30 aprile 2013

SPUNTA UN NUOVO PACCHETTO DI AZIONI: UNICOOP FIRENZE AL 3,7% IN MPS



 










Dall'assemblea dei soci Mps di ieri si apprende che Unicoop Firenze detiene in portafoglio altri 111 milioni di azioni di Mps oltre ai 318 milioni, quantitativo finora noto.

Unicoop avrebbe effettuato l'acquisto nel luglio 2012 senza informare la Consob, né emettere comunicati ufficiali. Tutto nel più  assoluto silenzio tanto che viene proprio da sorridere quando, come riportato nell'articolo di La Repubblica che segue questo nostro commento, che da Unicoop fanno sapere che la svalutazione è un'operazione di trasparenza. Ci si domanda perché dal luglio 2012 ad ieri Unicoop Firenze ha preferito tacere sul rilevante acquisto. La trasparenza pare essere dunque un optional.

L'operazione oltre a ribadire la partecipazione nella banca senese, ha lo scopo di portare le perdite fino ad oggi implicite e iscriverle nel bilancio 2012 mediandone il prezzo di carico complessivo.
La rivelazione era inevitabile. Avviene infatti alla vigilia delle assemblee dei soci Unicoop che dovranno approvare il bilancio, che a causa della svalutazione su Mps sarà il terzo bilancio in rosso ed il
secondo consecutivo per la Coop guidata da Campaini. Il primo bilancio negativo fu quello del 2008 e anche in quella circostanza fu la svalutazione sulla quota in Mps (189 milioni) a determinare il pesante risultato passivo.

 
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Colpo di scena: dal portafoglio di Unicoop Firenze sbucano 111 milioni di azioni Mps in più rispetto a quanto era noto fino ad oggi. E si scopre, così, che la partecipazione del colosso della grande distribuzione alimentare nella Banca senese sfiora il 3,7% invece del 2,7%, si avvicina a quella degli Aleotti (col 4%, secondi soci dietro la Fondazione Mps), e tinge di maggiore "toscanità" Rocca Salimbeni.

Nel suo complesso Unicoop Firenze valuta quella in Mps una partecipazione strategica, con rose e, recentemente, tante spine: il gruppo della grande distribuzione si è convinto ad un'importante svalutazione del pacchetto azionario Mps, acquistato negli anni a caro costo rispetto al deprezzamento che nel frattempo ha subito il titolo, svalutazione che gli specialisti stanno calcolando in questi giorni e che spingerà verso il deficit di bilancio 2012 di Unicoop in approvazione nelle prossime settimane.

«La svalutazione è un'operazione di trasparenza - fanno sapere da Unicoop - e occorre chiedersi quante altre aziende che hanno in portafoglio azioni Mps si comportano allo stesso modo, svalutando. I conti si fanno alla fine, ai valori che il titolo avrà quando la partecipazione verrà venduta. E comunque - si ripete da settimane - i soci devono stare tranquilli, la società è solida ed ha un patrimonio florido e abbondante.»

Intanto, però, la sorpresa del portafoglio di Unicoop Firenze gonfio di azioni Mps, a margine dell'assemblea dei soci della banca che ieri ha approvato il bilancio 2012 in rosso per 3,1 miliardi, ratificato l'azione di responsabilità contro i vecchi vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni e nominato un nuovo vicepresidente.

All'assemblea il rappresentante di Unicoop Firenze, un manager dell'assemblea, ha portato l'ormai consolidato pacchetto di 318 milioni di azioni, pari al 2,7%, depositate presso Banca Mps e acquistate negli anni passati con un esborso complessivo di oltre 400 milioni e un valore ad oggi di 65 milioni che obbliga alla pesante svalutazione.

Ma, ed ecco la sorpresa, il rappresentante Unicoop sfila dal portafoglio altri 111 milioni di azioni, depositate presso una banca milanese, che portano la dotazione a 430 milioni di azioni e fanno crescere la partecipazione di un 1% fino a quasi quota 3.7% del totale.

Da dove sbuca questa sconosciuta dote? Si viene a sapere che le azioni sono state acquistate a luglio del 2012 dal comitato di gestione presieduto da Golfredo Biancalani, una delle due teste dell'azienda (l'altra è il comitato di sorveglianza presieduto da Turiddo Campaini). Comunicate nei tempi di legge alla Banca, mai alla Consob, mai portate prima di ora in assemblea.

Un piccolo giallo, tante domande e qualcune risposte certe. La prima: l'acquisto nel luglio 2012 alleggerisce il peso della partecipazione-macigno sul bilancio di Unicoop, visto che i 111 milioni di azioni sono stati acquistati a buon mercato, a circa 18 centesimi, rispetto al resto. E poi Unicoop non arretra su Mps. Che in questo modo, è ancora più toscana.



30 aprile 2013

Maurizio Bologni

La Repubblica



25 aprile 2013

UNICOOP TIRRENO CHIUDE L'IPER DI AFRAGOLA E LICENZIA 250 DIPENDENTI

La gestione fallimentare di Unicoop Tirreno: «negli ultimi 5 anni persi 80 milioni di euro», ma a pagare sono solo i dipendenti

Mobilità per 225 dipendenti dell'ipercoop di Afragola


Perderanno il posto anche 18 lavoratori su 162 addetti nell’ipercoop di Avellino, 5 su 167 nell’iper di Quarto e 2 su 57 nel supermercato di Napoli-Arenaccia.

Una brutta vicenda che segna una delle pagine più nere del movimento cooperativo, di seguito ricostruita
brevemente.



Quella dell'uscita di Unicoop Tirreno dalla Campania è un'intenzione che la Coop toscana non ha certo tenuto nascosta. Facendo un rapido excursus, bisogna obbligatoriamente ricordare innanzitutto la chiusura dei punti vendita di Solofra (AV), Castellammare di Stabia (NA), Soccavo (NA) e Nocera (SA). Unicoop Tirreno cedette i negozi dopo una complessa trattativa ad una società che non garantì la continuità aziendale e che infatti chiuderà i battenti nel giugno 2010. Per chi vuol farsi un'idea precisa di quel disastro che mette in luce tutta una serie di responsabilità, da Unicoop a sindacati, la lettura di questo articolo è illuminante. Da quella vicenda è nata una lotta condotta in solitario da un gruppo di ex dipendenti di Unicoop Tirreno che continua tutt'oggi.

Questi segnali però furono ignorati dalle maestranze e dai sindacati negli Ipercoop che oggi si trovano a subire lo stesso trattamento dei colleghi dei punti vendita citati che furono lasciati soli. Probabilmente si pensò che strutture come gli iper non sarebbero state toccate, invece fu un grave errore non stare a fianco di quei lavoratori.

E così il contagio arriva ad Afragola già dall'ottobre dello stesso anno (2009). In seguito Unicoop Tirreno  manderà messaggi ben chiari. L'Iper di Afragola entra nel mirino di Unicoop almeno dal marzo 2011 e viene definita senza mezzi termini: un ramo secco.

Ma i sindacati, Filcams-Cgil in testa, che hanno giocato un ruolo non proprio chiaro e coerente in tutte queste vertenze, paiono minimizzare. I lavoratori sembrano subire rassegnati e impauriti. Si arriva così in tempi recenti con gli scioperi negli iper campani, segnati dalla trattativa di Unicoop Tirreno con il chiacchierato imprenditore casertano Catone (addirittura c'è chi dà l'accordo per certo) che poi invece abbandonerà il campo dopo che, sotto la spinta del sindacato di base USB, i lavoratori avevano respinto tramite referendum quell'opzione. Anche qui la posizione della Filcams-Cgil locale non è certo limpida. Fin dal novembre 2012 era arrivata persino a comunicare che la cessione del 49% delle quote dei negozi di Unicoop Tirreno a Catone, elemento su cui ruota la trattativa, fosse già avvenuta: [...] piano di vendita deliberato dalla UNICOOP TIRRENO, che ha ceduto il 49% della proprietà della rete campana, ad un imprenditore del casertano.

Dobbiamo segnalare anche che, nonostante alcune iniziative abbiano cercato di sensibilizzare il Mondo Coop, i carotaggi messi in atto da alcune Coop emiliane non hanno portato a nessun esito.

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Perdite per 14 milioni di euro nel 2012 (circa 80 milioni negli ultimi cinque anni) hanno spinto Unicoop Tirreno ad aprire una procedura di mobilità per 250 dipendenti su 677 complessivi della Campania, prevedendo così la chiusura dell’ipermercato di Afragola. A questo si aggiunge il mancato accordo con un imprenditore privato locale, respinto dalla maggioranza dei lavoratori campani.

I LICENZIAMENTI – I tagli si concentrano, dunque, nell’ipermercato di Afragola, nel centro commerciale Le Porte di Napoli dove ci saranno 225 licenziamenti sui 226 dipendenti. Perderanno il posto anche 18 lavoratori su 162 addetti nell’ipercoop di Avellino, 5 su 167 nell’iper di Quarto e 2 su 57 nel supermercato di Napoli-Arenaccia. Nessun esubero nel supermercato di Santa Maria Capua Vetere dove lavorano 45 persone.

LA PROCEDURA DI MOBILITA’ – La procedura di mobilità prevede 45 giorni di tempo per la discussione e il confronto con le organizzazioni sindacali; se questa prima fase non porterà a risultati, si passa ad una seconda fase della durata di 30 giorni di tavolo di confronto presso un ente istituzionale. «La Cooperativa è disponibile – si legge in una nota – nel lasso di tempo consentito dalla procedura e mantenendo fermo l’obiettivo della sostanziale riduzione delle perdite, ad esaminare soluzioni credibili» proposte per risolvere la crisi. «Non avremmo voluto arrivare a questo punto – afferma Unicoop Tirreno – abbiamo tentato ogni strada».



24 aprile 2013

www.campaniasuweb.it



21 aprile 2013

LA PAURA DELLA COOP NEI CONFRONTI DEI SINDACATI DI BASE

L'ingresso e il consolidamento di nuovi soggetti sindacali che le Coop non possono controllare, mette in fibrillazione l'idea decisamente singolare di democrazia sindacale in Coop, fondata su legami storici consolidati, some quello coi confederali ed in particolare con Filcams-Cgil, come abbiamo descritto in questo post.

Si aggiungono altri episodi che riguardano alcune Coop e che di seguito riportiamo.

Nel primo caso si tratta di una lettera di diffida di Unicoop Tirreno verso il sindacato USB in cui la Coop toscana intima di rimuovere dal blog Usb Ipercoop Livorno il verbale dell'incontro che la Rsu ha avuto con l'azienda lo scorso 19 marzo, pena sanzioni disciplinari nei confronti di delegati/e Usb destinatari della lettera, nonché addirittura azioni risarcitorie.

Il secondo episodio è di ieri, 20 aprile. La direzione di Coop Centro Italia toglie un volantino dei Cobas che comunicava un’assemblea sindacale, arrogandosi il diritto di accesso ad uno spazio dei lavoratori e dei loro sindacati.

Al di là degli aspetti tecnico-legali che andranno valutati e le differenze tra i vari casi, resta evidente un problema di fondo: alle Coop non piacciono interlocutori sindacali diversi da quelli storici e consolidati. Ma il mondo cambia molto rapidamente e sarebbe saggio da parte delle cooperative e dei sindacati confederali prenderne semplicemente atto senza arroccarsi in un fortino.


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DIFFIDATI

Nella giornata di mercoledì 17 aprile la nostra componente Usb all'interno della Rsu Ipercoop Livorno ha ricevuto, tramite raccomandata a.r., una intimazione/diffida da parte dell'azienda.


La lettera (che potrà essere visibile nella bacheca sindacale dell'Iper dalla serata di oggi) intima di rimuovere dal blog "Usb Ipercoop Livorno" il verbale dell'incontro che la Rsu ha avuto con l'azienda lo scorso 19 marzo, pena sanzioni disciplinari nei confronti dei delegati/e Usb destinatari della lettera nonché addirittura azioni risarcitorie.

Vorremmo dilungarci, come spesso facciamo, nell'analisi punto per punto di questa lettera aziendale che parla di iniziativa che "non ha precedenti" (quando basta scorrere le pagine del blog per vedere che invece sono anni che vengono pubblicati i verbali degli incontri, che fra l'altro comunque sono scritti sempre dall'azienda stessa e quindi è evidente che non possono esserci scritte cose sconvolgenti...), ma credeteci, non ne vale la pena.

Da anni il blog ha semplicemente la funzione di ausilio alla nostra attività sindacale, per dare modo ai colleghi che magari non hanno il tempo di fermarsi a leggere la bacheca in entrata/uscita dal lavoro, di farlo con maggiore tranquillità connettendosi ad internet in un altro momento. Tutte le pubblicazioni sono sempre fatte in buona fede e nessuno degli esponenti aziendali ai vari livelli, pur essendo pienamente a conoscenza dell’esistenza del blog, ha mai avuto niente da ridire. Ora improvvisamente cambiano idea e non gli va più bene, ma anziché comunicarcelo oralmente con tranquillità convocandoci come mille altre volte, ci scrivono una raccomandata e parlano di sanzioni disciplinari e risarcimenti. Bastava dirlo a voce, e smettevamo di pubblicarli. Anche perché sinceramente non è che stiamo male senza i verbali, visto che quando questi per qualche ragione non escono, noi affiggiamo e pubblichiamo nostri resoconti e commenti degli incontri che facciamo con l'azienda.

Poco ci cambia insomma, ed è per questo che abbiamo subito tolto il verbale "incriminato" e l'abbiamo comunicato all'azienda, precisando che comunque non riteniamo di aver provocato alcun nocumento con il nostro operato.

Vogliamo quindi rassicurare colleghi e colleghe del fatto che ovviamente proseguiremo la nostra regolare attività di informazione tramite le bacheche sindacali e gli altri momenti di confronto possibili. E tramite il blog (senza più verbali ma con nostri resoconti).


Venerdì 19 aprile 2013

Coordinamento Usb Unicoop Tirreno Livorno




DIREZIONE COOP CENTRO ITALIA TOGLIE VOLANTINO COBAS DALLA BACHECA SINDACALE 

TERNI - Alla faccia della democrazia sindacale: le organizzazioni sindacali che vogliono comunicare con i lavoratori della Coop centro Italia devono essere autorizzate dalla vicedirettore! Come dire che i sindacati li decide la COOP e non i lavoratori. Oggi pomeriggio, sabato 20 aprile, la direzione di COOP centro Italia toglie un volantino dei Cobas che comunicava un’assemblea sindacale, arrogandosi il diritto di accesso ad uno spazio dei lavoratori e dei loro sindacati.

Il capo del personale di Coop centro italia Gianni Barbetti ieri ha chiamato il referente provinciale dei Cobas Franco Coppoli per informare che la direzione avrebbe proceduto a rimuovere dalla bacheca sindacale un volantino dei Cobas affissovi nella mattinata. A nulla sono valse le rimostranze che la parte datoriale non può autorizzare quello che riguarda l’attività o la comunicazione sindacale.

L’assemblea si terrà lunedì 22 alla sala Laura della Siviera, vi parteciperà Vincenzo Miliucci referente nazionale della Confederazione Cobas, lavoro privato. Gli argomenti che verranno discussi riguardano la costituzione del COBAS della Coop, le RSU che sono “scadute” da oltre due anni e non vengono rinnovate e il contrasto del contratto integrativo, siglato il 26 marzo tra COOP centro Italia e rappresentanti nazionali del settore di CGIL, CISL e UIL che computa il lavoro domenicale nella settimana lavorativa, tagliando pesantemente il compenso straordinario dei lavoratori.

La firma di tale accordo ha fatto si che decine di lavoratori della COOP restituissero le deleghe sindacali alla CGIL. I Cobas denunciano che l’azienda pretende di decidere chi può esporre e meno le sue comunicazioni ai lavoratori in uno spazio, come la bacheca sindacale che non è di sua competenza. Le bacheche sindacali infatti sono dei lavoratori e delle loro organizzazioni, non delle direzioni aziendali.

Nonostante l’operazione di marketing pubblicitario per costruire l’immagine di una “COOP” che si identifichi con cittadini e consumatori i fatti parlano chiaro: la direzione fa passare tagli ai salari e si prepara alle domeniche lavorative con l’avallo di sindacati padronali-“gialli”, cercando di impedire l’accesso a chi rappresenta i diritti dei lavoratori e non gli interessi aziendali. In contrasto con la storia del movimento cooperativo, che nasce alla fine dell’800 per difendere i lavoratori.

Coop fruisce di agevolazioni fiscali, amministrative e finanziarie che le vengono riconosciute proprio in quanto, formalmente, cooperativa di lavoratori.


20 aprile 2013

UmbriaLeft.it



17 aprile 2013

RINNOVO RSU IN UNICOOP FIRENZE: QUANTO E' LONTANA LA DEMOCRAZIA SINDACALE

L'incredibile vicenda del rinnovo delle Rsu in Unicoop Firenze pone nuovamente il tema della democrazia sindacale e dell'ambiguità dei rapporti tra Coop e sindacati confederali

Perché Unicoop concede a costoro un numero di ore di permesso retribuito più che triplo rispetto a quello previsto dalla normativa?

Segue la ricostruzione della funambolica gestione da parte dei sindacati sul rinnovo delle Rsu


Stavolta sembra proprio che ci siamo. Il documento delle Segreterie Regionali di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil che dovrebbe essere apparso in questi giorni (e il condizionale è purtroppo d'obbligo) nelle bacheche di Uffici, Magazzini e Punti Vendita, apre di fatto le procedure per il rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie di Unicoop Firenze. Le date previste per il voto sono il 9 e il 10 di Maggio.
Ma per capire come siamo finalmente arrivati a queste agognate elezioni dobbiamo fare una non proprio breve cronistoria:

- Nel Marzo 2007 si svolgono le ultime elezioni per il rinnovo delle Rsu di Unicoop Firenze. Le precedenti rappresentanze erano rimaste in carica per un tempo immemorabile (tanto che neppure noi ricordiamo con precisione, forse 6 o 7 anni). Nel Dicembre del 2006 si era infatti arrivati alla stipula dell'accordo tra OO.SS. e la Direzione di Unicoop Fi che regolamentava il suddetto rinnovo.
In questo Accordo vengono concesse alle OO.SS. "condizioni di miglior favore" rispetto al CCNL che prevederebbe circa 12.000 ore (titolo V art.21 punto 3). Invece Unicoop concede 35.320 ore di permesso retribuito per un massimo di 198 delegati. E in aggiunta vengono anche concesse alle OO.SS. Regionali ulteriori 5.400 ore annue, ugualmente distribuite, che esse potranno destinare ai delegati preventivamente indicati.
E' naturale domandarsi perché un'azienda debba essere così generosa con i sindacati con questo genere di particolari elargizioni e se questo comportamento non condizioni l'attività dei sindacati stessi nei confronti della Coop.
Nell' accordo vengono anche indicati i termini per la designazione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS). Inspiegabilmente si sceglie di vincolare queste nomine (perciò non vengono eletti) al ruolo di delegato Rsu. Il loro numero sarà di solo 39 per un totale di circa 7500 dipendenti. In pratica uno ogni 200 addetti.

- Gli anni passano veloci e ben presto si arriva al Marzo del 2010, data che dovrebbe essere quella prevista dalle normative per il rinnovo delle Rsu. Ma di elezioni manco a parlarne. Le scuse sono molteplici, ma la realtà è solamente una: un nuovo proficuo accordo con Unicoop Firenze inerente le Rsu si farà solo quando verrà stipulato e sottoscritto il Contratto Integrativo Aziendale!
Ma il confronto per il rinnovo del CIA avanza a rilento e allora ecco che altri anni passano, stavolta molto stancamente, e le rappresentanze sindacali godono di infinite quanto inopportune proroghe.

- Dopo mesi e mesi di impasse, da più parti si cominciano ad avere segnali di impazienza.
Ci sono smanie anche all'interno delle stesse OO.SS., e viene tentata anche una petizione online per richiedere nuove elezioni. Altre firme per il rinnovo vengono raccolte ed inviate tramite il neo-costituito sindacato di base USB.
Le elezioni si proclamano, si promettono come imminenti, si annunciano addirittura fantomatiche date. E badate che sono i Segretari Provinciali e Regionali a parlare!
In realtà non si muove una foglia. Nessuno ha il coraggio di dire apertamente la verità: finchè non firmiamo il nuovo Integrativo di elezioni non se ne parla neppure.

- Il 10 Novembre 2011 si muove sorprendentemente la Direzione Aziendale.
Viene infatti consegnata una lettera a tutti i delegati Rsu a firma della Responsabile Relazioni Umane di Unicoop Firenze, Francesca Fanni. La missiva è perentoria:  si ricorda che a far data dal 16 Aprile ultimo scorso è cessata la proroga delle R.s.u. straordinariamente disposta in riferimento ad un accordo sindacale scaduto [...]pertanto suddetta situazione non potrà come tale protrarsi ulteriormente. Distinti Saluti e via così.
Sembra essere la spinta risolutiva verso le nuove elezioni ed è indicativo che provenga dall'Azienda anzichè dai Sindacati o magari dai lavoratori.
E invece no. Niente accade. L'Integrativo non è ancora giunto ad una conclusione positiva (per la Unicoop, s'intende) dunque questa pare essere solo un ultimatum con la quale si mettono le OO.SS con le spalle al muro. In pratica: o firmate il rinnovo del Contratto Integrativo o niente concessione di "accordi di miglior favore" sulle ore di permesso sindacale. Prendere o lasciare.
Chiaramente si prende.

- Perciò ci si impegna più alacremente per chiudere questo benedetto Contratto Integrativo ed intanto si elemosinano ulteriori proroghe per le Rsu. Nel contempo si continua vanamente e sfacciatamente a promettere imminenti nuove elezioni!
Nel Settembre 2012 finalmente si sottoscrive l'Ipotesi di rinnovo del CIA, con somma soddisfazione da ambo le parti e nel Novembre arriva anche l'approvazione referendaria da parte dei lavoratori. Le nostre valutazioni sull'accordo le abbiamo già ampiamente espresse e purtroppo qualcuno degli effetti negativi da noi paventati si sta già palesando, ma questa è un'altra storia.

- In calce al nuovo Contratto Integrativo di Unicoop Firenze c'è anche l'impegno reciproco a pervenire al rinnovo delle Rsu entro la fine del 2012. Ma neanche a pensarci!

- Nel 2013 iniziano i confronti per la stesura di un nuovo accordo sulle Rsu tra Coop e sindacati confederali. Si dà più volte come raggiunto, ma pare sempre che manchi qualche capitolo, qualche "dettaglio" che non consente la sua completa definizione.
Ad oggi sappiamo che è stato sottoscritto, altrimenti le elezioni non sarebbero possibili, ma a nessuno di coloro che conosciamo è stata consegnata una copia ne' è stato dato modo di prenderne visione.
Un accordo "top secret" del quale ancora attendiamo di conoscere i contenuti. E dire che le OO.SS. dovrebbero averlo firmato per nome e per conto dei lavoratori!

- E così nel 2013 inizia un pagliaccesco balletto di date annunciate e poi smentite. Naturalmente ogni confederazione scarica la responsabilità sulle altre. In realtà lo stallo è semplicemente dovuto a diatribe interne ai sindacati confederali sulla spartizione delle ore di permesso e dei delegati. Inizialmente si da' per certa la data in Febbraio, poi Marzo, infine viene comunicata durante un'assemblea presso le Sedi la data del 19 Aprile. Ma neanche quella è buona!
Il Coordinamento Usb per Unicoop Firenze scrive ancora alle Segreterie delle OO.SS. confederali richiamandole ad una corretta informazione ed al rispetto delle procedure. Naturalmente nessuna risposta.

- Il 3 Aprile viene convocata una riunione per iscritti Cgil e simpatizzanti del magazzino, per raccogliere le eventuali candidature. Il luogo dell'incontro è "in campo neutro", al circolo di S.Bartolo a Cintoia, perchè dicono che il clima del magazzino "non è favorevole". Per quel che ne sappiamo interviene un solo dipendente che ottiene ben poche informazioni certe. L'accordo Rsu viene gelosamente tenuto nascosto!

- E siamo ad oggi. La comunicazione dell'avvio delle procedure è datata 12 Aprile. Come detto siamo ancora in attesa di conoscere i dettagli dell'Accordo raggiunto con Unicoop Firenze, che in sostanza vuol dire sapere quanti delegati e come siano distribuiti, quante ore di permesso, quali gli organismi, quanti Rls saranno nominati od eletti e così via.
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Insomma dobbiamo ancora conoscere tutto, perchè in realtà adesso ci sono solo due date e niente più.



LAVORATORI DICO MANIFESTANO A PRATO IL PRIMO MAGGIO

Riceviamo e pubblichiamo da la Rsa Dico di Prato sulla manifestazione indetta per il Primo Maggio a Prato




DICO spa (tot. 1787 dipendenti) è stata ceduta da COOP ad un gruppo privato.

Il passaggio definitivo si è consumato il 5 Aprile, ad appena 12 giorni dal passaggio già una delle 2 sedi è in chiusura (voci parlano di chiusura definitiva per lunedì 22), con spostamenti di persone da Bologna a Roma ed il destino dell'altra sede è appeso ad un filo.

A rischio è il destino di non meno di 100 famiglie.

Le COOP hanno abbandonato i propri lavoratori, disertando ogni incontro, andando contro i loro principi etici, rinnegano la propria natura stessa di mondo cooperativo.

Per questo motivo abbiamo deciso di organizzare una grande manifestazione a Prato in occasione della festa dei lavoratori, per esternare tutto il nostro disagio per questa situazione che si è creata.


CGIL- FILCAMS CISL-FISASCAT UIL-UILTUCS

Per tutta la Sede di Prato e Casalecchio,

Negozi della Toscana,

Magazzino di Montelupo,

Come sapete la festività dei lavoratori del 1 Maggio si sta avvicinando e quest’anno ci trova in questa spiacevole e per noi indesiderata situazione.

Abbiamo pensato che tale data potesse essere un buon palcoscenico mediatico per esternare e rendere pubblico il nostro disagio e soprattutto il comportamento antietico a cui le COOP ci hanno sottoposto in questi mesi. Per ultimo la sconfessa promessa di Zucchelli della partecipazione agli incontri nazionali.

In ragione di questo abbiamo deciso che come DICO Spa parteciperemo alla giornata di festa, manifestando insieme al corteo che si snoderà per il centro di Prato.

Saranno sicuramente presenti testate giornalistiche e media per dare cassa di risonanza all’evento.

Chiediamo pertanto la massima partecipazione di tutti i lavoratori e lavoratrici delle sedi di Prato e Casalecchio, dei negozi della Toscana, del magazzino di Montelupo; vi ricordiamo che è una giornata di festa e speriamo che vogliate partecipare con le vostre famiglie.


RSA Dico Prato

17 aprile 2013
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15 aprile 2013

APERTURA PROCEDURE RINNOVO RSU IN UNICOOP FIRENZE
























E' di venerdí 12 aprile 2013 la lettera con la quale le Organizzazioni sindacali (CGIL-CISL-UIL) comunicano a Unicoop Firenze l'apertura delle procedure per il rinnovo delle Rsu.

Le ultime elezioni si erano svolte nel marzo 2007 e avrebbero dovuto rimanere in carica per tre anni, ma la complicata trattativa per il rinnovo dell'Accordo integrativo - iniziata proprio in corrispondenza della fine del mandato Rsu - e l'accordo per il rinnovo delle rappresentane sindacali raggiunto da Cgil-Cisl-Uil, peraltro mai reso pubblico, hanno impedito che le votazioni avvenissero nei tempi previsti.

In questi ultimi tre anni sono stati molti i solleciti ai sindacati confederali, da parte degli stessi lavoratori e dalla sigla sindacale USB, affinché si provvedesse al rinnovo, ma sono sempre caduti nel vuoto.

Adesso sembra la volta buona perché, a meno di clamorosi colpi di scena, le elezioni si svolgeranno il 9 e 10 maggio 2013.

Quelle che ci apprestiamo ad osservare si preannunciano votazioni molto importanti in Unicoop Firenze, perché per la prima volta nella sua storia, oltre alle classiche tre sigle confederali dovrebbe presentarsi la sigla USB, che nei mesi passati sembra aver raccolto già molti consensi tra i lavoratori. Un risultato importante da parte di USB scompaginerrebbe gli attuali equilibri e potrebbe riportare in agenda argomenti importanti e da troppo tempo tralasciati, tra i quali revisione degli inquadramenti contrattuali, discussione su asili aziendali, promozione della cultura della mobilità sostenibile.

"Via alle danze" dunque e, confidando in elezioni regolari e trasparenti, che vinca il migliore!

       

15 aprile 2013





13 aprile 2013

INTEGRATIVO UNICOOP FIRENZE: CHIARIMENTI SUL NUOVO DIVISORE CONVENZIONALE

In assemblea durante la presentazione dell'accordo sul Contratto Integrativo Aziendale i sindacati firmatari l'accordo avevano sostenuto che la modifica peggiorativa del divisore convenzionale sarebbe stata applicata per i lavoratori già in forza al 22/12/2011 esclusivamente ai fini del lavoro straordinario e del lavoro supplementare.

Unicoop Firenze invece interpreta diversamente la norma e applica il nuovo divisore su tutta la retribuzione oraria con relativo decremento salariale.

Il sindacato USB ha richiesto da tempo un'assemblea sul divisore convenzionale, ma da Cgil, Cisl e Uil nesuna risposta. Di seguito pubblichiamo il volantino di USB, in cui si spiega cos'è il divisore convenzionale e si chiarisce come è stato modificato nell'ultimo contratto integrativo aziendale e la sfera di applicazione.



A DISTANZA DI UN MESE DALLA RICHIESTA DI ASSEMBLEA INOLTRATA DAI LAVORATORI DI UNICOOP FIRENZE E DALLA SCRIVENTE O.S. SULL'ARGOMENTO DIVISORE CONVENZIONALE E NON AVENDO RICEVUTO RISPOSTA DA PARTE DEI SEGRETARI REGIONALI DI CGIL-CISL-UIL, PROVEREMO A DARE NOI UNA SPIEGAZIONE SU QUANTO POTREBBE ESSERE SUCCESSO CON LA MODIFICA DEL DIVISORE SUCCESSIVAMENTE ALLA FIRMA DELL'INTEGRATIVO.

INNANZITUTTO DIAMO UNA DEFINIZIONE DI DIVISORE CONVENZIONALE.

IL DIVISORE CONVENZIONALE E' IL NUMERO CHE SERVE PER LA DETERMINAZIONE DELLA RETRIBUZIONE ORARIA DI UN LAVORATORE DIPENDENTE.

IL DIVISORE DEI DIPENDENTI UNICOOP FIRENZE ERA AL 31/12/2012 UGUALE PER TUTTI E FISSATO NELLA MISURA DI 156, COME PREVISTO DAL CONTRATTO INTEGRATIVO DEL 1996 E NON E' ALTRO CHE LA MOLTIPLICAZIONE DELLE ORE LAVORATE , CIOE' 6 PER I GIORNI LAVORATIVI PREVISTI DAL CCNL, QUINDI 26.

QUESTA MOLTIPICAZIONE DA IL RISULTATO DI 156.

PER IL MAGAZZINO CHE LAVORA SU CINQUE GIORNI IL DIVISORE E' DATO DAL PRODOTTO DI 7,12 ORE PER 22 GIORNI.

PROVATE A CONTROLARE, BUSTA PAGA ALLA MANO:

PER DETERMINARE LA RETRIBUZIONE ORARIA DI UN DIPENDENTE COOP, SI PRENDE LA SOMMA DEGLI ELEMETI DI RETRIBUZIONE (RIQUADRO IN ALTO A SINISTRA),CHE DANNO LE COMPETENZE (IL NUMERO PIU' GRANDE, PARTE CENTRALE DESTRA DELLA BUSTA PAGA) E LO SI DIVIDE PER IL DIVISORE CONVENZIONALE.

IL RISULTATO DETERMINA LA RETRIBUZIONE ORARIA DI UN DIPENDENTE ED E' CONTRASSEGNATO DALLA LETTERA “H”ACCANTO AD OGNI VOCE DI QUANTITA' (PARTE CENTRALE BUSTA PAGA) E DETERMINA L'ALIQUOTA ORARIA.

L'ALIQUOTA ORARIA LA SI TROVA PRESENTE PER LE SEGUENTI VOCI:

-MAGGIORAZIONI LAVORATIVE ORDINARIE

-MAGGIORAZIONI STRAORDINARIE

-MAGGIORAZIONI STRAORDINARIE FESTIVE

-MAGGIORAZIONI STRAORDINARIE NOTTURNE

-ORE PERMESSO RETRIBUITE GODUTE

-ORE PERMESSO RECUPERO GODUTE

E TUTTE QUELLE VOCI CONTRASSEGNATE CON LA LETTERA “H”.

CON LA FIRMA DELL'ACCORDO CIA (PAGINA 62) IL DIVISORE E' STATO PORTATO A 165 COME PREVISTO DALL'ART. 172 DEL CCNL.

E' CHIARO CHE DIVIDENDO LE COMPETENZE PER UN NUMERO PIU ALTO LA RETRIBUZIONE ORARIA DIMINUISCE E LO SI PUO' VERIFICARE METTENDO A CONFRONTO LE BUSTE PAGA ANTECEDENTI AL 31/12/2012 CON QUELLE SUCCESSIVE.

L'ALIQUOTA ORARIA E' STATA MODIFICATA.

RICAPITOLANDO:

DAL 1/1/2013 E' COME SE AVESSIMO DUE DIVISORI, UNO A 156 PER LA RETRIBUZIONE GIORNALIERA CONTRASSEGNATA IN BUSTA DALLA LETTERA “G”E UNO A “165” PER LA RETRIBUZIONE ORARIA CONTRASSEGNATA DALLA LETTERA “H”.

NELLE ASSEMBLEE CHE SI SONO SVOLTE PER L'APPROVAZIONE DELL'ACCORDO INTEGRATIVO NEGLI UFFICI, IN MAGAZZINO E NEI PUNTI DI VENDITA,CGIL-CISL-UIL AVEVANO PARLATO DI MODIFICA DEL DIVISORE SOLO PER LE PRESTAZIONI STRAORDINARIE E SUPPLEMENTARI.

UNICOOP FIRENZE LO HA APPICATO A TUTTE LE VOCI CHE CONCORRONO ALLA DETERMINAZIONE ORARIA DELLA RETRIBUZIONE.

IL 6/3/2013 USB HA CHIESTO UN PARERE LEGALE ALLO STUDIO LEGALE
CONTE-MARTINI-RANFAGNI PER DARE UNA INTERPRETAZIONE DELL'ACCORDO.
IL PARERE E' STATO CHE LA MODIFICA DEL DIVISORE SI APPLICA A TUTTE LE VOCI ORARIE E NON SOLTANTO A QUELLE STRAORDINARIE E SUPPLEMENTARI.

NON RIUSCIAMO A CAPIRE COME MAI LE ORGANIZZAZIONI FIRMATARIE DEL PRESENTE ACCORDO CI HANNO DETTO UNA COSA E UNICOOP FIRENZE NE STA APPLICANDO UN'ALTRA.

IN ATTESA CHE FILCAMS-CGIL, FISACAT-CISL, UILTUCS-UIL ESCANO DAL SILENZIO LA SCRIVENTE O.S. RIMANE A DISPOSIZIONE DI TUTTI I LAVORATORI CHE VORRANNO APPROFONDIRE L'ARGOMENTO ALL'INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA:

unicoop.firenze@usb.it



FIRENZE 12/04/2013

COORDINAMENTO USB PER L'UNICOOP FIRENZE






06 aprile 2013

ELEZIONI RSU IN UNICOOP FIRENZE: USB DIFFIDA CGIL, CISL E UIL

L'assenza di qualsiasi comunicazione da parte dei sindacati confederali prevista dalle procedure per le prossime elezioni delle RSU in Unicoop Firenze, nonché dal rispetto dei requisiti minimi di democrazia sindacale, induce USB ad una lettera di diffida nei loro confronti




Firenze 3/4/2013
                                                                          
Segreterie Regionali di: Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil

e.p.c. Ufficio Relazioni Sindacali di Unicoop Firenze


Oggetto: rispetto procedure accordi interconfederali elezioni  RSU


Venuti a conoscenza del rinnovo RSU nella Unicoop Firenze la scrivente O.S. chiede il rispetto degli accordi interconfederali in materia di indizione di RSU.

Con la presente diffidiamo le OO.SS. in indirizzo ad indire le elezioni senza averci preventivamente messo a conoscenza della data esatta, mediante affissione nei luoghi di lavoro della documentazione necessaria al regolare svolgimento delle procedure.


Distinti saluti

Segreteria Regionale USB
Lavoro Privato



6 aprile 2013

Fonte: Usb


                                                                                                  

03 aprile 2013

MONDO COOP: LA TOSCANA E L'EMILIA, MODELLI CONTRO. E RENZI SI SCHIERA CON GLI EMILIANI

Un interessante articolo del Corriere Fiorentino sull'annosa diatriba tra Coop toscane ed emiliane

L'endorsement di Renzi a favore delle Coop emiliane e l'attacco al Presidente di Unicoop Firenze, Campaini


Come stanno le cose, propaganda a parte


L'articolo del Corriere Fiorentino di seguito pubblicato, prende spunto dal recente endorsement di Matteo Renzi a favore delle "più dinamiche" Coop Emiliane, attaccando Unicoop Firenze che considera meno innovativa, partendo da un'evidenza anagrafica: lo storico Presidente Turiddo Campaini, classe 1940, ricopre la carica dal 1973, dai tempi di Nixon, come sottolinea ironicamente il sindaco fiorentino.

Le dichiarazioni aggressive di Renzi sono in buona parte strumentali, come anche nell'articolo si specifica e prevalentemente riconducibili ad un interesse nel cercare appoggi ne PD emiliano e facilitare un dialogo con Unipol, controllata attraverso Finsoe Spa dalle Coop emiliane, che rilevando Fondiaria-Sai, è proprietaria della famigerata area di Castello a Firenze.

In realtà le schermaglie tra Campaini e Renzi hanno alcuni precedenti. Sicuramente il Sindaco non avrà apprezzato la dichiarazione del presidente di Unicoop Firenze che nel settembre 2012 aveva dichiarato di sentirsi distante dalle primarie del centrosinistra e ancor piu distante dalla candidatura del sindaco Matteo Renzi. Certamente da Renzi lo dividono molte cose, meno credibile è che Unicoop Firenze e Campaini siano distanti da quello che succede nel Pd, tanto che c'è chi titola che Matteo Renzi attacca le Coop (in realtà Unicoop) per colpire Bersani

Un altro elemento di attrito fu quando Renzi concesse nel 2010 l'apertura ai negozi del centro per il 1° maggio, ben prima della liberalizzazione sulle aperture festive del decreto Salva Italia di Monti. Lo scontro poi salì d'intensità, quando alle aperture festive si oppose il Presidente della Toscana, Enrico Rossi. Anche Campaini è da sempre schierato per una regolamentazione delle aperture festive e domenicali, ma con argomentazioni che a noi non convincono del tutto

L'altro argomento utilizzato da Renzi contro Campaini è la disastrosa partecipazione di Unicoop Firenze in MPS (2,7%) che con gli scandali che hanno coinvolto l'istituto senese è sempre meno difendibile. Renzi qui va giù duro: Non tocca a me entrare nel merito dei clamorosi errori di quel gruppo dirigente. Ma credo che l’operazione Mps, molto discutibile, non sia stata indolore per i risparmiatori e per i soci Unicoop. Se fossi un socio Coop, qualche domanda me la farei (intervista a La Nazione del 31 marzo scorso).

Il sindaco tocca tra l'altro un tasto molto sensibile per Unicoop Firenze e le Coop in genere: quello del prestito sociale. Unicoop Firenze e Campaini in primis, sono notoriamente silenziosi quando si tratta questo argomento e sono rimasti silenti in piena bufera MPS, anche se le circostanze sembravano indicare necessaria una presa di posizione, tanto che ci hanno spinto a scrivere che la Coop fiorentina
avrebbe dovuto rassicurare i propri soci. Alla fine il Consiglio di Gestione di Unicoop Firenze è stato costretto ad emettere un comunicato stampa in seguito ad un incisivo articolo di Giuseppe Oddo su il Sole 24 Ore. Abbiamo dovuto mettere il link del comunicato stampa di Unicoop alla pagina Cgil, non per qualche malizia, ma perché sulla pagina ufficiale di Unicoop Firenze, il comunicato è scomparso.

A Renzi però ricordiamo che la ruota gira, e se lui ora ritiene che le Coop emiliane siano tutta un'altra categoria rispetto ad Unicoop Firenze, per sua conoscenza, nonché per onestà intellettuale, vale la pena ricordare che c'è stato un tempo neanche poi così lontano, in cui le cose andavano diversamente. Gli emiliani si imbarcarono nel tentativo poi fallito di Opa su Bnl con Consorte, il quale andò a bussare anche alla porta di Campaini per ricevere finanziamenti sull'operazione ma ebbe in risposta un secco no, sottolineato da queste parole: Io non ci sto, devi rassegnarti all'idea che non sono scalabile. Successivamente fu proprio a Campaini che si rivolsero i cooperatori emiliani dopo il disastro Consorte-Bnl per la presidenza della loro scatola dorata, Finsoe Spa. Tanto per raccontarla tutta. O quasi.


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all'anima delle Due Coop: Chi Consuma, Chi Produce

Uno pensa: coop rosse. E l’immagine è quella della Toscana e dell’Emilia Romagna, un solido sistema che fonda le sue radici nella tradizione del Pci e di una politica pervasiva nei due territori. E invece no. Perché sono diverse, le coop di qua e di là dell’Appennino. E non solo perché Matteo Renzi «endorsa» quelle emiliane e attacca il presidente («dai tempi di Nixon», come ha malignato il sindaco di Firenze) di Unicoop, Turiddo Campaini, reo di aver investito, secondo Renzi, risorse cooperativo in Mps, con risultati pessimi. Certo, quell’attacco si può leggere in chiave politica (un tentativo di ingraziarsi il Pd emiliano, fondamentale in future primarie) o in chiave amministrativa (con Unipol, legate alle coop rosse emiliane, Renzi dovrà trattare per gestire il futuro dell’area di Castello). Ma quei due mondi cooperativi sono diversi per tradizione, stile. Per numeri, ambiti di competenza. E, forse, anche per futuro.


I numeri
Sui circa 150 miliardi di valore della produzione del sistema cooperativo in Italia (bianco, rosso e «laico») un terzo arriva da quello dell’Emilia Romagna. «Circa 48 miliardi» spiega Vera Negri, la docente universitaria che con Stefano Zamagni (il marito) rappresenta l’economista che meglio conosce questo mondo a livello italiano. Di questi (dati 2011) 32 miliardi di euro vengono realizzati dal sistema cooperativo legato a Legacoop (le «coop rosse»). In Emilia Romagna, questo vuol dire 1.250 imprese, 150mila addetti (85% a tempo indeterminato) e due milioni e 800 mila soci. La Toscana è più piccola, in tutti i sensi: non solo perché il valore della produzione è di 9,2 miliardi di euro, ma perché gli adetti sono di meno: 49 mila. Ed un terzo di questi sono nel settore delle cooperative di consumo (per intenderci, Unicoop e Coop Tirreno). La nostra Regione se la gioca, invece, sul fronte dei soci: solo 100 mila in meno rispetto all’Emilia. Questo significa che dietro i numeri, prima di tutto, c’è una storia ed una natura diversa, del sistema cooperativo.

La natura
Con fare maiuetico, Zamagni ci insegna cosa ha portato a questa situazione. «Qual è il principale contributo della Toscana alla storia del mondo? Il suo civismo, il suo municipalismo» che tradotto in termini negativi, vuol dire anche «localismo». Così, mentre il modello cooperativo emiliano è cresciuto, nel tempo, puntando a realtà aziendali di produzione e lavoro «con alcune eccellenze anche nel settore della meccanica, come la Sac di Imola, la Cmc che fa dighe in tutto il mondo» o la Granarolo (che, non a caso, vorrebbe comprarsi la fiorentina Mukki), le dimensione delle aziende di qua dall’appennino «sono rimaste minori». «Quando vengono a studiare il modello cooperativo, vengono in Emilia dagli Usa, dal Canada, dal Giappone» per questa capacità di unire «dimensioni e modalità cooperativa», spiega Zamagni. La stessa decantata dai premi Nobel Stiglit e Ostrom e dalle Nazioni Unite che ha dedicato il 2012 all’«anno della cooperazione». In Toscana, invece «è prevalsa la cooperativa di consumo». A nord dell’Appennino, quindi, soci che lavorano insieme, che si organizzano in grandi strutture. A sud, invece, realtà più piccole, e soprattutto soci che condividono i consumi. «La differenza — aggiunge Zamagni — è antropologica, sociologica, non politica. La Toscana è la regione dei Comuni, della civiltà cittadina. L’Emilia dei Granducati» insiste Zamagni. Troppo litigiosi per mettersi insieme e pensare in grande, questa la «condanna» toscana.

La diversità
«Non è un caso — insiste Negri — che sia nel nord Europa l’area più "cooperativa" del mondo. E che la regione italiana con il peso maggiore, in rapporto a dimensioni sebbene più piccole, sia il Trentino». Gente che è in grado di gestire meglio organizzazioni complesse. In questa logica, quella della «cooperativa di Rochdale» (la prima aperta nel 1883 in Inghilterra) «i soci si organizzano per autotutelarsi e rispondere ai propri bisogni». Ma il collateralismo con il Pci-Psi prima e (dopo Tangentopoli) con il Pds-Ds-Pd? «Questo collateralismo — è convinto Zamagni — si è concluso con il gennaio del 2011: la nascita dell’Alleanza cooperativa», la nuova associazione di rappresentanza che ha visto insieme Legacoop, Confcooperative (coop bianche) e Agci (movimento cooperativo laico-repubblicano). Ma c’è chi non crede che questa differenza ci sia più concreta.

La tradizione persa
«Solo una foglia di fico». Il giudizio, tranchant, sull’Alleanza cooperativa è di Mario Frau. Ex dirigente piemontese del mondo coop, ha raccontato in un libro dal titolo La Coop non sei tu perché, secondo lui c’è stata questa «mutazione genetica» del mondo cooperativo. Che non risponde più all’esigenza dello «spirito mutualistico» originario. Un esempio? «È scomparso il "ristorno"», cioè la suddivisione degli utili tra i soci-consumatori-produttori alla fine dell’anno, quel «di più» che rendeva diverse le coop di consumo ( delle nove grandi coop solo Coop Adriatica e Coop Estense praticano ancora oggi il ristorno in favore dei soci). E la toscana Unicoop Firenze , insieme ad altre cooperative del sistema Coop Italia, è tra quelle che a suo tempo lo cancellò, «con la giustificazione — spiega Frau — di fare politiche di prezzo inferiori a quelli dei propri migliori competitori: una diversa strategia mutualistica, dare ai soci prodotti che costano meno. In altre parole, offrire un vantaggio subito. È vero, ma solo in parte: sicuramente Unicoop Firenze pratica prezzi bassi, posso dire che in altre cooperative non è così». Ma sono differenti, le coop emiliane da quelle toscane, entrambe al centro di complesse vicende finanziarie (con risvolti giudiziari)? Era poi questa l’accusa di Renzi a Campaini: aver perso quel senso mutualistico, quell’etica, quella «differenza» dal resto delle imprese. Anche se Renzi non pare essersi domandato se ci sia differenza tra la scalata Unipol a Bnl e l’acquisizione di quote Mps da parte di Unicoop, oppure se siano etici i 2.220 esuberi in Fondiaria dopo l’acquizione da parte della società assicurativa bolognese. «Quello di Bnl, Unipol e Mps è stato uno scontro di strategie finanziarie» è convinto Frau. Con, da una parte, le coop emiliane che volevano scalare uno dei principali gruppi finanziari italiani, e il sistema coop toscano che invece pensava di non dover uscire fuori dalla regione, perché qua, una banca, c’era già: la banca del territorio, Mps. Vale la pena ricordare che “Il Presidente di Unicoop Firenze Turiddo Campaini, durante le grandi manovre per scalare la B.N.L., sulle pagine del quotidiano “Il Tirreno” sostenne che “ le cooperative sono state “attaccate dal virus dell’omologazione” e puntualizzò: “Occorre riportare al centro la persona, non il mercato. Il mio auspicio è che si smetta di parlare di finanza rossa. Vorrei che si parlasse di finanza popolare”. “Peccato che tali condivisibili parole furono pronunciate da uno che si rifiutò di partecipare alla scalata alla B.N.L. non per motivi di carattere etico,ma per il semplice fatto che non se la sentì di tradire il Monte dei Paschi di Siena,di cui la cooperativa era socia da tempo” , ha dichiarato Frau.a Campaini: aver perso quel senso mutualistico, quell’etica, quella «differenza» dal resto delle imprese. Anche se Renzi non pare essersi domandato se ci sia differenza tra la scalata Unipol a Bnl e l’acquisizione di quote Mps da parte di Unicoop, oppure se siano etici i 2.220 esuberi in Fondiaria dopo l’acquizione da parte della società assicurativa bolognese. «Quello di Bnl, Unipol e Mps è stato uno scontro di strategie finanziarie» è convinto Frau. Con, da una parte, le coop emiliane che volevano scalare uno dei principali gruppi finanziari italiani, e il sistema coop toscano che invece pensava di non dover uscire fuori dalla regione, perché qua, una banca, c’era già: la banca del territorio, Mps. Vale la pena ricordare che “Il Presidente di Unicoop Firenze Turiddo Campaini, durante le grandi manovre per scalare la B.N.L., sulle pagine del quotidiano “Il Tirreno” sostenne che “ le cooperative sono state “attaccate dal virus dell’omologazione” e puntualizzò: “Occorre riportare al centro la persona, non il mercato. Il mio auspicio è che si smetta di parlare di finanza rossa. Vorrei che si parlasse di finanza popolare”. “Peccato che tali condivisibili parole furono pronunciate da uno che si rifiutò di partecipare alla scalata alla B.N.L. non per motivi di carattere etico,ma per il semplice fatto che non se la sentì di tradire il Monte dei Paschi di Siena,di cui la cooperativa era socia da tempo” , ha dichiarato Frau.a Campaini: aver perso quel senso mutualistico, quell’etica, quella «differenza» dal resto delle imprese. Anche se Renzi non pare essersi domandato se ci sia differenza tra la scalata Unipol a Bnl e l’acquisizione di quote Mps da parte di Unicoop, oppure se siano etici i 2.220 esuberi in Fondiaria dopo l’acquizione da parte della società assicurativa bolognese. «Quello di Bnl, Unipol e Mps è stato uno scontro di strategie finanziarie» è convinto Frau. Con, da una parte, le coop emiliane che volevano scalare uno dei principali gruppi finanziari italiani, e il sistema coop toscano che invece pensava di non dover uscire fuori dalla regione, perché qua, una banca, c’era già: la banca del territorio, Mps. Vale la pena ricordare che “Il Presidente di Unicoop Firenze Turiddo Campaini, durante le grandi manovre per scalare la B.N.L., sulle pagine del quotidiano “Il Tirreno” sostenne che “ le cooperative sono state “attaccate dal virus dell’omologazione” e puntualizzò: “Occorre riportare al centro la persona, non il mercato. Il mio auspicio è che si smetta di parlare di finanza rossa. Vorrei che si parlasse di finanza popolare”. “Peccato che tali condivisibili parole furono pronunciate da uno che si rifiutò di partecipare alla scalata alla B.N.L. non per motivi di carattere etico,ma per il semplice fatto che non se la sentì di tradire il Monte dei Paschi di Siena,di cui la cooperativa era socia da tempo” , ha dichiarato Frau.

I nome e i volti
L’altro scontro è sul rapporto con la vecchia «nomenklatura» del Pci-Pds-Ds-Pd presente nelle coop rosse. E qui Frau è categorico: «La cinghia di trasmissione non c’è più: ora c’è un potere di condizionamento reciproco». E a vedere bene, qui le differenze sono meno palpabili tra Emilia Romagna e Toscana. Perché è vero che Campaini sarà qua «dai tempi di Nixon» e che Cimbri, il quarantenne amministratore delegato con cui Renzi parla anche del futuro di Castello, non fa parte «dell’apparato» del vecchio Pci. Ma è anche vero che pure Unipol può sfoderare un presidente, Pierluigi Stefanini, che è in Legacoop dal 1990 ed è stato prima segretario provinciale del P.C.I. di Bologna, e la toscana alcuni giovani dirigenti (come quello del mondo agricolo, Roberto Negrini, oppure quello della innovativa Cellini di Prato (fotovoltaico, lavoro in mezzo mondo) guidata dal giovane Stefano Ciacci, anche lui, senza un passato «doc» Pd. Insomma, una realtà più complessa di quella che emergeva nell’attacco a testa bassa di Renzi a Campaini. Dal mondo coop toscano, anche ieri, silenzio assoluto. Nè una risposta, nè un commento.



3 aprile 2013

Marzio Fatucchi

Corriere Fiorentino


COOP CENTRO ITALIA PROROGA IL CONTRATTO INTEGRATIVO AZIENDALE

Sarà prorogato fino al 2014 il contratto integrativo dei dipendenti di Coop Centro Italia







A dare l'annuncio dell'accordo siglato con i vertici dell'azienda sono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil che evidenziano come "la positiva conclusione della trattativa conferma l'intesa sul lavoro domenicale con relativa maggiorazione del 80% e il limite massimo di 17 domeniche lavorabili per ogni lavoratore, più dicembre, e l’impegno a rispettare le festività 1 gennaio, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, Pasqua, lunedì dell’Angelo, Natale e Santo Stefano".

Non basta i sindacati esprimono soddisfazione anche per l'impegno assunto da Coop "a proseguire e concludere il processo di stabilizzazione dei lavoratori (lista 124), in rapporto al raggiungimento degli obiettivi di vendita, che si concretizzerà per i primi 30 dipendenti entro il 31 luglio 2013". Restano perplessità in relazione al part time ciclico anche se Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil mettono l'accento sul fatto che "considerata la grave situazione economico-sociale in cui si trova il Paese con la conseguente difficoltà di accedere al mondo del lavoro" si tratti di "un primo passo, assolutamente da migliorare nel tempo".

Nell'accordo sottoscritto con Coop ci tengono a far sapere i sindacati, è ricompresa anche l'omogenizzazione del premio aziendale di 180 euro che sarà "uguale per tutti i livelli e riproporzionato in ragione del contratto part time e dei periodi di lavoro svolti nell’esercizio 2012". E', quindi, complessivamente positivo il giudizio sui contenuti - conclude la nota a firma di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil - "fermo restando l’impegno a cercare di migliorare la possibile condizione degli eventuali part-time ciclici".



2 aprile 2013

Perugia24ore.it