Qualche giorno fa 24 persone (tra cui alcuni capi reparto) che lavorano all’interno dei magazzini Unicoop di Scandicci sono stati raggiunti da avvisi di garanzia emessi dalla procura.
L’accusa sembra essere di appropriazione indebita e furto.
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Da quello che si può capire, a seguito di una denuncia da parte di Unicoop Firenze contro ignoti per gravi ammanchi, i carabinieri hanno installato 4 videocamere in una particolare zona del magazzino e hanno ripreso per due mesi quello che succedeva.
Questo posto è una vera e propria gabbia al cui interno campeggia la scritta Merce non destinata alla vendita nella quale viene depositata tutta quella merce che si danneggia nella normale movimentazione e che non può essere inviata al negozio.
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E’ sempre stata consuetudine poter usufruire di alcuni prodotti la cui confezione era ormai compromessa. Era normale per un autista prendere uno spruzzatore detergente per pulire il camion, come era normale bere da una bottiglia d’acqua o consumare una merendina qualora gli appositi distributori ne fossero stati sprovvisti, o prendere dello Scottex, quando la carta asciugamano dei bagni era finita.
Insomma, era una usanza consolidata e fatta alla luce del sole, tutti lo sapevano e tutti lo facevano, responsabili compresi.
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Da ciò che fin qui è emerso, sembra che le 24 persone indagate abbiano commesso questo tipo di reato. Nonostante che da i due mesi di filmati non sia emerso niente che giustificasse i gravi ammanchi di merce di valore come denunciato da Unicoop, l’azienda ha ritenuto comunque di procedere legalmente nei confronti degli indagati.
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A questo si è aggiunto un altro episodio sconcertante.
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Nel periodo natalizio, un capo reparto del settore trasporti, dopo numerose ore di straordinario e dopo che non aveva potuto recarsi in mensa per la cena, ha creduto lecito aprire un panettone e metterlo a disposizione di chi, come lui, non aveva cenato.
Il responsabile del settore trasporti, avvisato telefonicamente dell’accaduto, si è precipitato in piena notte al magazzino e vedendo la carta del panettone ha chiesto chi lo avesse aperto e mangiato. Candidamente il capo reparto ha ammesso di essere stato lui, senza voler coinvolgere nessun altro collega.
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Ebbene, qualche giorno fa è stato licenziato senza termine di preavviso (licenziamento in tronco).
Inoltre l’azienda gli ha contestato di essersi trattenuto oltre il proprio orario senza nessuna indicazione in tal senso da parte di un responsabile.
La contestazione risulta particolarmente incomprensibile se si pensa che le ore straordinarie in questione gli sono state regolarmente retribuite. Al collega, oltre ad una doverosa solidarietà umana, sarà destinata una somma raccolta tra i dipendenti del magazzino, con lo scopo di aiutarlo nelle spese legali.
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I lavoratori si sono riuniti in assemblea lunedi 25 febbraio (leggi il verbale).
Si leggeva nelle loro facce, sconcerto, incredulità e tanta, tanta rabbia. Negli interventi sono volate parole grosse.
Auspichiamo, nonostante la gravità senza precedenti dell’azione di Unicoop, che i toni rimangano nell’alveo della giusta e forte protesta.
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A questa azienda che ci disprezza e non vede l’ora di licenziare chi la mattina si alza col canto del gallo e svolge un lavoro faticoso e scarsamente remunerato, non abbiamo più nulla da dire ormai.
Ci spieghiamo quello che sta accadendo in due modi: o i valori che ispirano il nuovo corso di Unicoop sono del tutto antitetici rispetto a quelli su cui l’azienda si è fondata; o siamo di fronte a un corpo separato e impazzito della dirigenza, nel qual caso qualcuno dovrebbe intervenire su queste persone. E rapidamente.
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Per domani 28 febbraio è indetta una nuova assemblea generale al fine di fare il punto della situazione e decidere quali iniziative di lotta intraprendere.
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