Da Ferragosto in avanti Montepaschi ha guadagnato il 33 per cento. Ma non è merito né del rastrellamento di nuovi investitori, né dell’euforia per la prospettiva dello Stato azionista della banca senese: l’aumento delle quotazioni si spiega interamente con l’effetto della contrazione dello spread sul portafoglio di Btp. Per il resto a Siena c’è poco da festeggiare. L’ingresso del Tesoro, che dovrà avvenire a condizioni di mercato, avrà un forte impatto diluitivo per tutti gli azionisti.
Gli accertamenti condotti fin qui dalla Consob sul rally borsistico del Montepaschi non hanno individuato accumuli di azioni degni di nota. Nessun rastrellamento occulto, ma solo un intenso trading. Salvo eventuali sorprese, dunque, non ci sarebbero all’orizzonte i nuovi investitori di cui diversi organi di stampa hanno scritto nelle scorse settimane, né volenterosi acquirenti per le azioni che la Fondazione Mps, oggi al 37%, ha intenzione di vendere. Le prospettive della banca non inducono infatti ad assumere posizioni consistenti di lungo periodo. Anche lo Stato azionista di Banca Mps, è di là da venire. I cosiddetti “Monti bond” per un totale di 3,4 miliardi non hanno ancora avuto il placet della Commissione europea, anche se dovranno essere emessi entro la fine del 2012. Ma l’eventuale pagamento della cedola di interessi tramite assegnazione al Tesoro di nuove azioni Mps – ipotesi prevista in caso di perdite o di utili insufficienti – avverrebbe non prima dell’approvazione del bilancio 2012. Probabilmente a luglio, mese in cui cade la data di pagamento degli interessi prevista per i vecchi Tremonti bond. Sempre che il pagamento della prima cedola non venga fissato al 2013.
Perché allora l'intenso trading e soprattutto un aumento delle quotazioni del 33% da erragosto a venerdì scorso? La spiegazione è molto semplice: lo spread. Dal 24 luglio, due giorni prima delle dichiarazioni di Mario Draghi a Londra («La Bce farà qualsiasi cosa per salvare l'euro), la riduzione del differenziale di rendimento fra titoli italiani e Bund ha fatto salire il valore dei Btp nel portafoglio, riflettendosi nella capitalizzazione delle banche, da Unicredit al Banco Popolare, da Intesa a Ubi.
Nel caso del Montepaschi, l’incremento della capitalizzazione (867 milioni) registrato nel periodo si spiega interamente con la rivalutazione del portafoglio di 25 miliardi di Btp: circa 880 milioni, al netto delle tasse. In sostanza, oggi per un investitore le azioni Mps sono solo una proxy ad alta leva finanziaria di un portafoglio di titoli di Stato (con una scadenza media di 9 anni, la più lunga fra le banche italiane).
Al di fuori della speculazione, il razionale per investire nella banca senese è debole. In Borsa, il capitale di Mps vale 2,8 miliardi. Ci sono poi i 3,4 miliardi di titoli ibridi, che prima o poi andranno restituiti. Va poi considerato che fra le grandi banche è anche quella con la qualità di asset peggiore. I crediti dubbi sono il 16% del totale (147 miliardi), il più alto nel settore, e hanno nel contempo il più basso tasso di copertura. È stato calcolato che il valore dei crediti dubbi non ancora svalutati equivale a metà dell’attuale patrimonio netto. A essere prudenti, si può prevedere quindi 1 miliardo di nuove svalutazioni sui crediti. Sommando capitalizzazione, Monti-bond e rettifiche su crediti, si arriva a 7,2 miliardi. Quasi la metà di Unicredit. Decisamente troppo, anche per una banca che vanta mezzo millennio di storia e ha un numero uno come l’ex a.d. di Piazza Cordusio, Alessandro Profumo (che è uno degli 80 soci de Linkiesta). A questo si aggiunge, infine, la prospettiva di un aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione, per 1 miliardo di euro, su cui si attendono indicazioni dal cda di domani, convocato per approvare i risultati semestrali. È in questo scenario, semmai, che potrebbero spuntare nuovi azionisti stabili.
Si è infine speculato sul fatto che il Tesoro possa ricevere azioni di nuova emissione, pagandole al valore di libro (circa 1 euro), nel caso in cui la banca non abbia utili a sufficienza per pagare in contanti la cedola sui Monti-bonds (ipotizzata al 10%). Con le cedole di due esercizi (680 milioni), è stato stimato che il Tesoro avrebbe così il 6-7% di Mps, pagando le azioni a un prezzo pari a quattro volte la quotazione di mercato (0,24 euro). Come dire che lo Stato paga un premio per avere l’onore di salvare Banca Montepaschi, facendo un regalo a tutti gli azionisti attuali. E in particolare alla Fondazione Mps, che insieme con l’ex presidente Giuseppe Mussari e il sistema politico senese, è il principale responsabile della crisi della banca.
Un esito che farebbe sicuramente gridare allo scandalo, se non fosse che non accadrà: lo impediscono le regole europee sulle misure di sostegno alle banche. Secondo l’ultima comunicazione della Commissione europea, «il conferimento di capitale deve essere sottoscritto con uno sconto sufficiente rispetto al prezzo delle azioni (previo adeguamento in base all’«effetto di diluizione») registrato immediatamente prima dell’annuncio del conferimento stesso, in modo da offrire allo Stato una ragionevole prospettiva di adeguata remunerazione». Non ci possono essere regali, quindi. Lo Stato salverà una banca, non i suoi azionisti.
27 agosto 2012
1 commento:
ATTENTI LAVORATORI E DELEGATI NON FATEVI PRENDERE IN GIRO CI STANNO FREGANDO L'AZIENDA E IL SINDACATO,LA CONTRATTAZIONE E GIà STATA FATTA A ROMA CON I NAZIONALI,INFATTI CI SARA IN MENO UN FORTE QUANTITATIVO DI ORE SINDACALI RETRIBUITE,MASCHERANDOLE DAL FATTO CHE GLI VERRANNO ASSEGNATE PIù ORE HAI DELEGATI,MA DI FATTO I MEMBRI DELL'ESECUTIVO E COORDINATORI SARANNO MOLTI MENO LASCIANDO ANCORA PIU SOLI I DELEGATI,E POI TUTTE LE ORE IN MENO CHE SARANNO SCRITTE SULL'ACCORDO SECONDO VOI CHI NE BENEFICERà IN TERMINI DI EURO,VI RICORDO CHE LA TRATTATIVA L'HANNO FATTA A ROMA FRA NAZIONALI E UNICOOP,QUANDO QUESTA VICENDA SARà CONCLUSA VI FORNIRò LE CIFRE E NON SARò PIù ANONIMO E UMA PROMESSA.QUESTA TRATTATIVA E VIZIATA SOLO DAL FATTO CHE NON VIENE FATTA SUI TAVOLI DI COMPETENZA.
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