04 gennaio 2013

IL PRESTITO SOCIALE COOP IN FLESSIONE


Con l'articolo che pubbliachiamo dopo il nostro commento, chiudiamo la carrellata sulla "finanza Coop" cui il Sole 24 Ore ha dedicato una doppia pagina dell'inserto Plus di sabato 29 dicembre.

Il tema è delicato e di enorme interesse, il prestito sociale Coop è il vero motore delle grandi Coop della distribuzione.

Basta guardare i numeri (bilancio 2011).  Le Coop raccolgono complessivamente attraverso i libretti ben 14,2 miliardi di euro.

Il 2011 però non è stata una buona annata e il prestito sociale di tutte le Coop è in flessione, in alcuni casi però, assai più marcata. Proviamo a vedere perché.




Certo, la crisi ha influito portando i risparmiatori tutti a attingere ai propri risparmi, ma a ben guardare ci sono delle specificità in negativo che balzano all'occhio.

Unicoop Tirreno, quella con i peggiori bilanci negli ultimi anni che si traducono poi in pessime relazioni sindacali, fa molto peggio delle altre (-7,6% sul 2010). Una vera e propria fuga dei soci prestatori dalla Coop livornese che comunque dispone di una raccolta complessiva di 1,257 miliardi di euro.

In questa speciale classifica della fuga dai libretti, il secondo posto va a Coop Consumatori Nordest. La Coop presieduta da Marco Pedroni vanta un prestito sociale molto elevato (1,340 miliardi - bilancio 2011) ma anche il più alto rapporto prestito/fatturato (ben il 159%). La flessione subita dal prestito sociale è del -6,3%. In questo caso viene da pensare alla fiducia con riserva con cui Pedroni è controllato dagli attenti soci di Coop Nordest, che proprio nel giugno scorso avevano chiesto chiarimenti sull'operazione Unipol-Fonsai conoscendo bene i pasticci che nel passato la Coop aveva combinato con la passione di Pedroni per la finanza.

L'altra Coop che ha un discreto flusso in uscita, pur conservando la maggior potenza di fuoco (ben 2,627 miliardi sui libretti) è Unicoop Firenze. Qui la ragione va presumibilmente ricercata nella disastrosa partecipazione di Unicoop in MPS che ha portato svalutazioni implicite per 230 milioni  a cui va aggiunta la svalutazione effettuata nel bilancio 2008 sempre su azioni MPS per 189 milioni. Il risultato è un decremento del Prestito Sociale della Coop fiorentina del -5,4%.

Oltre 14 miliardi di raccolta complessiva per le Coop sono comunque una cifra ragguardevole e gli appetiti delle banche, in questa fase alla ricerca spasmodica di denaro fresco che ne irrobustisca la patrimonializzazione, possono attrarre anche la clientela del risparmio Coop, anche se molto fidelizzata. Ovviamente si fa leva sulle remunerazioni, offrendo tramite i Conti Deposito rendimenti generalmente più elevati dei libretti del Prestito Sociale, anche se c'è una differenza sostanziale che è quella del vincolo. Le cifre in deposito ottengono una remunerazione prefissata contro un periodo vincolato. La strada del prestito vincolato, in un'ottica di diversificazione dell'offerta ai soci prestatori, è stata recentemente introdotta anche da Unicoop Firenze, Coop Centro Italia e Unicoop Tirreno.

Le altre Coop preferiscono differenziare per scaglioni, corrispondendo interessi diversi a seconda della cifra versata. Va da se che verrà premiato chi ha più possibilità, una modalità che non ci pare in linea col mondo valoriale Coop.

Va infine precisato che anche se la remunerazione del libretto Coop non vincola la giacenza ad un periodo prestabilito, tranne i casi sopra citati, i soci prestatori ne fanno spesso un uso a medio e lungo termine (per questo il paragone con i Conti Deposito appare appropriato). Basti pensare che la cifra media depositata a libretto è di circa 12.000 euro. La tassazione degli interessi dei Conti Deposito e del Prestito Sociale è del 20%.

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 LIBRETTI COOP SOTTO ATTACCO DEI CONTI DEPOSITO


I rendimenti dei prestiti sociali variano in base al tipo di deposito, ordinario o vincolato. Ogni Coop fissa autonomamente i tassi, che possono variare anche in corso d'anno. E la gestione del libretto è di norma a costo zero.

Ogni socio può avere anche più libretti, ma l'importo complessivo delle somme depositate non può superare i 33.583 euro. Non è quasi mai previsto un importo minimo del libretto, che può avere anche saldo zero, ma non può mai, ovviamente, andare in negativo. Gli interessi sono soggetti alla ritenuta fiscale del 20%.

La movimentazione del libretto, nei limiti imposti dall'antiriciclaggio se per contanti (ammessa fino a euro 999,99), può essere effettuata solo dal titolare o da un delegato. La valuta per il computo degli interessi coincide con il giorno dell'operazione, eccetto per alcune Coop dove i versamenti di assegni bancari hanno valuta dopo tre giorni. Per chi, invece, utilizza la Carta Socio per pagare la spesa, la valuta di addebito è solitamente differita al mese successivo.

Solo Unicoop Firenze, Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia hanno emesso prestiti vincolati. La strategia delle altre Coop, invece, mira a premiare con tassi maggiori, a volte anche di quelli vincolati, i prestiti di ammontare più elevato, offrendo remunerazioni dal 3,5 al 4%, per i depositi con saldi superiori a 27mila euro (Coop Adriatica, Nordest, Liguria e Nova Coop). Più che per contrastare la concorrenza dei conti di deposito, alcune Coop emettono prestiti sociali vincolati per offrire un prodotto più remunerativo, ma non troppo, rispetto al prestito libero, incamerando la contropartita del vincolo di durata. L'intensità del vincolo, comunque, varia in base a ciascuna Coop. Si va dalla Coop che, nonostante il vincolo, consente in ogni caso il ritiro delle somme penalizzando solo l'interesse (Unicoop Tirreno), alla Coop che consente solo in casi eccezionali l'estinzione anticipata, penalizzando comunque l'interesse riconosciuto ai soci applicando, per esempio, la metà del tasso del prestito ordinario (Coop Centro Italia). C'è poi chi ha previsto il tacito rinnovo del vincolo di 18 mesi, con disdetta 30 giorni prima della scadenza (Unicoop Firenze). Occhio quindi ai dettagli.



29 dicembre 2012

Adriano Melchiori, Gianfranco Ursino

il Sole 24 Ore



Vedi anche:

Alle casse Coop più finanza che supermercato

Quel «triangolo» di Unicoop Tirreno tra pegni e derivati

Trasparenza informativa non connessa con il web



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