Il sindacato non perdona le Coop in stile Marchionne
Un botta e risposta secco. E questa volta Legacoop ha detto la sua per ben due volte in pochi giorni. Sembrano lontani, così, i mesi di (vana) attesa per intercettare una replica sulla disdetta dell'integrativo da parte dell'associata Coop Estense, da maggio impegnata in uno scontro con i sindacati che recriminano la mossa unilaterale di sospendere il contratto aziendale.
Ma finalmente la questione sembra tornata in agenda. E i toni sono sempre quelli da resa dei conti. Da una parte c'è la Cgil che non sembra avere mandato giù il documento ufficiale con cui Legacoop, nei giorni scorsi, ha spronato la sigla a riaprire il tavolo di trattative con il colosso della distribuzione cooperativa. Un invito che però, in maniera nemmeno troppo velata, ha insinuato uno scollamento tra i cigiellini e i lavoratori rappresentati. «La scelta di proclamare lo sciopero nei punti vendita di Coop Estense (l'astensione è avvenuta sabato 22 settembre) non ne ha impedito la normale apertura - recita il testo - a dimostrazione della fiducia verso la cooperativa da parte della stragrande maggioranza dei lavoratori». Insomma, per Legacoop, a sbagliare sarebbe l'organizzazione sindacale e anche i tesserati se ne starebbero accorgendo.
Donato Pivanti, segretario provinciale Cgil |
A stretto giro, però, la Cgil ha rispedito il messaggio al mittente accusando la direzione provinciale della centrale cooperativa modenese di essere supina alle posizioni di Coop Estense. «Non c'è niente di moderno - sostiene il segretario generale della Cgil di Modena, Donato Pivanti - nella scelta di cancellare, con un atto di imperio, tutta la storia contrattuale degli ultimi trent'anni per sostituirla con un sistema di regole imperniato sulla centralità dell'impresa». Un atteggiamento che i cigiellini della Filcams paragonerebbero allo 'stile Marchionne' e che per la sigla è solo un mero tentativo di creare malumori interni al sindacato. «Una diversità di relazioni che che automaticamente si ripercuotono positivamente sulla qualità delle relazioni sindacali e questa semplice verità - sottolinea ancora Pivanti - non può essere distorta da coloro che anziché interrogarsi sulle ragioni e l'asprezza dei conflitti aperti, preferiscono nascondersi dietro il malcelato tentativo di dividere il sindacato». Lo stesso documento redatto da Legacoop, aggiunge il segretario della Cgil, «rappresenta solo un'unità di facciata di tutte le Coop modenesi resa possibile dal 'peso' di Coop Estense».
Lauro Lugli (Legacoop Modena) |
E queste sono soltanto le prime due puntate di questo aspro botta e risposta. Ieri è stata la volta del terzo episodio congeniato da Legacoop. «La replica del segretario Donato Pivanti è disarmante - tuona Lauro Lugli, presidente di Legacoop - Un concentrato di toni offensivi e accuse di incapacità che onestamente disorienta, e lascia anche l'amaro in bocca a chi ha messo nero su bianco la richiesta di distensione delle relazioni». Alla guida di Legacoop non sembra essere andato giù, in particolare, il riferimento al ruolo 'dittatoriale' di Coop Estense: «Parlare di 'unita' di facciata è subordinata e acritica accettazione' della linea di Coop Estense è non solo offensivo dell'autonomia di chi quelle cooperative rappresenta in direzione, ma inverosimile per chiunque conosca la complessità del movimento cooperativo».
Ma l'incredulità di Lugli lascia spazio, infine, a un nuovo invito in cui chiede ai sindacati un senso di responsabilità. Se questo messaggio includa ancora la Cgil non è dato saperlo. E chissà che magari, nelle intenzioni di Legacoop, non ci sia quella di riuscire a convincere almeno le altre sigle del commercio a risedersi al tavolo con Coop Estense. Magari escludendo i cigiellini.
In fondo con Fiat è successo qualcosa di simile e Marchionne ha fatto scuola.
In fondo con Fiat è successo qualcosa di simile e Marchionne ha fatto scuola.
5 ottobre 2012
Vincenzo Malara
Qui Modena
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