Altro dato preoccupante è il calo marcato del prestito sociale che crolla del 10,5% rispetto al 2011 e del 16,4% dal 2010
Unicoop Firenze, alla faccia della trasparenza, si guarda bene dal pubblicare il bilancio on line, cosa che fanno invece altre Coop. Trasparenza tra l'altro decantata ipocritamente nel titolo e nei contenuti dell'articolo dell'inarrivabile Antonio Comerci su l'Informatore Coop, un professionista del pressappochismo finanziario e non.
UNA TRASPARENZA OPACA
Comerci riesce ad essere addirittura involontariamente comico e ci sarebbe da ridere se il bilancio non fosse l'ennesimo disastro, quando scrive: Il Consiglio di Gestione della cooperativa, ha scelto la strada della prudenza e della trasparenza, svalutando di circa 200 milioni le azioni della Banca Monte dei Paschi che abbiamo in portafoglio. La realtà, e Comerci lo sa bene, è che Unicoop è stata costretta dagli eventi a svalutare le azioni di Mps in portafoglio che aveva iscritto in bilancio ad un prezzo irreale e irripetibile. Lo scandalo di Mps ha avuto proporzioni tali che non si poteva più nascondere l'enorme minusvalenza. I soci allarmati chiedevano spiegazioni, la stessa Unicoop Firenze aveva già ammesso in un comunicato del febbraio scorso la perdita implicita di 200 milioni nella partecipazioni in Mps iscritta - si legge - nel corso del 2012 per un valore di circa 300 milioni e che varrebbe circa un terzo secondo le attuali quotazioni borsistiche. Il comunicato, che potete leggere qui riportato da l'Unità, è in seguito scomparso dal sito di Unicoop Firenze. Sempre in nome della trasparenza, si suppone.
Per rimanere sul tema della trasparenza (che non c'è) ecco un altro piccolo capolavoro. Alla fine di aprile, dall'assemblea dei soci Mps si apprende che Unicoop Firenze detiene in portafoglio altri 111 milioni di azioni di Mps oltre ai 318 milioni, quantitativo fino a qul momento noto. Unicoop avrebbe effettuato l'acquisto nel luglio 2012 senza informare la Consob, né emettere comunicati ufficiali. Tutto nel più assoluto silenzio, in perfetto stile sovietico, ante Glasnost gorbacioviana.
A noi pare evidente che non solo non ci sia trasparenza, ma che questi comportamenti indichino anche un malcelato disprezzo per i soci, in special modo verso i soci prestatori e per chi in Unicoop lavora. I soci prestatori hanno comunque avvertito il problema intensificando la fuga dai libretti già iniziata nel 2011 e di cui parleremo più avanti.
LA SVALUTAZIONE SU MPS PORTA IL BILANCIO IN PERDITA PER 127 MILIONI
Tornando al bilancio, si può evincere il disastro del 2012 da alcuni dati aggregati, quindi molto generici, che la stessa Unicoop Firenze fornisce tramite il noto e già citato giornalino dedicato ai soci, l'Informatore.
Quello del 2012 sarà il terzo bilancio negativo nella storia di Unicoop Firenze (con una perdita di -127 milioni) e il secondo consecutivo. La ragione del pessimo risultato del 2012, come nel 2011 e nel 2008, è dovuta alla gestione finanziaria e quest'anno (come nel 2008) per la svalutazione della partecipazione in Mps, che pesa per 197,9 milioni. Nel 2008 la svalutazione su azioni Mps fu di 189 milioni.
LA FUGA DAI LIBRETTI UNICOOP
Altra nota estremamente negativa e indubbiamente legata alla eco prodotta dal caso Mps, è rappresentata dal dato sul prestito sociale che tracolla da quota 2,627 miliardi a 2,352 con una fuga impressionante dai libretti di Unicoop Firenze per circa 275 milioni, che significa una fuoriuscita del 10,5% rispetto al bilancio precedente. Si noti che il flusso in uscita dal prestito sociale era già in atto dal 2011. Infatti nel bilancio 2010 l'ammontare del prestito era di ben 2,815 miliardi, registrando quindi già una flessione del 6,7% nell'anno successivo. Il crollo è di oltre il 16,4% in due anni. E' naturale che la crisi abbia portato i risparmiatori in genere e quindi anche i soci, ad intaccare i propri risparmi. Le dimensioni sono però tali che sarebbe davvero ingenuo non collegarle alla vicenda Mps e l'andamento del prestito è un indicatore importante della fiducia che i soci ripongono nella cooperativa. Se facciamo un confronto con le altre grandi Coop vedremo che la flessione è generalmente assai più contenuta. Ad esempio il prestito sociale in Coop Adriatica flette del 4,3%.
CONCLUSIONI
E' del tutto evidente che con questi numeri qualsiasi manager di un'azienda seria sarebbe costretto alle dimissioni. Il nostro pensiero è che il disastro non abbia nessuna attenuante a meno che non si voglia ascrivere l'incompetenza manifesta come giustificazione. Dovrebbero quindi rassegnare le dimissioni i componenti del Consiglio di Gestione, da Golfredo Biancalani a seguire e il Consiglio di Sorveglianza, che evidentemente ha della sorveglianza un concetto del tutto originale. Il presidente del Consiglio di Sorveglianza è Turiddo Campaini, 73 anni, 40 dei quali passati come Presidente di Unicoop Firenze. Crediamo sia il tempo di voltare pagina.
1 commento:
LE VOSTRE ARGOMENTAZIONI SONO NON SOLO DI ESEMPLARE CHIAREZZA MA ANCHE INCONTROVERTIBILI. GRAZIE.
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