Martedì, 4 dicembre 2012, Unicoop Tirreno ha incontrato le organizzazioni sindacali ed ha praticamente confermato quanto sostenuto da USB Lavoro Privato in solitudine, emerso poi durante la partecipatissima conferenza stampa, trasformatasi in assemblea, di lunedì 19 novembre 2012 indetta dall'USB Lavoro Privato a Napoli che ha fatto emergere le intenzioni di abbandono del territorio campano.
La Coop in Campania non ha mai esercitato quella funzione sociale così fortemente declamata nelle pubblicità… Anzi, al pari di altri marchi, è andata solo ad occupare un territorio per ragioni puramente speculative. Qui sta il fallimento del progetto, qui sta la ragione della macelleria sociale già vista in analoghe situazioni sul territorio, in una terra in cui la crisi si è sommata alle già disastrose condizioni strutturali ed in cui l’occupazione e' l'unico antidoto alle attività illecite.
Sono anni che si perde il fatturato in Campania e nel Lazio, offrendo un servizio pessimo a soci e clienti, senza avere un progetto capace di invertire la tendenza, ora la cooperativa vorrebbe scaricare le colpe di una classe dirigente inadeguata sui lavoratori, una riproposizione del malgoverno del paese che scarica i suoi errori su milioni di cittadini, mantenendo i privilegi della casta e aggredendo i salari, le pensioni, il diritto di cura, del reddito, dell’abitare e aumentando le tariffe alle famiglie sempre più in crisi, un modello che noi non accettiamo e rispediamo al mittente, un modello che non ha nulla a che vedere con lo spirito cooperativo, un modello che oltretutto non ottiene alcun beneficio a livello commerciale.
L’8 dicembre un gruppo di lavoratrici Coop accompagnate dai loro familiari saranno in strada per raccontare la loro condizione di lavoro. Non potranno mostrare il volto per evitare le rappresaglie dell’azienda, ma sono disposte a parlare e a denunciare il clima, le condizioni salariali e le diverse forme di discriminazione che subiscono.
L’otto dicembre è una giornata particolare per la Coop, i lavoratori della Campania saranno in sciopero per sventare la vendita dei cinque negozi della loro regione da Unicoop Tirreno al gruppo Catone e presidieranno il centro di Napoli.
L’appuntamento sarà occasione per illustrare i rischi dell’abbandono della cooperazione dai territori campani e laziali, l’8 dicembre saranno i lavoratori a licenziare la dirigenza della Cooperativa.
Roma, 05 dicembre 2012
USB Lavoro Privato
3 commenti:
ora ve lo dico io cosa dovete fare:
prendete un paio di pulman, ve li fate pagare dai vari sindacati, chiamate tutti i giornalisti dei vari Tirreno Piombino, Tirreno Livorno, Tirreno Cecina ...voi direte: ma basta solo 1 del Tirreno, ...e no, dico io, perchè c'è quello amico di questo e quello amico dell'altro! quindi chiamate anche la Nazione, la Repubblica, l'Unità e il Manifesto e li convocate tutti a Piombino, sì Piombino non a Vignale perchè in campagna non vi vede nessuno ma se andate a Piombino poi loro si vergognano (ci tengono alle apparenze!).
Ecco dicevo fate una bella manifestazione tipo alle 11,00 in centro e se ci andate anche il giorno del mercato beccate proprio tutti. Dimenticavo mandate l'invito anche ai membri del CDA e agli operai delle acciaierie perchè sapete, la coop ci tiene ad essere solidale con loro...
...nel primo pomeriggio poi andate a Vignale ma andateci presto sennò poi i capi vanno a casina presto presto e non riescono a salutarvi...
Bravo! complimenti! che bel suggerimento costruttivo, Si vede che viene dal cuore, che hai a cuore il buon nome e alle sorti di questa cooperativa e del movimento in generale.
Dire la tua anche in una sezione soci o andare ad una assemblea coop sarebbe troppa fatica vero?
forse chi ha fatto l'ultimo commento ha una visione romantica di Unicoop Tirreno: chi è socio-dipendente NON PUO' dissentire, NON PUO' esprimersi liberamente, NON HA diritto di criticare...ma forse chi gli basta essere in CDA per sistemare qualche parente, partecipare a qualche gita, prendere qualche gettone e ricevere il "pacco" di Natale,certi problemi non se li pone ed il suo massimo sforzo intellettuale è il gesto di alzare la manina e dire compiacente sempre SI
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