14 dicembre 2013

PRATO, SEI CAMIONISTI OCCUPANO LA CECCHI LOGISTICA

Sono stati licenziati.  Sotto accusa la Cecchi, la Driver ma anche la Cgil: «Siamo stati esclusi perché siamo iscritti al sindacato Cobas. Gli iscritti alla Cgil sono stati tutti riassunti».

La situazione di tensione viene da lontano e aveva già portato ad uno sciopero lo scorso luglio: «erano stanchi di lavorare per 4 euro l'ora senza garanzie»



PRATO. Quando sono arrivati in azienda, nel piazzale della Cecchi Logistica, in portineria, hanno trovato un elenco di nomi. Chi era compreso nell’elenco aveva una “richiesta” di togliere le proprie cose dai camion e restituire alla cooperativa Driver, di cui sono soci lavoratori, il materiale utile ai trasferimenti con i tir. Già nei giorni scorsi tutti i dipendenti della Driver avevano ricevuto una raccomandata con cui la cooperativa li informava che era stato interrotto il rapporto di lavoro con il cliente Corriere Cecchi e che di conseguenza i “soci” avrebbero perso i requisiti per rimanere all’interno della coop. In sintesi avevano ricevuto la lettera di licenziamento. Quelli della lista, sei camionisti, così come tutti gli altri dipendenti anche se con una differenza sostanziale. Mentre gli altri avevano già in mano la riassunzione nella nuova coop scelta dalla Cecchi, la “Work distribuzione” di Padova, i sei erano rimasti fuori dal passaggio.

Ecco quindi che gli esclusi non hanno avuto esitazioni ed hanno cominciato un presidio nel piazzale della Cecchi con la minaccia di rimanere lì finché non avessero chiarimenti. Sotto accusa la Cecchi, la Driver ma anche la Cgil: «Siamo stati esclusi perché siamo iscritti al sindacato Cobas. Gli iscritti alla Cgil sono stati tutti riassunti».

«Non abbiamo intenzione di andarcene - ha detto Shtenko Vadym, portavoce dei sei camionisti - finché non ci avranno chiarito perché non siamo passati nell’altra cooperativa come gli altri. Credo dipenda dal fatto che noi abbiamo criticato fortemente l’accordo firmato dal sindacato trasporti della Cgil di Prato e regionale con la nuova cooperativa di Padova».

Idee che la Federazione autisti operai del Cobas ha ribadito in un documento con cui si chiedeva l’assunzione dei sei senza costringerli a firmare l’accordo ritenuto “lesivo dei diritti dei lavoratori”.
Intanto dalle 11 di sabato 14 dicembre i lavoratori hanno bloccato i camion nel piazzale e si sono rifiutati di restituire il materiale di lavoro alla Work per un paio d’ore. Hanno resistito anche alla richiesta dei carabinieri di desistere dalla protesta tranne poi accettare di andarsene da lì quando sono stati avvertiti che sarebbero stati denunciati per violazione di proprietà privata se solo avessero messo un piede giù dal camion. «Lunedì (16 dicembre ndr) continueremo la nostra protesta», hanno messo in evidenza i sei lasciando il piazzale parcheggio della Cecchi.

Una storia vista più volte nel mondo delle cooperative dove nel passaggio degli appalti si lasciano fuori i dipendenti sgraditi tanto che l’avvocato della Cgil Sergio Lalli nelle scorse settimane aveva denunciato la situazione difficile che si vive in questo settore. In questo caso specifico del malcontento c’era già da tempo e una parte dei lavoratori (la metà in servizio alla Driver) aveva protestato “sequestrando” i camion giusto lo scorso luglio. Il motivo? La Cecchi aveva cambiato già quattro cooperative in un anno. Troppe per i dipendenti.

Dall’azienda di via Frediani (sabato 14, praticamente chiusa) non si è voluto rilasciare alcuna dichiarazione sull’argomento.Risponde invece alle accuse il segretario dei trasporti della Cgil di Prato Leandro Innocenti che a novembre aveva denunciato la giungla delle coop nel settore dei trasporti. «Con la nuova cooperativa a cui è stato affidato il lavoro - spiega - siamo riusciti a raggiungere un accordo che era sempre stato impossibile con le precedenti coop. Un accordo migliorativo per i dipendenti. Un accordo che coinvolge tutti coloro che lo sottoscrivono: non so cosa possa essere successo con i sei protagonisti della protesta di ieri dal momento che il nostro accordo non è solo per i nostri iscritti ma per tutti. Sono venuto a conoscenza della situazione dal Tirreno.it ma dubito si tratti di un persecuzione sindacale. Credo ci sia altro sotto».

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14 dicembre 2013

Ilenia Reali

iltirreno.gelocal.it

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