17 dicembre 2014

PROCESSO UNICOOP FIRENZE TRE ANNI DI UDIENZE MA ERA TUTTO INUTILE

In sei sotto accusa per non aver valutato i rischi per i dipendenti

Reati prescritti prima del rinvio a giudizio

La rabbia degli operai


«NON contesto niente. Ma chiedo di capire come sia stato possibile fare un processo per malattie professionali che all'ultimo momento, dopo parecchie udienze, d'improvviso sono state dichiarate prescritte. Prescritte addirittura in data precedente al rinvio a giudizio, anzi prima ancora dell'avvio dell'inchiesta».

Giorgio Stefanini è un dipendente di Unicoop Firenze ed è un cittadino che non riesce a comprendere come la giustizia possa essere tanto contraddittoria. Con il collega Luigi Del Prete si era costituito parte civile in un processo nel quale due dirigenti di Unicoop Firenze e quattro medici erano accusati di lesioni colpose aggravate per non aver valutato i rischi legati alla movimentazione manuale dei carichi da parte degli addetti al magazzino di Scandicci e per non aver attuato le necessarie misure di prevenzione. Stefanini e Del Prete lavoravano su muletti privi di servosterzo, con i quali dovevano sollevare pancali, talvolta pesantissimi, facendo leva sui manubri. Ad ambedue, come ad altri colleghi, sono state diagnosticate anni fa ernia del disco e lesioni alle braccia, «con aumento all'insorgenza di nuove patologie». Stefanini lavora ancora oggi sui muletti. Del Prete è in pensione. Insieme sono tornati in tribunale per esprimere il loro sconcerto sull'esito del processo. Al loro fianco c'è Gabriele Rinaldi dell'Unione sindacale di base, a cui si deve - spiegano - un miglioramento delle condizioni di lavoro.

La denuncia della Asl - ricordano - risale al 2004. Il fascicolo d'inchiesta porta la data del 2008. Il 30 giugno 2010 la procura cita a giudizio per lesioni colpose due dirigenti Unicoop e quattro medici. Il processo parte a singhiozzo. Prima finisce davanti a un giudice onorario, poi viene assegnato al giudice Breggia che fissa un fitto calendario ma poi passa ad altro incarico, infine approda davanti al giudice Francesco Maradei. Si tengono varie udienze, vengono sentiti molti testimoni. il 26 giugno 2014 il processo è alle battute finali. In udienza arriva, al posto del collega Paolo Canessa, il pm Massimo Bonfiglio, che prende la parola per sostenere che tutte le accuse sono ormai prescritte. «Il mio avvocato - ricorda Stefanini - ha obiettato che nel 2007 mi era stata diagnosticata una nuova patologia alle braccia, e infatti nel 2010 mi è stata riconosciuta un'altra malattia professionale. Non è servito a nulla. Il giudice si è ritirato e poi ha dichiarato prescritte tutte le accuse». Nella motivazione ha spiegato che la data di consumazione del reato va fissata al momento dell'insorgenza della malattia, e nel caso di Stefanini ha ritenuto «addirittura inverosimile che da un infortunio patito nel 1998 possa essere insorta nuova malattia agli arti superiori nel 2007, per cui tale patologia deve essere considerata solo come un aggravamento della prima, conseguente all'unico infortunio contestato, quello del 1998». Stefanini commenta: «Spiegatemi perché ci sono voluti tanti anni per dirci che il processo era del tutto inutile».


16 dicembre 2014

Franca Selvatici

La Repubblica


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