30 giugno 2011

CONSUM.IT, VERIFICHE SULLE INTENZIONI DI MPS


La Provincia di Firenze apre il tavolo dell'Unità di crisi e, in accordo con il Comune di Calenzano e le organizzazioni sindacali, scrive alla Regione Toscana



Consum.it: le organizzazioni sindacali hanno chiesto l'apertura del tavolo dell'Unità di crisi che la Provincia di Firenze ha immediatamente convocato. L'assessore provinciale al Lavoro Elisa Simoni, rispondendo a una domanda d'attualità di Rifondazione comunista, ha riassunto in termini della questione e le prospettive.

La riunione si è svolta il 22 giugno scorso e i rappresentanti sindacali presenti, delle cinque sigle che avevano fatto richiesta (Cgil, Cisl, Uil, Fiba e Dircredito), hanno messo in evidenza la proprie preoccupazioni per le insistenti e autorevoli voci circa la volontà del Monte dei Paschi di Siena, che detiene il 100 per cento del capitale di Consum.it, di procedere alla cessione, parziale o totale, della controllata. Le notizie sono state apprese da fonti autorevoli di stampa, ma non tramite un confronto diretto tra le parti.

L'azienda - che ha 265 dipendenti, di cui 210 operanti nella sede di Calenzano - ha un risultato operativo netto di 23 milioni di euro al termine del 2010 e quindi si può affermare che un potenziale trasferimento creerebbe problemi ai lavoratori prima di tutto, ma anche a tutto il territorio e ad un importnate indotti che ruota attorno a Consum.it.

La questione è stata sottoposta dalla Provincia, in accordo con il Comune di Calenzano e delle organizzazioni sindacali, all'attenzione del Presidente della Regione Toscana dato che il problema è sì specifico, ma riguarda più in generale il sistema del credito regionale in generale.

Per il consigliere provinciale Andrea Calò "la vicenda è emblemativa e rivelatrice del fatto che aumentano le imprese che tengono un profilo di bassa responsabilità sociale. Noi sappiamo che in una situazione dove permane una crisi sociale, economicamente devastante, dove c’è un aumento della precarietà, dobbiamo pretendere con il garbo istituzionale che le Istituzioni devono avere, ma con la massima fermezza, che sulla Consum.it non si giochi con le solite modalità, trovando all'ultimo un’altra missione, trastormando la società e delocalizzando le attività produttive. Io penso che Firenze debba mandare un segnale perché non diventi la terra di nessuno e perché vi siano regole".



29 giugno 2011

Ufficio Stampa Consiglio provinciale di Firenze



PASTIFICIO CORTICELLA: LAVORATORI IN APPALTO IN SCIOPERO: «SALTANO GLI STIPENDI»

Sciopero ad oltranza davanti al Pastificio, che ha deciso di non rinnovare l'appalto alla coopererativa che si occupa di pulizie e logistica

Salta lo stipendio di maggio e i dipendenti scoprono contributi non versati all'inps



P
er il terzo giorno consecutivo i
lavoratori dell'appalto di pulizie e di logistica del Pastificio Corticella (proprietà del gruppo New Lat) hanno scioperato manifestando sotto la sede dell'azienda.

"La cooperativa City Service - spiega in una nota Filcams Cgil, che affianca i lavoratori -ancora non ha pagato gli stipendi del mese di maggio, proprio mentre è in corso una vertenza per mantenere il posto di lavoro." La preoccupazione degli impiegati è salita dopo una verifica presso gli uffici dell'INPS dove "hanno potuto verificare - aggiunge il sindacato- che anche i contributi pensionistici non erano stati versati o erano stati versati solo in parte, il che dà l'idea della serietà del datore, dove di lavoro di questi operai".

In questi giorni il piazzale del Pastificio Corticella si sta riempiendo di quintali di pasta a marchio Coop di cui l'azienda è produttrice.
New Lat non ha confermato l'appalto ed aveva chiesto ai lavoratori della City Service di fare formazione al personale Corticella che avrebbe dovuto prendere il loro posto, ma lo sciopero lo ha impedito, creando i prevedibili accumuli di magazzino. La merce esce ed entra a rilento in via di Corticella, e si accumula nel piazzale, sotto il sole, nonostante il Pastificio Corticella stia sostituendo i lavoratori in sciopero con i propri dipendenti.

IL BRACCIO DI FERRO. La New Lat al momento ha solo confermato, ufficialmente, di non voler rinnovare il contratto di appalto.
La Filcams Cgil ribadisce la richiesta di un tavolo con la presenza di tutti i soggetti coinvolti nello stabilimento per un confronto complessivo sul Pastificio che porti ad evitare i licenziamenti.

Fino alla risoluzione della vertenza. l sciopero e le mobilitazioni dei venti dipendenti espulsi dal Pastificio, avvisa Cgil, "continueranno."



30 giugno 2011

Bologna Today



29 giugno 2011

PRESTITO SOCIALE E LUSSO

Fallimento Coop Costruttori di Argenta e il difficile recupero del prestito da parte dei soci

Massimo Cricca, portavoce dei soci prestatori di CoopCostruttori, scrive parole chiarissime: «le imprese cooperative sono come tutte le altre, si devono finanziare con il normale ricorso al credito di banche e finanziarie. E se invece chiedono il prestito ai soci, li informino sul fatto che è un investimento a rischio e che riaverne indietro la metà è già “un lusso”.»

La legge non garantisce il prestito cooperativo

Il caso di Coop Adriatica


Scrivo in riferimento all’articolo “Alla Coop si fa la rivoluzione” pubblicato su L’Espresso del 23 giugno u.s. e da Voi prontamente ripreso, quale portavoce dei 3.000 soci della fallita Coopcostruttori di Argenta, per sottoporre alla Sua attenzione alcune considerazioni in merito.

Fin dalla loro nascita, le cooperative si sono rette sull’autofinanziamento. Inizialmente, braccianti e muratori donavano, ogni settimana, un’ora del proprio salario, mentre in tempi più recenti, gli investimenti sono stati finanziati con il prestito sociale o con l’emissione di APC (azioni di partecipazione cooperativa). Oggi, i dirigenti cooperativi di nuova generazione, Cattabiani e Benini, affermano che recuperare metà del capitale investito è già un lusso, rispetto alle imprese non cooperative ed aggiungono che i prossimi fallimenti non potranno contare nemmeno su un euro di solidarietà.

Ebbene, se è questa la nuova mission delle cooperative del terzo millennio, ritengo che i soci vadano adeguatamente informati e che sulle varie pubblicazioni promozionali, oltre che nelle assemblee dei soci, vadano illustrati non soltanto i vantaggi del prestito sociale, ma anche i suoi numerosi rischi. Insomma, se le imprese cooperative sono come tutte le altre, si devono finanziare con il normale ricorso al credito di banche e finanziarie. E se invece chiedono il prestito ai soci, li informino sul fatto che è un investimento a rischio e che riaverne indietro la metà è già “un lusso”.

Al contrario, sembra ormai imboccata la strada di un futuro ancora più preoccupante. Il presidente di Coop Adriatica (colosso della grande distribuzione, 3 miliardi di euro di prestito sociale) dichiara di voler offrire ai soci l’emissione di conti correnti e di investimenti obbligazionari, tramite Finsoe, finanziaria Unipol. Evidentemente, l’intenzione è quella di scaricare tutto il rischio sui soci, dato che la legge non garantisce il prestito cooperativo.

La nostra opinione di soci prestatori (molti dei quali da due o tre generazioni) è che i dirigenti cooperativi moderni debbano recuperare la principale dote dei cooperatori “vecchio stampo”, la trasparenza, senza la quale non godranno di alcuna credibilità, in questo passaggio verso la nuova impresa. Quanto al prestito sociale della Coopcostruttori (80 milioni di euro andati in fumo), riteniamo di avere diritto alla restituzione integrale. Gli otto anni trascorsi dal crac, le tragedie familiari ed i lutti nel frattempo consumatisi, sono lì a dire che, anche in quel caso, saremmo comunque ancora molto lontani dal “lusso”.


28 giugno 2011

Massimo Cricca (Portavoce soci Coopcostruttori)

estense.com


28 giugno 2011

CONTRATTI E RAPPRESENTANZA: CGIL E' D'ACCORDO CON CISL, UIL E CONFINDUSTRIA


Raggiunta l'intesa su contratti e rappresentanza

Marcegaglia: un passo significativo

Tremonti: grazie a Bonanni, Angeletti e Camusso.







Confindustria, Cgil, Cisl e Uil e Ugl hanno raggiunto un'intesa sui temi della rappresentanza sindacale e della validità dei contratti. L'accordo sindacale unitario è arrivato durante la riunione della sede della foresteria di Confindustria e al quale hanno partecipato la leader degli industriali, Emma Marcegaglia, il suo vice Alberto Bombassei, il dg di viale dell'Astronomia Giampolo Galli e i tre segretari generali dei sindacati confederali. L'incontro è durato oltre sei ore.


"È l'accordo interconfederale trovato nel più breve tempo di sempre", ha commentato Marcegaglia, spiegando che nell'accordo è previsto che "i contratti collettivi aziendali firmati dalla maggioranza delle rsu o delle rsa valgono erga omnes" e che la stessa validità riguarda gli accordi già firmati. "L'accordo rende più forti - ha sottolineato Marcegaglia - i contratti aziendali e farà fare un passo significativo al Paese in termini di produttività". La leader degli industriali ha sottolineato che l'intesa raggiunta "chiude una stagione di separatezza tra di noi: la volontà ora è quella di riandare avanti insieme". Rispondendo a chi le chiedeva se l'accordo vada nella direzione indicata ieri dal Lingotto, che aveva auspicato un'intesa per dare legittimità agli accordi che hanno portato alla creazione delle newco di Mirafiori e Pomigliano, Marcegaglia ha spiegato: "Credo che vada nella logica di rendere più esigibili i contratti aziendali".


Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha pubblicato una nota per dire "grazie a Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti, Susanna Camusso ed Emma Marcegaglia. Grazie per quello che hanno fatto oggi nell'interesse del nostro Paese". "In un Paese nel quale il pluralismo sindacale è particolarmente accentuato e le relazioni industriali sono particolarmente intense è davvero essenziale che tutte le grandi organizzazioni dell'industria abbiano raggiunto un accordo sul sistema delle regole comuni", ha commentato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi. "È infatti interesse di tutti - ha detto Sacconi - che le parti definiscano tra di loro, senza cercare soluzioni attraverso la via giudiziaria, le regole in base alle quali gli accordi possono essere sottoscritti anche a maggioranza e ciononostante applicarsi a tutti senza conflitti né incertezze".


Per la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso "lo spirito della discussione di oggi si può riassumere come un superamento della stagione di divisione tra di noi" sindacati. "Sono state sottoscritte - ha detto - anche norme di democrazia che superano una lunga stagione di incertezza. Abbiamo dato un contributo a una situazione difficile per ridare centralità al lavoro". Sulla stessa lunghezza d'onta il leader della Cisl, Raffaele Bonanni: "In un momento così delicato - ha commentato - per l'economia questo accordo ha un grande valore. Spero - ha aggiunto - che in questo modo si possa contribuire a ritrovare fiducia nel Paese. Siamo soddisfatti anche per aver ritrovato un cammino ordinario del sindacato". "Oggi è stato firmato un accordo molto importante che permette di superare i conflitti e le lacerazioni degli ultimi tempi», è stato il commento del segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. L'accordo, ha sottolineato, «non è strettamente per regolare i nostri rapporti, ma è stato fatto nell'interesse dei lavoratori. Così apriamo una nuova frontiera, viene evidenziato che le regole scritte lontano dai posti di lavoro hanno esaurito la loro funzione".




28 giugno 2011

Il Tempo

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CONSORZIO ETRURIA, CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA PER TUTTI I 296 DIPENDENTI


Cigs per un anno dopo l'ammissione al concordato preventivo del colosso edile di Montelupo Fiorentino



Firmato oggi a Roma in sede ministeriale l'accordo per la Cassa integrazione straordinaria per il Consorzio Etruria.

La Cigs interessa tutti i 296 dipendenti: durera' un anno, partira' da venerdi' 1 luglio, e alla ripresa dell'attivita', dopo l'ammissione al concordato preventivo in continuita', dovra' essere a rotazione.

Nella scelta per la rotazione, afferma la Cgil Toscana in una nota, si terra' conto dei carichi familiari e non della anzianita' aziendale. Nel periodo della cassa sono previsti corsi di formazione.

La richiesta di Cigs era stata annunciata nei giorni scorsi, per agevolare la ristrutturazione della cooperativa di costruzioni, uno dei piu' grandi player toscani del settore, oberato da circa 400 milioni di debiti a causa della crisi dell'edilizia.

Il piano di salvataggio e' stato presentato e approvato dall'assemblea dei soci lo scorso 18 giugno.


27 giugno 2011

Toscana TV



27 giugno 2011

LA BUFFONATA DELLO SCIOPERO DELLA CGIL SUL CCNL COOP



Lo sciopero Filcams-Cgil sul CCNL: non ci resta che ridere!






ALL'ORIGINE IL CONFLITTO D'INTERESSE


Che questa fosse una trattativa difficile si sapeva. Che Cgil, dopo non aver firmato il contratto del Terziario, si sarebbe trovata in difficoltà con quello delle Coop della Distribuzione era pure noto e lo avevavamo scritto con ampio anticipo.

Ora si arriva a quelle inevitabili contraddizioni che hanno all'origine il conflitto d'interesse storico che Cgil ha nei confronti delle Coop. Sappiamo bene che le due istituzioni hanno intrecci consolidati, che spesso passano per il partito di riferimento, il PD, basta guardare alcuni recenti eventi pubblici delle Coop, come le assemblee di bilancio o altri convegni.

Ed ecco il comunicato della Cgil che pubblichiamo di seguito, dove si indice un pacchetto di 8 ore di sciopero perché «Come concordato nel coordinamento nazionale del 22 Giugno la Filcams CGIL ha dichiarato la sua netta contrarietà ad un’impostazione del tavolo che continua a presentare le sole istanze delle imprese cooperative, ignorando completamente le esigenze dei lavoratori presentate.»

Chi si occupa di sindacato, anche solo la domenica a tempo perso, sa che una dichiarazione del genere sostenuta con lo sciopero significa rompere la trattativa, proprio perché «le proposte sono inaccettabili». Non si può dunque consentire il proseguimento del confronto, a meno che non intervengano nuovi elementi, ovviamente da parte datoriale.

Invece, vorremmo dire con stupore, ma in realtà è la conferma di quella commistione cui facevamo riferimento all'inizio e alla quale siamo così abituati da esserne nauseati, il comunicato Filcams-Cgil si conclude così:

«A questo punto, confermando le 8 ore di sciopero da effettuarsi entro il 10 di Luglio, riteniamo opportuno che vengano promosse tutte le iniziative utili alla riuscita delle iniziative e quindi a supporto della trattativa che riprenderà nei giorni 7 e 8 Luglio.”


Incredibile! Hanno già deciso che la trattativa riprende! Intanto fanno fare uno sciopero finto a quei coglioni che lavorano in Coop, tanto per far vedere che Cgil non scherza mica! Scherza proprio. Peccato che lo faccia sulla nostra pelle.


Ovviamente non aderiremo allo sciopero farsa.


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Trattativa Distribuzione cooperativa


Il 23 Giugno scorso, come da programma si è svolto l’incontro per la trattativa del contratto nazionale della distribuzione cooperativa.

Le cooperative hanno presentato dei testi sul part-time, ancora una volta insoddisfacenti, perché troppo sbilanciati verso le esigenze di flessibilità delle imprese.

Come concordato nel coordinamento nazionale del 22 Giugno la Filcams CGIL ha dichiarato la sua netta contrarietà ad un’impostazione del tavolo che continua a presentare le sole istanze delle imprese cooperative, ignorando completamente le esigenze dei lavoratori presentate.

“Abbiamo quindi chiesto” ha affermato la Filcams Cgil “che le cooperative ritirino dal tavolo i temi che per noi sono completamente irricevibili e non permettono di proseguire verso un accordo unitario. La Filcams non è disponibile a trattare di: trattamento della malattia, deroghe al CCNL, doppi regimi di trattamenti economici e normativi tra vecchi e nuovi assunti, riduzione del II livello di contrattazione.”

Le cooperative hanno dichiarato di non poter accogliere la richiesta in quanto la competizione del mercato e la crisi, nonché l’accordo siglato in Confcommercio, che ha ulteriormente aumentato il divario dei costi dei due contratti, hanno fatto nascere la necessità di ridurre il costo del lavoro in modo sostanziale.

“Non siamo disponibili” conclude la Filcams Cgil “ad affrontare una trattativa che si pone come unico obiettivo quello di ridurre il costo del lavoro attraverso una riduzione di salario e diritti.
A questo punto, confermando le 8 ore di sciopero da effettuarsi entro il 10 di Luglio, riteniamo opportuno che vengano promosse tutte le iniziative utili alla riuscita delle iniziative e quindi a supporto della trattativa che riprenderà nei giorni 7 e 8 Luglio.”


27 giugno 2011

Filcams-Cgil


24 giugno 2011

NUOVO CONSIGLIO DI GESTIONE DI UNICOOP FIRENZE: ESCE MARCO COVELLI, APPENA ENTRATO

I due presidenti di Unicoop Firenze:

Turiddo Campaini (Consiglio di Sorveglianza)
Golfredo Biancalani (Consiglio di Gestione)


La notizia merita una breve introduzione. Unicoop Firenze adotta il sistema duale di gestione da qualche anno, come spiegato nel comunicato che segue dalla stessa Unicoop.

Il Consiglio di Sorveglianza che rappresenta i soci, è nelle mani di Turiddo Campaini, ormai al timone da 37 anni ed in vista del settantunesimo compelanno. Il consiglio di Gestione, nominato dal Consiglio di Sorveglianza, è composto dai manager e può variare da un numero minimo di 5 fino ad un massimo di 9, come da regolamento (art. 29, comma 1).

Fino ad ora, il Consiglio di Gestione era composto da 7 membri, da quando, nel novembre 2010, Riccardo Sani uscì nel tentativo di risanare la sorella di Unicoop, il Consorzio Etruria, con i risultati che sappiamo, e fu sostituito dal presidente della CFT, Giulio Bani, Cooperativa che ha in appalto la stragrande maggioranza delle piattaforme logistiche e dei magazini di Unicoop Firenze.

Con questo avvicendamento si premiò anche il 65enne Marco Covelli, Direttore alla Logistica, che entrò per un ottimo fine carriera, nel sancta sanctorum del Consiglio di Gestione.

Notate il gioco degli avvicendamenti attuali. Il consiglio era formato da 7 elementi. Esce Fabio Tozzini perché va in pensione, entra Marino Gori, ex Businnes, Manager Freschi - Forneria Unicoop Firenze. Ma esce anche Marco Covelli, entrato da pochi mesi. Perché?

E' strano che Unicoop, a differenza dell'uscita di Tozzini, non dia nessuna spiegazione su quella di Covelli. Non sarà forse per la vicenda che vede due dirigenti di Unicoop Firenze e quattro medici dell'azienda, accusati di aver violato l'articolo 590 del Codice penale, ovvero le norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, a scapito di sette dipendenti Unicoop?

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Escono dal Consiglio di Gestione Fabio Tozzini, per raggiunti limiti d’età, e Marco Covelli che resta direttore alla logistica. A loro il saluto e il ringraziamento di tutta l’Unicoop Firenze.

Marino Gori è la new entry nel consiglio: giovane ma con lunga esperienza in cooperativa. Con la nomina a vice presidente di Bani e l’ingresso di Gori si abbassa sensibilmente l’età media della nuova gestione: un turn over salutare nel segno della continuità e della professionalità.

Nuovo il Consiglio di Sorveglianza, eletto dall’assemblea dei delegati dell’11 giugno 2011, nuovo anche il Consiglio di Gestione, nominato il 14 giugno nella prima riunione dei “sorveglianti”.
Ricordiamo che nel sistema duale, che Unicoop Firenze ha adottato, il Consiglio di Sorveglianza rappresenta la proprietà della cooperativa, cioè i soci, e che oltre a dettare gli indirizzi generali di politica commerciale, immobiliare e finanziaria, ha il potere di nomina e revoca del Consiglio di Gestione, che rappresenta e governa la cooperativa.

Ecco il nuovo Consiglio di Gestione, composto da sei membri (uno in meno del precedente):

  • Golfredo Biancalani – Presidente, delegato a svolgere tutti gli atti gestionali della società inerenti all’area risorse umane ed a quanto di competenza degli uffici finanziario, controlling commerciale e qualità.
  • Giulio Bani – Consigliere con funzioni di Vice Presidente, delegato a svolgere tutti gli atti gestionali della società inerenti all’area dello sviluppo (comprensiva dei settori sviluppo, patrimonio immobiliare e tecnico), all’area logistica (comprensiva di magazzini, piattaforme della cooperativa e del Centro Freschi di Pontedera) ed al controllo di gestione
  • Piero Forconi – Consigliere delegato a svolgere tutti gli atti gestionali della società dell’area commerciale, al canale minimercati ed al settore vendite su prenotazione.
  • Marino Gori – Consigliere delegato a svolgere tutti gli atti gestionali della società dell’area vendite comprendente i canali supermercati, superstore ed ipermercati.
  • Alberto Migliori – Consigliere delegato a svolgere tutti gli atti gestionali della società dell’area amministrazione.
  • Riccardo Rapi – Consigliere delegato a svolgere tutti gli atti gestionali della società delle aree organizzazione e sistemi e servizi generali.
Escono dal Consiglio di Gestione Fabio Tozzini, per raggiunti limiti d’età, e Marco Covelli che resta direttore alla logistica. A loro il saluto e il ringraziamento di tutta l’Unicoop Firenze.
Marino Gori è la new entry nel consiglio: giovane ma con lunga esperienza in cooperativa. Con la nomina a vice presidente di Bani e l’ingresso di Gori si abbassa sensibilmente l’età media della nuova gestione: un turn over salutare nel segno della continuità e della professionalità.

Nel Consiglio di Sorveglianza segnaliamo i nuovi arrivi:
Giovanni Acquisti (Valtiberina), Moreno Bachini (Fucecchio), Fabio Batoni (Val di Cecina), Dora Donarelli (Pistoia), Rutilio Fioravanti (Valdarno Inferiore), Alessandra Mocali (Barberino di Mugello), Giuseppe Monciatti (Prato), Adriano Sensi (Scandicci), Mario Sorvillo (Valdisieve), Romano Strambi (Impruneta), Lia Vasari (Montevarchi).

Turiddo Campaini è stato confermato presidente del Consiglio di Sorveglianza.



22 giugno 2011

Unicoop Firenze


23 giugno 2011

IL PRESTITO SOCIALE DI CONSORZIO ETRURIA CHE FINE FARA'?


La crisi del Consorzio Etruria rischia di provocare un altro dramma: quello dei soci prestatori verso i quali il Consorzio sarebbe esposto per 3,5 milioni


La crisi del consorzio Etruria potrebbe danneggiare anche i soci prestatori, coloro che come alla coop hanno un libretto di risparmio ed hanno prestato soldi al Consorzio. Sembra che ci siano state richieste di rimborso, ma insoddisfatte. La cooperativa dovrebbe dare al più presto rassicurazioni in questo senso, ma la proposta di concordato preventivo presentata in tribunale l'altro ieri, prevede il rimborso al 100% solo per i cosiddetti«creditori privilegiati».

La vicenda ricorda quella ancora non risolta dei soci prestatori della CoopCostruttori di Argenta.

Il prestito sociale di consorzio Etruria ammonterebbe a 3,5 milioni di euro. Questo è un estratto da un articolo del 14 giugno scorso apparso su La Rebubblica a firma di Maurizio Bologni:

«Intanto, però, l'edilizia del Consorzio si è fermata e la situazione finanziaria è gravissima, al punto che l' azienda non restituisce ad alcuni soci il prestito sociale che ammontaa 3,5 milioni di euro totali. Sono quei soldi che i soci depositano alle coop come fossero banche in cambio di un interesse, denari che restano disponibili su un libretto e prelevabili. "E invece è quattro mesi che chiedo invano di riavere quei soldi, mi servono per cure mediche di moglie e figli, sono i miei risparmi di una vita" è il racconto disperato di un socio.»

Leggi l'articolo completo

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LE COOP IN CERCA DEL SOSTEGNO DEI «VECCHI AMICI»

Un amore ritrovato

Dopo qualche stoccata velenosa, le Coop in un periodo di difficoltà, lanciano segnali amichevoli ai loro compagni di sempre: PD e Cgil


Avevano destato qualche scalpore alcuni atteggiamenti di distacco anche netto del mondo Coop verso il PD e la Cgil, naturali punti di riferimento storici, con vicende e persone provenienti dagli stessi ambienti culturali e con percorsi politici simili e talvolta intrecciati.

Verso la fine dello scorso agosto, ad esempio, per la prima volta nella storia delle Feste dell’Unità (ora Feste Democratiche), Legacoop annunciò che avrebbe disertato un dibattito proprio a Bologna, capitale delle coop rosse.

In quello stesso periodo, a ribadire la distanza, ci pensò Claudio Levorato, presidente di «Manutencoop», realtà da 800 milioni di fatturato, che affermava: «Non so se alle prossime elezioni voterò ancora Pd».

C'è da aggiungere che Cgil si era mossa con successo contro Manutencoop Facility Management (il ramo di Manutencoop che gestisce i servizi di pulizia) con azioni legali e chiedendo una presa di posizione a Coop Adriatica.

Sia come sia, agli inizi di quest'anno il colpo viene assestato alla Cgil senza tanti giri di parole e da fonte autorevolissima. Il presidente di Legacoop, Giuliano Poletti: «Siamo prima di tutto imprese. Se vuole una formula le dico che ci sentiamo cugini della Confindustria e controparti della Cgil. Non il contrario».

Sulla Cgil, gli aderenti a Legacoop sdoganati dal capo, ci prendono gusto. Arriva un'inequivocabile intervista di Marco Minella, segretario generale della Camst, che alla domanda «Con la Cgil non vi prendete più?» risponde: «Ci capita spesso di non essere d’accordo. Noi siamo imprese cooperative. Vuol dire due cose precise: stiamo sul mercato e abbiamo valori irrinunciabili».

Allora siamo ad una svolta? Finalmente il cordone ombelicale che lega aziende cooperative, ad un sindacato ed un partito, si rompe? Macché.

Sarà per i bilanci non molto confortanti delle Coop della grande distribuzione, sarà per la crisi in generale, sarà per la gravissima situazione di alcuni colossi Coop edili, come Etruria, sarà anche perché il CCNL delle Coop della GDO si preannuncia lacrime e sangue sulla falsariga di quello del terziario che ha portato Cgil a non firmare, sarà per tutto questo e altro che si nota un certo riavvicinamento tra Coop, PD e Cgil, dal nostro punto di vista assai preoccupante.

Gli elementi di questa ritrovata intesa? Ne citiamo alcuni. Nell'aprile scorso il presidente di Unicoop Firenze, Campaini, rilascia un'intervista in cui auspica uno scenario che veda partecipare i lavoratori agli utili d'impresa (ma quello c'è già, si chiama Salario Variabile, magari va un pò rivisto dato che è abbastanza penalizzante per i dipendenti) e piu che altro immagina un sindacato alla tedesca, che sieda cioè nel Consiglio di Sorveglianza insieme ai rappresentanti dei soci - dice Campaini: «C'e' da fare un passo in avanti, e sottolineo l'utilita' della partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa: sara' un caso, ma in Germania i rappresentanti sindacali siedono nei consigli di sorveglianza delle grandi imprese. Dobbiamo porci la domanda, chiederci se si deve guardare a un modello del genere che preveda la partecipazione dei lavoratori alle scelte fondamentali dell'impresa o meno». E' evidente che quando Campaini pensa al sindacato, pensa soprattutto a Cgil, anche se la Cisl non vuol certo rimanere tagliata fuori da cotanta eventuale manna.

Poi arrivano i bilanci 2010. Tutti assai mosci ad onor del vero, con casi di vera disperazione come per Unicoop Tirreno. Ma i numeri dei bilanci sono sovente un'opinione, e ai soci, confusi e poco abituati ai documenti contabili, è un gioco da ragazzi raccontargli che le Coop hanno il vento in poppa e tutto va bene madama la marchesa.

Tanto più se all'assemblea ci si presenta con un personaggio autorevole che riporta l'armonia nella grande famiglia. Così Coop Adriatica ne approfitta per far intervenire Romano Prodi, rassicurante guest star dell'assemblea;
Unicoop Firenze organizza un convegno sui modelli economici ospitando la Camusso; Coop Consumatori Nordest, nonostante il bilancio inferiore allo scorso anno e sperando forse di far dimenticare gli orrori del passato, ravviva la presentazione dei dati del 2010 con un parterre de rois.

Si alternano infatti gli interventi dell'europarlamentare Debora Serracchiani, di Vincenzo Tassinari presidente di Coop Italia e di Giuliano Poletti presidente nazionale di Legacoop. A chiusura dei lavori l'intervento di Noreena Hertz, economista di Cambridge di fama internazionale, che ha presentato la sua più conosciuta teoria sul capitalismo cooperativo come antidoto alla crisi globale.

Chi non ha invitato nessun vip alla presentazione del bilancio sono quelli di Unicoop Tirreno e di Coop Estense. Provate ad immaginare come mai.

In conclusione, pare di capire che la vittoria del centrosinistra alle recenti amministrative e il vento di cambiamento che ha continuato a soffiare anche sui recenti referendum, sia il nuovo collante per rinsaldare un'alleanza che aveva fatto finta di vacillare. Chi sperava in un salutare distacco tra queste tre componenti (azienda, partito, sindacato) in un contesto dove ognuno svolga il proprio ruolo, senza commistioni e soluzioni improntate al vecchio e collaudato consociativismo, dovrà aspettare un altro giro, che nel mondo Coop equivale ad un'era geologica.

Questo articolo è un pò datato, ma ancora attuale:
Gli inamovibili governatori delle Coop rosse

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22 giugno 2011

CONSORZIO ETRURIA VENDE «L'ARGENTERIA» E ARRIVANO 30 MILIONI DA UNICOOP FIRENZE

Si tenta di salvare il Consorzio Etruria con la proposta di concordato preventivo che prevede la dismissione, pressoché completa, di tutte le proprietà in mano al Consorzio

Per pagare i creditori si venderanno Coestra, Inso e le quote nella Manifattura Tabacchi e nell'ex Panificio Militare

Arrivano i soldi (tanti) da Unicoop Firenze, «una trasfusione di sangue» per un totale di 30 milioni, pari a l'utile del 2010 della cooperativa presieduta da Campaini.

A questo punto la possibilità che Unicoop partecipi alla ricapitalizzazione di Monte dei Paschi di cui possiede il 3%, si fa assai più complicata, dato che prevederebbe un esborso di almeno 60 milioni


Un motore che ha 90 anni, si è rotto, e lentamente vuole ripartire. Ed a spingerlo saranno i «compagni» dell'Unicoop. E' questo l'immediato futuro che ha di fronte a sé il Consorzio Etruria. La cooperativa di costruzione, diventata un impero (detiene ancora controllate come Coestra e Inso, leader nei settori delle grandi infrastrutture e degli ospedali) per poi scendere nel profondo rosso della crisi, ha presentato ieri al tribunale la proposta di concordato preventivo.

Una «proposta seria, su cui hanno lavorato ottimi professionisti, non solo avvocati» tiene a precisare Lorenzo Stanghellini. E' stato il suo studio legale a curare la proposta. Che è fatta per far continuare a vivere il Consorzio Etruria: pagando i creditori, recuperando la fiducia dei fornitori, mantenendo l'occupazione. E ripartire.

Un progetto possibile solo grazie ad una dismissione, pressoché completa, di tutte le proprietà in mano al Consorzio Etruria. «Ma senza svendere» ci tiene a dire Stanghellini, che ora attende il sì da parte del tribunale sulla proposta avanzata per far ripartire il Consorzio. Tutte le proprietà, comprese le quote che hanno nella Manifattura Tabacchi, nel Panificio Militare, saranno usate «per pagare i debitori».

Anche Inso verrà dismessa «ma ripeto venduta e non svenduta: è un gioiello, verranno usate procedure trasparenti e competitive» precisa Stanghellini. Se verrà accettato il concordato, sarà una società ad hoc a gestire queste e tutte le altre operazioni.

Via tutto il capitale sociale, gli immobili realizzati e ancora non messi sul mercato, alcune società partecipate che a loro volta posseggono immobili. In questo modo si iniziano a pagare al 100 per cento «i creditori privilegiati», gli altri al 50 per cento. Si tratta di oltre 200 milioni di debiti.

Basteranno? si perché arrivano anche le garanzie di Unicoop, cha ha assicurato una prima tranche di sostegno finanziario di 14 milioni ed una successiva di 16: «Unicoop si è detta disponibile a dare un finanziamento molto grosso, una trasfusione di sangue» spiega Stanghellini. E così «l'operazione consentirà a Consorzio Etruria di ripartire e di lavorare».

Un ruolo di mutua solidarietà, quello del colosso guidato da Turiddo Campaini (originario di Montelupo Fiorentino, sede di Consorzio Etruria) nel rispetto dello spirito cooperativo, ma fino a pochi giorni fa smentito ufficialmente dai vertici di Unicoop, noti per il loro understantement.

In questo modo sono sicuri, il presidente del Consorzio Riccardo Sani, i soci e chi ha preparato il concordato, sarà possibile per la coop ripartire con i lavori: «C'è già quello del Museo Pecci, ma ci sono altre commesse a Spezia, Pontedera, alcuni nuovi cantieri che possono partire per alcune realtà disponibili ad affidare lavori al Consorzio Etruria». Tutto scritto nero su bianco nella proposta di concordato.

Gli utili saranno usati al 50 per cento di nuovo per pagare i creditori. Ma soprattutto per non uccidere la più importante realtà di costruzioni rimasta in toscana dopo il fallimento della BTP.



22 giugno 2011

M.F.

Il Corriere Fiorentino

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ACQUA, FONTANELLA PUBBLICA IN PIAZZA SIGNORIA



Dopo i referendum sull'acqua cavalcati anche da un ambiguo PD, che hanno però sancito una volontà precisa, si sta cercando di aggirare l'ostacolo.





Ne abbiamo parlato in questi post:
Per la gestione dell'acqua pubblica il presidente della Toscana, Rossi, pensa alle Coop

Coop propone per l'acqua l'azionariato popolare

Mercoledì 22 giugno, alle ore 12,00 Publiacqua inaugura e presenta alla stampa ed ai cittadini il primo Fontanello con acqua ad alta qualità e frizzante che trova collocazione in una delle piazze storiche più belle al mondo: Piazza della Signoria.

All’inaugurazione ed all’incontro con la stampa saranno presenti il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, il Presidente di Publiacqua Erasmo D’Angelis e l’Amministratore delegato di Publiacqua Alberto Irace

Dopo il fontanello inaugurato nel parco dell'Anconella (in foto) e quello presso piazza Bartali, davanti alla Coop del Quartiere 3, la partecipata del Comune torna a brindare, in attesa di conoscere il proprio futuro dopo l'esito del Referendum e le incertezze burocratiche ed il dibattito che dovrà scaturirne in assenza di una specifica normativa in materia.



22 giugno 2011

Nove da Firenze


CONSORZIO ETRURIA PERDE LA TRAMVIA?

Le linee 2 e 3 della tramvia fiorentina potrebbero passare a Impresa spa

Il colosso edile di Raiola, Impresa, fresco dell'accordo per l'acquisizione del ramo privato di Btp, potrebbe subentrare al Consorzio Etruria che sabato scorso ha annunciato l'avvio della procedura di concordato preventivo


Per uscire dall'impasse dei cantieri della linea 2 e 3 della tramvia di Firenze dopo la crisi che ha investito il Consorzio Etruria (con effetti anche a Prato dove sono fermi da settimane i lavori per il raddoppio del Centro Pecci), si pensa ad un accordo con Impresa spa di Raffaele Raiola, l'imprenditore fresco di accordo con il commissario giudiziale di Btp Inzitari per l'acquisizione delle commesse pubbliche.

Potrebbe essere la via d'uscita per il sindaco Renzi alla ricerca di nuova benzina per riaccendere il motore della tramvia. L'assemblea dei soci del Consorzio Etruria, riunita sabato scorso, ha annunciato che presentera' domanda di concordato preventivo in continuita' con l'obiettivo di mantenere in vita l'attivita', soddisfare i creditori e le aspettative occupazionali degli attuali 316 dipendenti.

In mezzo a tutto questo c'e' l'esigenza del Comune di Firenze di chiudere quanto prima la partita della tramvia e l'offerta di Impresa spa di sostituirsi a Etruria non e' certo passata inosservata. Qualche nodo da sciogliere ovviamente c'e', ma gia' per oggi era fissato un incontro tra l'amministrazione comunale e i vertici del gruppo edile per fare il punto e capire se c'e' possibilita' di chiudere l'accordo e a quali condizioni.


21 giugno 2011

Toscana TV



Vedi anche:


20 giugno 2011

TRATTATIVA CCNL COOP DISTRIBUZIONE, LA CGIL: «PROPOSTE INACCETTABILI»



La delegazione trattante ha deciso lo stato di mobilitazione con un pacchetto di 8 ore di sciopero da effettuarsi in modo articolato, a livello territoriale, entro il 10 di luglio, ma stranamente proseguono gli incontri


Le date in calendario: 23 giugno e 7-8-11-12-14-15 luglio



Il 13 e 14 giugno é proseguita la trattativa per il rinnovo del CCNL con la presentazione da parte delle Associazioni Cooperative dei testi relativi a orario di lavoro, malattia, cooperative minori, relazioni sindacali.


“Dai testi emergono proposte per noi inaccettabili” ha affermato la Filcams Cgil “soltanto il testo delle Relazioni Sindacali presenta alcuni elementi positivi in quanto é stata reintrodotta la contrattazione di secondo livello su organizzazione del lavoro, orari e turnazioni e ambiente, temi cancellati nel testo precedente.
Tuttavia è rimasto ancora un corposo capitolo sulle deroghe agli istituti del CCNL per svariate casistiche punto per noi estremamente negativo.”

La Filcams Cgil a fronte di queste richieste ha dichiarato che non intende smantellare il sistema della contrattazione,
creare un contratto di “serie B” per i nuovi assunti; perdere conquiste sociali come il trattamento di malattia e introdurre un sistema di derogabilità che tende a vanificare il CCNL.

“Siamo consapevoli” conclude la Filcams “che questo rinnovo contrattuale si svolge in un contesto di crisi e di competitività di cui bisogna tenere conto, ma la soluzione non può essere quella di scaricare tutti gli oneri sui lavoratori, impoverendoli inoltre dei loro diritti e della dignità di svolgere il confronto, in un momento in cui il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali dovrebbe essere maggiore per trovare soluzioni condivise dei problemi.”

La Filcams Cgil ha chiesto quindi alle associazioni delle imprese cooperative di modificare la loro impostazione, in quanto, se è reale la volontà espressa di firmare un contratto unitario, bisgona tenere conto anche dei problemi che pone la Filcams, a nome dei lavoratori che rappresenta.

La trattativa, molto difficile, proseguirà con un calendario già programmato per i giorni 23 giugno e 7-8-11-12-14-15 luglio e a sostegno della stessa è necessario il supporto dei lavoratori.
Per questo la delegazione trattante ha deciso lo stato di mobilitazione con un pacchetto di 8 ore di sciopero da effettuarsi in modo articolato, a livello territoriale, entro il 10 di luglio.

L'iniziativa di lotta sarà preceduta da attivi territoriali e assemblee per informare i lavoratori dell'evoluzione che ci sarà a partire dal prossimo incontro del 23 giugno.


20 giugno 2011

Filcams-Cgil


SE SCIOPERI TI LICENZIO, SUCCEDE ALLA ROTO 2000 DI CASARILE (MI)















Aldo Milani del Si Cobas:

«Abbiamo denunciato la situazione alle forze dell’ordine, chiediamo la regolare applicazione del contratto, i dipendenti della cooperativa non vengono pagati per il numero effettivo di ore che svolgono. Hanno cercato di rivendicare i propri diritti e sono stati lasciati a casa»

Lasciati a casa per aver scioperato. E’ questa la sorte del personale delle cooperative che forniscono mano d’opera alle litografie Roto 2000. E ieri mattina i 25 lavoratori hanno organizzato un altro picchetto davanti ai cancelli dell’azienda «perché vogliamo far valere i nostri diritti», hanno spiegato.


Venerdì scorso avevano incrociato le braccia per chiedere buste paga adeguate e condizioni di lavoro meno pesanti, avevano impedito l’ingresso a camion e dipendenti. Lunedì era stato loro comunicato di non presentarsi al lavoro «per una flessione dell’andamento produttivo». E ieri alle sette di mattina i Si Cobas hanno di nuovo bloccato l’ingresso davanti alle litografie di Casarile che danno lavoro ad un’ottantina di dipendenti, oltre al personale delle cooperative, in tutto una cinquantina, molti gli extracomunitari.


Fuori dai cancelli si sono sfiorati momenti di tensione e la situazione è stata riportata alla normalità solo dopo l’intervento dei carabinieri. Hanno protestato contro la decisione di essere stati lasciati a casa «perché abbiamo chiesto di venire trattati con dignità e retribuiti in modo giusto», hanno detto Manuel, un giovane peruviano, e Mansur Raduan, che ha solo 22 anni e una fidanzata che sperava di sposare presto, «ma ora non so se sarà possibile». «Siamo stanchi», hanno sostenuto i lavoratori e Aldo Milani, del Si Cobas, ha spiegato: «Abbiamo denunciato la situazione alle forze dell’ordine, chiediamo la regolare applicazione del contratto, i dipendenti della cooperativa non vengono pagati per il numero effettivo di ore che svolgono. Hanno cercato di rivendicare i propri diritti e sono stati lasciati a casa».


Roberto Luzzi, dell’associazione Ci siamo anche noi che offre un sostegno agli immigrati, era davanti ai cancelli della Roto per sostenere questi lavoratori che «prendono pochi euro all’ora e svolgono mansioni superiori a quelle effettivamente riconosciute». Una situazione pesante, hanno rimarcato i sindacati. «Le cooperative sono due, l’Antares e la New Style.


Nello stipendio non sono conteggiati gli straordinari e le festività – ha aggiunto Fulvio Di Giorgio, coordinatore provinciale dei Si Cobas – Le buste paga sono indecifrabili, in media un dipendente porta a casa uno stipendio di 650 euro al mese, troppo poco per le ore che svolgono.


Lo sciopero dell’altra settimana era stato indetto per chiedere la regolare applicazione del contratto. Era stato un segnale importante, perché il personale della cooperativa aveva reagito, molti di loro sono stranieri, facilmente disposti ad accettare stipendi più bassi pur di portare a casa qualche soldo». Il braccio di ferro è continuato per l’intera mattinata, fino a quando la cooperativa si è detta disponibile ad incontrare, la settimana prossima, sindacato e lavoratori. «Hanno detto che non li avrebbero più lasciati a casa, ma che i giorni persi sarebbero stati conteggiati come ferie – ha raccontato Luzzi – ma bisogna vedere che accadrà». La Roto 2000, attraverso un’impiegata, preferisce non commentare la vicenda.


19 giugno 2011


Stefania Prato


Mentre i sindacati bruni,gialli e neri ,difendono il lavoro si trovano ancora casi dove c'è chi difende i lavoratori . Il S.I. COBAS è ancora uno di questi. In particolar modo è uno dei pochi sindacati che si è occupato della grave condizione in cui versano i lavoratori (per la maggior parte stranieri)delle cooperative della logistica o di altri settori nella Lombardia.


Le cooperative che nacquero tanti anni fa,come strumento di difesa per i lavoratori, oggi sono diventate uno schifo che i capitalisti usano per sfrutttare i lavoratori e per riciclare denaro sporco.


Il sistema delle cooperative è diffuso in ogni settore lavorativo dalle pulizie al lavoro di fabbrica e anche per i lavori di concetto,non esiste settore dove non venga utilizzato.


Ma cosa vi è di illegale in tutto questo? Il sistema attraverso cui si diffondono e le conseguenze che creano i metodi di sfruttamento basato su turni massacranti e su lavoro a cottimo e molte volte vengono trattenute o non pagate ore di straordinario e di lavoro svolto nei giorni festivi.



Queste cooperative nascono e lavorano per un po’ di tempo, falliscono (per evadere tasse, stipendi e tutto ciò che ne consegue) e rinascono il giorno dopo con un nome diverso ma con lo stesso proprietario. La tipologia dei padroni di queste cooperative solitamente sono: padroni, ex sindacalisti o politici e organizzazioni mafiose.


Da circa 2 anni è nato in Lombardia il coordinamento di sostegno alle lotte dei lavoratori delle cooperative che sta portando avanti numerose vertenze all’interno del settore delle coop. della logistica.

Al coordinamento partecipano, oltre ai lavoratori e alle lavoratrici e il S.I. Cobas che porta avanti le vertenze sul piano sindacale.



Grazie ai lavoratori che non accettano di essere trattati come schiavi,grazie al sostegno delle compagne e dei compagni e del sindacato S.I. Cobas sono stati fatti grossi passi avanti nel contrasto dell'illegalità e dello sfruttamento all'interno delle cooperative ed a tanti lavoratori sono stati assicurati orari di lavoro e stipendi migliori.



Per eventuali segnalazioni o richieste scrivere a coordinamento@sicobas.org



19 giugno 2011


Orgoglio Operaio



19 giugno 2011

I POST DELLA SETTIMANA


BLOG LAVORATORI UNICOOP


I POST DELLA SETTIMANA

13 - 19 GIUGNO 2011





13 giugno 2011

LA CGIL HA ESPULSO 17 DISSIDENTI

14 giugno 2011

MANUTENCOOP IN BORSA ENTRO IL 2013


CONSORZIO ETRURIA: CASSA INTEGRAZIONE E CANTIERI FERMI FINO A SETTEMBRE

15 giugno 2011

ARRESTATO MINISCHETTI, PRESIDENTE DEL BANCO DI LUCCA ED EX PRESIDENTE DEL CONSORZIO ETRURIA

CRISI CONSORZIO ETRURIA, L'INTERVENTO SIBILLINO DI LUCA SANI

CONSORZIO ETRURIA, RADIOGRAFIA DI UNA CRISI

16 giugno 2011

MINISCHETTI: IL MANAGER BANCARIO CACCIATO DALLE COOP

CONAD, I MANAGER COINVOLTI DOVRANNO RISPONDERE DI ACCUSE RELATIVE AD OPERAZIONI SUL MAGAZZINO DI MONTOPOLI

MPS: CDA FISSA A 0,446 EURO PREZZO AZIONI AUMENTO CAPITALE

17 giugno 2011

COOP PROPONE PER L'ACQUA L'AZIONARIATO POPOLARE

18 giugno 2011

LA COOP DI VIA VALDERA POTREBBE CHIUDERE PER SPOSTARSI AL CENTRO COMMERCIALE DI SAN DONATO

ANCHE UNICOOP TIRRENO ABBANDONA L'IPERMERCATO

COOP ADRIATICA, BILANCIO 2010 IN LIEVE FLESSIONE

COOP LIGURA, BILANCIO 2010 IN LINEA COL PRECEDENTE


ESSELUNGA ROMPE CON LA FILCAMS: «DICHIARAZIONI FALSE E GRAVI»

CONSORZIO ETRURIA, APPROVATO IL PIANO DI RISTRUTTIRAZIONE, VIA ALL'ITER PER IL CONCORDATO PREVENTIVO


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CONSORZIO ETRURIA, APPROVATO IL PIANO DI RISTRUTTIRAZIONE, VIA ALL'ITER PER IL CONCORDATO PREVENTIVO

L'assemblea dei soci: "Salvaguardare il salario dei dipendenti e consentire la soddisfazione dei creditori sociali e dell'indotto"

Nel provvedimento non coinvolte Inso, Co.E.Stra e Sof

Il presidente Riccardo Sani

Approvato dall’assemblea dei soci del Consorzio Etruria il piano di ristrutturazione finalizzato, attraverso il mantenimento della continuità aziendale, a consentire, nella misura massima possibile, la tutela dei soci lavoratori e dei dipendenti (complessivamente sono 316 di cui 258 soci) sotto tutti i profili, anzitutto quello occupazionale, offrendo l'opportunità di preservare una realtà importante nel contesto sociale e industriale toscano.

Un piano che si è reso necessario per fronteggiare la crisi che ha investito la cooperativa, come molte delle principali aziende del settore delle costruzioni, che tenendo conto del valore sociale della cooperazione ed avendo come punto di riferimento la dignità del lavoro, punta ad attivare tutti gli strumenti per la salvaguardia del salario e contemporaneamente avviare una riqualificazione professionale che permetta di affrontare, anche con nuove professionalità, la sfida del mercato.

In questo quadro il Consorzio Etruria ha deciso di avviare le procedure per la presentazione della domanda di ammissione ad un concordato preventivo in continuità, prevista dall'art. 160 e seguenti della Legge Fallimentare, che è stata individuata come la migliore soluzione alla situazione di crisi che lo stesso sta attraversando, tenuto conto di tutti gli interessi coinvolti.

Il piano di ristrutturazione è finalizzato, attraverso il mantenimento della continuità aziendale, a consentire nella misura massima possibile la soddisfazione dei creditori sociali e dell'indotto che gli stessi in gran parte rappresentano, anche attraverso la destinazione di una quota parte degli utili della gestione futura del Consorzio Etruria.

Per sostenere l’accesso al credito delle aziende dell’indotto dell’edilizia la Regione Toscana, anche in un recente incontro con i rappresentati del Consorzio Etruria, ha confermato la prossima attivazione di linee specifiche di intervento.

Le linee generali di questo piano sono state presentate con la massima trasparenza alle organizzazioni sindacali ed ai rappresentati della Regione Toscana e degli Enti Locali dove la cooperativa ha presenze più consistenti, che hanno garantito il loro supporto anche a livello ministeriale.

Vogliamo uscire dalla crisi e rilanciare la Cooperativa Consorzio Etruria convinti che all’interno della Cooperativa esistono le idee, i progetti e le risorse umane per farlo. Nel raggiungimento di questo obiettivo è fondamentale il sostegno dei nostri Soci e lavoratori, dei nostri fornitori, del sistema bancario, della Lega delle Cooperative, del sindacato, della Regione Toscane e delle Istituzioni.

Siamo convinti che la Cooperativa Consorzio Etruria, che conta ben 90 anni di storia, può avere un futuro e continuare ad essere un punto di riferimento per il settore delle costruzioni ed il suo indotto in Toscana.

Questo piano di ristrutturazione non coinvolge società controllate da Consorzio Etruria quali Inso S.p.A., CO.E.STRA. S.p.A. e Sof S.p.A., che continueranno a svolgere regolarmente la propria attività.


18 giugno 2011

gonews.it


18 giugno 2011

ESSELUNGA ROMPE CON LA FILCAMS: «DICHIARAZIONI FALSE E GRAVI»


Sui quattro licenziamenti, Esselunga rompe le relazioni coi sindacati




Riceviamo e pubblichiamo il comunicato con il quale esselunga risponde alla Filcams Cgil e annuncia la rottura dei rapporti con l'organizzazione sindacale in seguito al contenzioso aperto per il licenziamento d una dipendente della struttura di Olgiate Olona.
Si tratta del quarto caso.

Data la gravità e falsità delle dichiarazioni riportate nel comunicato stampa diffuso da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil di Milano, Esselunga ha deciso di interrompere i rapporti sindacali con le suddette organizzazioni a tutti i livelli.

Esselunga smentisce categoricamente di attuare una politica volta all’estromissione di dipendenti inidonei o limitati al lavoro.

In Esselunga lavorano quasi 20.000 dipendenti. Vengono effettuate più di 6.000 visite mediche ogni anno. Alcune centinaia di dipendenti presentano forme di limitazione al lavoro e per tutti è regolarmente in corso il rapporto professionale con mansioni compatibili.

Esselunga è stata recentemente premiata dal Comune di Milano e dal Comune di Pavia per la propria politica di attenzione e di collocamento di personale con disabilità.

Esselunga è grata a tutte queste persone per l’impegno che mettono ogni giorno nella loro attività lavorativa. Proprio in loro rispetto l’Azienda da sempre non accetta comportamenti “da falsi invalidi”.

In merito ai 4 casi citati nel comunicato, si tratta di lavoratori visitati dal medico competente, su loro specifica richiesta, molte volte (dalle 5 alle 10 ciascuno) e sempre è stata loro adattata la mansione o il reparto per agevolarli nell’attività lavorativa.

Nel corso dell’ultima visita, il medico (libero professionista esterno all’azienda e indipendente) ha giudicato 3 dei 4 lavoratori non idonei a svolgere alcun tipo di attività lavorativa. Il 4°, pur avendo avuto un giudizio di idoneità dal medico, ha fatto ricorso all’ASL che lo ha, di fatto, dichiarato inidoneo.


18 giugno 2011

VareseNews



Diciamo no ai lavoratori usa e getta




COOP LIGURA, BILANCIO 2010 IN LINEA COL PRECEDENTE


Bilancio 2010 stabile per Coop Liguria

Le nuove aperture previste





Coop Liguria chiude il bilancio 2010 in linea con quello dello scorso anno. La Coop presieduta da Francesco Berardini è stata spesso accusata, più o meno velatamente, di essersi ritagliata una posizione dominante rispetto alla concorrenza, agevolata da amministrazioni amiche. Insomma, poca concorrenza.

Il più convinto di questa tesi è il patron di Esselunga, Bernardo Caprotti, che nell'ormai celebre libro-denuncia Falce e Carrello, documenta questa sua opinione con dovizia di particolari. Anzi, Caprotti sostiene che proprio Coop Liguria, nel periodo della presidenza di Bruno Cordazzo, domina il mercato ligure ma applica ai clienti dei supermercati Coop prezzi mediamente superiori del 15 – 20%.

Cordazzo controreplica alle accuse, ne nasce una querelle giudiziaria in cui Coop e Cordazzo citano Esselunga per diffamazione, ma perdono la causa o meglio a Coop viene dato un risarcimento di soli 50mila euro contro i 30 milioni richiesti perché «il tribunale non ha ritenuto sussistente il reato di diffamazione, ritenendo invece che i contenuti del libro, che ha portato le cooperative a instaurare diverse cause civili (quella di Coop Liguria è la prima ad arrivare a sentenza, le altre sono attese per fine anno), rientrassero nel “diritto di critica”.»

A conclusioni analoghe a quelle di Caprotti giunge anche un'indagine di Altroconsumo,
in cui emerge che «in Liguria, diversamente che in altre regioni, emerge un dato piuttosto allarmante: il risparmio massimo che si può ottenere è limitato, frutto, certamente della scarsità di concorrenza, visto che esiste di fatto il monopolio di alcuni marchi (vedi Coop con i vari iper)».

Per tornare al bilancio 2010 i dati vedono una Coop in salute con risultato d'esercizio pari a 20,2 milioni (era stato pressoche lo stesso nel 2009), i soci prestatori stabili (86.540 contro 86.150) come il prestito sociale che al 31 dicembre scorso era di 740 milioni.
Nel corso del 2010 ai soci prestatori sono stati corrisposti interessi per 7,5 milioni contro i 9,7 del 2009 (-22,6%), una differenza dovuta ai bassi tassi d'interesse.

Ricordiamo che Coop Liguria, come Coop Lombardia, svolge tramite SimGest Spa attività di collocamento di prodotti finanziari e mutui.

I progetti futuri della cooperativa riguardano alcune nuove aperture. La più attesa è senz'altro quella dell'iper di La Spezia, Le Terrazze, prevista per marzo prossimo. Un andamento in controtendenza, visto le attuali politiche di ridimensionamento degli iper adottate da molte Coop.
L'altro progetto, che però sarà a compimento solo nel 2013, riguarda un centro commerciale con superstore in Val Bisagno, le ex officine Gugliemmetti.

Quanto all'ambizioso progetto di fusione del distretto Coop Nordovest (coop Liguria, Novacoop e Coop Lombardia) di cui si è tanto parlato, sembra una cosa attualmente lontana dal realizzarsi e la Coop più cauta sul progetto, parrebbe proprio quella ligure. Inatnto Novacoop pone le basi per il nuovo enorme centro di distribuzione alle porte di Vercelli.

Il presidente di Coop Liguria, Francesco Berardini
, sul bilancio 2010