Il problema lo pose dal suo punto di vista il nostro presidente Campaini, che ne faceva una questione etica, almeno in apparenza, ma si capiva che era anche un discorso legato al costo del lavoro domenicale.
Siamo convinti che nella tornata di contratti in corso, cercheranno di accontentarlo. Invitiamo però tutti a riflettere sull'intervista a Giuseppe Brambilla di Civesio, amministratore delegato del gruppo Carrefour Italia, della quale pubblichiamo alcuni significativi stralci.
[...] Giuseppe, che lezione possiamo trarre da Mercadona, il leader spagnolo dei supermercati, e dal suo modo sociale di operare? Come credi che le aziende italiane possano confrontarsi sulle aperture o le chiusure, nel caso di Mercadona, dei punti di vendita la domenica?
Mercadona, per quanto posso percepire io, dall'esterno, è un'azienda che ha sviluppato un modo di lavorare molto specifico. Sviluppa, per esempio, una politica salariale aggressiva: gli stipendi dei suoi addetti sono i più alti del mercato spagnolo, soprattutto per quelli con la più alta fedeltà e anzianità aziendale. E ha stretto un rapporto forte con tutti loro. È forse un po' paternalista, ma molto efficace. Aggiungiamo che è un'azienda che non fa comunicazione esterna tradizionale, ma i collaboratori sono molto incentivati a parlare con i clienti: sono, di fatto, i suoi portavoce, i suoi ambasciatori. In questo contesto, penso che Mercadona possa preferire non avere un supermercato con un orario di vendita troppo esteso nella settimana, altrimenti dovrebbe usare personale interinale o part time, con un diverso rapporto con l'azienda, con l'imprenditore e con il suo sistema di fedeltà. Un lavoratore interinale difficilmente sarà un ambasciatore dell'insegna, è bene dirlo. Con il ruolo di ambasciatori, la domenica, giustamente, i lavoratori di Mercadona si riposano e passano la giornata in famiglia, come, mi sembra, sia il dettato del presidente, Juan Roig. Se Mercadona fosse un Autogrill e dovesse stare aperto 24 ore su 24, il rapporto degli addetti con i clienti sarebbe diverso.
Pensi che una simile proposta possa essere attuata?
Messa così sì, anche se bisogna aggiungere che in un simile contesto l'impresa dovrebbe avere una visione ancor più spinta, socialmente parlando.
Cioè?
Il sistema, le aziende stesse devono, per esempio, permettere alle lavoratrici di fare anche le mamme ai lavoratori di fare anche i papà. Forse dovrebbero concedere più elasticità al rapporto di lavoro e, fors'anche, un reddito più alto, visto che i lavoratori, a loro volta, sono anche consumatori.
Come ha fatto Mercadona che ha aperto le nursery per ogni centro di distribuzione. Magari aggiungendo le isole di lavoro.
Certo, ma anche lo Stato dovrebbe incidere di più sul rapporto con i cittadini e i lavoratori. Prendiamo il caso dei permessi di paternità, che nei paesi del nord Europa sono obbligatori: se un lavoratore sceglie di presentarsi lo stesso al lavoro l'azienda non gli eroga lo stipendio e, quindi, tutti scelgono di rimanere a casa. In Italia il permesso di paternità viene poco utilizzato perché non sufficientemente vantaggioso. Potrebbe essere remunerato al 70% dello stipendio e reso obbligatorio. Lo stesso vale per chi va in maternità o rientra per lo stesso motivo in azienda: queste persone dovrebbero essere libere di ritagliarsi autonomamente le fasce orarie di lavoro. Ma lo Stato e le regioni devono agevolare le imprese che volessero usare più elasticità nei rapporti con i lavoratori. Vogliamo, per esempio, parlare dei vincoli di applicazione del telelavoro?
Mercadona, per quanto posso percepire io, dall'esterno, è un'azienda che ha sviluppato un modo di lavorare molto specifico. Sviluppa, per esempio, una politica salariale aggressiva: gli stipendi dei suoi addetti sono i più alti del mercato spagnolo, soprattutto per quelli con la più alta fedeltà e anzianità aziendale. E ha stretto un rapporto forte con tutti loro. È forse un po' paternalista, ma molto efficace. Aggiungiamo che è un'azienda che non fa comunicazione esterna tradizionale, ma i collaboratori sono molto incentivati a parlare con i clienti: sono, di fatto, i suoi portavoce, i suoi ambasciatori. In questo contesto, penso che Mercadona possa preferire non avere un supermercato con un orario di vendita troppo esteso nella settimana, altrimenti dovrebbe usare personale interinale o part time, con un diverso rapporto con l'azienda, con l'imprenditore e con il suo sistema di fedeltà. Un lavoratore interinale difficilmente sarà un ambasciatore dell'insegna, è bene dirlo. Con il ruolo di ambasciatori, la domenica, giustamente, i lavoratori di Mercadona si riposano e passano la giornata in famiglia, come, mi sembra, sia il dettato del presidente, Juan Roig. Se Mercadona fosse un Autogrill e dovesse stare aperto 24 ore su 24, il rapporto degli addetti con i clienti sarebbe diverso.
Pensi che una simile proposta possa essere attuata?
Messa così sì, anche se bisogna aggiungere che in un simile contesto l'impresa dovrebbe avere una visione ancor più spinta, socialmente parlando.
Cioè?
Il sistema, le aziende stesse devono, per esempio, permettere alle lavoratrici di fare anche le mamme ai lavoratori di fare anche i papà. Forse dovrebbero concedere più elasticità al rapporto di lavoro e, fors'anche, un reddito più alto, visto che i lavoratori, a loro volta, sono anche consumatori.
Come ha fatto Mercadona che ha aperto le nursery per ogni centro di distribuzione. Magari aggiungendo le isole di lavoro.
Certo, ma anche lo Stato dovrebbe incidere di più sul rapporto con i cittadini e i lavoratori. Prendiamo il caso dei permessi di paternità, che nei paesi del nord Europa sono obbligatori: se un lavoratore sceglie di presentarsi lo stesso al lavoro l'azienda non gli eroga lo stipendio e, quindi, tutti scelgono di rimanere a casa. In Italia il permesso di paternità viene poco utilizzato perché non sufficientemente vantaggioso. Potrebbe essere remunerato al 70% dello stipendio e reso obbligatorio. Lo stesso vale per chi va in maternità o rientra per lo stesso motivo in azienda: queste persone dovrebbero essere libere di ritagliarsi autonomamente le fasce orarie di lavoro. Ma lo Stato e le regioni devono agevolare le imprese che volessero usare più elasticità nei rapporti con i lavoratori. Vogliamo, per esempio, parlare dei vincoli di applicazione del telelavoro?
GLI ACQUISTI SPECULATIVI
La riduzione delle promozioni è un problema della singola azienda o dell'insieme del sistema Idm-Gda? (Industria di marca - Grande distribuzione associata - nota blog)
Di entrambi, ma dipende anche di che formati commerciali stiamo parlando. Molti retailer, come sai, lavorano quasi esclusivamente su acquisti speculativi e su questi hanno costruito la loro fortuna, gestendo in modo aggressivo le promozioni. Se smettessero di farle avrebbero seri problemi. [...]
7 giugno 2011
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