I dubbi sull'ubicazione della scaffalatura contro la quale Claudio ebbe l'impatto mortale
Intanto prende vita l'associazione "Claudio Pierini Vive"
Proseguono le indagini per la morte 'bianca' di Claudio Pierini, avvenuta il 21 luglio 2011 in un magazzino Unicoop di Scandicci alle porte di Firenze.
La Procura, fa sapere l'avvocato che segue la vicenda, Guido Ferradini, ha voluto acquisire il certificato medico che provorebbe come Pierini non fosse idoneo, per motivi di salute, a guidare il muletto che gli costò la vita.
Questa è una delle due possibilità, a favore dei familiari dell'operaio. L'altra riguarda più da vicino la dinamica dell'incidente mortale: secondo quanto sostengono numerosi colleghi di Pierini, il muletto andò fuori controllo per colpa di un contenitore di olio di mandorla, che serve per prodotti cosmetici, che si sarebbe versato a terra. "Episodio che accadeva di consueto", racconta un collega di Pierini. Il muletto avrebbe quindi portato Pierini a schiantarsi contro una scaffalatura che, sempre stando a quanto riferiscono suoi colleghi, non sarebbe stata ad altezza regolamentare, circa tre metri invece di sei.
La vicenda di Pierini potrebbe quindi diventare un raro caso pilota, in materia di sicurezza sul lavoro, perché da quel 21 luglio i colleghi e i familiari di Pierini hanno continuato a mantenere viva la memoria.
Non solo in Procura: gli Rsl, i responsabili della sicurezza dei lavoratori dei magazzini Unicoop di Sesto Fiorentino e di Scandicci si sono dimessi il 15 ottobre per chiedere un miglioramento delle condizioni in cui operano gli addetti.
Intanto, ieri è nata l'associazione 'Claudio Pierini vive', costituita da colleghi e amici dell'operaio. E ben 62 mila euro sono stati raccolti e consegnati al fratello di Claudio.
21 dicembre 2011
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