Il Monte parla sempre meno toscano e per Unicoop Firenze la scelta di essere uno dei grandi azionisti del gruppo senese non è più strategica. Questo spiega il progressivo disimpegno del gigante cooperativo della grande distribuzione alimentare, che ha ridotto dal 2,7 all'1,7% la partecipazione in Banca Mps. E che ora si prepara a non aderire all'aumento di capitale da 3 miliardi varato dal cda di Rocca Salimbeni.
Il cambio di rotta era nell'aria da tempo, almeno dallo scorso dicembre
quando Turiddo Campaini, leader storico di Unicoop Firenze, lasciò
improvvisamente la carica di vice presidente del Monte, dove a
indirizzare le scelte erano arrivati da alcuni mesi il presidente
Alessandro Profumo e l'ad Fabrizio Viola. Nell'ultimo anno il disimpegno
di Unicoop ha registrato un'accelerazione: in ottobre Campaini ha
lasciato anche il cda e l'ultima rilevazione Consob ha evidenziato la
sensibile limatura al pacchetto azionario, che la cooperativa fiorentina
dopo sostanziose svalutazioni ha in portafoglio a un valore medio di
0,30 euro per azione.
La scelta di entrare nel capitale del Monte,
all'inizio del decennio scorso, quando a Rocca Salimbeni brillava la
stella di Giuseppe Mussari, fu annunciata dallo stesso Campaini come la
volontà di contribuire a rafforzare il legame territoriale della banca
con la Toscana, nella prospettiva di realizzare anche servizi condivisi
alla clientela di Unicoop. Fu un'operazione di sistema su base
regionale.
La cronaca, non solo quella giudiziaria, ha dato torto a Campaini. E
Unicoop Firenze, che dentro Rocca Salimbeni ha investito circa 500
milioni (direttamente e attraverso i due aumenti di capitale del 2008 e
2011), ormai ne ha persi più di 400: un bagno di sangue anche per un
gruppo che fattura 2,5 miliardi, ha 100 negozi, 8mila dipendenti e più
di un milione di soci.
Campaini, che presiede il consiglio di sorveglianza di Unicoop, ha
sempre difeso con forza il valore strategico di quella scelta. Ma da un
anno a questa parte, evidentemente, ha capito che il vento è cambiato.
Proprio l'uscita di scena del 73enne leader del mondo cooperativo
toscano, e il progressivo disimpegno di Unicoop Firenze dall'azionariato
di Rocca Salimbeni, sono il segnale che la connotazione territoriale
della banca più antica del mondo sta scolorendo. Almeno per quanto
riguarda gli equilibri di controllo. Un'epoca è finita. Ma la nuova
stagione deve ancora iniziare.
4 dicembre 2013
www.ilsole24ore.com
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