Alla base della difficilissima situazione di MPS c'è certamente l'acquisto a premio di Antonveneta e le responsabilità del presidente Giuseppe Mussari (foto) sono evidenti
Massimo Mucchetti però indica anche altre responsabilità attribuibili alle autorità di controllo, italiane ed europee
Massimo Mucchetti però indica anche altre responsabilità attribuibili alle autorità di controllo, italiane ed europee
Il Monte dei Paschi dovrebbe fare un aumento di capitale pari al 100% del suo valore di Borsa, segno di una crisi seria. La Fondazione non è più in grado di difendere la quota di controllo. Di chi è la responsabilità?
Risposta facile: è del board, presieduto da Giuseppe Mussari, che acquistò Antonveneta per 9 miliardi, pagando un premio del 32% sul valore corrente della banca padovana. Ed è ancora dello stesso consiglio, che ha avallato acquisti di titoli di Stato in misura proporzionalmente superiore a Intesa e Unicredit per fare «carry trade» allo scopo di integrare i modesti utili dell' attività ordinaria.
Ma esiste anche una risposta meno facile e più imbarazzante. Quel premio non era certo basso, ma in Borsa ne sono girati anche di ben superiori. Più del premio è la base del prezzo che avrebbe dovuto impensierire. Antonveneta era stata oggetto di un' Opa dell' olandese Abn Amro e poi la stessa Abn era stata conquistata dallo spagnolo Santander, dalla belga Fortis e dalla Royal Bank of Scotland con l' applauso dei regolatori. Le ultime due del terzetto scalatore sono fallite, il Santander no, anche perché è riuscito a rivendere l'Antonveneta al Monte guadagnando un paio di miliardi in poche settimane.
La domanda è: dov' era la Vigilanza sulla sana e prudente gestione? E come mai la Banca d'Italia, che oggi chiede un core Tier 1 del 9%, allora autorizzava operazioni che lo portavano al 5%?
Azzardiamo una risposta: anche in Via Nazionale si credeva che i ritorni sul capitale investito tendenti al 20% avrebbero risolto tutto, invece di ancorarsi ai fondamentali in base ai quali chi fa credito non può - non deve - guadagnare più di tanto perché non può - non deve - mettere a rischio i denari degli altri con i quali opera.
I titoli di Stato. Mps ne ha comprati per compiacere Tremonti? Forse sì. O forse, come dicevamo, per migliorare il conto economico. Ma può un' operazione sul debito sovrano del proprio Paese scontare, oltre che i normali alti e bassi, svalutazioni dettate da un'Autorità sovranazionale che cambia le carte in tavola e, dopo averli consigliati come privi di rischio, li tratta peggio dei titoli tossici?
Colpe ce ne sono a Siena, ma anche a Roma, Londra e Francoforte. Ieri come oggi si continua a credere alla capacità del mercato di prezzare il rischio di controparte, nonostante le dure repliche della storia di un mercato, arena della speculazione, ieri al rialzo e oggi al ribasso.
25 novembre 2011
Massimo Mucchetti
Il Corriere della Sera
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