ALLA CHIESA NON DISPIACE
Come abbiamo scritto nei giorni scorsi l'avvicinamento tra Coop rosse e Chiesa Cattolica sembra prendere un indirizzo preciso, come l'intervista rilasciata dal Presidente Campaini dimostra.
Nei giorni scorsi, infatti, la Corte Costituzionale tedesca ha accolto il ricorso delle Chiese Cattolica ed Evangelica, affermando che l'apertura domenicale dei negozi viola la costituzione tedesca, non solo per motivi religiosi, ma anche per permettere il recupero fisico e spirituale dei lavoratori e la loro partecipazione sociale.
Ora, a riprendere e sollevare la questione anche per quanto riguarda la domenica lavorativa nel nostro Paese, ci pensano i sindacati del Commercio di Cgil Cisl e Uil e i delegati sindacali Coop Estense di Modena e Ferrara con una lettera indirizzata alle gerarchie ecclesiastiche dell'Emilia-Romagna e che di seguito pubblichiamo.
Al caro Turiddo diciamo che, se il vento dovesse cambiare, sarebbe ancora in tempo ad abbandonare o rivedere la posizione sull'enciclica di Benedetto XVI con cui era così in sintonia, a prendere un pò di strategica e opportuna distanza e continuare con il corso "stakanovista" degli eroi dell'iper produttività atea della tradizione sovietica. Veda un pò lui, tanto decide tutto da solo.
****************************************************************************
LETTERA APERTA SUL LAVORO DOMENICALE NEL COMMERCIO
Lettera dei sindacati del Commercio di Cgil Cisl e Uil e dei delegati sindacali Coop Estense di Modena e Ferrara al presidente della Cei Emilia-Romagna Cardinale Caffarra, ai Vescovi di Modena e Ferrara e agli Amministratori locali, sulle aperture domenicali dei negozi.
c.a. S. Eminenza Rev. ma
Presidente Conferenza Episcopale Emilia Romagna
Regione Ecclesiastica Emilia Romagna
Cardinale Arcivescovo Carlo Caffarra
c.a. S. Eminenza Rev.ma
Arcivescovo di Modena Benito Cocchi
c.a. S. Eminenza Rev.ma
Arcivescovo di Ferrara Paolo Rabitti
c.a. Amministratori locali Province Modena e Ferrara
Nei giorni scorsi la Corte Costituzionale tedesca ha accolto il ricorso delle Chiese Cattolica ed Evangelica, affermando che l’apertura domenicale dei negozi viola la Costituzione tedesca.
La domenica, secondo i Giudici, va considerata giornata del riposo dal lavoro, non solo per motivi religiosi, ma anche per permettere il recupero fisico e spirituale dei lavoratori e la loro partecipazione alla vita sociale. Il ricorso era partito contro la decisione di prevedere l’apertura dei negozi, a Berlino, per le quattro domeniche di Avvento.
I Giudici tedeschi hanno affermato che la persona umana va posta al di sopra degli interessi economici.
Questo avviene in una nazione dove il massimo di aperture domenicali annue è di 6. In Italia invece sono come minimo 13, ma in un numero infinito di Comuni italiani sono di più, fino alla totale liberalizzazione delle aperture.
Ciò è frutto di un federalismo malato, che ha consentito improbabili e spesso ridicoli riconoscimenti di “città ad economia turistica”, concessi a realtà del tutto prive di turismo.
Il presidente dell’Associazione dei cattolici tedeschi (ZdK), Alois Glueck, ha plaudito alla decisione della Corte Costituzionale spiegando che «se si sottomette ogni cosa alla massimizzazione del denaro e dell’economia, arrivando alla totale economizzazione della vita, vengono distrutte tutte le dimensioni umane».
Glueck ha ricordato poi che «ogni grande cultura ha la sua giornata di riposo”.
Come Organizzazioni Sindacali, unitamente ai delegati sindacali di Coop Estense di Modena e Ferrara ci riconosciamo nelle parole di Alois Glueck, ed auspichiamo che parta al più presto un profondo processo di revisione di scelte errate che rischiano di determinare effetti devastanti nella sfera sociale.
Le aperture domenicali non portano occupazione aggiuntiva.
E’ un falso. La “torta” del consumo resta sempre la stessa; soltanto viene divisa diversamente tra i diversi competitori, con i più grandi che prevalgono.
Per fare questo, per qualche profitto in più, si è ormai trasformata la domenica e la giornata festiva in un giorno come gli altri.
Anche in Italia bisogna avere il coraggio di tornare indietro.
Bisogna avere il coraggio di dire basta a modelli di esasperato quanto deleterio consumismo.
Bisogna avere il coraggio di farlo, prima di essere del tutto sazi, ma assolutamente disperati.
17 dicembre 2009
I DELEGATI SINDACALI COOP ESTENSE Modena e Ferrara
FILCAMS CGIL – FISASCAT CISL – UILTUCS UIL Modena e Ferrara
Facciamo come in Germania, fermiamo il lavoro domenicale"
.
2 commenti:
21 dicembre 2009
Aperture Domenicali - la Filcams Cgil di Ferrara e la Filcams Cgil Modena si mobilitano
Si mobilita con successo la Filcams Cgil di Ferrara e la Filcams Cgil Modena contro la richiesta della Coop Estense di aumentare il numero delle aperture domenicali.
Il comune inizialmente propenso ad accettare la proposta, dopo le proteste dei sindacati rifiuta il consenso, mantenendo così inalterato il numero dei giorni di festività aperti al pubblico.
Sulla scia della Corte Costituzionale tedesca che ha accolto il ricorso delle Chiese Cattolica ed Evangelica, affermando che l’apertura domenicale dei negozi viola la Costituzione tedesca, i delegati sindacali coop estense Modena e Ferrara, insieme alla Filcams Cgil – Fisascat Cisl – Uiltucs Uil Modena e Ferrara hanno inviato una lettera sia alle amministrazioni locali che alle più alte cariche ecclesiastiche territoriali, invitando alla riflessione sull’argomento.
In Germania “il massimo di aperture domenicali annue è di 6. In Italia invece sono come minimo 13, ma in un numero infinito di Comuni italiani sono di più, fino alla totale liberalizzazione delle aperture” spiega la lettera.
“Bisogna avere il coraggio di dire basta a modelli di esasperato quanto deleterio consumismo che non porta occupazione aggiuntiva”.
” SACRO E PROFANO
L’altra mattina, recandomi alla Coop per un’operazione allo sportello prestiti-soci, ho notato dietro le spalle dell’operatrice due immagini religiose. Alla mia osservazione che l’ambiente non dovrebbe esibire immagini “sacre” poichè a quello sportello si rivolgono tutti i soci, laici tout court, laici cattolici e laici diversamente credenti, non credenti, agnostici e razionalisti, l’addetta si è giustificata dicendo che i santini erano un lascito della benedizione pasquale. Comincio a dubitare che il problema sia più generale, in special modo per una cooperativa che ha la sua storia sociale, politica e culturale. Dopo l’episodio mi è venuto in mente il numero dell’Informatore del gennaio scorso ove alle pagine 32 e 33 un servizio fotografico illustra l’inaugurazione di un supermercato. La foto principale ritrae la benedizione di un religioso cattolico. A mio giudizio essendo la struttura di interesse cittadino, il protagonista principale se non esclusivo del tutto, doveva essere il Sindaco, oppure dell’incombenza doveva essere incaricato il nostro Presidente. Attenzione: nella fattispecie, nulla vietava di invitare il rappresentante della comunità cattolica, insieme ai rappresentanti di altre comunità, o gruppi sociali, eventualmente presenti nella zona, ma senza che alcuno avesse il potere di sacralizzare l’inaugurazione con il proprio sigillo, inevitabilmente di parte. Lascia ormai l’amaro in bocca vedere ilpiano inclinato alla ormai totale subordinazione di un movimento che ebbe una sua autonomia culturale e politica degna d’ammirazione. Riflettiamo e guardiamo oltre le contingenze: mancando di rispetto alla Costituzione rischiamo di non assumere, contravvenendo alla nostra storia, l’indispensabile atteggiamento di totale neutralità dovuto a persone d’altre latitudini, religioni e tradizioni, rendendo così più difficile per questi cittadini la loro integrazione a parità di diritti e di doveri. Sergio Staderini – Figline Valdarno (FI)”
La replica di Informatore Coop:
“Rispettiamo l’opinione del socio, ma non la condividiamo. Abbiamo in archivio centinaia di foto degli anni ‘50, in piena guerra fredda e lotta politica frontale: anche allora era un punto d’orgoglio dei cooperatori avere il sacerdote a benedire una nuova struttura. Un atto di rispetto nei confronti di chi crede e una prova di convivenza da parte di chi non crede. L’inaugurazione di una nuova struttura, cioè il taglio del nastro, è fatta sempre da un rappresentante del Comune. La benedizione è solo un episodio della cerimonia, gradita da una larga parte dei nostri soci, e non ha mai avuto il significato di un’esclusione degli altri”.
Posta un commento