La Nordest di Reggio Emilia scommette alla grande Borsa. Perde 394 milioni.
E si salva rivalutando il patrimonio immobiliare
Marco Pedroni (foto), presidente di Coop Consumatori Nordest
C'è aria di burrasca a Reggio. Reggio Emilia, s'intende, storica roccaforte del potere rosso ora costretta sulla difensiva dall'avanzata della Lega Nord, che ha triplicato i consensi in città alle ultime amministrative, sfiorando il 15 per cento. Ma non è solo questione di voti. Nei giorni scorsi Marco Eboli, consigliere comunale Pdl (nonché candidato, trombato, alle recenti regionali) è partito lancia in resta all'attacco della Coop Nordest, colosso del sistema cooperativo con 5 mila dipendenti e quasi un miliardo di giro d'affari.
Apriti cielo. «Tutte balle, siamo solidi , smentiscono i vertici delle Coop, minacciando fuoco e fiamme, sotto forma di querele, nei confronti del consigliere comunale Pdl. Polemiche a vuoto? Scontro strumentale, tutto politico? Per capire meglio conviene dare un'occhiata ai numeri, ai bilanci consolidati della grande cooperativa con base a Reggio, una delle aziende più importanti tra quelle che aderiscono alla Lega coop nazionale.
E, così, si scopre che nel 2008, annus horribilis delle Borse mondiali, il gruppo Coop Nordest ha perso la bellezza di 394 milioni nella gestione del proprio portafoglio finanziario. Perdite su titoli, certo. Ma il colpo più duro arriva dalle operazioni in strumenti derivati, le scommesse potenzialmente più rischiose. La sola compravendita di opzioni ha aperto una falla da 230 milioni nel conto economico.
Del resto, come si legge in una relazione di bilancio del gruppo, l'obiettivo principale della gestione titoli sarebbe "la creazione di valore nel medio e lungo periodo" con fine ultimo. si legge nel testo, "di salvaguardare la solidità finanziaria della cooperativa presente e futura." Come dire: rischi al minimo e niente speculazione spinta per una società che si trova a gestire l'imponente liquidità garantita da decine di supermercati sparsi in Emilia, Lombardia, Veneto e Friuli, oltre al cosiddetto prestito soci, cioè l'investimento affidato alla coop reggiana da oltre 100 mila sostenitori.
Questo tesoretto vale circa 1,4 miliardi. Non per niente, in un rapporto pubblicato poche settimane fa a cura di Mediobanca, il sistema cooperativo viene paragonato a una banca che attinge risorse miliardarie tra i propri sostenitori.
Nonostante il buco di quasi 400 milioni nella gestione titoli, il conto economico è andato in perdita per soli 8,5 milioni. Come è stato possibile? Semplice, gli amministratori del gruppo se la sono cavata con una manovra contabile da quasi 300 milioni di euro. Una manovra che, come segnalano i revisori di bilancio nella loro relazione, non sarebbe consentita in base ai principi dell' organismo italiano di contabilità (Oic), che sono le norme di riferimento in questi casi. E' andata così. Forti di una perizia ad hoc, i vertici del gruppo cooperativo hanno rivalutato fino a 653 milioni il patrimonio immobiliare (in gran parte costituito da supermercati). Poi hanno girato queste attività ad un altra società, l'Immobiliare Nordest, di cui Coop Nordest ha preso il controllo con questa operazione.
Risultato: la vendita ha prodotto un profitto di 275 milioni, che sono serviti a coprire quasi per intero le perdite finanziarie. Il gioco è fatto, allora. Se non fosse che le norme contabili impongono di eliminare quella plusvalenza, perché realizzata all'interno di uno stesso gruppo. Quindi, se fossero state rispettate le regole in materia, il risultato consolidato dell'esercizio sarebbe stato inferiore di 275 milioni», come scrivono i revisori in coda al bilancio 2008 di Coop Nordest. Il conto economico sarebbe quindi andato in rosso per 283,5 milioni. Un dato piuttosto difficile da far digerire alle migliaia di soci della cooperativa. Ma niente paura, la rivalutazione immobiliare ha riportato in equilibrio il bilancio. L'eccezione dei revisori è stata superata ricorrendo a un parere pro veritate del commercialista Enrico Zanetti, docente a contratto di economia aziendale all'Università di Venezia.
«Nessuna acrobazia contabile», dicono alla Coop Nordest: «Il riassetto del settore immobiliare era già in programma da tempo». Sarà. Ma i manager del gruppo se ne sono ricordati proprio al momento giusto. Le riunioni preparatorie per mettere a punto l'operazione sono cominciate a fine agosto 2008. Per concludersi poco prima di Natale, con qualche giorno d'anticipo sulla data di chiusura dell'esercizio. Quando diventava terribilmente urgente mettere una pezza su un bilancio in profondo rosso.
Vittorio Malaguti
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1 commento:
UNA ROBA SIMILE L'HA FATTA ANCHE UNICOOP FIRENZE, ANCHE SE CON PIU' DISCREZIONE.
AVEVA EVITATO DI SPERCOLARSI CON I DERIVATI, MA L'INVESTIMENTO "STRATEGICO" IN MPS STA PORTANDO MINUSVALENZE NOTEVOLI.
COSI' SI RIVALUTANO GLI IMMOBILI, SI DIMINUISCONO LE LIQUIDITA' , I CREDITI E LE RISERVE INDIVISIBILI E COME PER MAGIA....OPLA'...IL BILANCIO TORNA POSITIVO, AVANTI VERSO NUOVE AVVENTURE.
D'ALTRONDE RICUCCI LO DISSE TEMPO ADDIETRO: FACILE FARE I FROCI COL CULO DEGLI ALTRI!
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