Alcune Coop cominciano a rivedere al rialzo i tassi di interesse del prestito sociale
Le remunerazioni sono ancora basse e non è tutto oro quello che luccica
In attesa di conoscere i bilanci 2010 delle Coop della grande distribuzione che dovrebbero essere presentati a giorni, alcune di queste hanno variato l'interesse corrisposto ai soci prestatori. Abbiamo preso in esame le tre Coop della nostra zona, quelle che costituiscono (o costituivano, dato che la pagina web non esiste più) il Distretto Tirrenico (Unicoop Firenze, Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia) e che coprono un'area geografica che va sostanzialmente dalla Toscana all'Umbria, con una parte del Lazio e una presenza in Abruzzo.
I tassi di rendimento dei libretti sono stati rivisti al rialzo, tranne nel caso di Unicoop Firenze, ma con differenze sensibili. Del fatto che i soci fossero remunerati con interessi poco attraenti abbiamo più volte scritto. Ora siamo in una fase di mercato dove i tassi sono in rialzo. La BCE ha aumentato il tasso ufficiale di sconto in aprile dello 0,25%, portandolo così a 1,25% ed ha fatto capire che è probabile almeno un altro rialzo nel corso dell'anno. Il principale tasso interbancario, l'euribor (che tra l'altro condiziona anche le rate dei mutui a tasso variabile) è schizzato sui massimi proprio ieri (1,4%). E' evidente che in questo quadro le Coop dovessero in qualche misura seguire l'andamento generale dei tassi nella politica remunerativa del prestito.
Ora però risulta un pò complicato comprendere, a differenza di altri investimenti come le obbligazioni ad esempio, come vengono stabiliti i tassi d'interesse per i soci Coop. Generalmente, tanto più alto è il rischio di solvibilità di chi propone il prestito, maggiore sarà l'interesse corrisposto. Nelle Coop è difficile capire se seguono questo elementare concetto finanziario, ma vediamo cosa hanno deciso.
Unicoop Firenze. La coop fiorentina corrisponde un interesse del 1,12% netto su qualunque somma versata. E' davvero ben poca cosa e ci domandiamo il perché di tanta parsimonia. E' pur vero che è stata introdotta una novità, quella del prestito vincolato a 18 mesi del quale abbiamo abbondantemente scritto, ma l'escamotage non convince. Resta il fatto che Unicoop Firenze mantiene il livello delle remunerazioni non vincolate (la maggioranza) ancorato ad un misero 1,12% che è addirittura più basso del tasso ufficiale BCE, mentre sui mercati i rendimenti tornano a salire.
Eppure la potenza di fuoco di Unicoop Firenze dovrebbe essere in grado di offrire qualcosa di più ai numerosi soci prestatori. Il bilancio 2009 ci dice che la Coop fiorentina ha registrato un utile commerciale di 29,3 milioni, ma aveva 252.755 soci prestatori che riversarono sui libretti ben 2 miliardi e 778 milioni di euro. La media per libretto era di circa 10.990 euro. Perché Unicoop Firenze non remunera più adeguatamente le giacenze non vincolate? La bassa remunerazione è un sintomo di salute (meno rischio, minor rendimento) o, dato che particolarmente bassa, è un segnale di difficoltà? Misteri cooperativi.
Certo è che l'investimento strategico in Monte dei Paschi non ha giovato ai risparmi dei soci. Nel bilancio del 2008, Unicoop Firenze ha svalutato le azioni MPS detenute iscrivendole ad 1,5 euro, con una perdita di 189 milioni. Il titolo MPS attualmente vale 0,912 euro e porterebbe la minusvalenza complessiva di Unicoop sulle azioni della banca intorno ai 300 milioni. A giugno l'istituto senese, da tempo in difficoltà, varerà un aumento di capitale di oltre 2 miliardi e Unicoop Firenze, in caso di una probabile adesione, dovrà sborsare circa 60-70 milioni.
Coop Centro Italia. La cooperativa umbra, la più piccola delle tre, ha recentemente innalzato i rendimenti in modo sensibile, pur venendo da una remunerazione molto risicata (1,12% netto, lo stesso attuale rendimento di Unicoop Firenze). Adesso corrisponde l' 1,52% netto, quasi quanto remunera Unicoop Firenze col prestito vincolato, almeno in partenza (1,6% - il prestito vincolato è a tasso variabile).
Nel volantino informativo, Coop Centro Italia tiene a sottolineare con caratteri cubitali che il prestito non è vincolato, insomma il messaggio pare chiaro e diremmo pure concorrenziale, visto che Umbria e Toscana sono confinanti e che le zone di influenza delle due Coop si intersecano valicando la linea di confine regionale (Coop Centro Italia, ad esempio, è presente nel senese). Apprezzabile anche la chiarezza con cui si mostra il tasso netto e quello lordo.
A nostro avviso la remunerazione è ancora insufficiente in un contesto di tassi in aumento, ma lo sforzo è apprezzabile, visto che si tratta di un differenza del +35% sul precedente rendimento (1,12%).
Coop Centro Italia ha riportato un utile commerciale di 6,5 milioni (dati bilancio 2009) aveva 85.000 soci prestatori per un prestito sociale di 762 milioni. La media per libretto è di quasi 9.000 euro.
Unicoop Tirreno. Delle tre coop è senz'altro quella con le maggiori difficoltà gestionali, dovute principalmente alle ripetute cessioni di negozi in Campania (un'avventura disastrosa) che hanno lasciato un buco notevole, nonché una scia di contenziosi con gli ex dipendenti che mettono in cattiva luce l'immagine della Coop stessa.
Anche Unicoop Tirreno ha rivisto leggermente al rialzo la politica delle remunerazioni corrisposte ai soci. Dall'inizio di questo mese infatti la cooperativa informa che le tre fasce di retribuzione subiranno una variazione. Qui un breve inciso. Delle tre Coop prese in esame, Unicoop Tirreno è l'unica che applica ai soci remunerazioni differenziate in base alla quantità depositata. Questo tipo di politica sugli interessi è utilizzato con varie modalità da tutte le grandi Coop, (esclusa Firenze e Coop Centro Italia) come ci mostra questo sito sempre aggiornato.
Questa strategia sui rendimenti, se pur comprensibile da un punto di vista finanziario, ci vede del tutto contrari per ovvi principi etici a cui le Coop sostengono tutt'ora di ispirarsi. Perché chi ha meno possibilità deve essere penalizzato fino a tassi che sono irrisori? L'esempio più eclatante è quello di Coop Estense che per le somme fino a 15.000 euro corrisponde un interesse netto dello 0,52%. A nostro avviso chi applica un interesse flat (per tutti uguale) è in linea con un comportamento eticamente cooperativo e mutualistico. E' come se rispettasse un codice morale che forse, ora più che mai, le Coop dovrebbero scrivere e soprattutto rispettare.
Unicoop Tirreno viene da un bilancio 2009 in passivo per oltre 20 milioni. I soci prestatori erano 138.000 per un prestito sociale che al 31/12/2009 ammontava a 1 miliardo e 403 milioni. La media depositata per libretto è di 10.160 euro circa. Ecco come Unicoop Tirreno remunera i propri soci prestatori.
Dal 1° maggio 2011 le somme fino a 2.500 euro vengono retribuite con lo 0,72% netto, dal precedente 0,64% (rivalutazione del 12,5%).
Le somme che vanno da 2.500,01 euro fino a 15.000 ricevono interessi dello 0,96% netto, precedentemente era lo 0,80% (rivalutazione del 20%).
Infine le somme da 15.000,01 a 33.000 euro (tetto) sono remunerate con l'1,6% netto, rispetto al 1,2% precedente (rivalutazione del 33%).
E' evidente la politica di premiare chi più deposita (oddio, si fa per dire visto i rendimenti) anche se il massimo rendimento (1,6%) sarà ottenuto solo sulla somma eccedente i 15.000,01 euro.
In ultimo segnaliamo una cosa che non va proprio nella direzione della trasparenza. A differenza di Coop Centro Italia, nel cui volantino i rendimenti sono riportati sia al lordo che al netto, nella locandina di Unicoop Tirreno gli interessi corrisposti sono espressi solo al lordo. Inoltre l'aumento percentuale rispetto al precedente rendimento esposto tra parentesi, è palesemente errato. Ad esempio se precedentemente si offriva al lordo un interesse dello 1,50% e da maggio si passa al 2% (sempre lordo) non si ottiene +0,50% come scrive Unicoop Tirreno sulla locandina, ma la differenza percentuale sul precedente rendimento sarà del 33%. In pratica hanno confuso i punti base con la percentuale di incremento. Insomma, errore a parte, un'immagine complessivamente opaca che insieme ad altre vicende non fa onore ad Unicoop Tirreno.
In conclusione ci sembra che i soci prestatori siano trattati dalle Coop in modo che non soddisfa i requisiti etici e valoriali che dovrebbero ispirarle. Ci riferiamo naturalmente alla remunerazione ancora insufficiente, ma anche ad alcune opacità nel trasmettere le informazioni che andrebbero abbandonate.
L'immagine che le Coop si sono create è il capitale più importante in loro possesso. Questo i dirigenti dovrebbero tenerlo ben presente, cosa che non sempre appare.
Nota: Tutti i tassi sono da considerarsi al netto, tranne dove indicato diversamente, e su base annua.
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2 commenti:
Perchè parlare negativamente di Unicoop Tirreno?! Io mi ci trovo benissimo ed i tassi d'interesse sono OTTIMI! ...e girando non ho trovato veramente niente di meglio!
Se Unicoop tirreno presenta bilanci negativi da 3 anni, non possiamo affermare il contrario. Se poi tu ti trovi bene, de gustibus.
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