Mobilitazione delle sigle del commercio, che hanno rotto la trattativa con Coop Consumatori Nordest sulla maggiorazione dei compensi per il lavoro domenicale.
"Azienda rigida anche sulla riorganizzazione, tre mesi di confronto durissimo, ora basta".
E sabato astensione dal lavoro. "Coop allineata alla logica di Monti"
E anche la Coop fece arrabbiare i sindacati. Forse più di tutti. "Coop Nordest ha tenuto un atteggiamento molto rigido sulle liberalizzazioni degli orari del commercio e sull'apertura domenicale, è rottura" annunciano le sigle unite Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.
Il 2 giugno, pertanto, i lavoratori del commercio aderenti saranno in agitazione con il blocco degli straordinari e della flessibilità. La mobilitazione si estenderà anche ai giorni seguenti. "Ci è parso simbolico - dice in conferenza stampa Francesca Balestrieri della Filcams, partire proprio dal 2 giugno, giorno nel quale ci asterremo dal lavoro, data emblematica anche perché proprio Coop l'anno scorso ha sponsorizzato tutti gli eventi del 2 giugno mentre quest'anno vuol farci lavorare".
Tre mesi è durata la trattativa sulle liberalizzazioni previste dal governo Monti, alle quali Coop ha aderito. Settimane di confronto faticosissimo, raccontano i sindacati. Poi il 22 maggio la rottura. Coop, stando al racconto delle parti sociali, non avrebbe sentito ragione su due punti: sulla maggiorazione delle retribuzioni per l'apertura domenicale, sulla riorganizzazione del lavoro e degli incrementi di organico. "Ci dispiace - prosegue Balestrieri - che anche la cooperazione si sia allineata alla logica della liberalizzazioni degli orari, liberalizzazioni che oltretutto non hanno prodotto incremento di utili ma, anzi, hanno prodotto maggiori costi che l'impresa tenta di scaricare sui lavoratori.
Abbiamo anche chiesto un confronto costante sui fatturati delle domeniche, ma in trattativa non è stato fornito alcun dato".
Anche secondo Cosimo Zumbo, Uil, Coop Nordest avrebbe mantenuto una linea dura e inamovibile "dichiarando di essere favorevole alle liberalizazioni fatte dal governo e decidendo unilateralmente di non applicare più le maggiorazioni previste dal contratto integrativo". Solo 3 euro in più sono concessi per i commessi e le cassiere della domenica. "Non ci paghiamo neppure la benzina". La proposta di Coop nordest è stata: maggiorazione della paga al 50% a partire dalla settima domenica a condizione che il lavoratore sia disponibile per almeno dieci domeniche, poi al 60% a partire dalla ventiduesima. Niente da fare per i sindacati, compatti e decisi a non mollare sul principio: "Soprattutto nei grandi supermercati le tensioni e le criticità legate alla liberalizzazione si accentuano, quanto ai piccoli centri della provincia non si capisce il bisogno di tenere aperto la domenica visto che in alcuni paesini sperduti si faceva fatica anche a ridosso di Natale". Le iniziative di lotta, fanno sapere le sigle, "proseguiranno finché l'azienda non dimostrerà una ver volontà di trattare". E intanto il 2 giugno tutti a casa. "La Coop - conclude Barbieri toccando il nervo più sensibile della cooperazione - potrebbe pensare ad invogliare la gente a svolgere altre attività, per esempio il volontariato, anziché spingerla sempre allo shopping".
31 maggio 2012
(m. s.)
La Repubblica
Anche secondo Cosimo Zumbo, Uil, Coop Nordest avrebbe mantenuto una linea dura e inamovibile "dichiarando di essere favorevole alle liberalizazioni fatte dal governo e decidendo unilateralmente di non applicare più le maggiorazioni previste dal contratto integrativo". Solo 3 euro in più sono concessi per i commessi e le cassiere della domenica. "Non ci paghiamo neppure la benzina". La proposta di Coop nordest è stata: maggiorazione della paga al 50% a partire dalla settima domenica a condizione che il lavoratore sia disponibile per almeno dieci domeniche, poi al 60% a partire dalla ventiduesima. Niente da fare per i sindacati, compatti e decisi a non mollare sul principio: "Soprattutto nei grandi supermercati le tensioni e le criticità legate alla liberalizzazione si accentuano, quanto ai piccoli centri della provincia non si capisce il bisogno di tenere aperto la domenica visto che in alcuni paesini sperduti si faceva fatica anche a ridosso di Natale". Le iniziative di lotta, fanno sapere le sigle, "proseguiranno finché l'azienda non dimostrerà una ver volontà di trattare". E intanto il 2 giugno tutti a casa. "La Coop - conclude Barbieri toccando il nervo più sensibile della cooperazione - potrebbe pensare ad invogliare la gente a svolgere altre attività, per esempio il volontariato, anziché spingerla sempre allo shopping".
31 maggio 2012
(m. s.)
La Repubblica
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