07 dicembre 2007

I 5 ANNI CHE SCONVOLSERO IL NOSTRO TENORE DI VITA


Dal 2002 le spese sono salite tre volte più delle buste paga
Casa, utenze e carburanti i settori dove si sono concentrati gli aumenti maggiori


Di Luca Iezzi
Da "La Repubblica"
7 dicembre 2007

MARIO e Loredana li incontrate tutti i giorni. In questi fine settimana di festa sono una delle centinaia di coppie che affollano le immense passeggiate dei centri commerciali sparsi nella provincia o nelle periferie delle grandi città. Guardano le vetrine, passano interi pomeriggi curiosando e sistematicamente non comprano niente.

Per capire il perché basta guardare dentro le busta paga: entrambi lavoratori dipendenti di media anzianità con un figlio a carico. Cumulando gli stipendi si arriva a 3106 euro di reddito mensile netto. Dopo quattro settimane sono spariti sotto una lista spese correnti di 2962 euro. Restano 144 euro: da risparmiare in vista di emergenze o per togliersi qualche sfizio a Natale. A guardare le stime di commercianti e associazioni dei consumatori la seconda scelta sarà del tutto minoritaria.

Mario e Loredana, presi dal loro dilemma natalizio, potranno consolarsi nello scoprire che da qualche giorno sono la preoccupazione principale della classe dirigente del paese: il Partito Democratico annuncia a breve un'iniziativa sui salari - trovando su questo uno dei pochi punti d'intesa con l'ala sinistra della maggioranza - ministri come Pierluigi Bersani, Paolo Ferrero o Cesare Damiano parlano di "priorità" o di "emergenza"; i sindacati confederali minacciano scioperi generali. Persino il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha certificato il loro disagio.

"In Italia - ricorda Mario Draghi - i livelli retributivi sono i più bassi fra i principali Paesi dell'Unione Europea. Le differenze salariali nei confronti degli altri Paesi sono appena più contenute per i giovani, mentre si ampliano per le classi centrali di età e tendono ad annullarsi per i lavoratori anziani". Via Nazionale quantifica il gap con i nostri alleati europei: -25% rispetto alla Francia e -10% rispetto alla Germania. Persino il cardinale Dionigi Tettamanzi, vescovo di Milano, ha dedicato loro un pensiero: "Esiste il problema dei salari insufficienti che colpisce e crea preoccupazione in molte famiglie". Così come aveva fatto alle celebrazioni per il Primo Maggio il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Tutta Italia si è accorta di quello che la nostra coppia tipo ha sperimentato per mesi: tra il 2001 e il 2006 il potere d'acquisto, conferma uno studio della Cgia di Mestre, si è eroso inesorabilmente. All'inizio del periodo il risparmio mensile era praticamente doppio: 281 euro. Nel 2001 il loro stipendio era di 4037 euro al mese, il netto di 2875 euro e le spese arrivavano a 2594 euro. In cinque anni è aumentato del 5,4%, quello netto dell'8%, ma le spese del 14,1%. In termini assoluti significa che ai 3106 netti (4257 lordi) Mario e Loredana sono costretti a sottrarre 2962 euro di spese mensili e i sacrifici sono diventati inevitabili.

Come è successo? Più della pressione fiscale diretta pesano gli effetti di un'inflazione mai recuperata in anni di moderazione salariale. L'Ires Cgil, ha stimato in 1.986 euro la perdita annua per i lavoratori dipendenti: di questi 1.210 derivano dal fatto che i prezzi hanno corso più delle retribuzioni. Gli esborsi sono inevitabili perché i settori con i rincari maggiori si sono visti sulla casa (+24,5%), le utenze e il carburante (+20,6%). Per l'abitazione, se si considerano anche le spese per l'arredamento, Mario e Loredana già impegnavano il 30% delle loro uscite mensili, ora sono al 31%, ma si "vedono" meno, nel senso che è stata ridotta la quota per i mobili e gli arredi a favore delle spese di puro mantenimento.

Uscite inevitabili, che hanno vanificato il contenimento dei prezzi negli elettrodomestici, nelle tlc e modificato le scelte di acquisto. Una quota sempre minore del bilancio familiare è stata riservata ai consumi del tempo libero e della cultura: il budget assoluto è sceso da 135 euro a 133 euro a cui si aggiungono 5 anni di corsa dei prezzi. Per l'abbigliamento spendono appena 10 euro in più, che non coprono l'inflazione. Sono questi i settori che per primi vengono colpiti quando di tratta di "stringere la cinghia". E i dati del 2006 non tengono conto della corsa degli alimentari della seconda parte del 2007.

"È un elemento che dalle ricerche qualitative emerge da anni - spiega il professor Giampaolo Fabris, professore di sociologia dei consumi - gli italiani non hanno abbandonato la loro propensione al consumo, anzi rimangono attaccati, anche un po' "fantozzianamente", al loro tenore di vita, a quella ricchezza relativa conquistata negli ultimi decenni. Ma cercano di farlo con una quantità di risorse molto minore".

Secondo Fabris la risposta, tipicamente italiana, dei consumatori è stata creativa: più informazione, paragoni e ricerca di canali alternativi come il low cost e le vendite dirette. Per risparmiare si usa Internet, almeno per fare i raffronti, si sta attenti ai propri diritti e ai prezzi ingiustificati. Neanche la capacità di arrangiarsi basta più: "L'acquisto è un atto di ottimismo verso il futuro oltre che segno di disponibilità economica - insiste Fabris - entrambe stanno sparendo".

Tra l'altro, i nostri Mario e Loredana, contratto fisso e casa di proprietà, rimangono i rappresentanti di una condizione maggioritaria nella popolazione italiana, ma non sono più al livello più basso del "ceto medio": sotto di loro si è inserito un 11% dei lavoratori che ha contratti a tempo determinato, per di più concentrati negli strati più giovani e meno pagati della popolazione. Una situazione che ovviamente riduce la capacità di risparmio e la propensione al consumo.

Ormai anche per il vero grande amore degli italiani, la casa, il quadro non è roseo: la stragrande maggioranza dei proprietari di casa si è però ridotta al 73,4% delle famiglie dall'81,3 di cinque anni fa. E tra di loro si cela un 13,8% (2,38 milioni) che paga un mutuo sempre più costoso e con durata sempre maggiore, tanto da poter essere assimilato a veri e propri "affitti" alle banche. Anche qui la media dell'Istat sembra edulcorare la verità: la rata media è di 458 euro, nel 2001 era di 344 euro. Più indicativa la percentuale di aumento: +40,9%. Con l'ulteriore aggravante che in molti casi le rate si avvicinano e superano i livelli sostenibili dal budget mensile della famiglia media. Ieri uno dei due principali gruppi bancari italiani, Unicredit, ha annunciato di aver contattato 15 mila clienti "in difficoltà" per concordare con loro un periodo di ammortamento più lungo.

Si guarda già al 2008: il governo sta pensando di ridurre il peso fiscale sui lavoratori dipendenti, ma ogni progetto si dovrà confrontare con le necessità della finanza pubblica con l'ulteriore rischio che un miglioramento troppo basso potrebbe non arrivare nemmeno nelle tasche degli italiani perché ulteriormente decurtato dall'inflazione ancora in crescita. L'altra soluzione deve arrivare dai datori di lavoro.

La moderazione salariale artificiale imposta da Confindustria in molti settori è data dal non rinnovo dei contratti scaduti, un fenomeno che coinvolge ormai 7 milioni di lavoratori. Ora è arrivata una prima apertura: "Ma devono essere collegati alla produttività" è il mantra degli imprenditori chiarito da Luca Cordero di Montezemolo. Un'idea che vedrebbe i lavoratori già creditori: "Su una produttività cresciuta di 17 punti percentuali nel decennio, solo 2 sono stati trasformati in aumenti di stipendio" ribatte l'Ires Cgil.


28 novembre 2007

UNIPOL ASS.- LE COOP ACCORCIANO LA CATENA DI CONTROLLO


Holmo, la holding delle cooperative che controllano Finsoe e quindi Unipol Ass. si appresta ad incorporare Ariete, suo principale azionista con il 18,65% del capitale.

L'operazione, si legge su MF, portera' ad una semplificazione dell'azionariato di Holmo e si inserisce in un piu' ampio riassetto delle scatole societarie a monte di Unipol Ass. che dovrebbe concludersi con la fusione tra la stessa Holmo e Finsoe.

Una volta completata l'operazione alcune cooperative rafforzeranno la propria posizione in Holmo, in particolare Coop Adriatica che salira' dall'attuale 10,33% al 12% ma anche altre, come Unicoop Tirreno, Coop liguria, Coop Estense, Coop Nordest e Coop Sette, incrementeranno la propria quota tra lo 0,5 e l'1%.

Dow Jones Newswires
MF-Dow Jones News Srl.

November 27, 2007

16 novembre 2007

MPS CHIAMA, UNICOOP PRONTA A RISPONDERE


L’azienda di Campaini dovrebbe sborsare 120 milioni per mantenere la sua quota

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Axa, Unicoop e Caltagirone primi sì a Mps – Antonveneta

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Da "La Repubblica Firenze" del 10 novembre 2007
di Maurizio Bologni

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La fondazione Mps ha il 58,57 del capitale della banca senese. Per mantenere l’attuale quota dovrebbe versare più di 2,5 miliardi di denaro fresco. Può però permettersi di diluire la partecipazione senza rinunciare a garantire il controllo della banca senese agli enti locali che a loro volta la controllano. Può permettersi di farlo tanto più dovesse crescere la quota di partecipazione di soci che le sono più vicini. Francesco Gaetano Caltagirone (2,43%) ha già mostrato grande apprezzamento per l’operazione Antonveneta.

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Ma anche Unicoop Firenze sembra sulla strada di contribuire alla ricapitalizzazione.

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L’azienda guidata da Turiddo Campaini dovrebbe sborsare più di 120 milioni per mantenere la sua attuale quota del 2,42% in Mps. Potrebbe fare di più, crescendo ancora. “Le nostre partecipazioni non sono speculative, ma strategiche” va infatti ripetendo Campaini. Ed è chiaro quanto per Unicoop sia strategico in termini di migliori servizi ai propri soci, l’accordo con la banca senese.

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Con Consumit (gruppo mps) Unicoop ha creato Integra spa, partecipata al 50%, che opera nell’ambito del credito al consumo, ha emesso le nuove carte socio Coop e prepara strumenti finanziari riservati agli oltre un milione di piccoli “proprietari” della catena di grande distribuzione alimentare. Adesso, con Banca Toscana (gruppo Mps) Unicoop apre sportelli bancari nei supermercati con prodotti riservati a soci Coop. Stesso feeling collaborativo Campaini non mostra con Unipol. “Le coop sono un universo, noi siamo un caso a se” ha detto di recente a rimarcare la distinzione. L’affare Antonveneta potrebbe essere per Unicoop l’occasione per una definitiva scelta di campo: disinvestire il 2% in Unipol e puntare tutto su Mps.

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“La politica è lenta, le imprese devono essere rapide, e Banca Monte Paschi ha dimostrato di essere impresa affrancata dal potere politico cui qualcuno la vorrebbe incatenata: in quindici giorni ha concluso una trattativa condotta nella riservatezza più assoluta, confermandosi terzo colosso bancario nazionale e portandosi a 3.200 sportelli, 35.000 i dipendenti, 6 milioni i clienti” E’ questo il tributo che rendono al management, dopo gli enti locali e i vertici istituzionali (Claudio Martini) e politici del centro sinistra toscano e senese, anche i sindacati Cgil e Uil, banchieri come profumo e Guzzetti, persino politici del centro destra come Crosetto e dinelli, gli imprenditori senesi della Cna: “Diminuiremo la distanza con il nord est, apriremo sinergie con una delle parti più vitali del Paese”, esultano questi ultimi. Più freddo il centrosinistra nazionale. “Impressione positiva” ha detto Prodi. “Bene se ci saranno dei vantaggi per clienti” ha aggiunto Bersani. Per il resto silenzio, soprattutto per chi a suo tempo avrebbe gradito mandare Mps in sposo prima a Bnl e poi a Unipol. E che si sospetta sia stato tenuto all’oscuro di un’operazione tutta imprenditoriale.


09 novembre 2007

LE LEGITTIME RIVENDICAZIONI PIEGANO UNICOOP


I lavoratori vertenti hanno la meglio sull’arroganza aziendale


Il 22 ottobre scorso si è giunti a conclusione della vertenza che vedeva contrapposta Unicoop Firenze a 27 lavoratori dei magazzini Unicoop di Scandicci.
La soddisfazione è davvero grande.


Unicoop ha infatti accettato di ripristinare i turni ai lavoratori vertenti, annullando gli ordini di servizio con cui li aveva obbligati a cambiare orario.

Unicoop Firenze si è assunta l'onere di pagare le spese legali.

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Riassumendo in breve la vicenda:

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Il nostro impiego è stato gradualmente ridotto a favore di una cooperativa appaltatrice.
Questo ridimensionamento è stato ottenuto dall'azienda togliendoci un turno di lavoro (pomeriggio) e obbligandoci con ordini di servizio a lavorare esclusivamente nel turno di mattina a partire dal febbraio 2005.


L'atto unilaterale dell'azienda è avvenuto senza nessun accordo sindacale, ma con perentori ordini di servizio e nel silenzio accondiscendente dei sindacati (in special modo la Filcams-Cgil, largamente maggioritaria in Unicoop) che hanno preferito evitare una sacrosanta vertenza, nonostante ce ne fossero tutti gli estremi.


Per questo motivo, 27 lavoratori hanno intrapreso un'azione legale contro Unicoop, rivolgendosi a suo tempo ad un avvocato privato, svincolato dai sindacati.


Questa controversia, che è durata complessivamente quasi 3 anni, ha dimostrato delle cose molto importanti.


- L’arroganza di Unicoop può essere battuta. Si da spesso per scontato che alla tracotanza del più forte non ci possa essere un’adeguata reazione. La vittoria di questi dipendenti smentisce tutto questo. L’impegno unitario è stato un elemento fondamentale e ha consentito di ristabilire la giustizia e la dignità di chi viene spesso offeso e deve subire.


- Il comportamento delle OO. SS. è stato l’esatto contrario di quello che ci si dovrebbe aspettare da chi è preposto a tutelare i lavoratori e i loro diritti.
La Filcams-Cgil espresse la sua contrarietà ad intraprendere un’azione legale contro Unicoop.
A questi signori possiamo ora dimostrare senza ombra di smentita che non solo la vertenza era legittima, ma che si poteva vincere.


Chi ne vuol trarre le ovvie considerazioni, adesso lo può fare.


Storia della più grande vertenza collettiva contro Unicoop Firenze


31 ottobre 2007

SPORT ESTREMI 2 – CACCIA ALL’OFFERTA



La psicosi collettiva dello sconto selettivo

L’apertura del nuovo centro commerciale di Empoli è apparsa sulla cronaca qualche giorno fa con resoconti in cui la clientela non si è certo distinta per episodi edificanti.

Bivacchi alle porte già dalla notte per avere una buona posizione al mattino alle “griglie di partenza”, maxi ressa, scivoloni, spintoni, cadute, parapiglia tra casalinghe che si contendono bistecche e inseguono mirabolanti offerte che premiano solo i primi. Salvo poi rivelarsi notizie infondate, voci messe in circolazione chissà da chi.

Dato che l’immagine di Coop si distingue in solidarietà, forse sarebbe il caso di indirizzare in questo senso le “pulsioni” del consumatore, non proponendo offerte di tipo competitivo e selettivo, del genere “beati i primi”, che purtroppo incitano a comportamenti che tutto hanno a che fare meno che con un atteggiamento di solidarietà o di civile convivenza.


22 ottobre 2007

SPORT ESTREMI – VIVERE CON 1.000 EURO AL MESE



Da”La Repubblica.it” 21/10/07

Di JENNER MELETTI


Enzo Rossi ha passato un mese come i suoi dipendenti
e dopo quest'esperienza ha deciso di dare aumenti a tutti



Industriale vive da operaio:
"Il 20 avevo già finito i soldi"

"L'ho fatto anche per le mie figlie, che non hanno mai provato privazioni"

CAMPOFILONE (Ascoli Piceno) - Per un mese ha provato a vivere con lo stipendio di un operaio. Dopo 20 giorni ha finito i soldi. Enzo Rossi, 42 anni, produttore della pasta all'uovo Campofilone, ha deciso allora di aumentare di 200 euro al mese, netti, gli stipendi dei suoi dipendenti, che sono in gran parte donne. Ha dichiarato di essersi vergognato, perché non è riuscito a fare nemmeno per un mese intero la vita che le sue operaie sono costrette a fare da sempre. Ha detto che "è giusto togliere ai ricchi per dare ai poveri".
Signor Rossi, per caso non sarà comunista?
"No. Non sono marxista. Sono un ex di destra. Ex perché quelli che votavo non sanno fare nemmeno l'opposizione".
Perché allora questo mese da "povero" e soprattutto la decisione di aumentare i salari a chi lavora per lei?
"Perché stiamo tornando all'800, quando nella mia terra c'erano i conti e i baroni da una parte ed i mezzadri dall'altra, e si diceva che i maiali nascevano senza coscia perché i prosciutti dovevano essere portati ai padroni. Negli ultimi decenni il livello di vita dei lavoratori era cresciuto e la differenza con gli altri ceti era diminuita. Adesso si sta tornando indietro, e allora bisogna rimediare".
Aveva bisogno davvero di provare a vivere con pochi soldi? Non poteva chiedere a chi è costretto a farlo, senza scelta?
"Certo, sapevo come vivono le donne che lavorano per me. Ma ho fatto questa esperienza soprattutto per le mie figlie, che non hanno mai provato le privazioni. Ho voluto fare toccare loro con mano come vivono la grandissima parte delle loro amiche".
Come si è svolto l'esperimento?
"E' stato semplice. Io mi sono assegnato 1.000 euro, e altri 1.000 sono arrivati da mia moglie, che lavora in azienda con me. Duemila euro per un mese, tante famiglie vivono con molto meno. Abbiamo fatto i conti di quanto doveva essere messo da parte per la rata del mutuo, l'assicurazione auto, le bollette... Con il resto, abbiamo affrontato le spese quotidiane. Il risultato è ormai noto: dopo 20 giorni non avevamo un soldo. Mi sono vergognato, anche se ero stato attento a ogni spesa. Sa cosa vuol dire questo? Che in un anno intero io sarei rimasto senza soldi per 120 giorni, e questa non è solo povertà, è disperazione".
Signor Rossi, lei è mai stato povero?
"Sì, anche se ero già un piccolo imprenditore. Nel 1993 - erano già nate le mie figlie - ho dovuto chiedere soldi in prestito agli amici per mantenere la famiglia. Non mi vergogno a dirlo, tanto quei soldi li ho restituiti. E' anche per questo che nell'esperimento ho coinvolto la famiglia. Volevo che le mie figlie vivessero in una famiglia con pochi mezzi, per trovare difficoltà e provare a superarle".
Il momento peggiore?
"L'ultimo giorno, quando ho deciso di arrendermi. Entro nel bar con 20 euro in tasca, gli ultimi. Sono conosciuto in paese, siamo 1.700 abitanti in tutto e gli imprenditori non sono tanti. Mentre entro un pensiero mi fulmina: e se trovo sei o sette amici cui offrire l'aperitivo? Non ho abbastanza soldi. Ecco, ci sono tanti operai che, quando tocca il loro turno, debbono pagare da bere agli altri, perché non è bello fare sapere a tutti che si è poveri. Sono in bolletta e non lo dicono a nessuno. In quel momento ho pensato: tanti di quelli che sono qui sono poveri davvero e non per un mese. Mi sono sentito come quando sei immerso in mare a 20 metri di profondità e scopri che la bombola è finita".
E allora ha deciso di aumentare i salari.
"E' il minimo che potevo fare. Secondo l'Istat, il costo della vita è aumentato di 150 euro al mese. Per quelli come me non sono nulla. Per gli operai 150 euro al mese in meno sono quasi 2.000 all'anno, e questo vuol dire non pagare le rate della macchina o non comprare il computer al figlio. E poi, lo confesso, io ho aumentato i salari anche perché sono un egoista. Secondo lei, come lavora una madre di famiglia che sa di non poter arrivare a fine mese? Se è in paranoia, dove terrà la testa, durante il lavoro? Le mani calde delle mie donne che preparano la pasta sono la fortuna della mia azienda. E' giusto che siano ricompensate".
Se aumenta gli stipendi, vuol dire che l'azienda rende bene.
"Nel 1997, quando ho preso il pastificio Campofilone, il fatturato era di 90 milioni di lire. Quest'anno arriveremo a 1,6 milioni di euro. Da due anni le cose vanno davvero bene, e mi posso definire benestante. Non è giusto che sia solo io a goderne. Il valore aggiunto derivato dalla trasformazione della farina e delle uova deve portare benefici sia ai contadini che mi danno la materia prima che ai lavoratori della fabbrica".
Come l'hanno presa, i suoi colleghi industriali?
"Mi sembra bene. Alcuni mi hanno telefonato per sapere se l'aumento di 200 euro è uguale per tutti e altre cose tecniche. Forse vogliono imitarmi e questa è una cosa buona. Io ho spiegato che sarebbe giusto non fare pagare alle aziende i contributi relativi a questo aumento. Se il governo capisce (mi ha telefonato anche Daniele Capezzone, della commissione imprese) l'idea di prendere ai ricchi per dare ai poveri non resterà soltanto un manifesto".


20 ottobre 2007

LA LEGGE ANTI-BLOG














La formula dei Blog, che tanta possibilità offre a chi vuol fare e ricevere informazione (un tempo si sarebbe detto controinformazione), sta subendo un attacco senza precedenti.

Dopo il caso Grillo, la politica ha pensato bene di intervenire.

Dal Blog di Beppe Grillo:

Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.”

E ancora:

“La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.”

Crediamo che sia vitale difendere questi liberi spazi da vincoli, lacci e tentativi di controllo o censura. Questi spazi sono liberi e tali devono rimanere.

17 ottobre 2007

UN VOTO CONTRO


Pubblichiamo, con un pò di ritardo, i risultati sul "protocollo welfare" nei magazzini Unicoop di Scandicci e Sesto Fiorentino.
Il NO ha trionfato a valanga, la percentuale sfiora il 70%.
Ci pare evidente che è stato respinto non solo l'accordo sul welfare, ma il sindacato stesso per come (non) ha lavorato, lasciando libero arbitrio all'azienda, scavalcato dai lavoratori che hanno provveduto in proprio a difendersi e rivendicare le proprie istanze.
Quel sindacato inutile e compromesso merita un NO.





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MAGAZZINI SCANDICCI e SESTO F:NO

AVENTI DIRITTO

363


VOTANTI

139


SI

43

30,93 %

NO

96

69,06 %

11 ottobre 2007

LE COOP, I PRESTITI E LE VERE REGOLE

LA LETTERA
risponde GIANCARLO MAZZUCA

SICURAMENTE di effetto la risposta che le ha dato il presidente di Coop Italia, Tassinari, alla sua domanda sui prestiti da soci: «le ricordo - dice - che questi prestiti sono regolamentati direttamente dalla Banca d'Italia e che, in aggiunta, noi ci siamo dati un codice di autoregolamentazione». Ma cosa prevede in particolare Bankitalia?

Luigi A. Giannilli


SOLLECITATO dalla curiosità del nostro lettore, sono andato a scartabellare nei regolamenti di Banca d'Italia e, in effetti, ho trovato qualcosa che fa riflettere e che, indubbiamente, è nuovo fieno nella cascina di Bernardo Caprotti, il presidente di Esselunga (a proposito, ho letto che il suo libro, «Falce e carrello», sta andando a ruba).
Guardando gli estratti del «Regolamento dei soggetti diversi dalle banche», aggiornato al marzo di quest'anno, ho infatti scoperto che, in caso di fallimento della cooperativa, è previsto un rimborso di solo il 30% del depositato. Come dire che, considerando che i prestiti da soci (ma perchè non si parla più propriamente di «risparmi dei soci»?) raggiungono i 7 miliardi e 414 milioni di euro per le principali «firme» di Coop Italia, sono garantiti meno di due miliardi e mezzo. Ovviamente tocchiamo ferro: queste coop sono corazzate capaci di sopportare tutti i mari in tempesta, ma andare a leggersi i regolamenti di via Nazionale non fa male a nessuno. A cominciare dai soci. Del resto, lo stesso Tassinari, nella sua intervista, quando dice che i «prestiti da soci, diversamente dalle coop di consumo di altri Paesi europei, ci hanno consentito di ampliarci e modernizzarci», dice una grande verità. E finisce per ammettere che Caprotti qualche ragione ce l'ha.

DOMENICA 7 OTTOBRE 2007

IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO

07 ottobre 2007


ASPETTANDO UNA LETTERA DAI SEGRETARI REGIONALI

Sappiamo che i magazzini Unicoop non sono certo una priorità per il nostro sindacato di riferimento e da tempo cerchiamo di portare avanti con le nostre forze e capacità le istanze che ci riguardano.

In ultimo la definizione del salario variabile per quanto riguarda il magazzino di Sesto Fiorentino (ex Meacci), una unità produttiva che era appaltata ai tempi della stipula dell’infelice accordo sul S.V. vigente. Qualcosa di simile ci risulta sia stato fatto pochi giorni fa con l’integrazione dell’accordo del canale Ipermercati.

La RSU del magazzino ha formalmente richiesto la delega per una trattativa con l’azienda, ma a tutt’oggi, nessuna risposta …

Ai Segretari Regionali

Filcams - Dalida Angelini

Fisascat - Gianfranco Mazza

Uiltucs - Ernesto Lombardo

Scandicci, 5 settembre 2007

Oggetto: ns. richiesta

Nell’ambito della verifica prevista dall’accordo sul Salario Variabile per il CEDI di Scandicci, in data 27/07 si è svolto il primo incontro con la Cooperativa rappresentata da Forconi Piero, Covelli Marco, Pinto Maria, Nocentini Francesco e per le RSU da Ielatro Luca, Porcasi Antonino,Zanieri Alessandro e Vangi Giovanni.

Essendo emerse delle nuove situazioni non presenti all’atto della stipula dell’accordo vigente, come il riappropriamento del magazzino di Sesto Fiorentino (Meacci) con personale Unicoop e il reparto salumi/Latticini del CEDI completamente appaltato, eccetto pochi addetti alla ricezione merci, abbiamo richiesto la modifica del succitato accordo per aggiornarlo.

Alla nostra richiesta la Cooperativa ci ha risposto in maniera positiva, solo nel caso che le segreterie firmatarie dell’accordo deleghino in forma scritta la scrivente.

Con la presente siamo a richiedervi tale possibilità sollecitandovi ad una risposta entro il mese di settembre; visto che a breve siamo in attesa di essere convocati per il prossimo incontro di verifica trimestrale come peraltro da noi già richiesto.

Sicuri che la nostra richiesta venga accolta vi porgiamo i nostri cordiali saluti.

Per le RSU del CEDI

Luca Ielatro

Alessandro Zanieri

Antonino Porcasi

Giovanni Vangi


03 ottobre 2007

IL COMPORTAMENTO DUALE: COOP, TRA SOLIDARIETA’ E IPOCRISIE


Dopo la gestione duale, parliamo di qualcosa di altrettanto doppio, anzi di più …

Le vicende degli ultimi tempi, etichettate con il sostantivo “antipolitica”, che vanno dall’iconoclasta libro di Stella e Rizzo, “La Casta” al ruggente V-Day di Grillo, hanno, tra i molti pregi quello di squarciare il manto dell’ipocrisia.

Negli ultimi giorni sono apparse sui giornali una serie di notizie che riguardano a vario titolo l’universo Coop e che rendono appunto meno ipocrita e più realista quel mondo, generalmente propagandato con un’immagine eticamente ineccepibile di un’azienda socialmente impegnata.

Il corsivista de “La Repubblica”, Michele Serra, nella sua rubrica quotidiana “L’Amaca”, ci racconta di come non senta più la necessità di far spesa alla Coop per motivi ideologici, dopo che ha saputo che una società edile a marchio Coop sta costruendo un albergo super lusso.

Il vulcanico ottuagenario Bernardo Caprotti, patron di Esselunga, rende noto attraverso il suo scomodo libro “Falce e carrello”, di tutti gli ostacoli che la sua azienda ha incontrato in alcune zone amministrate da giunte rosse e dei favoritismi che queste avrebbero concesso alla concorrente Coop, alla faccia del libero mercato.

Il Sole 24 ore nel suo inserto “Plus 24”, più prosaicamente ci fa notare che i rendimenti dei soci Coop sono inferiori a quelli dei titoli di stato.

Nelle vicende che riguardano i magazzini Unicoop, abbiamo cercato di mettere in risalto proprio la contraddizione della Coop dal “Cuore che si scioglie” e quella vissuta direttamente, subendo ordini di servizio e quant’altro e constatando quanto poco rispetto ci sia per i lavoratori dell' appalto.

Se il manto dell’ipocrisia si comincia a rompere non possiamo che esserne contenti.

Articoli citati:

15 settembre 2007

UNICOOP FIRENZE VERSO IL SISTEMA DUALE




Governance. La cooperativa guidata da Campaini avvia l'iter per la svolta.

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Turiddo Campaini è stato di parola. Il presidente di Unicoop Firenze, in occasione dell’ultima assemblea della società della Lega, nel giugno scorso, aveva detto di voler “aprire un confronto interno sul modello di gestione duale”, una novità assoluta non solo per la principale cooperativa di consumo italiana ( 2 miliardi di ricavi e più di un milione di soci), ma anche per l’intero sistema cooperativo nazionale. Al ritorno dalle vacanze, Campaini è passato ai fatti.

Nei giorni scorsi, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, i vertici di Unicoop Firenze hanno infatti messo a punto una proposta di riforma dello statuto che prevede l’introduzione del doppio livello di gestione, con l’istituzione di un consiglio d’amministrazione (cui spetta la gestione della società) e di un consiglio di sorveglianza in rappresentanza degli azionisti (con compiti di controllo).Il gruppo fiorentino ha così avviato un iter che si preannuncia abbastanza complesso, tenuto conto della particolare articolazione azionaria delle società cooperative. Ma i tempi dovrebbero essere comunque abbastanza brevi.

Nel mese di ottobre è previsto che si svolgeranno gli incontri con le 38 sezioni di soci, a cui seguiranno in novembre le sette assemblee territoriali, una per ogni provincia toscana dove opera Unicoop (Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, arezzo e Siena).
Se il progetto incontrerà il favore della maggioranza dei soci, entro l’anno Unicoop potrà varare definitivamente il nuovo sistema di governance, che dunque partirebbe con l’inizio del 2008.
“E’ arrivato il momento di separare la proprietà dalla gestione” disse campaini a giugno, puntualizzando che la cooperativa sulla cui poltrona di presidente siede da oltre trent’anni, ha già imboccato questa direzione introducendo la figura dell’amministratore delegato.
“Ci ha permesso di separare i due ruoli – aggiunse – ma le esigenze di trasparenza e di operatività che il mercato giustamente chiede impongono di valutare la possibilità di adottare il sistema duale di governance”.

I più maligni sostengono che così Campaini si assicurerà “anche per i prossimi trent’anni” l’incarico di presidente (in questo caso del consiglio di sorveglianza). Ma chi conosce bene il manager empolese sa che il suo obiettivo è proprio quello di dare efficienza e credibilità all’azienda, garantendo allo stesso tempo il rispetto delle finalità mutualistiche tipiche del sistema cooperativo.
Gli stessi principi insomma che hanno spinto Campaini a contrastare gli eccessi della finanza all’interno della lega negli ultimi anni.

Da “Il sole 24 ore” del 15/9/07 – Cesare Peruzzi – Firenze

Approfondimenti: Sistema duale, le promesse mancate


21 agosto 2007

VERBALE DELL'INCONTRO CON L'AZIENDA DEL 27 LUGLIO


A TUTTI I LAVORATORI

Il giorno 27/07/07 presso il magazzino di Scandicci si è svolto un incontro tra la RSU del magazzino composta da Vangi, Zanieri, Porcasi, Ielatro e la cooperativa nelle persone di Covelli, Pinto, Nocentini. Dalla discussione è emerso quanto segue:

1) Sono stati presentati dalla cooperativa gli obiettivi divisi per reparti (come richiesto dalla rsu) inerenti alla erogazione del salario variabile 2007 oltre ai consuntivi parziali relativi al periodo gennaio-giugno del corrente anno.

2) Per eventuali modifiche relative alla nascita di nuove attività produttive vedi mag ex Meacci di Sesto F.no, Salumi e latticini e per lo studio di nuovi meccanismi da condividere con i lavoratori previa assemblea e per cercare una possibilità di incrementare l’erogazione fino ad oggi ottenuta, la RSU richiederà la necessaria delega alla commissione che ha trattato l’accordo di canale e alle segreterie regionali di CGIL, CISL e UIL per affrontare questa nuova esigenza.

3) La RSU ha chiesto con forza l’eliminazione dell’ordine di servizio per coloro che svolgono per coloro che svolgono stabilmente mansioni con orario che prevede la doppia turnazione.
Inoltre la modifica dell’ordine di servizio con i relativi orari per i lavoratori del magazzino Meacci. Questo avverrà entro il mese di agosto come da affermazione della cooperativa.

4) Per quanto riferitoci, constatiamo che ancora oggi per i lavoratori che effettuano prestazioni temporanee presso il magazzino Meacci la quota spettante della trasferta non è adeguata a quanto pattuito. La sanatoria retroattiva avverrà nel mese di agosto, sempre da affermazione della cooperativa.

5) Data l’esigenza di regolamentare la turnazione dei riposi nell’eventualità di una festività settimanale (flag) la cooperativa applicherà l’accordo che vige nei PDV (come da verbale 16/07/07). Eventuali discussioni in merito avverranno in assemblee di reparto.

6) Della nuova procedura di controllo già illustrata sul verbale del 16/07/07 la RSU si dissocia da tale iniziativa non considerandola congrua ad individuare una reale media produttiva ideale per la preparazione del reparto Generi Vari.

Le informazioni specifiche sui temi sopra citati avverranno nel mese di settembre, causa la mancanza di molti lavoratori in ferie.

LA RSU DEL MAGAZZINO

28 giugno 2007

ESSELUNGA E UNICOOP: SEMPLICE DOMANDA PER I SINDACATI


FILCAMS CGIL FISASCAT CISL UILTUCS

TOSCANA

Esselunga spa


relazioni sindacali impossibili

MODIFICHE UNILATERALI DEGLI ORARI rigidita’ delle mansioni provvedimenti disciplinari contro i delegati incontro stampa domani 27 giugno 2007 0re 12.30 via pier capponi, 7 – firenze

Sempre più difficili, impossibili, le relazioni sindacali nel gruppo Esselunga. Nei supermercati di Massa e Livorno si sono interrotte del tutto. Si moltiplicano gli scioperi a fronte di provvedimenti unilaterali dell’azienda sugli orari, sui turni, sulle mansioni, e l’azienda risponde con provvedimenti disciplinari contro i delegati sindacali. Per fare il punto della situazione, per raccontare storie esemplari, per rendere pubbliche le iniziative che si intendono prendere è convocata una


CONFERENZA STAMPA

Domanda alle Organizzazioni Sindacali:

Ma in Unicoop non succede qualcosa di simile?
I “provvedimenti unilaterali dell’azienda sugli orari”, li abbiamo avuti, anche sui turni ed entro il 9 luglio ne arriveranno altri.
E la sicurezza? L’appalto? Tutto regolare?
Le abbiamo anche noi le “storie esemplari da raccontare”.

Facciamo anche noi una conferenza stampa? O è meglio di no?

26 giugno 2007

LA DIREZIONE NON VEDE, NON SENTE E NON RISPONDE


















Durante l’ultima assemblea del reparto Generi vari del 18 giugno scorso (leggi il verbale), sono intervenuti i segretari delle organizzazioni sindacali e abbiamo appreso che la segretaria della Filcams-Cgil, Carla Bonora, informata della grave situazione sulla sicurezza nel reparto soprattutto per quanto riguarda l’appalto della CFT, inviò, in data 14 febbraio 2007 una lettera alla direzione di Unicoop Firenze chiedendo una verifica da parte degli organismi aziendali.
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Nonostante la situazione sia di eccezionale gravità, visto i numerosi incidenti che si verificano, a tutt’oggi (oltre 4 mesi) Unicoop non ha risposto. Che non abbia neanche visto ne sentito nulla?
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Ovviamente gli incidenti sono continuati.



24 giugno 2007

MA QUANTO E' BUONA UNICOOP...


Come abbiamo visto, i soldi del salario variabile per alcuni dipendenti, Unicoop non li vuole trovare.

Così, i dipendenti del reparto "Generi Vari" dei magazzini di Scandicci sono stati puniti, totalizzando la mirabolante cifra di 463 euro negli ultimi due anni (92 euro l'anno scorso, 371 quest'anno).

Anche altri colleghi si lamentano del trattamento ricevuto, come gli addetti al reparto B4 dell'iper di Lastra a Signa.

Ma lavoriamo per un'azienda che ha il cuore che si scioglie.

Questa volta, a beneficiare dell'immensa bontà di Unicoop, sono dei particolari mammiferi appartenenti all'ordine dei chirotteri.

Ecco quanto:
Consegna delle prime ''casette'' per i pipistrelli
Votando all’unanimità in Consiglio Comunale una mozione presentata dal Consigliere Massimo Marcellini, il Comune di Senigallia ha aderito poche settimane fa a un progetto sperimentale ideato nell’ambito della lotta biologica contro le zanzare dalla sezione di Zoologia del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze.
Il piano prevede il posizionamento di “bat-box”, cioè casette appositamente studiate per offrire un riposo diurno ai pipistrelli, nel tentativo di agevolare la ripopolazione di questo animale che sarebbe estremamente prezioso nella lotta contro la proliferazione indiscriminata delle zanzare.
Il progetto è organizzato in collaborazione con Unicoop Firenze, che coprirà il costo delle casette destinate a questa sperimentazione scientifica. http://www.comune.senigallia.an.it/

Morale: Per Unicoop i pipistrelli vengono prima di alcuni dipendenti... sono notizie che ci rendono fieri della nostra azienda...

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13 giugno 2007

SONO LAVORATORI ANCHE LORO ?




Pubblichiamo l'articolo de "Il Firenze" uscito martedì 12 giugno, in cui si parla della grave situazione dei lavoratori della CFT di Novoli che prestano la loro opera presso i magazzini Unicoop di Scandicci.

Turni massacranti e incentivi di produttività che in pratica sono una specie di cottimo legalizzato, rendono vana qualsiasi norma di sicurezza, con incidenti, anche gravi, che si verificano sempre più spesso. Tutto questo in spregio alle più elementari norme della 626. Tutto questo in un'azienda che vorrebbe distinguersi nella solidarietà e nei principi etici. Tutto questo nel silenzio assordante dei sindacati.....
Ma non sono lavoratori anche loro?

Scandicci. Grande preoccupazione tra gli operai del magazzino Unicoop, per l'80 % immigrati

"Turni estenuanti e zero tutele" Protesta dei lavoratori della Cft

"Prima gli incidenti si verificavano una volta ogni 15 anni, ora sono frequenti"

Raccontano di turni lavorativi massacranti che ti fanno arrivare alla sera stravolti, con la sola forza di andare a letto: sono alcuni dei lavoratori del centro distribuzione merci Unicoop Firenze, dipendenti della Cft (Cooperativa fiorentina trasporti), cui dal 2005 è stato appaltato l'intero turno pomeridiano e notturno del magazzino di Scandicci. "Si entra all'ora di pranzo - spiega un operaio che chiameremo Pablo - ma non si sa mai a che ora si esce".

I loro colleghi del turno mattutino, dipendenti di Unicoop in questo caso, al loro arrivo trovano ancora il messaggio sul display dei muletti: "stasera si va via alle 10", "alle 11"o "a mezzanotte" a seconda delle necessità (il turno pomeridiano dovrebbe concludersi alle 21).

Nel periodo di Natale raccontano di essersi fermati in certi casi soltanto alle 2 di notte. A destare la maggiore preoccupazione fra i lavoratori Cft (per la stragrande maggioranza, ben l'80%, extracomunitari), sono ad ogni modo le condizioni contrattuali che portano, secondo loro, a forti ripercussioni nella sicurezza sul lavoro: hanno l'obbligo di trasferire almeno 130 colli orari (gli imballaggi delle merci da porre sul muletto); soltanto oltre questa soglia scatta il premio di produzione altamente ambito da chi ha moglie e figli da mantenere. Ai loro colleghi del mattino, dipendenti Coop, vengono richiesti 114 colli orari (anche se riescono a trasportare in media solo 106 colli orari). Per arrivare a quota 130 colli si raccontano scene folli: muletti alzati al massimo in modo di trascinare per terra il doppio degli imballaggi; comandati in avanti anziché in laterale come prescritto dalle normative 626; segnaletica a terra ignorata da tutti con scontri tra muletti quasi all'ordine del giorno e infortuni passati da uno ogni 15 anni ad una frequenza mensile: l'ultimo a visto come vittima un nigeriano cui è rimasto un piede schiacciato sotto il muletto.

Il tutto senza mai una denuncia sindacale: l'ultima riunione(eccezion fatta per quella momotematica sul Tfr) risale ad oltra due anni e mezzo fa; i lavoratori Cft da parte loro non hanno tanta voglia di stare a reclamare: il contratto di lavoro equivale infatti al permesso di soggiorno.

"Per Cft - racconta un dipendente - ho lavorato in tanti magazzini per altre catene della grande distribuzione, ma mai sono stato sottoposto a turno così estenuanti". Fra i lavoratori del magazzino di Scandicci è ancora ben impresso nella memoria il ricordo del loro collega peruviano, poco più che ventenne, vittima in una notte d'estate del 2005 di uno strano incidente stradale: appena uscito dal lavoro, si schiantò in via Baccio da Montelupo con il proprio ciclomotore contro un mezzo che proveniva dalla direzione opposta; in Perù dai suoi familiari tornò avvolto in una bara. Fra i lavoratori della Cft, al sentenza è unanime: "vittima della stanchezza".

Buste paga più "leggere" per i dipendenti in appalto

Le ragioni che hanno spinto Unicoop ad appaltare il turno pomeridiano e notturno del magazzino di Scandicci sono presto spiegate: busta paga alla mano, un dipendente Coop del centro distribuzione merci percepisce in media 1.246 euro netti al mese, per 36 ore di lavoro settimanali, con due giorni di riposo su sette. Un lavoratore Cft, si ferma a 809 euro mensili per 40 ore settimanali di base, con un solo giorno di riposo. inoltre i primi hanno diritto alla malattia retribuita; per i secondi i primi tre giorni di assenza sono gratis.

12/6/07


"Il Firenze"


Gabriele Firmani
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03 giugno 2007

SCIOPERO ALL'IPER DI LASTRA A SIGNA

Il 1° giugno i lavoratori dell'Ipercoop di Lastra a Signa hanno scioperato per 1 ora (fine turno) perchè ritengono estremamente negativa la posizione dell'azienda di non volere aprire un confronto in merito agli effetti che produrrà la nuova apertura del centro di Empoli.
L'assemblea dei lavoratori ha deliberato un pacchetto complessivo di 8 ore di sciopero.

Nel comportamento di Unicoop notiamo le stesse modalità che si sono verificate anche nella vicenda che riguarda i magazzini di Scandicci. Anche in questo caso l'azienda si è rifiutata di fornire informazioni sul futuro dei magazzini e sull'entità e le modalità dell'inserimento dell'appalto.

Ai lavoratori e colleghi dell'Iper di Lastra esprimiamo tutto il nostro appoggio solidale.

http://www.rsuunicoopfirenze.blogspot.com/

31 maggio 2007

Salario Variabile 2006 magazzini Unicoop

Come si può vedere da un raffronto tra i reparti, i "Generi vari" è stato fortemente penalizzato, come del resto lo scorso anno.

Chi segue le vicende dei magazzini saprà certamente interpretare, al di là delle cifre frutto di un accordo passato come al solito sulla testa dei lavoratori, la valenza politica di questo tipo di pressioni.




































24 maggio 2007

VERBALE ASSEMBLEA DEL 14 MAGGIO


VERBALE ASSEMBLEA DEI LAVORATORI DEL 14/05/2007

Dopo una breve presentazione delle RSU, si è passati a presentare il progetto del 02/05, il quale prevede la suddivisione del reparto “generi vari” in due distinti reparti.
Il 110 che è quello dei generi alimentari alla CFT e il 120 che è quello dei prodotti chimici all’Unicoop per quanto riguarda l’attività di preparazione, stivaggio e riordino.
Solo il controllo e la regia sarà esclusivamente svolto con personale Unicoop.
L’orario settimanale proposto sarà su cinque giorni, dal lunedì al venerdì, con il giorno libero sempre di sabato e sarà ripristinata la turnazione alternata tra mattina e pomeriggio.
Una volta esaurita la presentazione sono seguiti degli interventi che sostanzialmente vertevano sui seguenti argomenti:

- Accordo su salario variabile e mensa;
- Accordo su elezioni RSU;
- Richiesta presenza strutture sindacali nella prossima assemblea;
- Critiche al progetto aziendale presentato;
- Pericolo di promiscuità futura;
- Modificare orario o rifare accordo “flag”;
- Riassegnare ai nostri dipendenti quelle attività (riordino e preparazione pallets interi) che non sono state appaltate (vedi accordo sugli appalti e ordine di servizio), ripristinando anche il sabato pomeriggio lavorativo sempre riferendosi alle suddette attività.

In conclusione l’assemblea dei lavoratori approva il percorso proposto dalle RSU, che nel breve prevede la richiesta di convocare le strutture sindacali per la prossima assemblea, nella quale sarà possibile chiarire alcuni punti succitati e provare a ripartire in un clima diverso che sia costruttivo e non distruttivo; inoltre viene ribadito che un’eventuale trattativa riguardante il reparto “generi vari” sarà di competenza della RSU del magazzino.

RSU MAGAZZINO UNICOOP SCANDICCI E SESTO F.NO
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17 maggio 2007

MORIRE DI LAVORO


ECCO TUTTE LE MORTI BIANCHE DA GENNAIO IN TOSCANA

Abdelali Hattouti, 44 anni, muore il 3 gennaio a Vicarello, ribaltandosi con l’asfaltatrice.
Mirco Pellegrini, 42 anni, muore il 9 gennaio a Cecina, si schianta col furgone mentre trasporta medicinali.
Pier Luigi Morando, 54 anni, bancario, muore in un incidente sulla Fipili, contro un camion.
Marco Africh, 21 anni, muore il 16 gennaio a Reggello, mentre andava al lavoro.
Stefano Matassi, 34 anni, muore a Massa Marittima il 17 gennaio, va a sbattere contro un trattore al Puntone di Scarlino.
Alessandro Giannetti, 34 anni, muore a Montalcino il 18 gennaio, mentre rientra dal lavoro.
Simonetta Somigli, 53 anni, muore a Pelago il 24 gennaio, anche lei in un incidente stradale.
Natalina Bencini, 47 anni, infermiera, muore a Pisa il 26 gennaio, falciata sulle strisce a fine turno.
Andrea Ceccarelli, 24 anni, addetto sicurezza locale Versilia, muore a Massa il 28 gennaio, di rientro dal lavoro.
Costantino Picariello, 44 anni, muore a Massa il 30 gennaio, con lo scooter contro un camion a fine turno.
Andrea Frassi, 45 anni, muore a Calcinaia il 1° febbraio, in uno scontro con un’altra auto.
Siro Fabbri, 58 anni, muore a Pian di Scò il 7 febbraio, anche lui vittima della strada.
Loriano Natali, 55 anni, muore amontopoli Valdarno il 23 febbraio, edile.
Mario Orlando, 55 anni, muore il 13 marzo a Campi Bisenzio schiacciato nel compattatore dei rifiuti.
Renato Alfaro, 48 anni, muore il 27 marzo a sesto Fiorentino, in moto, mentre va al lavoro alle otto del mattino.
Mariano Nicolosi, 41 anni, muore a Capannori il 29 marzo in vetreria agganciato ad una cinghia.
Massimo Guidarini
, 46 anni, muore a Grosseto l’8 aprile, schiacciato nella fornace la notte di pasqua.
Michele Abaci, 69 anni, muore a Serravalle il 16 aprile, cadendo dal capannone mentre ripulisce il solaio.
Fabrizio Pieretto, 31 anni, muore a Grosseto il 18 aprile, travolto da una betoniera mentre lavora al sistema fognario.
Giacomo Occhini, 26 anni, muore ad Arezzo il 20 aprile, in un incidente stradale.
Cira Spedaliere, 32 anni, addetta alle pulizie in hotel, muore il 23 aprile a Grosseto, tornando da Principina.
Tania Maxima Ferreira Sperandio, 37 anni, muore il 29 aprile a Capalbio, tornando dal ristorante dove lavorava.
Nicola Fustaino, 42 anni, poliziotto, muore il 30 aprile a Cascina mentre si reca al commissariato di Pontedera a inizio turno.
Michele Picciallo, 37 anni, muore l’11 maggio a Campi Bisenzio, cadendo da una scala in un cantiere edile.
Roberto Di Marino, 29 anni, muore il 15 maggio a Campi Bisenzio, schiacciato fra due lastre di ferro in una fabbrica.

Da “la Repubblica” del 16 maggio 2007

15 maggio 2007

LE NUOVE RSU DEI MAGAZZINI AI BLOCCHI DI PARTENZA

Nei giorni scorsi si sono svolte presso i reparti dei magazzini di Scandicci e in quello di Sesto Fiorentino, le assemblee di presentazione dei delegati della RSU.
I 4 rappresentanti sindacali sono Giovanni Vangi e Alessandro Zanieri (Filcams); Luca Ielatro e Antonino Porcasi (Uiltucs).
I primi 3 sono stati eletti dai lavoratori, mentre il quarto è stato nominato dalla propria organizzazione sindacale.
Questo è il quadro completo dei delegati RSU del canale supermercati.

Il 14 maggio si è svolta, presso i magazzini di Scandicci un’assemblea che aveva per o.d.g. la modifica dell’organizzazione del lavoro nel reparto dei “Generi Vari” richiesta dall’azienda.
La modifica prospettata dalla direzione fa sostanzialmente riferimento al piano aziendale presentato il 30/3/06 e già respinto per ben 3 volte dai lavoratori interessati. Alla assemblea era stata richiesta la presenza dei vertici delle strutture sindacali che hanno ritenuto di non dover partecipare. I lavoratori e le RSU del magazzino generi vari reputano necessario un confronto con i responsabili sindacali per chiarire tutti gli aspetti connessi alla vicenda.

01 aprile 2007

L'AMORE DELLE COOP PER LA TELEFONIA

Sarà una delle colonne del capitalismo italiano, ma nel mondo cooperativo un certo feeling con Telecom Italia c’è da tempo.
In passato Giovanni Consorte, ex top manager Unipol, ha giocato un ruolo chiave nella partita dell’Opa di Colaninno e Gnutti, appoggiata da autorevoli esponenti DS e con risvolti ancora tutti da chiarire fino in fondo.

Ieri un nuovo avvicinamento. Coop ha siglato con Telecom Italia un’intesa per diventare il primo operatore mobile virtuale.
Ma Renato Ruggiero, a.d. di Telecom si è trattenuto volentieri e a lungo con due esponenti di primo piano del mondo cooperativo, Aldo Soldi e Vincenzo Tassinari, rappresentanti degli azionisti forti di Unipol.
Solo per approfondire gli aspetti tecnici dell’intesa sui cellulari? Oppure, come ha sussurrato qualcuno, uno scambio di idee in un momento delicato per Telecom con movimenti importanti nell’azionariato di controllo?

Da tempo Unipol è a caccia di investimenti importanti e poi l’amore per il telefono non si scorda.

Da "Finanza&Mercati – Sole 24 ore" del 31 marzo 2007

29 marzo 2007

IL MISTERO DEL QUARTO UOMO

Il giallo sugli eletti rsu nei magazzini, continua.
A 15 giorni dalle elezioni per il loro rinnovo, è ancora di difficile decifrazione la composizione dell’organismo di rappresentanza nei magazzini Unicoop.

Da quello che riusciamo ad intuire, l’incognita riguarda il quarto delegato, in quanto l'elezione degli altri tre sarebbe sancita dall’esito del voto.
Di fatti, parrebbe che la Cisl non sia più intenzionata a "nominare" il proprio candidato, che ha ottenuto un mortificante risultato (due soli voti).

Per una serie di circostanze non comprensibili (ma non disperiamo), il diritto di nomina passerebbe alla Uil.
Da segnalare, tanto per rendere il quadro ancora più confuso, che la Uil nominerebbe il suo candidato peggiore, arrivato ultimo, anche lui con soli due voti.

Per una maggiore comprensione VEDERE I RISULTATI.


Speriamo di far luce sull’ombrosa questione nei prossimi giorni…

22 marzo 2007

STRANI SOGGETTI E STRANI FATTI ALL'UNICOOP FIRENZE





Da qualche tempo si verificano strani fatti nei punti vendita dell’unicoop Firenze.






Clienti sbadati che lasciano alle volte alle casse un biglietto da 50 €, dopodichè la cassiera viene chiamata dal personale direttivo dell’Unicoop , senza il legittimo apporto della rsu del punto vendita, e gli viene richiesto la fine di quei 50€, magari il giorno dopo.


Se la cassiera le ha messe in cassa è passibile di provvedimento disciplinare, se le ha intascate è passibile di licenziamento, se non sa che fine hanno fatto perché magari, misteriosamente sono scomparse, viene comunque licenziata.

Strani fatti della vita cooperativa. Questi , sospettosi fatti si sono verificati molte volte con soldi ed altro, comunque alla fine la cassiera viene licenziata. Informiamo i lavoratori di prestare molta attenzione quando sono in servizio presso la barriera casse, non vorremmo che qualche sbadato cliente generasse un licenziamento. Nel caso si verificasse quanto detto vi invitiamo a contattare immediatamente la Polizia, Carabinieri ecc.ecc

Vi consigliamo di non andare in nessun luogo appartato all’interno del punto vendita per essere interrogati sulla questione, compito che spetta semmai alle sole forze dell’Ordine. A chi di dovere diciamo che è ora di finirla con questi mezzucci atti solo a generare un clima di terrorismo nei luoghi di lavoro, questi luoghi di lavoro sono stati costruiti con il sacrificio di tutti i lavoratori che pretendono rispetto e non inganni .

15 marzo 2007

Il Segretario Ernesto Lombardo

Testo integrale su www.uiltucs-toscana.it

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ELEZIONI RSU NEI MAGAZZINI DI SCANDICCI E SESTO FIORENTINO

Si sono svolte nei giorni 14/15/16 marzo 2007 le elezioni per il rinnovo delle RSU nei magazzini Unicoop di Scandicci e Sesto Fiorentino, con questi risultati:




Come da accordo del 16 dicembre 2006 ai magazzini di Scandicci e Sesto Fiorentino spettano n.4 delegati.