoop Firenze ha in bilancio 644 milioni di
immobilizzazioni finanziarie: una vera merchant bank» (Giorgio Meletti)
[Fatto Quotidiano 9/10/2013].
• Si oppose all’idea del sindaco di Firenze Matteo Renzi
di aprire supermercati e centri commerciali la domenica: «Non ho mai
pensato che i mali della società italiana stiano nei centri commerciali,
ma mi sembra chiaro che trascorrere mezza giornata in un centro perché
non si sa dove andare è funzionale a una visione consumistica della
vita».
• Ha pubblicato per Baldini Castoldi-Dalai il libro-intervista con Pietro Jozzelli Un’altra vita è possibile
(2010). «In 155 pagine di autobiografia raccolta Campaini ignora
completamente il tema del potere nelle cooperative rosse. Sicuramente
non si tratta di banale reticenza» (Giorgio Meletti).
21 novembre 2013
cinquantamila.corriere.it
1 commento:
Ma quando va in pensione Turiddu?
Qualcuno lo sa?
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