08 maggio 2012

LA CGIL VA CONTRO COOP ESTENSE


I sindacati indignati dalla linea Marchionne nelle coop rosse







La coop come Sergio Marchionne. E i sindacati si arrabbiano. Mai i rapporti tra coop e Cgil-Cisl-Uil erano stati così tesi, con accuse, rimbrotti, scioperi. E sulle barricate ci sono soprattutto i cigiellini, una specie di inedita guerra a sinistra, col Pd che non sa che pesci pigliare, tra l'incudine della cooperazione rossa che strizza l'occhio a Marchionne ma da sempre alleata pidiessina e la Cgil che non transige e invita chi è di sinistra a solidarizzare.

A indispettire i sindacalisti, già assai arrabbiati, è il fatto che Coop Estense abbia scelto una data simbolica, il primo maggio, per comunicare la disdetta del contratto aziendale applicato ai 5.700 dipendenti della cooperativa.

«I dirigenti coop», dice Antonio Miccoli, della Filcams-Cgil, «vogliono cancellare una storia lunghissima di relazioni e accordi consolidati nel tempo, allineandosi a quei soggetti dell'imprenditoria che non riescono a trovare altre soluzioni alla crisi se non quella di ridurre i diritti dei lavoratori e risparmiare sul costo del lavoro».

Il sindacato non solo non accetta la cura-Marchionne ma punta il dito contro la decisione delle coop di distribuzione di appoggiare la scalata dell'Unipol a Fondiaria-Sai: i risparmi sulla gestione servirebbero ad assecondare l'avventura finanziaria dell'Unipol.

«Investire mezzo miliardo di euro (assieme ad altre coop) in rischiose attività finanziarie», aggiunge Miccoli, «e contemporaneamente progettare il taglio del salario dei propri dipendenti lascia l'amaro in bocca a chiunque abbia a cuore i valori cooperativi.

Perciò abbiamo già indetto otto ore di sciopero».

I sindacalisti serrano le fila da Modena fino alla Puglia e alla Basilicata. Cgil, Cisl e Uil hanno unitariamente redatto un durissimo comunicato, sorpresi che proprio le coop abbiano scelto di cavalcare la linea dura: «Ogni cosa proposta dall'azienda si basa sul raggiungimento di un incremento delle vendite del 12,5% in 3 anni, dato lontanissimo da quanto ottenuto negli anni passati. A quel dato vengono piegati i possibili incrementi degli orari individuali di gran parte degli attuali part-time e le indennità di funzione erogate a 1.900 lavoratori specializzati, che da certe diventerebbero variabili su base mensile al raggiungimento di improbabili incrementi di vendite ed ulteriormente riviste con una valutazione individuale totalmente in mano all'impresa. Si prevede inoltre il superamento del salario aziendale per i nuovi assunti e la riduzione delle maggiorazioni per il lavoro festivo». Insomma: «cessare l'applicazione del contratto aziendale, sostituendolo con un regolamento unilaterale di nessun valore è un atto gravissimo».

La coop sei tu? Non sembra. La guerra tra Coop Estense e sindacato sta infuocando l'Emilia e non solo. Anche perché nella breccia aperta potrebbero inserirsi anche le altre coop della distribuzione, che stanno registrando un calo dei consumi e quindi una limatura dei margini di guadagno.

Perciò Legacoop (cui aderiscono le coop di distribuzione), un sorta di Confindustria delle cooperative, scende in campo per difendere Coop Estense. «Occorre un sostanziale cambiamento nella contrattazione tra le parti», sostiene ufficialmente Legacoop Modena. «Purtroppo a tale esigenza non ha mai corrisposto un comportamento costruttivo da parte dei sindacati, che si sono sempre mostrati refrattari ad ogni proposta venuta dalla cooperativa. Non si può accusare Coop Estense di voler scaricare sui lavoratori il peso della crisi economica senza che anche il sindacato assuma le proprie responsabilità per il fallimento di una trattativa che poteva innovare i sistemi organizzativi e retributivi. È un peccato che una proposta capace di guardare al futuro tutelando gli interessi di impresa e lavoratori si sia scontrata con logiche conservatrici ormai inadeguate alla realtà dei tempi».

Sembra di sentire parlare Marchionne. Invece siamo in casa coop. E così coi sindacati le reciproche accuse non si contano. Il Pd sta alla finestra mentre lo scontro rischia di incrinare e ridisegnare il caleidoscopio della sinistra emiliana, in cui coop e sindacato finora andavano a braccetto. Adesso la «diversità positiva» delle coop sembra tramontare. Il mercato non concede sconti.

«Con una disoccupazione giovanile al 36%, con le retribuzioni tra le più basse d'Europa, con il perseverare di scelte finanziarie che definire azzardate è un eufemismo», commenta Antonio Mattioli, responsabile delle politiche contrattuali di Cgil Emilia Romagna, «anche la cooperazione si fa carico del 'modello Marchionne' e scarica sui lavoratori i costi della crisi e di scelte sbagliate, mandando a quel paese decenni di relazioni sindacali che hanno contribuito allo sviluppo di queste realtà».

I pidiessini cercano di calmare le acque . Ma la tensione cresce. «La cooperativa non ha avanzato ipotesi di riduzione delle retribuzioni», assicura Legacoop, «ma di un impianto che, nel salvaguardare le condizioni dei lavoratori in forza, avrebbe consentito migliori condizioni salariali in una logica di riconoscimento e valorizzazione delle persone».

Intanto i rappresentanti sindacali interni delusi dalla posizione da Ponzio Pilato dei dirigenti Pd annunciano che chiederanno spazi all'interno delle feste dell'Unità, in via di organizzazione e sponsorizzate proprio da Legacoop, per illustrare il loro malcontento per quella che chiamano la «marchionizzazione delle coop».



8 maggio 2012

Giorgio Ponziano

Italia Oggi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E unicoop firenze è sulla stessa strada.

Anonimo ha detto...

non credo, almeno per adesso no. Ci sono grossi cambiamenti in vista ma rendiamoci conto che da altre parti va ben peggio. Dovremmo riflettere un po' tutti sul fatto che molto spesso si ha idea che da altre parti funzioni tutto meglio. Le realtà le si possono giudicare obiettivamente solo dall'interno. Con questo, non mi schiero dalla parte di Unicoop. E' solo una riflessione, personale. Poi il conflitto e le diatribe sono cose che fanno parte del mondo del lavoro.