Turiddo Campaini (foto), presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze, sembra abbia minacciato di separarsi da Coop Italia e di portare con sé le altre cooperative toscane e umbre, per fomare un’unica centrale d’acquisto
C’è maretta in casa Coop. Sulla base di quanto pubblicato oggi da CorriereEconomia, sembra che le cooperative della Toscana vogliano separarsi da quelle del Nord Ovest (Emilia, Lombardia, Piemonte e Liguria). A spingerle in questa direzione, è la situazione economica attuale. In cui le Coop sono chiamate a svolgere un ruolo anti-inflattivo. Ma sembra che l’unica che riesca ad ottenere risultati in questo senso sia Unicoop Firenze. La quale da un lato è la cooperativa più grande, dall’altro riesce sempre a ‘battere’ Esselunga sul fronte della convenienza.
E’ per questo che Turiddo Campaini, presidente della cooperativa, sembra abbia ‘minacciato’ di separarsi da Coop Italia e di portare con sé le altre cooperative toscane e umbre, per fomare un’unica centrale d’acquisto. Già la cooperativa procederà alla chiusura degli ipermercati. Che diventeranno dei superstore. Mentre l’area non food verrà affidata a catene specializzate. Uscire da Coop Italia, però, significherebbe perdere anche i prodotti a marchio Coop, un business che vale ben il 25% del giro d’affari complessivo.
19 novembre 2012
(NC)
2 commenti:
Si può obiettare qualunque tipo di cosa a Campaini ma non è possibile non riconoscergli una notevole lungimiranza, in senso strategico all'interno di Unicoop Firenze.
Sicuramente ipotizzare l'uscita da Coop Italia non fa fare a nessuno i salti di gioia. E' una frontiera inesplorata, per di più con delle ricadute, più o meno significative sulla centrale di acquisto. E' vero anche che il movimento cooperativo organizzato non è nuovo ai default. Unicoop Firenze potrebbe affrancarsi dal crollo totale delle cooperative in evidente difficoltà, anche a livello di immagine. Gli episodi della Unicoop Tirreno non portano certo lustro e buona pubblicità
Ci riallacciamo al commento precedente (anonimo 19 nov. ore 23.27) per alcune considerazioni.
Su Campaini il discorso sarebbe troppo articolato e soprattutto lungo, quanto la sua carriera da Presidente in Unicoop FI. Ci limitiamo a dire che se alcune mosse sono state azzeccate (o lungimiranti se si vuole) come il noto rifuiuto a Consorte sulla scalata Unipol-Bnl (sul cui impulso originario abbiamo l'impressione che si equivochi, ma andiamo oltre) non si può dire lo stesso su altre cose. Per farla breve e con gli esempi più eclatanti: è stata lungimirante «l'investimento strategico» in MPS, una banca svuotata da una gestione devastante che è costata ad unicoop quasi 500 milioni di perdite e minusvalenze non ancora messe a bilancio? E' stato lungimirante lanciarsi nel format Iper, fino a poco fa ancora in piedi col progetto faraonico di Pontignale, per poi tornare indietro miseramente? Chi ha pagato per questi clamorosi errori gestionali? E ci fermiamo qui. Sulla questione della Centrale di acquisti fuori da Coop Italia, non scommettiamo nemmeno un centesimo. Si fa la voce grossa, ma le cose rimarranno con buona probabilità invariate. Si cercherà, presumiblmente, di pesare di più nell'organigramma di Coop Italia, attualmente sbilanciato sulle Coop Emiliane (Tassinari, presidente del Consiglio di Gestione) e del Nordovest (Dalle Rive, Presidente del consiglio di Sorveglianza e di Novacoop-Piemonte)e puntare su un ricambio al prossimo giro di poltrone.
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