Tra gli indagati anche Armando Vanni, che in passato è stato anche presidente del Consiglio di Gestione di Unicoop Firenze, dal gennaio 2008 al marzo 2009
Indagati dalla Procura ex dirigenti del Consorzio Etruria, nell’ambito
dell’inchiesta sul raccordo autostradale mai realizzato tra Lastra a
Signa e Prato
Sono il presidente e l'amministratore delegato del Consorzio Etruria, rispettivamente, Luigi Minischetti (foto) e Marco Fontanelli; l'amministratore delegato di Coestra Paolo Cappelli; e Armando vanni, sia come presidente del Consorzio Etruria tra il 2005 e il 2007, sia successivamente come presidente della Btp di Prato dal febbraio all'ottobre del 2010
Sono il presidente e l'amministratore delegato del Consorzio Etruria, rispettivamente, Luigi Minischetti (foto) e Marco Fontanelli; l'amministratore delegato di Coestra Paolo Cappelli; e Armando vanni, sia come presidente del Consorzio Etruria tra il 2005 e il 2007, sia successivamente come presidente della Btp di Prato dal febbraio all'ottobre del 2010
MONTELUPO. Ci sono anche ex dirigenti del gruppo Consorzio Etruria
nel gruppo di nove nuovi indagati dalla procura nell’ambito
dell’inchiesta sul raccordo autostradale mai realizzato tra Lastra a
Signa e Prato. Sono il presidente e l'amministratore delegato del
Consorzio Etruria, rispettivamente, Luigi Minischetti e Marco
Fontanelli; l'amministratore delegatodi Coestra Paolo Capelli; e Armando
Vanni, sia come presidente del cda del Consorzio Etruria tra il 2005 e
il 2007, sia successivamente come presidente della Btp d Prato dal
febbraio all'ottobre 2010.
Insieme agli altri cinque indagati - gli amministratori
delegati della società Sit, Franco Rapino e Ruggiero Borgia, nonché il
presidente Riccardo Bicchi, il presidente di Bretella scarl Pietro Saloi
e il presidente della Btp Riccardo Fusi - verranno sentiti dai
pubblici ministeri Luca Turco e Giuseppina Mione nei prossimi giorni.
L’inchiesta che li vede coinvolti riguarda l’ipotesi di
malversazione ai danni dello Stato. Secondo gli sviluppi dell'inchiesta,
il denaro che la Regione assegnò ai privati per avviare la costruzione
della bretella tra Lastra a Signa e Prato sarebbe finito nelle casse di
società private e non è stato usato, diversamente dagli accordi con la
Regione, per realizzare l'infrastruttura: alcune imprese riunite nella
Società Infrastrutture Toscane (Sit), che avrebbe dovuto fare l'opera in
base a un piano di “project financing”, avrebbero intascato il
contributo per pagare debiti e fornitori ma anche per estinguere
finanziamenti bancari. Quando la Regione nel 2011 decise di recedere
dal contratto il maxi-contributo non fu restituito.
4 ottobre 2012
3 commenti:
Secondo il mio punto di vista, i signori sopra indicati non dovrebbero più avere a che fare con il mondo del lavoro. A causa loro ci rimmettono persone oneste.
E poi dico come hanno fatto i soci lavoratori del consorzio etruria a stare sempre in silenzio, quando vedevono sparire i materiali dai cantieri o quando andavono a lavorare a casa dei signori sopra indicati-capi cantieri-geometri-e tanti altri. La casa bella che il materiale lo pagava il cantiere; e tutti zitti. E poi quando l'operaio chievevi un paio di guanti dicevano bisogna risparmiare, e intanto il C.E passava auto,cell,pranzi,gasolio ai signori che erano dietro la scrivania, e in più il telepass lo usavano nei giorni di festa. Io la chiamavo mamma etruria. Il risultato è stato che a noi poveri operai, ci hanno preso per i fondelli, perso il lavoro, abbiamo pagato per lavorare (quote sociali)e perso i soldi.
Perchè nessuno commentà, eppure tanti lo conoscono il consorzio etruria
Se non c'è di mezzo berlusconi non c'è gusto !!
Meglio non sfucugliare delle responsabilità politiche del PD....non si sa mai !!!
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