«Non vengono rispettate le norme sulla sicurezza» nel magazzino dove morì un dipendente
Troppi rischi per chi lavora nei magazzini di Unicoop Firenze. "Mancanza di una procedura scritta per il corretto svolgimento dell'attività lavorativa"; "vie di fuga insufficienti"; "pavimento non adatto alle caratteristiche dei mezzi in circolazione e dei prodotti stoccati"; "necessità di maggiori investimenti sulla sicurezza".
E' lunga la lista di punti da rivedere alla base della denuncia partita dai rappresentanti sindacali del magazzino e dai lavoratori della storica azienda presieduta da Turiddo Campaini, soprattutto dopo l'incidente sul lavoro, che lo scorso 21 luglio è costato la vita a un dipendente della cooperativa, Claudio Pierini.
Molti i lati oscuri da chiarire di quella tragedia, sulla quale è in corso un'indagine della magistratura fiorentina. Ma troppe, secondo i lavoratori di Unicoop, anche le mancanze in materia di sicurezza che l'azienda avrebbe perpetrato da tempo, sicuramente da prima del tragico evento. Mancanze a cui non avrebbe fatto da contraltare la voce delle strutture sindacali, in particolare di Cgil e Uil, contribuendo a creare all'interno del magazzino una situazione esplosiva.
Il malcontento è sfociato pochi giorni fa, con le dimissioni degli stessi dlegati per la sicurezza, Giampiero Cozzolino (Cgil) e Luca Ielatro (Uil). Fatto senza precedenti. Per la Cgil si tratta di una nuova sconfitta. Il sindacato della Camusso, infatti, proprio per le carenze nella gestione della sicurezza all'interno dei magazzini Unicoop di Scandicci e Sesto Fiorentino, aveva nel tempo assistito a un'emorragia di iscritti fino a perdere la maggioranza tra i lavoratori, transitati nell'Unione Sindacale di Base, Rsa non ancora riconosciuta dai vertici aziendali di Unicoop.
E' chiaro il documento di dimissioni firmato da Ielatro: «Non è così che si fa la sicurezza nei luoghi di lavoro, o almeno non è così che io intendo fare sicurezza», si legge in calce la lettera aperta dell'ex delegato, che ancora riveste la carica di rappresentante sindacale Uil. Ed è proprio la sua denuncia a mettere in luce la profonda spaccatura interna alle sigle storiche di Unicoop.
Qualcosa negli ingranaggi sembra essersi rotto. «Bisogna che il delegato sindacale sia espressione democratica della volontà dei lavoratori. E' fondamentale che sia presente in tutte le unità produttive della cooperazione e non necessariamente collegato ad una sigla sindacale», scrive Ielatro. Questo perché finora il delicato ruolo da lui rivestito prima delle dimissioni spontanee, è sempre stato un incarico stabilito su nomina sindacale (la Cgil sceglie tra i propri iscritti il delegato di riferimento e così la Uil). Mai eletto direttamente dai lavoratori.
L'incidente mortale del 21 luglio scorso - primo in Unicoop, ma anche il primo in un magazzino della grande distribuzione in tutta Italia - ha però rotto definitivamente gli equilibri interni. La voce dei lavoratori si è fatta sentire, definendo «discutibili» e «condannabili», come emerge in un documento interno, molte scelte aziendali, soprattutto in merito alla sicurezza. Purtroppo, come scrivono i rappresentanti sindacali del magazzino, è proprio in materia di sicurezza che «segnalazioni e richieste vengano ignorate e sottovalutate» dall'azienda.
Una condanna in particolare è poi rivolta da parte degli stessi rappresentanti sindacali, a quanto accaduto immediatamente dopo la morte del Pierini. Nonostante «l'apprezzamento per la scelta della Direzione di Unicoop di interrompere ogni attività lavorativa il giorno del tragico infortunio», appare «inaccettabile» per i lavoratori quanto invece accaduto nel reparto Ortofrutta (adiacente al luogo dell'incidente, ndr), a poche ora dal decesso, «poiché lì stava operando comunque l'attività lavorativa, nonostante il corpo del Pierini giacesse ancora a terra nel reparto attiguo». Senza dubbio quindi, come si legge nel documento aziendale, «una mancanza di sensibilità grave, che prima di essere materia sindacale dovrebbe trovarsi nelle fondamenta morali e nell'anima di ognuno di noi».Comportamenti che quindi hanno contribuito a creare un difficile clima di lavoro all'interno dei magazzini di Scandicci.
Infine, i rappresentanti sindacali del magazzino, che commissioneranno la realizzazione di una targa commemorativa da dedicare al collega scomparso, hanno anche verbalizzato la richiesta avanzata a Unicoop Firenze, «di assumere il fratello di Claudio, Daniele, con contratto a tempo indeterminato in una delle sedi». Richiesta per ora non ascoltata.
16 ottobre 2011
Cristina Manetti
Il Giornale della Toscana
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