Dopo Coop Estense e Coop Nordest, le Coop emiliane della distribuzione tornano a farsi notare in negativo ribadendo la tendenza a disdire il Contratto Integrativo. Ora è la volta di una coop minore, la Coop Reno
Dopo Coop Estense la protesta sbarca anche nei supermercati di Coop Reno. Cgil e Uil hanno proclamato per oggi uno sciopero per protestare contro la decisione dell’azienda di disdire il contratto integrativo a partire dal 1° novembre. Una manovra dettata dalla volontà di recuperare un milione di euro, spiegano i sindacati, realizzata chiedendo tre ore di lavoro in più alla settimana per ogni dipendente che di conseguenza significa, più o meno, circa 3mila euro in meno di stipendio all’anno visto che quelle ore non verranno più pagate come stroardinario.
«E' una decisione unilaterale inaccettabile, che cerca di fare efficienza sui lavoratori più deboli, in aperto contrasto ai valori fondanti del movimento cooperativo», attaccano i sindacati. La Coop Reno in provincia di Bologna ha 24 punti vendita dove lavorano circa 600 dipendenti, e la disdetta replica in piccolo quello che già alla Coop Estense è costato giorni di sciopero e accuse reciproche, mai sentite prima nell’ambito delle cooperative.
«Nonostante i bilanci aziendali non evidenzino risultati allarmanti», sottolineano i sindacati, la dirigenza cerca di affrontare la crisi «cancellando i diritti dei lavoratori» chiedendo a ciascuno di loro di lavorare circa 3 ore in più alla settimana, 144 all’anno, «con la stessa paga, quindi gratis» dicono Cgil e Uil. E questo significa «una riduzione in busta paga di 3mila euro tra contributi e stipendio», con ricadute ancora tutte da verificare nei confronti dei contratti a termine.
«Lo slogan che la dirigenza ci ha sempre proposto è fare efficienza per fare sviluppo – dice Stefania Pisani della Filcams Cgil di Bologna –. Dato che nessun piano di sviluppo aziendale è mai stato presentato ai tavoli di confronto, siamo a sottolineare che ‘l’efficienza’ si è deciso di farla esclusivamente sui lavoratori più deboli, in aperto contrasto ai valori fondanti il movimento cooperativo. Contestiamo sia il modo in cui ha agito l’azienda, che si sostanzia nel presupposto che i lavoratori e le loro rappresentanze non hanno voce in capitolo, ma anche il merito delle soluzioni avanzate».
Ferma la risposta del presidente di Coop Reno, Mario Cifiello. «Il contratto da 34 ore e mezzo come avevamo fino ad oggi non è più attuale, basta guardarci attorno - sottolinea -. Noi abbiamo chiesto di fare 38 ore restando tra l'altro sotto a quello che da gennaio prevede il contratto nazionale della cooperazione, che fissa l'orario a 40 ore». I vantaggi per Coop Reno con questa operazione sarebbero di circa 950mila euro, «di cui però secondo la nostra proposta il 60% sarebbe tornato ai lavoratori con un fondo da 340mila euro per il welfare, sostegno per le rette dei nidi e aiuti finanziari ai dipendenti indebitati - continua Cifiello -. Poi i sindacati sono liberi di fare sciopero, noi restiamo disponibili a trattare».
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30 ottobre 2012
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Marco Bettazzi
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