Il patron Caprotti accusa Coop di concorrenza scorretta
La sfida infinita nella grande distribuzione italiana fra Esselunga e Coop si arricchisce di un nuovo episodio. Dopo il libro Falce e carrello, dopo la campagna a colpi di pagine pubblicitarie in cui contestava la presunta scorrettezza della concorrenza, adesso Bernando Caprotti ha deciso di ricorrere all’Antitrust per far valere le sue ragioni.
LE ACCUSE ALLA COOP. L’obiettivo dell’anziano patron di Esselunga è sempre la Coop, accusata di avere sponde politiche e amministrative in alcuni comuni dell’Emilia e della Liguria grazie alle quali vengono ostacolate nuove aperture di supermercati della catena fondata da Caprotti.
Secondo le indiscrezioni raccolte in ambienti vicini all’Antitrust, il padre-padrone di Esselunga ha inviato all’authority che vigila sul mercato presieduta da Antonio Catricalà un esposto-denuncia.
Nel dossier che gli uffici dell’autorità con sede in piazza Verdi a Roma stanno vagliando in questi giorni, Caprotti denuncia un’ostruzione alla concorrenza che si perpetra ai danni del suo gruppo.
IL PRESUNTO PATTO OCCULTO. Nel documento si citano i casi che hanno contrapposto di recente le due catene di supermercati. Nel 2010, con una serie d'inserzioni a pagamento sui giornali locali, Esselunga aveva denunciato un presunto 'patto occulto' fra la Coop Estense e il comune di Modena. L'accordo nascosto mirava, sempre secondo Caprotti, a impedire la costruzione di un supermercato nel centro della città emiliana, mai realizzato per mancanza dei permessi.
Il lotto, acquistato dal gruppo di Caprotti nel 2000 a fronte di un piano di riqualificazione urbana che ne prevedeva l'edificabilità, confinava con un terreno acquisito da Coop l'anno successivo: oltre 44 mila metri quadri il primo lotto, circa 9 mila il secondo.
IL CASO DI MODENA. Vista la coesistenza di due operatori a pochi metri di distanza, il comune di Modena avrebbe fatto pressioni sulle parti per convincerle ad accordarsi. Ma, in nove anni, Coop ed Esselunga non hanno mai trovato un punto d'incontro e il municipio ha deciso di modificare la destinazione d'uso: l'area è passata da commerciale a residenziale e a Modena non sarà quindi più costruito un supermercato. Il comune, ovviamente, contesta la ricostruzione di Caprotti e così fanno le Coop.
E QUELLO DI LIVORNO. E non è finita. Un altro caso che ha contrapposto Esselunga alle imprese aderenti alla Legacoop è avvenuto a Livorno sempre l’anno scorso. L’accusa di Caprotti è simile: il presunto monopolio di Unicoop, che dopo due anni di trattative avrebbe influenzato e convinto la famiglia Fremura a venderle un terreno per la costruzione di un centro commerciale, nonostante Esselunga avesse offerto una cifra più alta, 40 milioni di euro a fronte dei 30 offerti dai concorrenti.
La famiglia Fremura ha spiegato che l’offerta di Esselunga sarebbe semplicemente arrivata in ritardo, dopo la firma dell’accordo con Unicoop.
Il sindaco di Livorno, Alessandro Cosmi, ha tagliato corto: «È una lite commerciale. Se ci sono state ingiustizie, se ne occuperà la magistratura». Caprotti ha invece deciso che dovrà occuparsene l’Antitrust, se il garante del mercato e della concorrenza vorrà.
LE ACCUSE ALLA COOP. L’obiettivo dell’anziano patron di Esselunga è sempre la Coop, accusata di avere sponde politiche e amministrative in alcuni comuni dell’Emilia e della Liguria grazie alle quali vengono ostacolate nuove aperture di supermercati della catena fondata da Caprotti.
Secondo le indiscrezioni raccolte in ambienti vicini all’Antitrust, il padre-padrone di Esselunga ha inviato all’authority che vigila sul mercato presieduta da Antonio Catricalà un esposto-denuncia.
Nel dossier che gli uffici dell’autorità con sede in piazza Verdi a Roma stanno vagliando in questi giorni, Caprotti denuncia un’ostruzione alla concorrenza che si perpetra ai danni del suo gruppo.
IL PRESUNTO PATTO OCCULTO. Nel documento si citano i casi che hanno contrapposto di recente le due catene di supermercati. Nel 2010, con una serie d'inserzioni a pagamento sui giornali locali, Esselunga aveva denunciato un presunto 'patto occulto' fra la Coop Estense e il comune di Modena. L'accordo nascosto mirava, sempre secondo Caprotti, a impedire la costruzione di un supermercato nel centro della città emiliana, mai realizzato per mancanza dei permessi.
Il lotto, acquistato dal gruppo di Caprotti nel 2000 a fronte di un piano di riqualificazione urbana che ne prevedeva l'edificabilità, confinava con un terreno acquisito da Coop l'anno successivo: oltre 44 mila metri quadri il primo lotto, circa 9 mila il secondo.
IL CASO DI MODENA. Vista la coesistenza di due operatori a pochi metri di distanza, il comune di Modena avrebbe fatto pressioni sulle parti per convincerle ad accordarsi. Ma, in nove anni, Coop ed Esselunga non hanno mai trovato un punto d'incontro e il municipio ha deciso di modificare la destinazione d'uso: l'area è passata da commerciale a residenziale e a Modena non sarà quindi più costruito un supermercato. Il comune, ovviamente, contesta la ricostruzione di Caprotti e così fanno le Coop.
E QUELLO DI LIVORNO. E non è finita. Un altro caso che ha contrapposto Esselunga alle imprese aderenti alla Legacoop è avvenuto a Livorno sempre l’anno scorso. L’accusa di Caprotti è simile: il presunto monopolio di Unicoop, che dopo due anni di trattative avrebbe influenzato e convinto la famiglia Fremura a venderle un terreno per la costruzione di un centro commerciale, nonostante Esselunga avesse offerto una cifra più alta, 40 milioni di euro a fronte dei 30 offerti dai concorrenti.
La famiglia Fremura ha spiegato che l’offerta di Esselunga sarebbe semplicemente arrivata in ritardo, dopo la firma dell’accordo con Unicoop.
Il sindaco di Livorno, Alessandro Cosmi, ha tagliato corto: «È una lite commerciale. Se ci sono state ingiustizie, se ne occuperà la magistratura». Caprotti ha invece deciso che dovrà occuparsene l’Antitrust, se il garante del mercato e della concorrenza vorrà.
24 febbraio 2010
Michele Arnese
Lettera 43
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