31 dicembre 2009

PREVICOOPER: FACCIAMO DUE CONTI ...





Quasi un anno di TFR e Previcooper





La premessa a questo mini rendiconto è d'obbligo. La crisi finanziaria che ha colpito i mercati mondiali, cominciata nel giugno 2007, ha avuto il suo apice nel marzo di quest'anno. Da allora le borse hanno recuperato dai minimi in parte e ne hanno beneficiato, in varia entità, tutti quegli strumenti finanziari legati all'investimento azionario.

Inoltre, le politiche monetarie delle banche centrali hanno portato i tassi d'interesse sui minimi, schiacciando i rendimenti e facendo salire il prezzo di obbligazioni e titoli di stato. Ne consegue che anche chi aveva investito in strumenti e fondi che hanno come riferimento i bond, ha avuto qualche soddisfazione.

Ma passiamo ai dettagli. Molti cercano informazioni sui fondi negoziali di riferimento della nostra categoria, i fondi Previcooper.












Clicca sulla tabella per ingrandire


I dati relativi al mese di dicembre non sono ancora disponibili, quindi le percentuali si riferiscono al periodo dicembre 2008-novembre 2009 , ecco quanto:

Previcooper Sicuro: +7% (dal dicembre 2007 +10,5%)
Previcooper Bilanciato: +7,8% (dal dicembre 2007 +1,6%)
Previcooper Dinamico: +8,8% (dal dicembre 2007 -10%)

Per quanto riguarda la rivalutazione del TFR, anche qui dobbiamo attendere che l'Istat comunichi il dato di dicembre nel prossimo mese, ma prendendo come riferimento novembre (indice FOI 0,7% + quota fissa 1,5%), l'incremento si attesta al 2,2% lordo (1,96% netto).
Lo scorso anno fu del 3% lordo (2.7% netto).

I DATI DEL 2008

Prossimamente ci occuperemo anche delle performances 2009 delle società quotate che sono legate al mondo delle cooperative; quindi MPS ovviamente, ma non solo...

Nell'augurarvi un felice nuovo anno, approfittiamo per ringraziare TUTTI coloro che ci seguono, ci scrivono, ci passano articoli, informazioni e quant'altro. Continuate così. Auguri.

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28 dicembre 2009

NATALE IN AZIENDA PER I LAVORATORI DELL'EX EUTELIA DI PREGNANA MILANESE





Ex Eutelia- Agile: Natale di lotta





Dopo la sentenza di nomina dei custodi per la ordinaria amministrazione i dipendenti hanno deciso comunque di continuare con il presidio. "Organizzeremo turni di otto ore e non ci mancheranno il panettone e lo spumante" spiega ai microfoni di CNRMedia Angelo Panaria, delegato Fiom-Cgil.
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Un natale in azienda. Lo passeranno i lavoratori dell'Agile-ex Eutelia di Pregnana Milanese, che stamattina, dopo quasi due mesi di occupazione e dopo la decisione del tribunale di Roma, decisione accolta con favore che ha disposto il sequestro dei beni della società e la nomina dei custodi per la ordinaria amministrazione, hanno deciso comunque di continuare con il presidio.

"Abbiamo chiesto l'insolvenza per la gestione disastrosa dell'azienda, per cui la decisione del tribunale ci soddisfa. In attesa di definire una eventuale amminitrazione straordinaria ha tolto almeno la gestione della società dalle mani di questi personaggi che noi abbiamo fin dall'inzio fortemente contestato" spiega Angelo Panaria, delegato Fiom-Cgil dell'ex Eutelia.

Nella riunione con i lavoratori e con il sindacato - aggiunge Panaria - abbiamo comunque valutato di continuare il presidio sino a quando non ci saranno risposte che daranno garanzie lavorative a tutti i 2mila dipendenti circa della società, per cui in questi giorni terremo tute le inizative necessarie a garantire la massima presenza". Natale in azienda, quindi, ma anche vigilia, Santo Stefano e Capodanno.

"Il clima è sicuramente migliore - sottolinea il sindacalista - ma abbiamo ancora parecchi problemi, comunque siamo pronti a incontrare i custodi già dal 28". Operativamente, in questi giorni, per presidiare l'azienda dall'interno i lavoratori organizzeranno turni da otto ore. A chi farà la vigilia verrà dato il cambio a, mezzogiorno del 25 e così via. "La solidarietà" - spiega Panaria - è tanta".

Anche per quanto riguarda la vicina Curia, che nei primi giorni dell'occupazione ha celebrato una messa su questo tema, "noi non chiediamo che le persone e le istituzioni vengano, ma le porte sono aperte e se vorranno farci visita noi li accoglieremo volentieri".

24 dicembre 2009

CNR Media.com

Dal nostro blog:

MONTEPASCHI NEL DICEMBRE 2007 ACQUISTO' PER CIFRE FOLLI IL 2,283% DI EUTELIA.

LAVORATORI EUTELIA/AGILE: COMUNICATO SINDACALE

EUTELIA: SEQUESTRATI DUE MANAGER

EUTELIA-AGILE: PARTONO 1.192 LETTERE DI LICENZIAMENTO

EUTELIA: DIMISSIONI DI TOMMASO POMPEI

EX EUTELIA: OCCUPATA LA SEDE DI PREGNANA MILANESE

EX EUTELIA, BLITZ DI GUARDIE PRIVATE PER SGOMBERARE L'AZIENDA OCCUPATA
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25 dicembre 2009

CENTRO COMMERCIALE PANORAMA, IL TAR DA RAGIONE AL COMUNE: RESPINTI I RICORSI DI UNICOOP


Ci sono voluti quasi dieci anni, ma alla fine il Comune ha avuto ragione: nell’area di via Sestini non era possibile impedire l’insediamento del centro commerciale Panorama.



Lo ha sancito il Tar toscano, con una sentenza presa a novembre e depositata in segreteria nei giorni scorsi. I giudici amministrativi fiorentini hanno infatti respinto il doppio ricorso presentato (uno nel 2000, il secondo l’anno successivo) dalla Unicoop Firenze.

La Unicoop impugnò in successione il piano del commercio in sede fissa del Comune (luglio 2000) e il piano attuativo dell’area (ottobre 2000), all’epoca di proprietà della società Saita. Grazie ai due provvedimenti del Comune (all’epoca era sindaco Lido Scarpetti e assessore all’Urbanistica Antonio Pileggi), fu possibile l’insediamento di un centro commerciale da 9.500 metri quadri, di cui 5.000 di supermercato e 4.500 di galleria commerciale. La proprietà dell’area passò poi dalla Saita alla Sirim spa e infine a Panorama, che realizzò concretamente il centro commerciale attualmente aperto da 3 anni. Contro quegli atti fece ricorso l’Unicoop Firenze, titolare della Coop di viale Adua, che si riteneva danneggiata dal nuovo insediamento. Una previsione illegittima, quella del Comune, almeno secondo gli avvocati della Coop. Perché?

Palazzo di Giano aveva previsto nei 17 ettari allora completamente liberi su un lato di via Sestini la realizzazione di strutture commerciali nel Prg del 1976, ma aveva poi cambiato idea, trasformando l’area in agricola nel 1990. Ma giusto un anno prima la società Saita aveva presentato il progetto di lottizzazione dell’area con il centro commerciale dentro. Il Comune respinse il progetto, ma la Saita fece ricorso al Tar e vinse.

A quel punto l’amministrazione Scarpetti decise che occorreva tornare alla precedente pianificazione, accettando il centro commerciale. L’assessore Pileggi si dedicò a limare il più possibile la colata di cemento che sarebbe piovuta accanto a via Sestini e alla fine la riduzione delle dimensioni fu del 30% circa. Ma quest’impostazione venne aspramente contestata, soprattutto dai Verdi, che allora erano (e rimasero) in maggioranza. Le voci critiche in consiglio comunale, comunque, furono molte.

Ma la giunta Scarpetti tenne la posizione e oggi il Tar - respingendo l’impostazione della Coop - sancisce la giustezza di quel comportamento. Il Comune non aveva scelta, non poteva ignorare la sua vecchia previsione - dicono in sostanza i giudici del Tar toscano - quindi il futuro centro commerciale non poteva essere bloccato.

«Fa piacere - commenta Antonio Pileggi, allora assessore e oggi dirigente della Comunità Incontro - a distanza di anni veder riconosciuta giusta la propria impostazione. Allora non mancarono in maggioranza le voci contrarie ma è evidente che la sentenza del Tar conferma la nostra scelta. E poi devo dire che l’attuale sistemazione dell’area non mi sembra poi mal riuscita».

20 dicembre 2009

Fabio Calamati

Il Tirreno


22 dicembre 2009

COOP ITALIA, NUOVO CONSIGLIO DI GESTIONE



COOP ITALIA SCEGLIE IL SISTEMA DUALE



Una nuova governance per Coop Italia (il consorzio di acquisti e marketing delle cooperative di consumo).
Debutta, con il voto dell'assemblea dei soci il sistema duale, che separa i rappresentanti della società (i soci), dalla gestione (i manager)

Il Consiglio di sorveglianza di Coop Italia, presieduto da Ernesto Dalle Rive, ha nominato il nuovo Consiglio di Gestione:


Confermato il Presidente Vincenzo Tassinari, come Vice Presidente e' stata nominata la neo eletta Maura Latini ( gia' responsabile commerciale di Unicoop Firenze); confermato Mauro Cifiello (direttore commerciale Coop Italia), entrano Alessandro Mazzoli, Roberto Fiammenghi (Coop Italia Food) e Liborio Rosafio.

Il consiglio di sorveglianza è formato da:

Silvano Ambrosetti (presidente di Coop Lombardia), Paolo Bedeschi (presidente del consiglio di sorveglianza di Coop Reno), Francesco Berardini (presidente di Coop Liguria), Turiddo Campaini (presidente del consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze), Ernesto Dalle Rive (presidente di Novacoop), Marco Lami (presidente di Unicoop Tirreno), Marco Pedroni (presidente di Coop Consumatori Nordest), Giorgio Raggi (presidente di Coop Centro Italia), Mario Zucchelli (presidente di Coop Estense), Gilberto Coffari (presidente di Coop Adriatica).

19 dicembre 2009

Coop Italia - Comunicato stampa
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21 dicembre 2009

IPERCOOP PONTIGNALE, TREMANO I NEGOZIANTI


SCANDICCI- LA GIUNTA APPROVA DUE DELIBERE FONDAMENTALI
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Pontignale nascerà all'uscita della FI-PI-LI


Il via ai lavori non è distante. Avrà anche ambulatori e palestra


E' lo spauracchio di tutti i commercianti della zona. Sono pronti a partire i lavori per il maxi ipermercato da 25mila metri quadri, realizzato da Unicoop nell'area del centro direzionale regionale a Pontignale.

La giunta ha approvato due atti propedeutici, ovvero la delibera per la Valutazione integrata ambientale e quella per il progetto esecutivo delle opere di urbanizzazione a carico di Unicoop, tra cui la nuova viabilità, parcheggi, verde pubblico, la sistemazione dell'area del vecchio casello autostradale, il completamento della viabilità di Borgo ai Fossi e del viadotto La Torre, percorsi pedonali e ciclabili e il collegamento fognario al fosso Dogaia, per un totale di 2.793.053,64 euro.
A questo punto non manca che ritirare le concessioni edilizie ed i lavori potranno partire.

Il nuovo centro sarà costruito su un'area di 52 mila mq, di cui 10 mila in superfici di vendita per grande distribuzione in due edifici accoppiati, oltre ad attrezzature commerciali fino ad un massimo di 15.000 mq.

" La nuova struttura non avrà importanza soltanto per il commercio - ha detto il Vicesindaco Alessandro Baglioni - dentro vi saranno ospitati servizi importanti per gli abitanti della zona, come un ambulatorio ed una palestra, inoltre con le opere pubbliche destinate a Pontignale il nuovo centro commerciale porterà ad una vera e propria rinascita della frazione.
La realizzazione del nuovo centro commerciale chiude di fatto la questione della grande distribuzione nel quadrante sud-ovest fiorentino"

La previsione delle superfici di vendita del nuovo centro commerciale era già contenuta in un'intesa dell'aprile del 2000 tra i comuni di Firenze, Scandicci e Lastra a Signa: l'accordo riduceva le dimensione del centro di San Lorenzo a Greve e portava da 62 mila a 52 mila i metri quadri di Pontignale.

A questo punto, con la partenza dei lavori, si prepara l'arrivo di quello che è già stato definito come l'anti-Gigli del quadrante sud-ovest fiorentino. E sarà una battaglia all'ultima offerta speciale, all'ultimo sconto.

21 dicembre 2009

Fabriz
io Morviducci

La Nazione - Provincia


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Unicoop Firenze continua ad investire pesantemente nella zona sud ovest dell'area fiorentina, facendosi ormai concorrenza in casa. Verrà di fatti ridotta, come citato nell'articolo, la coop di Ponte a Greve e l'ipermercato di Lastra a Signa verrà ridimensionato e declassato a supermercato.

Non si può dire che il comune di Scandicci non sia stato generoso con Unicoop, ormai il territorio della cittadina è completamente Coopizzato: Magazzini e Cedi, negozio di Vingone ed ex Matec. Appunto.

A questo punto ci aspettiamo un gesto concreto da parte di Unicoop verso i tre lavoratori ex Matec, che attualmente sono rimasti fuori dall'accordo e che vede il Sindaco di Scandicci nel ruolo di garante. Insomma, Scandicci a fatto tanto per Unicoop, ora è giunto il momento che Unicoop, che ha sottoscritto il contratto d'affitto dell'ex Matec dall'acquirente Consorzio Etruria e che dunque viene chiamata in causa per le tre assunzioni, faccia il proprio ruolo, come previsto dagli accordi.

TROPPO FACILE
Troppo facile essere in sintonia con le encicliche papali, se poi non si rispettano i più elementari accordi. A Pontignale, Unicoop investe circa 6.000 miliardi delle vecchie lire ed irride un Sindaco "amicissimo" (che deve fare più di così per Unicoop?) oltre a ignorare la dignità ed il diritto al lavoro di 3 (tre) dipendenti che devono essere ricollocati.

Troppo facile e opportunista fare la solidarietà nel Burkina Faso, ma scordarsene appena fuori dell'uscio di casa.


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LA RICOLLOCAZIONE DI TRE DIPENDENTI EX MATEC




L’assessore Di Fede ha risposto ad una domanda d’attualità di PRC/PDCI/SC




Sulla questione inerente la ricollocazione dei lavoratori ex Matec l’assessore ai Rapporti col Consiglio Giovanni di fede ha risposto ad una domanda d’attualità dei consiglieri Andrea Calò e Lorenzo Verdi (PRC/PDCI/SC).

“Già nel maggio 2007 il Consiglio provinciale si occupò della situazione degli 83 lavoratori collocati nelle liste di mobilità. Furono 80 i lavoratori ex Matec che aderirono al progetto di ricollocazione collegato all’accordo del febbraio 2006 che ha visto impegnata la Provincia. La vicenda – ha spiegato l’assessore Di Fede – riguarda tre lavoratori non ancora ricollocati provenienti dalla cassa integrazione guadagni che hanno preso parte al progetto suddetto e vedranno scadere il periodo di mobilità il prossimo 1° gennaio 2010.

I sindacati denunciano pubblicamente che per questi lavoratori esisteva un accordo, risalente al 2008, per l’assunzione entro il febbraio 2009 poi rinviato a settembre 2009. Il Consorzio Etruria era, in quel momento, l’acquirente dell’immobile ex Matec, successivamente è stata Unicoop a sottoscrivere il contratto di affitto e dunque viene chiamata in causa per le tre assunzioni.

Il Sindaco di Scandicci, quale garante, ha sollecitato il rispetto di quanto stabilito anche attraverso un accordo specifico tra Consorzio Etruria e Unicoop e proseguirà nel lavoro finalizzato nella vicenda. In assenza di una risoluzione si sono dichiarate pronte a avviare azioni legali”.

Calò ha ricordato che: “Nel 2005 la Provincia di Firenze ha seguito passo per passo i processi di delocalizzazione e di dismissione all’interno della Provincia di Firenze e, in quel contesto, sostenemmo la durissima battaglia dei lavoratori della Matec. La questione è finita male perché, comunque, l’azienda meccanotessile del gruppo Lonati chiuse e persero il lavoro 242 operai.

C’era un garante: l’autorevole Sindaco di Scandicci che doveva garantire il rispetto delle parti, ma c’è anche la nostra preoccupazione perché il governo è cieco e sordo sull’incremento delle misure al sostegno al reddito.

Dal 1° gennaio 2010 finiranno gli ammortizzatori sociali per questi lavoratori che non avranno, così, più nessuna forma di sostentamento. La Matec è stata una vicenda simbolo delle dismissioni e sulla quale si è aperto un vero e proprio processo di deindustrializzazione nella Provincia di Firenze. Ci auguriamo che, in sede di bilancio, si possano trovare, alla fine, dei finanziamenti per un pacchetto anticrisi di sostegno al reddito e al salario più che di sostegno alle imprese”.

15 dicembre 2009

Provincia di Firenze
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20 dicembre 2009

CAMPAINI, SEI PROPRIO SICURO DELLA SINTONIA DELLA COOP CON LA CHIESA?




E SE LA DOMENICA CHIUDESSIMO ?
ALLA CHIESA NON DISPIACE




Come abbiamo scritto nei giorni scorsi l'avvicinamento tra Coop rosse e Chiesa Cattolica sembra prendere un indirizzo preciso, come l'intervista rilasciata dal Presidente Campaini dimostra.

Succede però, che in altre civili zone d'Europa, la questione delle aperture domenicali abbia sollevato delle forti contrapposizioni tra comunità religiose da una lato (compresa quella Cattolica) e attività commerciali dall'altro, che proprio sulla domenica lavorativa trovano il pomo della discordia.

Nei giorni scorsi, infatti, la Corte Costituzionale tedesca ha accolto il ricorso delle Chiese Cattolica ed Evangelica, affermando che l'apertura domenicale dei negozi viola la costituzione tedesca, non solo per motivi religiosi, ma anche per permettere il recupero fisico e spirituale dei lavoratori e la loro partecipazione sociale.

Ora, a riprendere e sollevare la questione anche per quanto riguarda la domenica lavorativa nel nostro Paese, ci pensano i sindacati del Commercio di Cgil Cisl e Uil e i delegati sindacali Coop Estense di Modena e Ferrara con una lettera indirizzata alle gerarchie ecclesiastiche dell'Emilia-Romagna e che di seguito pubblichiamo.

Al caro Turiddo diciamo che, se il vento dovesse cambiare, sarebbe ancora in tempo ad abbandonare o rivedere la posizione sull'enciclica di Benedetto XVI con cui era così in sintonia, a prendere un pò di strategica e opportuna distanza e continuare con il corso "stakanovista" degli eroi dell'iper produttività atea della tradizione sovietica. Veda un pò lui, tanto decide tutto da solo.

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LETTERA APERTA SUL LAVORO DOMENICALE NEL COMMERCIO

Lettera dei sindacati del Commercio di Cgil Cisl e Uil e dei delegati sindacali Coop Estense di Modena e Ferrara al presidente della Cei Emilia-Romagna Cardinale Caffarra, ai Vescovi di Modena e Ferrara e agli Amministratori locali, sulle aperture domenicali dei negozi.

c.a. S. Eminenza Rev. ma

Presidente Conferenza Episcopale Emilia Romagna

Regione Ecclesiastica Emilia Romagna

Cardinale Arcivescovo Carlo Caffarra

c.a. S. Eminenza Rev.ma

Arcivescovo di Modena Benito Cocchi

c.a. S. Eminenza Rev.ma

Arcivescovo di Ferrara Paolo Rabitti

c.a. Amministratori locali Province Modena e Ferrara


Nei giorni scorsi la Corte Costituzionale tedesca ha accolto il ricorso delle Chiese Cattolica ed Evangelica, affermando che l’apertura domenicale dei negozi viola la Costituzione tedesca.

La domenica, secondo i Giudici, va considerata giornata del riposo dal lavoro, non solo per motivi religiosi, ma anche per permettere il recupero fisico e spirituale dei lavoratori e la loro partecipazione alla vita sociale. Il ricorso era partito contro la decisione di prevedere l’apertura dei negozi, a Berlino, per le quattro domeniche di Avvento.

I Giudici tedeschi hanno affermato che la persona umana va posta al di sopra degli interessi economici.

Questo avviene in una nazione dove il massimo di aperture domenicali annue è di 6. In Italia invece sono come minimo 13, ma in un numero infinito di Comuni italiani sono di più, fino alla totale liberalizzazione delle aperture.

Ciò è frutto di un federalismo malato, che ha consentito improbabili e spesso ridicoli riconoscimenti di “città ad economia turistica”, concessi a realtà del tutto prive di turismo.

Il presidente dell’Associazione dei cattolici tedeschi (ZdK), Alois Glueck, ha plaudito alla decisione della Corte Costituzionale spiegando che «se si sottomette ogni cosa alla massimizzazione del denaro e dell’economia, arrivando alla totale economizzazione della vita, vengono distrutte tutte le dimensioni umane».

Glueck ha ricordato poi che «ogni grande cultura ha la sua giornata di riposo”.

Come Organizzazioni Sindacali, unitamente ai delegati sindacali di Coop Estense di Modena e Ferrara ci riconosciamo nelle parole di Alois Glueck, ed auspichiamo che parta al più presto un profondo processo di revisione di scelte errate che rischiano di determinare effetti devastanti nella sfera sociale.

Le aperture domenicali non portano occupazione aggiuntiva.

E’ un falso. La “torta” del consumo resta sempre la stessa; soltanto viene divisa diversamente tra i diversi competitori, con i più grandi che prevalgono.

Per fare questo, per qualche profitto in più, si è ormai trasformata la domenica e la giornata festiva in un giorno come gli altri.

Anche in Italia bisogna avere il coraggio di tornare indietro.

Bisogna avere il coraggio di dire basta a modelli di esasperato quanto deleterio consumismo.

Bisogna avere il coraggio di farlo, prima di essere del tutto sazi, ma assolutamente disperati.


17 dicembre 2009

I DELEGATI SINDACALI COOP ESTENSE Modena e Ferrara

FILCAMS CGIL – FISASCAT CISL – UILTUCS UIL Modena e Ferrara


Facciamo come in Germania, fermiamo il lavoro domenicale"

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LA SPEZIA: LE COOP ROSSE INVADONO ANCHE "LE TERRAZZE"


Nuovo centro commerciale a La Spezia, dove Sonae Sierra e Ing Real Estate Development hanno avviato i lavori per la costruzione, entro autunno 2011, del complesso «Le Terrazze»: quasi 40mila metri quadrati la superficie, per un investimento complessivo di 125 milioni di euro.

Le «prenotazioni» sono già un successo, con Ipercoop, tanto per cambiare, in prima fila, ad affittare gli spazi assieme a marchi di prestigio come Euronics, Tonic, Play Park, Scarpamondo, Deichmann, Sasch, Cisalfa e Den Store. E sì che a La Spezia «regna» da tempo il sistema-cooperative rosse con tre supermercati Coop e un ipermercato Ipercoop.
Nonostante questa presenza massiccia e la crisi dei consumi, pare proprio che la grande distribuzione scommetta sulla ripresa della fiducia dei consumatori e sulle loro capacità di aprire il portafoglio.

Il nuovo shopping center «Le Terrazze» sarà comunque il più grande in tutta la provincia spezzina. Una cospicua parte dell’investimento è stata assicurata grazie a un finanziamento concesso da un pool di banche italiane: UniCredit Corporate Banking (organizzatore del pool), Banca Popolare di Lodi, Mediocredito Italiano e Cassa di Risparmio della Spezia (Gruppo Intesa San Paolo). Le Terrazze offrirà a un bacino di attrazione di oltre 210mila abitanti, di cui circa 100mila residenti nel capoluogo, 107 unità commerciali, incluso un ipermercato Ipercoop di 7.500 metri quadrati di area di vendita, 9 unità di grandi dimensioni e 16 tra ristoranti e bar. Ci saranno inoltre un Family Entertainment Center, un Fitness club e un parcheggio da duemila posti auto.

Sul piano della grande distribuzione, intanto, Lidl moltiplica i punti vendita a Genova: oggi si inaugura il nuovo market, l’ottavo, in via Montanella 4, a Voltri. Ha una superficie di vendita di oltre 900 metri quadrati con un parcheggio da circa 80 posti auto.

17 dicembre 2009

il Giornale.it

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18 dicembre 2009

ELETTA LA NUOVA PRESIDENZA DI LEGACOOP TOSCANA



E' composta da 19 persone la nuova Presidenza di Legacoop Toscana, eletta stamani a Firenze al termine della riunione della Direzione regionale.

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“La nostra scelta è andata nella direzione di confermare all’interno della Presidenza la maggioranza di cooperative. Si tratta di una innovazione che contraddistingue la Toscana a livello nazionale e che in questi anni ci ha dato molto in termini di capacità di stare maggiormente in sintonia con il mondo del lavoro e delle imprese – spiega Stefano Bassi, presidente di Legacoop Toscana -. Abbiamo anche deciso di avere come invitata permamente nella Presidenza la presidente della Commissione Pari Opportunità di Legacoop, e di dare una maggiore articolazione che fotografi le dimensioni delle cooperative. Al nostro interno è presente una varietà di dimensioni, con coperative grandi, medie e piccole che hanno bisogni, modalità di gestione e governance e domande diverse. Nella composizione della presidenza abbiamo cercato di dar traccia di questa articolazione. Infine abbiamo inteso rappresentare quanto più possibile il territorio della Toscana”.

La Presidenza di Legacoop Toscana è dunque composta da 13 rappresentanti i cooperativa e 6 appresentanti di strutture associative, più un invitato permanente. Si tratta di: Stefano Bassi (presidente Legacoop Toscana), Giulio Bani (vicepresidente Legacoop Toscana), Turiddo Campaini (Unicoop Firenze), Marco Lami (Coop Tirreno), Giorgio Raggi (Coop Centro Italia), Renato Campinoti (Associazione Produzione e Lavoro), Luigi Minischetti (Consorzio Etruria), Susanna Bianchi (Coop Archeologia), Mauro Fabbrini (Coop Comea), Roberto Franci (Conad), Adolfo Moni (Associazione Abitazione), Stefano Tossani (Coop Unica), Roberto Negrini (Associazione Agricole), Giuseppe Zanieri (Associazione dei Servizi), Angelo Migliarini (responsabile cooperative sociali), Fabrizio Frizzi (presidente Cooplat), Ilaria Rossetti (Coop Aplysia), Daniela Vianelli (Coop Itinera), Alfonso Cavezzini (Coop Amiata).

“Fra i temi sui quali saremo chiamati a lavorare nelle prossime settimane – conclude Stefano Bassi – c’è il ruolo della cooperazione toscana a livello nazionale e quale contributo il nostro movimento può e intende dare per il rilanco della Toscana, alle prese con una crisi profonda. In questo senso dovremo sforzarci di sviluppare il tema della intersettorialità, moltiplicando le alleanze e le occasioni di collaborazione fra diverse esperienze imprenditoriali, cooperative e non”.
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17 dicembre 2009

Nove da Firenze
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Intervista a Stefano Bassi: "Le Coop sopportano meglio la crisi, ma da sole non ce la possono fare"

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17 dicembre 2009

UNICOOP E CHIESA SEMPRE PIU' VICINI



Cadono antiche barriere.
Sempre più punti in comune tra i cattolici ed Unicoop.
E Campaini cita l'enciclica del Papa

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C'è chi si ostina a chiamarli ancora comunisti (e non lo fa solo il capo del Governo), ma in realtà la Cooperativa sta aprendo sempre più verso la Chiesa e il mondo cattolico tout court.
Non lo fa solo con iniziative solidaristiche in cui sono presenti componenti di entrambe le realtà, ma anche con dichiarazioni chiare che segnalano il rafforzamento di questa nuova strategia di pensiero.
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D'altra parte, si tratta di prendere atto, come al solito con un bel pò di ritardo, di un quadro politico che ormai è completamente mutato.
Il PD, partito di riferimento delle Coop rosse, ha al suo interno due anime: quella derivante dalla tradizione comunista e quella confluita, dopo l'esperienza della Margherita, dei cattolici illuminati (Renzi, tanto per dirne uno che ora a Firenze conta).
E' tempo quindi per Unicoop, di riconoscere e considerare la parte cattolica (in fin dei conti son clienti anche loro), di cominciare a leggersi con attenzione anche le encicliche del Papa e sostituire sulla scrivania L'Unità con L'Avvenire.
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Di seguito pubblichiamo un articolo-intervista al Dominus di Unicoop Firenze, in cui Campaini, con qualche distinguo, dichiara che "Benedetto XVI dice anche cose giustissime ed è bene che se ne parli". Il passaggio della fluviale intervista di Campaini (in pratica un comunicato stampa) che ci lascia più perplessi, è quando il nostro Presidente dice: «Ci impegniamo nei confronti dei fornitori, dei dipendenti, del territorio, dei soci e dei clienti."
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Non dubitiamo dell'impegno di Unicoop verso i fornitori, i soci, i clienti e territorio, ma ci permettiamo di dissentire quando Turiddo estende lo sforzo ai dipendenti. Questo impegno non lo vediamo per nulla, anzi, constatiamo che la conflittualità all'interno dell'azienda va aumentando, come dimostrano le vertenze che contrappongono Unicoop e lavoratori che sul blog riportiamo spesso e che sono solo alcune delle tante.
La sensazione è che anche il rinnovo del CIA si inserirà in questo solco.
I dipendenti Coop da questa manna ecumenica restano debitamente e poco solidaristicamente fuori dalla porta. Non ci resta che sperare nella prossima enciclica di Benedetto XVI ... Hai visto mai?
Noi, invece delle dieci famose domande di Repubblica al Premier, più modestamente ci limitiamo a riproporne tre al nostro Premier Turiddo, a proposito di solidarietà, etica e rapporti coi dipendenti.
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Nell'intervista, non mancano alcune autentiche perle, come quando il giornalista domanda: "Le manca la possibilità di influire sulle scelte della politica?" Fantastico! (Nella domanda ci sta già la risposta, come non si volesse dare neanche l'ombra del dubbio di una scomodo quesito).
Ovviamente il nostro reporter evita accuratamente domande sull'enorme minusvalenza di Unicoop su azioni MPS, sulle vertenze interne, ecc. Peccato.
Prenda appunti, sig. Bonciani, magari la prossima volta ...
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Altra perla, stavolta nella risposta di Campaini alla domanda: "Come sta Unicoop? Sono rientrate le frizioni dei mesi scorsi?"
«La vicenda fiorentina è chiusa, il modello di governo duale funziona (Campaini è presidente del consiglio di sorveglianza, Golfredo Biancalani, dopo le dimissioni di Armando Vanni a marzo, del consiglio di gestione, ndr). È una sperimentazione interessante anche per noi».
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Sorvoliamo poi sui giudizi che il Presidente dà su un pò di tutto, dall'alta velocità, all'ampliamento dell'aeroporto... tutto bello, tutto ok per lui.
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Insomma leggetevelo. E' interessante e anche divertente !
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Dopo l'intervista di Campaini pubblichiamo "l'Editoriale" del fido Antonio Comerci comparso su "L'informatore Coop" di dicembre, nel quale si riassume i concetti già espressi da Campaini, con qualche frase un pò buttata a vanvera, come quando il buon Antonio dice: "Quello che mi preme sottolineare è che noi non siamo per la logica o tutti o nessuno: se viene invitato il sacerdote all'inaugurazione di un supermercato, ci deve essere anche l'imam o il rabbino... o nessuno! Noi siamo per un'altra logica: "chi c'è c'è, chi non c'è...[...]
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Ma dove sta la logica Antonio? Se le persone non le inviti, quelle non vengono di sicuro ! Diciamo piuttosto che tra un Imam e un Vescovo, meglio venga quest'ultimo ...
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CAMPAINI: "FIRENZE SIA CAPITALE. CONTRO I LOCALISMI"




II presidente di Unicoop: la crisi sarà lunga, servono
regole per premiare le imprese etiche.


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Si appresta a chiudere il bilancio 2009 in positivo e dopo il convegno organizzato congiuntamente da Unicoop Firenze e Ufficio pastorale sociale e lavoro dell'Arcidiocesi su «etica e impresa» alla luce dell'enciclica di Benedetto XVI Caritas in ventate, Turiddo Campaini rompe il tradizionale riserbo e accetta di parlare del futuro della Toscana. Di economia, sviluppo, politica, ruolo del mondo cooperativo, n presidente del consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze (nel mondo Coop dal 1963 e presidente di Unicoop dal '73) è pronto a scommettere ancora sulla sua regione, purché si superino gli antichi vizi e limiti.

Presidente lei sottolinea sempre che c'è bisogno di etica nell'impresa: alla luce dell'attuale crisi il suo convincimento resta?
«Si rafforza. Per cambiare occorre un vero rinascimento culturale, non può continuare a passare il messaggio del profitto a tutti i costi, del più furbo che vince. La crisi di valori ha prodotto le speculazioni, la deriva finanziaria, l'indebitamento eccessivo. Nella sua enciclica, con cui non sono del tutto d'accordo, Benedetto XVI dice anche cose giustissime ed è bene che se ne parli, che si apra un dibattito vero e profondo. Servono valori, nel mondo dell'impresa e nella società: il problema non è smettere di consumare ma consumare meglio, crescere diminuendo le distanze tra settori della popolazione». In concreto cosa fa Unicoop Firenze per mettere «più etica» nel suo agire «Ci impegniamo nei confronti dei fornitori, dei dipendenti, del territorio, dei soci e dei clienti. E tutto questo ha un costo, circa 50 milioni l'anno, che noi sottraiamo agli introiti. Ma alla fine questa logica è vincente: noi, dal 1973 a oggi, siamo cresciuti moltissimo anche per questo».

Avete la stessa attenzione anche sul lavoro, sulla precarietà?
«Se tutte le imprese del nostro settore si comportassero come noi, i dipendenti starebbe meglio, mi creda. Usiamo gli strumenti della flessibilità, ma il minimo indispensabile. Io credo che le cose non siano mai bianche o nere: sono grigie. L'importante è la tonalità del grigio». E il rapporto con il territorio «Negli ultimi dieci anni abbiamo più che raddoppiato gli acquisti di prodotti in Toscana, che oggi valgono 450 milioni su un totale di due miliardi. La globalizzazione, lo scambio e la concorrenza, sono un bene, purché regolate. Servono regole, come ha detto anche il governatore di Bankitalia Mario Draghi. Regole anche per favorire le imprese etiche: non si può certo dire alle aziende "devi guadagnare meno", si devono creare le condizioni perché ciò non accada».

A chi spetta fissare queste nuove regole, allo Stato oppure agli enti locali?
«Un ruolo più importante spetta allo Stato, altro che condoni e scudi fiscali che premiano i furbi; ma Regione ed enti locali possono intervenire per penalizzare chi non tiene comportamenti etici o fa concorrenza sleale, premiando invece chi investe. Le norme sono necessarie anche perché investire nell'etica costa e serve una certa solidità per farlo, mentre da noi la maggior parte delle imprese sono medie e piccole, con meno margini per pensare a politiche di largo respiro».

La sobrietà adesso va di moda: ma durerà?
«Me lo auguro, anche se per i cambiamenti culturali serve tempo. La crisi sarà lunga e pro fonda, ma può essere anche un'occasione».

A proposito di crisi, sono aumentati i furti nei vostri supermercati? È cambiato il modo di comprare?
«I furti sono cresciuti, ma non troppo. È invece cambiato come si acquista: si spende meno e si cercano prodotti meno cari, pesce azzurro invece di scampi, pollo e non bistecche. E anche prodotti non griff ati. I nostri con il marchio Coop sono andati benissimo, anche per la scelta di scontare del 20% settecento prodotti, per sostenere le persone e le famiglie in quest'anno difficile. Scelta che ci costa 37 milioni di mancato incasso». Le indagini di Irpet mostrano un quadro poco rassicurante, secondo Confindustria serviranno sette anni per tornare ai livelli pre-crisi: per lei quanto durerà la congiuntura negativa «Penso che ci vorranno almeno cinque anni per tornare su, e soprattutto l'impegno di tutti per riuscirci». È ancora valido il modello dei distretti «Non vedo come si possa non aggregarsi in distretti. Servono però anche iniziative nuove per superare lo svantaggio che ci frena, il localismo. n vero freno della Toscana è il localismo esasperato: o si fa squadra o non si compete». E il modello cooperativo tiene «È più valido di prima. I fatti dimostrano che il mondo del pubblico e quello dell'impresa devono mettersi insieme e agire per il bene comune, per una ricomposizione positiva che non è un sogno ottocentesco, ma una necessità».

C'è bisogno di una svolta per la Toscana?
«Bisogna superare il localismo, il municipalismo, l'egoismo. La crisi può essere un'opportunità se capiamo che uniti pesiamo di più, che nelle aggregazioni nessuno perde, ma anzi ci si guadagna. Le aggregazioni sono fondamentali per il manifatturiero, per l'impresa, serve anche più disponibilità del mondo imprenditoriale. E ccorre superare i limiti delle province, ormai anacronistici per l'economia o per il turismo». Meglio l'area vasta Firenze-Prato-Pistoia o la città metropolitana «L'area vasta Firenze-Prato-Pistoia sarebbe un vantaggio per tutti, ma mi domando se è realistica e quanto tempo serve per realizzarla. Forse è meglio concentrarsi su obiettivi concreti; nel settore delle multiutilities, ad esempio, la dimensione di area vasta è stata già superata e si deve arrivare a quella regionale».

Quale ruolo deve avere il capoluogo nel contesto regionale?
«Firenze è considerata un nemico da tutti gli altri, è indubbio. Invece serve una Firenze capitale della Toscana, una Firenze che sia anche generosa con i Comuni limitrofi, che si assuma la responsabilità di essere capitale. Occorre un rapporto nuovo con gli altri Comuni per avere risultati diversi e superare il localismo». Intanto però Sesto e Campi bloccano lo sviluppo dell'aeroporto di Peretola. «Assistiamo ad un gioco in cui ognuno interpreta i desiderata dei fiorentini per avere consenso invece che per dare risposte valide per tutti. E chiaro che il Vespucci non può che essere un city airport, non si può buttare all'aria tutto un territorio. Per il resto c'è Pisa, non Bologna: si deve guardare al sistema aeroportuale toscano».

Con l'Alta Velocità si va da Firenze a Bologna in 37 minuti: un vantaggio o un rischio ?
«Un vantaggio. L'accorciamento di tempi e distanze è prezioso, la competizione serve. Sta a noi offrire più servizi e attrezzarci perché siano i bolognesi, i romani, i milanesi a venire a Firenze e non viceversa. È vero, però, che in Emilia sono più bravi a lavorare insieme». La Toscana paga anche il ritardo infrastrutturale. «E un vecchio problema. Abbiamo un territorio straordinario e serve cautela, ma questo non vuoi dire che territorio e sviluppo non possano e debbano convivere, che si blocchi tutto perché a decidere sono i comitati».

Cosa chiede al prossimo governo regionale? E come giudica l'era Martini?
«Un giudizio complessivo sui dieci anni di presidenza di Claudio Martini è positivo, ora in Toscana si vive meglio e non si sono toccate le tasche dei cittadini. In particolare nella sanità è stato fatto molto, Enrico Rossi ha governato bene un capitolo delicato e complesso. La prorità del governo e della legislatura regionale in arrivo deve essere la crisi, proprio perché sarà lunga, e lo sviluppo».

Come giudica i primi mesi del sindaco Matteo Renzi?
«Per ora si è mosso con un dinamismo inconsueto e utile. So per esperienza che il difficile arriva dopo e mi auguro che continui così. Pedonalizzare il Duomo è stato un fatto positivo, ma ad asempio ha creato disagi nella nostra zona (via Santa Reparata, ndr): spero sia il primo passo nella direzione di una più ampia riorganizzazione della mobilità nell'area interna ai viali.
La stazione dell'Alta Velocità? Non importa dove si fa, basta che si decida subito».

Nessun rimpianto per avere detto no al Pd quando le venne chiesto di candidarsi sindaco per il dopo-Domenici?
«Ho detto no perché penso che il mio contributo sia più utile in Unicoop Firenze e nel mondo cooperativo. Non ci sono persone buone per qualunque ruolo. Per lo stesso motivo non volli candidarmi nel 1995, quando si doveva scegliere il dopo-Morales». Il collateralismo del mondo cooperativo con i partiti, soprattutto di sinistra, è finito.

Le manca la possibilità di influire sulle scelte della politica?
«Il nostro movimento cooperativo è da tempo autonomo dalla politica. Io non ho mai consentito che ci fossero interferenze, e questo si può fare bene se si ha un altro un lavoro, non se si vive di politica... Quando c'era da ringhiare l'ho fatto e lo farò: con Martini, con Renzi, con Rossi se, come mi auguro, diventerà presidente della Regione».

Antonella Mansi, presidente di Confindustria Toscana, poteva essere il candidato presidente della Regione del centrodestra, ma ha rifiutato. Ha fatto bene?
«Dico che è meglio così: avremmo perso un ottimo presidente degli industriali».

Come sta Unicoop? Sono rientrate le frizioni dei mesi scorsi?
«La vicenda fiorentina è chiusa, il modello di governo duale funziona (Campaini è presidente del consiglio di sorveglianza, Golfredo Biancalani, dopo le dimissioni di Armando Vanni a marzo, del consiglio di gestione, ndr). È una sperimentazione interessante anche per noi».

Qual è il ruolo di Turiddo Campaini nel futuro delle Coop? O sarà un futuro senza Coop?
«Preferisco non rispondere. Ho vissuto in libertà, quando una cosa non mi tornava l'ho sempre detto o mi sono dimesso, questo è il motivo per cui non ho mai fatto politica in prima persona. Continuerò così. E come Unicoop stiamo facilitando la crescita di una nuova classe manageriale che abbia i valori di 30 anni fa, per non snaturare l'essenza della cooperazione»

524 Milioni di euro: il fatturato Unicoop Firenze nel 2008. Nel 1973 era di 14,5 milioni .6440 Dipendenti del colosso cooperativo al 2008: 35 anni fa erano 1.139. Il Manager Turiddo Campaini, nato sessantanove anni fa a Montelupo Fiorentino, è presidente di Unicoop Firenze dal 1973. È stato anche consigliere comunale ad Empoli per il Partito comunista. Dice di loro, Renzi:

Per ora si è mosso con un dinamismo inconsueto e utile. Bene il Duomo pedonale, se c'è un piano più ampio Martini I suoi dieci anni di presidenza sono stati positivi. Ora qui si sta meglio, senza aggravi per le tasche della gente che utilizza il tratto FI-BO.

I 37 minuti tra Firenze e Bologna con la Tav?
Un vantaggio. Ma loro sono più bravi a lavorare insieme.

Mansi? "Ha rifiutato la candidatura col Pdl Meglio così, avremmo perso un bravo presidente degli industriali. Nessun rimpianto per aver rifiutato la candidatura a sindaco, l'avevo già fatto nel 1995 dopo il mandato di Morales 99.

16 dicembre 2009

Mauro Bonciani


Corriere Fiorentino

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SENZA STECCATI






Dialogo e confronto su atti concreti





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.L'idea era quella di dare una mano per superare le differenze fra Nord e Sud del mondo, impegnando tutte le forze di cui la cooperativa e i suoi soci sono capaci. E per farlo siamo partiti, dieci anni fa, con un ragionamento semplice e di buon senso: non creiamo un'iniziativa in più, ma uniamo le forze di chi già opera in questo campo.
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Da una parte un movimento laico fortemente radicato nel nostro territorio con la presenza capillare di circoli e case del popolo, l'Arci; dall'altra i gruppi cattolici, altrettanto capillarmente presenti, e con una grande esperienza e presenza nel Sud del mondo.
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Qualcuno può pensare ad un'operazione che unisce "il diavolo e l'acqua santa", ma sbaglierebbe. Non ci sono più "diavoli" o "unti dal Divino", almeno per noi. A livello di base, di obiettivi precisi e concreti da raggiungere, le differenze si attenuano, quasi a sparire di fronte alla gioia di un bambino che ha finalmente la possibilità di sfamarsi, di curarsi, di studiare.
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Non importa che a portargli quel sostegno sia una persona in tonaca o con un fazzoletto al collo con i colori dell'arcobaleno. Non importa a chi ne beneficia e nemmeno alla maggioranza di quei 70.000 cittadini toscani che hanno dato quel sostegno. Un merito della campagna Il Cuore si scioglie è stato quello di fare uscire iniziative di grande valore solidale dal chiuso di circoli o parrocchie, per farle vivere in una grande "piazza" formata da tantissime persone, senza esclusioni.
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Parlare in questi termini, nell'attuale momento politico e culturale, sembra fuori tempo e fuori luogo. Mi riferisco alle crociate pro o contro i crocifissi nelle scuole e nei locali istituzionali. Non entro nel merito perché non è questa la sede. Voglio solo fare una considerazione che ci riguarda, come cooperativa. Pubblichiamo proprio su questo numero la lettera di un socio che addebita una "deriva" religiosa alla cooperativa, rimpiangendo i bei tempi passati... Rimando le argomentazioni alla rubrica Lettere.
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Quello che mi preme sottolineare è che noi non siamo per la logica "o tutti o nessuno": se viene invitato il sacerdote all'inaugurazione di un supermercato, ci deve essere anche l'imam o il rabbino... o nessuno! Noi siamo per un'altra logica: "chi c'è c'è, chi non c'è... si faccia avanti!" Insomma una politica del confronto, del dialogo, contro ogni steccato.
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Dicembre 2009
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Antonio Comerci
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Informatore Coop
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15 dicembre 2009

MUSSARI NON NE FA UNA GIUSTA


Intesa Sanpaolo e Banca Monte dei Paschi di Siena hanno firmato oggi l'accordo di compravendita relativo alla cessione di 50 filiali di Banca Monte dei Paschi di Siena a Banca CR Firenze (Gruppo Intesa Sanpaolo) al prezzo di 200 milioni di euro. Le filiali sono quasi tutte in Toscana dove il Gruppo Intesa Sanpaolo salirebbe, a seguito del perfezionamento dell'operazione, dal 13% al 16%.

La banca peggiore italiana, grazie al suo presidente Mussari, in piena crisi finanziaria comprò l'Antonveneta. Ogni sportello costo oltre 10 milioni di euro (era novembre 2007)!!! L'antitrust però obbligò MPS a vendere delle filiali in eccesso.

Ebbene, con l'Antonveneta, non solo pagò 10 milioni per sportello, ma molti di quei sportelli erano al sud d'Italia e gli sportelli rendevano poco.
Invece quelli che ieri sono stati venduti a Intesa sono in una terra molto ricca!!!

Quindi facciamo due conti:
Banco Santander a ottobre 2007 acquista Antonveneta da ABN Amro al prezzo di 5,5 milioni per sportello, dopo poche settimane, con un contratto MAI RESO PUBBLICO , e grazie all'amicizia massone con PENNA BIANCA GERONZI, MPS, grazie al calabrese Mussari rileva la stessa banca per oltre 10 milioni per filiale. (quindi su ogni filiale perde circa 4,5 milioni di euro)

Ma non è finita, vendendo oggi delle filiali per 4 milioni (filiali che valevano circa 10 milioni, in realtà MPS perde altri 6 milioni per filiale.

E MUSSARI E' ANCORA LI' SEDUTO SULLA SUA POLTRONA.

Una città vittima dei suoi ricatti, lui la tiene in mano, e alla sera quando va a casa è molto felice, pensando a che belle fregature a rifilato a tutti i senesi.
I senesi non hanno certo le palle. NESSUNO SI E' MAI MESSO CONTRO MPS E LA FONDAZIONE.

Una fondazione che è stata prosciugata di ben 5 miliardi di liquidità (facendola investire in un aumento di capitale di MPS) .
Un disegno studiato a tavolino per RUBARE I SOLDI ALLA FONDAZIONE E A SIENA.
Ma Siena è una cittadina di provincia, di serie C. LONTANI SONO I TEMPI IN CUI LA CITTA' VALEVA QUALCOSA, OGGI SONO TUTTI LEGATI MANI E PIEDI AL MPS.

Mussari ha fatto perdere tanti di quei soldi, eppure è lui l'uomo che tiene in mano MPS.

E' assurdo che lo abbiano lasciato a comandare...ma è giusto così, se una città è fatta di caporali...è giusto che continuino a mettere la testa sotto terra e facciano gli struzzi!

CHI PIU' SBAGLIA, PIU' RIMANE AL POTERE....BASTA AVERE I GIUSTI APPOGGI!!!

14 dicembre 2009

Mercato Libero

12 dicembre 2009

INCONTRO DEL 2 DICEMBRE PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO INTEGRATIVO UNICOOP FIRENZE


Sintesi dell'incontro svoltosi il 2 dicembre per il rinnovo del contratto integrativo aziendale.


PREMESSA AL DOCUMENTO

Come già fatto in occasione dell’incontro del 19 novembre u.s., manteniamo l’impegno preso scrivendo e diffondendo una sintesi delle questioni emerse nel corso dell’incontro del 2 dicembre 2009.
Ricordiamo a tutti i Lavoratori di Unicoop Firenze che, nonostante ripetuti solleciti, ancora non è stato redatto un documento unitario informativo sull’evolversi della trattativa. Infatti, ciò che leggete è frutto di un’iniziativa spontanea della scrivente RSU.
Come richiesto dalla direzione di Unicoop Firenze, a partire dalla prossima data gli incontri proseguiranno in forma ristretta. Ciò significa che adesso più di prima, diventa FONDAMENTALE che le Segreterie Regionali delle Organizzazioni Sindacali si prendano l’impegno di redigere costantemente e puntualmente un verbale unitario.


SINTESI DELL’INCONTRO DEL 2 DICEMBRE 2009
In data 2 dicembre 2009 si è svolto presso la sede di Scandicci di Unicoop Firenze un ulteriore incontro per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale. Per la Cooperativa erano presenti il Direttore delle Risorse Umane Forconi Piero, assistito Picchietti Fabrizio, Giachi Marcello, Ancinotti Giampaolo, Romagnoli Ilaria e Fanni Francesca. In rappresentanza dei Lavoratori erano presenti i Segretari Regionali Angelini Dalida per la Filcams-CGIL, Lombardo Ernesto per la Uiltucs-UIL, Mazza Gianfranco per la Fisascat-CISL e una delegazione delle RSU.


Argomenti trattati:

1. GESTIONE DELLE ASSEMBLEE SINDACALI. Riguardo a questo punto la Direzione della Cooperativa ha ricordato come fondamentali tre aspetti che ruotano attorno alle assemblee sindacali: garantire il diritto d’informazione per i dipendenti, garantire il servizio per soci e clienti, garantire gli standard di sicurezza necessari. Pur affermando che non esistono particolari criticità rispetto a questo argomento, la Direzione ha espresso la volontà di elaborare un testo con l’obiettivo di uniformare la gestione delle assemblee in ogni unità lavorativa della Cooperativa. A tal fine ha fatto riferimento ad un testo già esistente per il canale minimercati.


2. CONTRATTI D’AVVIO IN OCCASIONE DI NUOVE APERTURE. La volontà di Unicoop Firenze è quella di prevedere in un testo unico per tutti e tre i canali distributivi, contratti d’avvio in occasione di aperture di nuove unità lavorative (punti di vendita, piattaforme logistiche, ecc…). In particolare, come già accade nell’accordo del canale ipermercati, la Direzione vorrebbe predisporre un testo nel quale indicare tempistiche e argomenti inerenti questa materia. E’ stato fatto riferimento ai seguenti argomenti che vorrebbero far derogare rispetto a condizioni lavorative “a regime”: salario aziendale, salario variabile e orario di lavoro.


3. MINIMERCATI E SUPERETTE. Su questo argomento è nato un dibattito più articolato e più aspro rispetto a quanto accaduto per i precedenti punti. La volontà della Cooperativa, considerando l’alta incidenza dei costi (in particolare del lavoro) sul conto economico per i negozi del canale minimercati, sarebbe quella di applicare ai Lavoratori del canale minore (solo quelli delle superette o a tutti quelli del canale minimercati non è stato chiaro), solamente le garanzie previste dal CCNL! In sostanza l’atteggiamento direzionale è stato questo. Stiamo cercando di rinnovare un accordo sindacale unico che superi le differenze fino ad oggi previste per i tre canali, tuttavia se una tipologia di vendita (leggi il canale mimercati) non è autosufficiente, questo è un problema di quel canale. Così facendo si aggirerebbe in pieno uno dei pilastri dello spirito cooperativo: l’atteggiamento mutualistico e solidaristico, che vorrebbe che chi è ultimo non per sua volontà, può contare sull’aiuto e su una redistribuzione della ricchezza della collettività.

Beati gli ultimi, che saranno i primi… (ops scusate!) che rimarranno tali, aggiungiamo noi!

Giunti a questa fase della trattativa, tutti gli argomenti sono stati introdotti. A partire dal prossimo incontro il confronto entra nel vivo, tanto è vero che la Direzione di Unicoop Firenze ha fatto richiesta che le riunioni si svolgano in forma “ristretta”.

I prossimi incontri già indicati in agenda, che si terranno sempre c/o la sede di Scandicci, si svolgeranno il 14 e 21 gennaio 2010.

9 dicembre 2009

RSU Uffici Unicoop Firenze

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11 dicembre 2009

FURTO PRODOTTI HI TECH DA 200 MILA EURO




Spariscono pc, consolle e tv al plasma in un magazzino di Fibbiana





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Maxi furto di prodotti hi-tech a Montelupo, nella zona industriale di Fibbiana, all’interno della ‘Cooperativa facchinaggio e trasporti’. I ladri avrebbero agito nei giorni scorsi portando via centinaia di oggetti, da televisori al plasma a 200 macchine fotografiche digitali a oltre 600 consolle wii della Nintendo, fino a pc portatili. Tutto pronto per approvvigionare uno dei tanti grandi magazzini dell’elettronica che in questo periodo sono frequentatissimi.
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Secondo ‘La Nazione’, che dà notizia oggi di questo fatto, il bottino si dovrebbe aggirare intorno ai 200.000 euro. Il furto è stato denunciato alle forze dell’ordine.
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10 dicembre 2009

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gonews.it
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MAXI FURTO TECNOLOGICO DI STRENNE NATALIZIE


COMMESSI AL LAVORO IL 25 DICEMBRE. DIOCESI CONTRO UPIM


Verona, negozio aperto dalle 15 alle 20
Il direttore: Come in autogrill, i commessi assunti lo sanno




C’è la data, il 25 di­cembre 2009, e c’è pure l’orario di apertura, dalle 15 alle 20. Lavorare a Natale? I venticinque commessi in organico nel negozio Upim di via Mazzini, a Verona, lo faranno per il quarto anno di fila. «Lo chie­dono i clienti. Ogni volta registria­mo buona affluenza: anzi, per chiu­dere bisogna quasi buttarli fuo­ri… » afferma il direttore Sergio Da­miani. Non sarebbe una novità per un grande magazzino. Ma si tratta del giorno di Natale. E in città alcu­ni storcono il naso. A cominciare dal portavoce della Diocesi, monsi­gnor Bruno Fasani, il quale, inter­pellato sulla questione, tuona: «Ini­ziative simili hanno lo stesso teno­re della decisione con cui la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha detto no al crocifis­so nelle scuole: allora ci siamo tut­ti stracciati le vesti. Anche aprire un negozio a Natale, oppure la do­menica com’è ormai tradizione, si­gnifica cancellare la nostra identi­tà culturale. E mi sembra poco ri­spettoso verso quelle persone che non potranno passare l’intera gior­nata con la loro famiglia perché de­vono recarsi sul posto di lavoro».

Come da contratto Upim, sta scrit­to nero su bianco: «Gli assunti san­no già che il pomeriggio di Natale saranno qui – spiega Damiani – E’ la stessa politica degli Autogrill». Un cliente del negozio, Davide, 37 anni, commentava all’uscita: «Dovremmo essere un paese laico, giusto? Non tutti festeggiano il Na­tale: allora cosa c’è di male se un negozio intende aprire lo stesso?». Risposta di Fasani: «Se ragionia­mo così dobbiamo abolire tutte le feste, pure Halloween o la Festa della Mamma… No, l’individuali­smo non è la risposta». A Fasani si accoda anche il segretario provin­ciale della Cisl, Massimo Castella­ni. «A Natale chi è credente va a Messa, chi non lo è rimane a casa a mangiare il bollito. Rispettiamo le tradizioni, che già se la passano male in questo paese. E poi – con­clude – i negozi sono aperti per tut­to il mese di dicembre anche la do­menica. Mi sembra sufficiente…».

2 dicembre 2009

M.S.

CORRIERE DEL VENETO.IT


Negozi aperti a Natale, Diocesi: Grave come la rimozione del crocifisso

TERREMOTO: INTESA COOP-COMUNE DI SCOPPITO (AQ) PER IL CENTRO POLIVALENTE. DONATI 352.000 EURO



"La Coop non lascerà L'Aquila, né licenzierà i suoi dipendenti in città."





Un protocollo d'intesa tra la Provincia dell'Aquila, il Comune di Scoppito (L'Aquila) e il distretto Tirrenico delle Coop permetterà la realizzazione di un centro antisismico polivalente, in grado di fornire una risposta alle realtà associative del comune amiterno.

Sviluppato su un'area di 10mila metri quadrati, il centro verrà riconsegnato in 12 mesi. Le cooperative del distretto tirrenico hanno raccolto fondi e donazioni, coprendo un importo di 352mila euro.

L'area verrà messa disposizione dal Comune di Scoppito, rappresentato - nella firma del protocollo - dall'assessore Orazio Raparelli. La Provincia si è invece impegnata nell'attuazione del programma "che doterà il questo comune di una struttura importante - ha spiegato la presidente Stefania Pezzopane - in un momento in cui l'area si sta espandendo a causa delle migrazioni dovute al terremoto".

La Coop non lascerà L'Aquila, né licenzierà i suoi dipendenti in città. Lo ha assicurato questa mattina Giorgio Raggi, presidente del consiglio di Sorveglianza della Coop Cento italia a margine della firma di un protocollo di intesa con l'amministrazione provinciale.

A fronte di mesi di polemiche, Raggi assicura che "noi all'Aquila vogliamo restarci in ogni caso, utilizzando tutti gli ammortizzatori sociali fino a quando ci saranno. Non manderemo le lettere di mobilità né licenzieremo nessuno, anche perché proprio ieri abbiamo raggiunto con i sindacati un nuovo accordo". La permanenza all'Aquila non è comunque legata alla vicenda sull'insediamento nella zona di Sant'Antonio, oggetto di una diatriba con il Comune. "Se ci saranno le condizioni - spiega - risorgeremo da qualche altra parte dove ci sono le possibilità, visto che per l'insediamento di Sant'Antonio ci sono talmente tanti di quei problemi amministratvi che ci vorrebbe lo stesso Sant'Antonio a risolverli".

Nessuna speranza, però di vedere riaperti a breve i due punti Coop - in località Amiternum e Campo di Pile - dichiarati inagibili dopo il sisma. "I due punti vendita dichiarati inagibili - spiega - resteranno tali e la storia lì per noi è chiusa"

10 dicembre 2009

Il Capoluogo.it


10 dicembre 2009

BTP CONSORZIO ETRURIA, LA "STRANA ALLEANZA"






Per la Lega delle Coop, è «una strana alleanza». Per le due imprese, un'intesa necessaria siglata per «puntare ai grandi appalti nazionali». E' l'accordo tra il Consorzio Etruria, locomotiva delle costruzioni orgoglio della Lega toscana delle cooperativa, e la Baldassini-Tognozzi-Pontello, l'impresa del gruppo di Riccardo Fusi che dall'edilizia privata si è via via esteso fino ad includere gli alberghi Una hotels.

Un accordo giunto a maturazione in un momento di generali difficoltà del settore con lo scopo di sommare assieme i requisiti e le qualificazioni delle singole imprese per concorrere ai più grandi appalti nazionali. A cominciare dagli 800 milioni di euro che si prevedono come base di gara per l'autostrada ionica. Da tempo Consorzio Etruria e BTP stanno sperimentando collaborazioni: dal project milionario sui quattro nuovi ospedali toscani (poi finito male perché sono stati esclusi) alla Manifattura Tabacchi (per la quale si attendono le indicazioni di Palazzo Vecchio) fino al project per le linee 2 e 3 della tramvia. Non è ancora chiaro quale forma giuridica prenderà l'accordo siglato: forse quella di un «consorzio stabile» o magari quelladi «associazione temporanea d'imprese».

Ma il patto tra i due ormai c'è, come scrive il Tirreno di Prato e come confermano da una parte la società cooperativa guidata oggi da Luigi Minischetti e l'imprenditore Fusi dall'altra. Il ruolo dell'ex presidente del Consorzio Etruria Armando Vanni, passato poi nel gruppo di comando della Unicoop Firenze e adesso consulente del gruppo Fusi, sarebbe stato decisivo (un intervento a gamba tesa a scapito di qualcuno ?), accanto a quello di Menischetti, nel portare a conclusione il progetto di una forma più stretta e ambiziosa di collaborazione.

E grazie a questa alleanza gruppo Etruria e BTP possono adesso aspirare a piazzarsi tra i primi cinque posti nella classifica dei colossi nazionali delle costruzioni: insieme possono dichiarare più o meno un miliardo di euro di giro d'affari e un totale di 4mila dipendenti. Requisiti che consentiranno ai due gruppi toscani di mettersi in corsa per i più grandi appalti nel campo delle infrastrutture italiane. «Si tratta di un'alleanza ne cessaria per poter concorrere agli appalti più importanti», si spiega dal Consorzio Etruria. «Un patto per partecipare ai bandi delle grandi opere, che richiedono dimensioni superiori a quelle attuali», dice anche l'imprenditore Fusi.

Eppure alla Lega delle Coop la «strana alleanza» non pare abbia suscitato entusiasmi, Lungi dal promuovere e sostenere l'intesa, il gruppo dirigente di Lega Coop avrebbe finito col prendere semplicemente e freddamente atto della decisione assunta dal Consorzio Etruria di Minischetti. Anzi, anche da parte del Pd toscano sono state sollevate alcune perplessità circa l'opportunità dell'alleanza tra la società aderente alla Lega coop e il gruppo di Fusi.

9 dicembre 2009

Massimo Vanni

La Repubblica - Firenze

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