La procedura d'infrazione da parte della Comunità Europea nei confronti dell'Italia era stata aperta in seguito ad un esposto di Marco Bazzoni sulle aberrazioni contenute nel Testo unico per la sicurezza sul lavoro come modificato dal governo Berlusconi.
Ci è voluto un anno ma alla fine la lettera della Commissione europea contenente il parere motivato per la messa in mora dell’Italia in merito al recepimento della Direttiva europea 89/391/CEE, concernente le norme di salute e sicurezza sul lavoro è arrivata.
A comunicarlo è Marco Bazzoni metalmeccanico e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, che dopo una serie di pressioni è riuscito ad ottenere l’attenzione dell’Europa sulle aberrazioni contenute nel Testo unico per la sicurezza sul lavoro come modificato dal governo Berlusconi.
La messa in mora riguarda due punti specifici della normativa vigente:
1) Deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega o subdelega (violazione dell’articolo 5 della Direttiva europea 89/391/CEE)
2) Proroga dei termini prescritti per la redazione di un documento di valutazione dei rischi per una nuova impresa o per le modifiche sostanziali apportate a un’impresa esistente (violazione dell’articolo 9 della direttiva 89/391/CEE).
L’Italia a questo punto avrà due mesi di tempo per “adottare le misure necessarie per adeguarsi al parere motivato”, altrimenti incorrerà nel procedimento di infrazione.
Esprime soddisfazione Marco Bazzoni che così commenta: “ Mentre il Governo Monti cerca di ridurre la salute e sicurezza sul lavoro con il Disegno di legge semplificazioni bis, la Commissione Europea gli fa capire chiaramente che non ci possono essere degli arretramenti sul diritto alla salute e sicurezza sul lavoro.
23 novembre 2012
Articolo 21
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