Coop Centro Italia detiene invece complessivamente l'185% della banca senese e nel contempo è impegnata in Clitumnus, una cordata di imprenditori locali che contende al Banco di Desio il controllo della Popolare di Spoleto di cui detiene circa il 2%
Che Unicoop Firenze stesse finalmente uscendo da quel disastro chiamato investimento strategico in Mps è apparso finalmente chiaro nella metà dell'ottobre scorso, con le dimissioni dal Cda della banca del frastornato presidente di Unicoop, Campaini.
Poi a dicembre emerse che la coop fiorentina aveva venduto azioni della banca portandosi dal 2,7% al 1,76%. La cosa ha assunto anche un aspetto grottesco in seguito ad una titolazione di Repubblica che contrastava con il Campaini pensiero, almeno quello della versione ufficiale per cui borsa è sinonimo di speculazione.
Sorvoliamo. D'altra parte son scivolate che ad una certa età è comprensibile commettere. Però lasciare sul tappeto 400 milioni di perdite su azioni mps riportate nei bilanci di Unicoop è qualcosa di più di una contraddizione di carattere etimologico, tanto più che, ciliegina sulla torta, il nostro Presidente continua a beccare multe salatissime da Banca d'Italia, avendo seduto nel precedente Cda (quello di Mussari e Vigni, per capirsi). Quello che sfugge è se Campaini fosse consapevole degli illeciti artifizi contestati da Bankitalia o sia stato in qualche modo coinvolto a sua insaputa.
Tutto fa supporre che Campaini e la nostra coop siano andati al fronte davvero mal equipaggiati esponendosi così ad un inutile bagno di sangue. Ormai la frittata è fatta. Tuttavia ci aspetteremmo un contegno più responsabile e un disimpegno non solo da Mps, ma conseguentemente di questi dirigenti dai vertici apicali della cooperativa. Conoscendo i nostri polli, ciò non avverrà mai.
Poi a dicembre emerse che la coop fiorentina aveva venduto azioni della banca portandosi dal 2,7% al 1,76%. La cosa ha assunto anche un aspetto grottesco in seguito ad una titolazione di Repubblica che contrastava con il Campaini pensiero, almeno quello della versione ufficiale per cui borsa è sinonimo di speculazione.
Sorvoliamo. D'altra parte son scivolate che ad una certa età è comprensibile commettere. Però lasciare sul tappeto 400 milioni di perdite su azioni mps riportate nei bilanci di Unicoop è qualcosa di più di una contraddizione di carattere etimologico, tanto più che, ciliegina sulla torta, il nostro Presidente continua a beccare multe salatissime da Banca d'Italia, avendo seduto nel precedente Cda (quello di Mussari e Vigni, per capirsi). Quello che sfugge è se Campaini fosse consapevole degli illeciti artifizi contestati da Bankitalia o sia stato in qualche modo coinvolto a sua insaputa.
Tutto fa supporre che Campaini e la nostra coop siano andati al fronte davvero mal equipaggiati esponendosi così ad un inutile bagno di sangue. Ormai la frittata è fatta. Tuttavia ci aspetteremmo un contegno più responsabile e un disimpegno non solo da Mps, ma conseguentemente di questi dirigenti dai vertici apicali della cooperativa. Conoscendo i nostri polli, ciò non avverrà mai.
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Coop Centro Italia la holding “rossa” tra Mps e Spoleto
La cooperativa umbra ha l’1,85%. Minusvalenza di 55 milioni
Evidentemente, nonostante il momento difficile, c’è ancora chi crede in Mps. La Coop Centro Italia, ad esempio, nonostante le minusvalenze già riportate nei bilanci della coop che gestisce i supermercati di Umbria, bassa Toscana, Lazio e Abruzzo, si trova ormai ad essere uno dei soci principali con poco meno del 2 per cento. Sommando la partecipazione diretta a quella detenuta dalla controllata Coofin si arriva infatti all’1,85%. Che fa della coop con sede a Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, uno dei principali «soci privati» di Mps dietro a alla Finamonte degli Aleotti e ai francesi di Axa. Una fiducia confermata dal valore del titolo a bilancio: 0,44 euro per azione (così il bilancio 2012 di Coofin, dove viene confermata la «strategicità» della partecipazione), a fronte degli 0,18 euro della chiusura in Borsa di ieri. Ovvero, una minusvalenza teorica di circa 55 milioni di euro e un valore a prezzi di mercati di 38 milioni di euro.
Che dalle parti di Perugia ci sia ancora grande fiducia in Mps è testimoniato anche dal fatto che, come tutti i grandi soci, anche Coop Centro Italia ha votato a favore della proposta di FabrizioViola e Alessandro Profumo.
Tutto questo mentre l’altra grande Coop del territorio, Unicoop Firenze, si sta disimpegnando progressivamente da Mps, in assemblea si è presentata con appena l’1% e sulla stessa proposta si è astenuta.
Ma la tenacia su Mps non è l’unica passione bancaria della Coop Centro Italia. La cooperativa di consumo è anche presente tra gli azionisti della Popolare di Spoleto, dove la stessa Montepaschi ha il 25%. E,con alcuni imprenditori umbri, fa parte della cordata con contende al Banco Desio il salvataggio del tribolato istituto.
Dai verbali dell’assemblea del 28 dicembre scorso emerge anche un’altra curiosità. La famiglia Aleotti, azionista di Banca Mps con circa il 4% del capitale nell’assemblea di fine dicembre per l’aumento di capitale ha votato a favore sia della proposta del cda (aumento immediato del capitale a gennaio poi bocciata), sia a favore di quella per l’aumento dilazionato in primavera.
Intanto ieri il titolo a Piazza Affari, dopo una seduta tutta all’insegna delle vendite, nel finale ha cambiato rotta chiudendo in rialzo con un progresso dello 0,5%.
Evidentemente, nonostante il momento difficile, c’è ancora chi crede in Mps. La Coop Centro Italia, ad esempio, nonostante le minusvalenze già riportate nei bilanci della coop che gestisce i supermercati di Umbria, bassa Toscana, Lazio e Abruzzo, si trova ormai ad essere uno dei soci principali con poco meno del 2 per cento. Sommando la partecipazione diretta a quella detenuta dalla controllata Coofin si arriva infatti all’1,85%. Che fa della coop con sede a Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, uno dei principali «soci privati» di Mps dietro a alla Finamonte degli Aleotti e ai francesi di Axa. Una fiducia confermata dal valore del titolo a bilancio: 0,44 euro per azione (così il bilancio 2012 di Coofin, dove viene confermata la «strategicità» della partecipazione), a fronte degli 0,18 euro della chiusura in Borsa di ieri. Ovvero, una minusvalenza teorica di circa 55 milioni di euro e un valore a prezzi di mercati di 38 milioni di euro.
Che dalle parti di Perugia ci sia ancora grande fiducia in Mps è testimoniato anche dal fatto che, come tutti i grandi soci, anche Coop Centro Italia ha votato a favore della proposta di FabrizioViola e Alessandro Profumo.
Tutto questo mentre l’altra grande Coop del territorio, Unicoop Firenze, si sta disimpegnando progressivamente da Mps, in assemblea si è presentata con appena l’1% e sulla stessa proposta si è astenuta.
Ma la tenacia su Mps non è l’unica passione bancaria della Coop Centro Italia. La cooperativa di consumo è anche presente tra gli azionisti della Popolare di Spoleto, dove la stessa Montepaschi ha il 25%. E,con alcuni imprenditori umbri, fa parte della cordata con contende al Banco Desio il salvataggio del tribolato istituto.
Dai verbali dell’assemblea del 28 dicembre scorso emerge anche un’altra curiosità. La famiglia Aleotti, azionista di Banca Mps con circa il 4% del capitale nell’assemblea di fine dicembre per l’aumento di capitale ha votato a favore sia della proposta del cda (aumento immediato del capitale a gennaio poi bocciata), sia a favore di quella per l’aumento dilazionato in primavera.
Intanto ieri il titolo a Piazza Affari, dopo una seduta tutta all’insegna delle vendite, nel finale ha cambiato rotta chiudendo in rialzo con un progresso dello 0,5%.
23 gennaio 2014
Gianluca Paolucci
La Stampa
1 commento:
I dirigenti della Unicoop Firenze non sbagliano un colpo...
Si vede che sono stati assunti tutti per merito grazie alle loro grandi capacità professionali...
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