23 febbraio 2011

POPOLARE SPOLETO, MPS PENSA AL RITIRO










I più cominciano a domandarsi quando finirà il terremoto che da ormai 3 settimane interessa la Banca Popolare di Spoleto e la sua controllante, la Spoleto Credito e Servizi. Le notizie si susseguono di ora in ora ed ogni volta si avverte un nuovo sisma, a conferma di quanto sia alta la tensione. Tanto che c’è già chi sarebbe pronto a fare le valigie per lidi più tranquilli.


Il Monte dei Paschi, ad esempio, da qualche giorno starebbe pensando di ‘mollare’ la presa e abbandonare l’istituto di credito umbro del quale è stato fedele alleato per tanti anni. La notizia trova autorevoli conferme sia in quel di Siena, sia negli stessi ambienti di Piazza Affari a Milano. L’eventuale prezzo da pagare si aggirerebbe intorno a 150 milioni di euro, spicciolo più, spicciolo meno. Ma secondo le indiscrezioni l’istituto guidato dal presidente Giuseppe Mussari potrebbe accontentarsi anche di meno (120 milioni?) pur di togliersi dall’impiccio, e dall’imbarazzo, in cui la banca umbra è finita dopo la dura presa di posizione di Bankitalia nei confronti degli ormai ex vertici Bps (Antonini e Bellingacci) che, dopo il defenestramento, vorrebbero ora guadagnare gli scranni più alti della controllante Scs. Anche a costo di fare lo sgambetto all’attuale presidente, il dottor Fausto Protasi, il terzo in ordine di tempo a dover chiudere anzitempo il mandato (dopo Leodino Galli che non fu riconfermato per il secondo mandato e il defenestramento del professor Fabrizio Cardarelli). Sulla eventuale decisione di Siena peseranno anche i rapporti con le istituzioni umbre – che vantano ottimi rapporti con l’istituto toscano – e con altri soci di minoranza come la Coop.


L’annunciata sfiducia nei confronti di Protasi – alla faccia di chi pensava che nel cda di ieri non fosse successo nulla –, a quanto può anticipare Tuttoggi.info, è stata invece formalizzata. Nero su bianco. Antonini e i 3 consiglieri che lo sostengono (Bellingacci, Solfaroli e Zuccari) avrebbero tentato di approvarla subito ma gli altri 3 colleghi del direttivo si sono opposti dal momento che l'argomento non era all’ordine del giorno. Se ne riparlerà lunedì prossimo quando, a meno di ulteriori colpi di scena, il "blitz" sembra destinato ad andare in porto. Protasi non parla, anche se ambienti a lui vicini confermano che il presidente (che aveva rifiutato giorni orsono la presidenza Bps, andata poi a D'Atanasio) è sereno e pronto ad accettare la volontà del consiglio.


In silenzio anche il neocollega D’Atanasio (Bps) che avrebbe spostato il cda previsto per oggi (mercoledì) a venerdì prossimo. Difficile comprendere cosa saranno chiamati a discutere i 9 consiglieri rimasti, dopo l’uscita di scena dei 4 del Mps e di Giorgio Raggi per la Coop Centro Italia. La governance per la verità sta attendendo disposizioni da parte della proprietà (Scs e Bps) in ordine alla ‘sospensione’ del d.g. Alfredo Pallini: una decisione bocciata da Mps, che ne ha richiesto il reintegro, ma che Antonini vorrebbe invece trasformare in una revoca definitiva dall’incarico. L’alto dirigente intanto avrebbe affidato i propri interessi allo Studio legale Bonelli Erede Pappalardo, fra i più importanti d’Europa, lo stesso scelto dall’ex a.d. Unicredit Alessandro Profumo. Un empasse, quello venutasi a creare tra i due maggiori azionisti di Bps, che non consente al Cda di prendere alcuna decisione. Nè oggi, nè venerdì. Tanto che qualcuno comincia ad ipotizzare che tutto questo possa servire per guadagnare tempo.


La strategia che ha in mente Giovannino Antonini ha in effetti bisogno innanzitutto di tempo. La continua fuga di notizie sulla stampa ha scatenato una vera e propria caccia alla talpa o alle talpe. Ma in queste ore trapelano anche alcuni dettagli, tutti da confermare, circa il piano che avrebbe in mente l’ex presidente: quello di trovare un compratore in grado di liquidare Mps e, magari attraverso nuovi patti parasociali, iniettare benzina al motore un pò spompato della Popolare. Ovvero togliersi di torno l’ormai scomodo socio senese e ricapitalizzare la banca a costo zero per la controllante. Per questo Antonini, aiutato sembra dallo studio legale di Roma che sta seguendo le vicende della Spoleto (incarico bocciato da Mps), avrebbe contattato il professor Paolo Gualtieri (ordinario di Economia dei mercati degli intermediari finanziari dell’Università Cattolica e ascoltato consulente del sistema bancario attraverso advisory flrm Gualtieri & Associati). L’obiettivo è rintracciare e convincere un istituto di credito ad entrare in Bps. Una operazione da non meno di 150-160 milioni di euro. Alcuni contatti già ci sarebbero. Ma per concluderli c’è bisogno appunto di tempo. Ma anche del benestare del Mps e, non da ultimo, della stessa Bankitalia che alla fine dovrà avallare l’operazione.



23 febbraio 2011


Carlo Ceraso


TUTTOGGI.info



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