Un piano salvezza quasi pronto
Tra le ipotesi la vendita di società del gruppo
MONTELUPO. Un piano per salvare il Consorzio Etruria che si trova in difficoltà da tempo soprattutto per la crisi che ha colpito pesantemente il settore dell'edilizia. Verrà presentato probabilmente dopo la metà di giugno e a giorni sarà decisa la data dell'assemblea dove appunto verrà illustrato ai soci.
Con la Lega delle cooperative, «stiamo procedendo in questo percorso - spiega il presidente del Consorzio Etruria Riccardo Sani - lavoriamo a un piano che tenga conto degli interessi di tutti, fornitori, lavoratori e soci». Il piano sarebbe, appunto, quasi pronto e dovrebbe contenere un concordato. Una volta messo definitivamente a punto, sarà l'assemblea dei soci a dare, o meno, il nullaosta all'operazione.
Il Consorzio Etruria è una delle più antiche cooperative di produzione e lavoro presenti in Italia. È stato fondato nel 1921 e aderisce alla Legacoop. È una delle principali imprese di costruzioni in Italia. Opera nell'edilizia pubblica e privata, nel settore della infrastrutture destinate alla grande distribuzione, al terziario, alla sanità. Realizza opere pubbliche, porti, strutture turistiche, impianti per lo smaltimento dei rifiuti ed il trattamento delle acque.
Tra i soci che sovvenzionano il Consorzio Etruria figurano la Banca Monte dei Paschi di Siena, la Cassa di Risparmio di San Miniato e la Finec. I problemi del Consorzio sono venuti fuori dalla crisi che da alcuni anni ha messo a dura prova il settore edilizio. Tra le ultime opere realizzate lo svincolo sulla Firenze-Pisa-Livorno a Empoli e a Pontedera, il centro commerciale della Coop di Empoli, quello di Prato. Ha realizzato ippodromi e il porto di Genova.
Ora il Consorzio è coinvolto nei lavori della tramvia di Firenze, della linee 2 e 3. E proprio in questi giorni le banche avrebbero erogato un prestito di 5 milioni di euro per i lavori della società Tram spa, che riunisce le imprese coinvolte nell'opera e che hanno come azienda di riferimento il Consorzio Etruria. I debiti accumulati in questi ultimi anni di crisi ammonterebbero a oltre quattrocento milioni.
Il Consorzio Etruria è una delle più antiche cooperative di produzione e lavoro presenti in Italia. È stato fondato nel 1921 e aderisce alla Legacoop. È una delle principali imprese di costruzioni in Italia. Opera nell'edilizia pubblica e privata, nel settore della infrastrutture destinate alla grande distribuzione, al terziario, alla sanità. Realizza opere pubbliche, porti, strutture turistiche, impianti per lo smaltimento dei rifiuti ed il trattamento delle acque.
Tra i soci che sovvenzionano il Consorzio Etruria figurano la Banca Monte dei Paschi di Siena, la Cassa di Risparmio di San Miniato e la Finec. I problemi del Consorzio sono venuti fuori dalla crisi che da alcuni anni ha messo a dura prova il settore edilizio. Tra le ultime opere realizzate lo svincolo sulla Firenze-Pisa-Livorno a Empoli e a Pontedera, il centro commerciale della Coop di Empoli, quello di Prato. Ha realizzato ippodromi e il porto di Genova.
Ora il Consorzio è coinvolto nei lavori della tramvia di Firenze, della linee 2 e 3. E proprio in questi giorni le banche avrebbero erogato un prestito di 5 milioni di euro per i lavori della società Tram spa, che riunisce le imprese coinvolte nell'opera e che hanno come azienda di riferimento il Consorzio Etruria. I debiti accumulati in questi ultimi anni di crisi ammonterebbero a oltre quattrocento milioni.
Una catena viziosa quella che ha fatto entrare il Consorzio in difficoltà: lavori per la costruzione di case o di altre opere che non sono stati pagati (oppure conti che sono stati saldati con ritardo), cantieri che sono stati bloccati e fornitori che di conseguenza non sono stati pagati. Decine anche gli istituti di credito coinvolti.
Da qui oltre un migliaio i creditori del Consorzio. Alcuni di loro si sono rivolti già al giudice e nei giorni scorsi, al tribunale di Empoli, da un imprenditore è stato depositato un decreto ingiuntivo per crediti vantati nei confronti del Consorzio Etruria. Si tratta di 600mila euro per un lavoro svolto per il centro commerciale Coop di Prato. Altre imprese, invece, hanno scelto di asttendere gli sviluppi del piano. Se il Consorzio è in grandi difficoltà, non lo sono, però, le altre aziende del gruppo e cioé Inso, Coestra ed Etruria investimenti. E, infatti, non sarebbero coinvolte nel piano di risanamento annunciato dal presidente Riccardo Sani.
La Inso è un'azienda che costruisce ospedali in tutto il mondo che ha un portafoglio di ordini di oltre due miliardi e con la gestione in attivo. L'Inso, tra l'altro, ha costruito il palazzo di giustizia di Novoli. Controllata della Inso è la Sof che gestisce servizi per gli ospedali e che, come la Inso, produce utili.
Tra le ipotesi al vaglio ci sarebbero anche la vendita di questi "gioielli" del gruppo. Ma sarebbero ancora solo delle ipotesi. Ora tutti gli occhi, e in particolare quelli degli ottocento dipendenti del gruppo, sono puntati sulla presentazione del piano. Che ormai è prossimo.
29 maggio 2011
Il Tirreno
Da qui oltre un migliaio i creditori del Consorzio. Alcuni di loro si sono rivolti già al giudice e nei giorni scorsi, al tribunale di Empoli, da un imprenditore è stato depositato un decreto ingiuntivo per crediti vantati nei confronti del Consorzio Etruria. Si tratta di 600mila euro per un lavoro svolto per il centro commerciale Coop di Prato. Altre imprese, invece, hanno scelto di asttendere gli sviluppi del piano. Se il Consorzio è in grandi difficoltà, non lo sono, però, le altre aziende del gruppo e cioé Inso, Coestra ed Etruria investimenti. E, infatti, non sarebbero coinvolte nel piano di risanamento annunciato dal presidente Riccardo Sani.
La Inso è un'azienda che costruisce ospedali in tutto il mondo che ha un portafoglio di ordini di oltre due miliardi e con la gestione in attivo. L'Inso, tra l'altro, ha costruito il palazzo di giustizia di Novoli. Controllata della Inso è la Sof che gestisce servizi per gli ospedali e che, come la Inso, produce utili.
Tra le ipotesi al vaglio ci sarebbero anche la vendita di questi "gioielli" del gruppo. Ma sarebbero ancora solo delle ipotesi. Ora tutti gli occhi, e in particolare quelli degli ottocento dipendenti del gruppo, sono puntati sulla presentazione del piano. Che ormai è prossimo.
29 maggio 2011
Il Tirreno
4 commenti:
SALVATELA sono a casa il mutuo non aspetta
fate presto a salvarla
QUALCUNO , giusto 3 anni fa , disse che nel giro di 5 anni avrebbero chiuso . Purtroppo era stato un inguaribile ottimista : di anni ne sono bastati tre . Gli apprendisti stregoni non possono spacciarsi per capitani d' industria !
Strategie di mercato e di conduzione aziendale praticamente nulle hanno distrutto quanto di buono era stato fatto fino al 2008 . E' una cooperativa e quindi nessuno si salva , nè chi tali strategie ha portato avanti( gruppo dirigente ) , nè chi glielo ha lasciato fare ( i soci ). Si chiederà conto dell' operato a chi è responsabile di tutto questo o si continuerà a dare la colpa al mondo ?
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