28 ottobre 2011

UNICOOP, RACCOLTI 60 MILA EURO PER LA FAMIGLIA DELL'OPERAIO MORTO


La mobilitazione dei dipendenti di Unicoop Firenze a sostegno della famiglia di Claudio, è riuscita a raccogliere 60mila euro





La solidarietà dei colleghi di Claudio Pierini, l'operaio dei magazzini Unicoop morto il 21 luglio scorso dopo essersi schiantato contro uno scaffale con un muletto, si è trasformata in una colletta per la sua famiglia.

Magazzinieri, lavoratori dei punti vendita, impiegati e dirigenti di Unicoop Firenze in questi tre mesi hanno "donato" ore di lavoro e di permesso raccogliendo così 60 mila euro, che andranno al fratello, alla sua compagna e all'anziana madre.

Il denaro servirà ad "alleviare le loro difficoltà economiche" spiega Guido Ferradini, legale insieme a Mattia Alfano della famiglia Pierini.

I colleghi hanno anche chiesto a Unicoop l'assunzione del fratello di Claudio, finora senza risposta.



28 Ottobre 2011

Ivana Zuliani


Il Corriere Fiorentino


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CENTRALE ADRIATICA: SCIOPERO REVOCATO AL MAGAZZINO DI FORLI'


Dopo il caso del magazzino di Cesena, ancora tensioni per i lavoratori dell'appalto ai magazzini di Centrale Adriatica, stavolta nella sede di Forlì


L'annunciato sciopero però è rientrato dopo che è saltata la decisione di avviare dal 1 novembre con Astercoop un nuovo contratto per i 130 dipendenti. Per ora l’appalto rimane alla cooperativa Alfa.



FORLÌ. Il rischio dello sciopero al magazzino di Forlì che rifornisce la grande distribuzione targata Coop ha fatto cadere, ieri in tarda serata, la decisione di avviare dal 1 novembre con Astercoop un nuovo contratto per i 130 dipendenti. Per ora l’appalto rimane alla cooperativa Alfa.

Al Magazzino. Lo sciopero al magazzino che rifornisce le Coop della Centrale Adriatica è stato ritirato ieri notte, a un passo dallo sciopero per altro convocato a partire dalle 24. Un successo per i rappresentanti sindacali dei 130 dipendenti attualmente ancora in forza alla cooperativa Alfa, subappaltrice per conto di Unilog che dal 31 ottobre avrebbe dovuto cessare l’appalto per consentire il subentro d’appalto di Astercoop.

La notizia al presidio. E’ tutto accaduto l’altra notte con le rappresentanze sindacali che hanno ricevuto, e condivisa la notizia, con i lavoratori da parte della direzione della Centrale Adriatica.
«Esprimiamo soddisfazione - scrivono in una nota Maria Giorgini, segretaria di Filcams Cgil, Davide Guarini, segretario Fisascat-Cisl e Maurizio Casadei per Uiltucs Uil - anche perchè il ritiro di Astercoop con le sue proposte irricevibili ha garantito il rispetto dell’applicazione del Contratto collettivo nazionale di lavoro e l’integrativo, anche perchè è stato creato uno spartiacque - sottolinea una nota delle organizzazioni sindacali del commercio - fra chi vorrebbe fare impresa peggiorando le condizioni dei lavoratori e chi invece sostiene diritti e qualità del lavoro».

Continua coop Alfa. Fino a quando non sarà esperito un nuovo appalto per la Centrale Adriatica deve continuare quello in essere con la coop Alfa che a sua volta subappaltatrice di Unilog la piattaforma logistica che rifornisce dal magazzino le Coop del territorio adriatico e romagnolo.

La rivendicazione dei sindacati aveva alzato uno scudo protettivo per i dipendenti nel momento in cui nell’ennesimo nuovo appalto (il sesto in sei anni) venivano a cadere una serie di opportunità che erano state ottenute nel contratto integrativo.



27 ottobre 2011

Pietro Caruso

Il Corriere di Romagna.it

NOVACOOP CHIUDE IL SUPERMERCATO DI CERANO (NO)‏


Piccola grande storia di un supermercato che chiude




La Coop di via Viscerei a Cerano (NO) abbasserà le serrande il 31 dicembre, anche se, forse, non in via definitiva. La conferma da Massimo Cossavella, direttore commerciale del canale di distribuzione di Novacoop, a cui fa capo il supermercato. «La data prevista è il 31 dicembre. Nulla a che vedere con la crisi economica: si tratta di una scelta della cooperativa». La sede è ormai inadeguata alle esigenze dell’azienda: verrà cercata una nuova collocazione più centrale in paese. I dieci lavoratori saranno comunque ricollocati e non perderanno il posto.


27 ottobre 2011

La Stampa

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CERANO, BREVE CRONISTORIA DELLA CHIUSURA DI UN SUPERMERCATO

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Come scritto nell'articolo riportato sopra, la crisi non c'entra nulla. Le ragioni vanno probabilmente ricercate in errori gestionali.
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Novacoop ha deciso di chiudere il supermercato di Cerano, comune di 7.000 abitanti a 15 km da Novara, confinante con la Lombardia. Si tratta di un supermercato con una superficie di vendita di 1.500 mq, ubicato fuori dall'abitato, prospiciente la strada che i ceranesi hanno sempre chiamato "il curvone" (dove in passato avvenivano molti incidenti nei giorni di nebbia). Una localizzazione a dir poco infelice,dove il supermercato (aperto all'inizio degli anni '80 dalla Coop Piemonte, una delle due costole che diedero vita a Novacoop nel 1989), non è mai decollato proprio a causa della pessima ubicazione, avulsa dal contesto urbano.

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Originariamente il supermercato era di soli 1.000 mq. di superficie di vendita (il classico supermercato di vicinato, ma collocato lontano dal vicinato) ed era inserito in un Centro Commerciale con una decina di negozi che chiusero dopo pochi mesi dall'apertura. Novacoop ebbe la brillante idea di acquistare tutti gli spazi lasciati vuoti dai negozianti e di ampliare il supermercato fino a 1.500 mq. di superficie di vendita, pensando di aumentare la capacità di attrazione e di aumentare così il fatturato. Ma il bacino d'utenza era troppo ristretto e comunque restava l'hadicap della cattiva localizzazione. Tale scelta non fece altro che peggiorare la situazione.

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La notizia della chiusura è stata comunicata ai lavoratori riuniti in assemblea dal nuovo capo zona, la scorsa settimana, ed è stata per tutti un fulmine a ciel sereno, anche se sono stati tranquillizzati i dipendenti, promettendo il trasferimento nei negozi Novacoop vicini. Sono stati informati i sindacati che a breve avranno un incontro con Novacoop.

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La cosa pare essere stata gestita non adeguatamente perché la panetteria che ha in affitto un reparto avrebbe saputo della chiusura da voci in paese e neppure i soci sarebbero stati avvertiti, pur avendo avuto una recente riunione e sembra che l'irritazione e i timori abbiano avuto ripercussioni negative sui libretti del prestito sociale. La chiusura è prevista per fine anno.

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26 ottobre 2011

DIMISSIONI RLS MAGAZZINI UNICOOP FIRENZE: PROVIAMO A FARE CHIAREZZA




Le motivazioni che hanno portato di delegati RLS dei magazzini alle dimissioni









Riteniamo di dover fare un po' di chiarezza su quanto avvenuto nei magazzini Unicoop, visto la pubblicazione di alcuni articoli contraddittori in merito alle dimissioni dei delegati alla sicurezza (uno dei quali è riportato di seguito). Dato che noi nei magazzini ci lavoriamo, ci sentiamo in dovere di dire la nostra che, senza presunzione, crediamo si avvicini di più alla verità di quanto possano affermare assessori e consiglieri vari.

Nei primi giorni di Ottobre sono pervenute alle Segreterie delle Organizzazioni sindacali di categoria (nella fattispecie Filcams-Cgil e Uiltucs-Uil) ed alla Direzione Logistica di Unicoop Firenze le dimissioni dal proprio ruolo di RLS da parte dei due delegati, tramite raccomandata e la cui copia è stata poi affissa nelle bacheche sindacali.

I motivi non sono dissimili. Le dimissioni arrivano in seguito al decesso del collega Pierini Claudio avvenuto a causa di un incidente all'interno del Ce.Dis. di Scandicci lo scorso 21 Luglio e vogliono essere una provocazione nei confronti sia delle OO.SS. che della Direzione di Unicoop, colpevoli di aver sottovalutato il ruolo delle RLS e l'importanza del loro agire.

Due soli delegati con 20 ore annue a disposizione, che devono vigilare, raccogliere segnalazioni e denunciare ciò che non funziona all'interno di tre strutture (Scandicci, Sesto F.no e Pontedera) per un totale di più di trecento dipendenti divisi in reparti e turni, non possono che trovarsi in difficoltà. Un carico di responsabilità che i due non ritengono più di dover sopportare dopo ciò che è accaduto.

Oltretutto uno è un coordinatore sindacale e spesso assente dal magazzino e l'altro è un autista perciò anch'egli non sempre è presente.

Si devono cambiare le regole e questo deve accadere con l'impegno comune di Organizzazioni Sindacali e parte datoriale. Ricordiamo anche che il mandato delle Rsu/Rls è scaduto da 18 mesi e che la necessità di un rinnovo si fa quanto mai impellente.

Per questo sono state rassegnate le dimissioni, con un intento provocatorio che possa stimolare una attenzione che per adesso non si è purtroppo riscontrata.

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SESTO E SCANDICCI - RC POLEMICO SULLA SICUREZZA
DIMISSIONE RLS DELL'UNICOOP ALLA PROVINCIA NON RISULTA


Stando ai dati in possesso della Provincia di Firenze, portati in Consiglio dall'assessore ai rapporti con l'assemblea di Palazzo Medici Riccardi giovanni di Fede, "non si registrano dimissioni fra i rappresentanti per la sicurezza dei magazzini Unicoop di Sesto Fiorentino e Scandicci".

Lo affermano le organizzazioni sindacali. Si è tenuto infatti un colloquio fra sindacati ed un rappresentante che per motivi personali intendeva lasciare l'incarico ed è stato pregato di soprassedere fino al reperimento dell'eventuale sostituto, il tutto nell'ambito del normale iter relativo a queste situazioni.

Circa il problema sicurezza all'interno delle strutture Unicoop si sono tenuti incontri fra azienda e organizzazioni sindacali e nel luglio scorso - pochi giorni dopo il decesso richiamato in una domanda d'attualità presentata dal gruppo provinciale di Rifondazione Comunista, per il quale le indagini sono in corso - fra sindacati,azienda e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.

In quella sede sono stati assunti reciproci impegni dalle parti e concordato un monitoraggio costante. Per la metà del prossimo novembre, è stata programmata l'assemblea dei delegati Unicoop che si occuperà di questi temi.

"A noi - ha replicato per Rifondazione Andrea Calò - risulta il contrario. Due delegati, uno della Cgil e uno della Uil, si sono dimessi per protestare anche contro il lassismo di Cgil e Uil. I diritti si ledono anche a sinistra. Non è bello essere sfruttati da nessuno. Tutti hanno il diritto di essere tutelati. Non si deve derubricare quanto accade tragicamente sul lavoro a una eventualità del destino".
I delegati "fanno parte di un'associazione dedicata a Pierini, morto a Luglio su di un muletto. Non si può pensare che i diritti sul lavoro debbano valere nei cantieri Btp e non alla Coop. E' un nostro dovere intervenire su questo".



25 ottobre 2011

D.C.

Il Nuovo Corriere di Firenze


I LAVORATORI DEL MAGAZZINO DI CENTRALE ADRIATICA AD ASTER COOP: «CAMBIATE PROPOSTA O SCIOPERIAMO TRE GIORNI»











L'aut aut dei lavoratori del magazzino di Centrale Adriatica ad Astercoop, titolare dell'appalto dal 1 novembre

FORLI' - Le organizzazioni sindacali Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno incontrato questo pomeriggio Astercoop Soc. Coop. titolare dell’appalto dal'1 novembre 2011 del magazzino di Centrale Adriatica di Forlì. "Dopo ore di trattativa - si legge nella nota congiunta - l’azienda ha comunicato la proposta definitiva che prevede per i 130 lavoratori interessati, il mancato pagamento dei primi 3 giorni di malattia, la riduzione dei permessi da 104 ore a 64, una flessibilità oraria su base mensile senza limiti giornalieri o settimanali, l’azzeramento del contratto integrativo aziendale che teneva conto della storia contrattuale dal 2006 ad oggi e, il taglio del buono pasto riconoscendolo solo per le giornate in cui si superano le 7 ore , il mancato riconoscimento dell’indennità freddo di 0.50 centesimi l’ora per i reparti come ittico e 4° gamma sempre al di sotto dei 3°, l’azzeramento del premio di risultato in essere togliendo nei fatti ai lavoratori uno quota di salario notevole".

Il "no" dei dipendenti. "I lavoratori del magazzino aperto nel 2006 a Forlì che si trovano ad oggi al 6° cambio di appalto hanno detto "no" a questa proposta dichiarando assieme alle rappresentanze sindacali interne e alle organizzazioni 3 giorni di sciopero a partire dalle ore 00.01 di mercoledì 26 ottobre fino alle ore e 24 di venerdì 28 ottobre". Alla dichiarazione di sciopero emersa alle 16 dall’assemblea dei lavoratori è seguita la richiesta di incontro del committente Centrale Adriatica che ha richiesto un incontro urgente per questa sera.

Le organizzazioni sindacali e la rappresentanza sindacale interna, nel dare disponibilità all’incontro, hanno precisato che la revoca dello sciopero avverrà unicamente alla firma di un accordo con l’azienda subentrante che garantisca le condizioni occupazionali e contrattuali, diversamente le iniziative programmate proseguiranno. I lavoratori si incontreranno assieme alle Rappresentanze sindacali e alle organizzazioni sindacali questa notte alle ore 00 e domani alle ore 12 davanti ai cancelli per presidiare il cantiere e manifestare il proprio disappunto, lottando per la riconquista di giuste condizioni contrattuali.


25 ottobre 2011

Romagna Noi




25 ottobre 2011

IL PDL IRONIZZA SULLE DIMISSIONI SINDACALI IN UNICOOP FIRENZE

Dopo l'interrogazione presentata dai consiglieri provinciali di Rifondazione Comunista, è la volta del PDL di presentare una mozione al Consiglio Provinciale per chiedere le motivazioni delle dimissioni dei rappresentanti RLS dei magazzini Unicoop Firenze

Nella foto Turiddo Campaini, 71 anni, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze dal 1973, ha pubblicato recentemente il libro «Un'altra vita è possibile»


Non si ferma la polemica dopo le dimissioni dei rappresentanti per la sicurezza nei magazzini Unicoop di Sesto e Scandicci.

«Un'altra vita è possibile?» chiedono i consiglieri provinciali del Pdl, Filippo Ciampolini, insieme a Samuele Baldini, Piergiuseppe Massai, Manola Aiazzi e Leonardo Comucci, riprendendo sarcasticamente il titolo del libro del presidente Unicoop, Campaini.

I consiglieri hanno presentato una mozione che sarà sottoposta all'approvazione del Consiglio Provinciale. Nell'atto si chiedono le motivazioni che hanno spinto i rappresentanti della RLS dei magazzini Unicoop di Sesto e Scandicci a dimettersi, anche a seguito della morte di un lavoratore avvenuta lo scorso luglio; ma si chiede anche all'amministrazione provinciale di farsi promotrice, anche attraverso il competente assessorato al lavoro, di una serrata campagna di informazione e prevenzione riguardo gli incidenti sul posto di lavoro, coinvolgendo sia le associazioni di rappresentanti dei datori di lavoro, sia quelle dei lavoratori, per ogni comparto e categoria, da diffondere in tutte le sedi di lavoro nella provincia di Firenze.



25 ottobre 2011

La Nazione

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21 ottobre 2011

MAGAZZINI UNICOOP FIRENZE: I LAVORATORI FANNO IL PUNTO SULLA SICUREZZA


Nei mesi scorsi si sono tenute nei magazzini Unicoop varie assemblee dei lavoratori per fare il punto sul tema della sicurezza nel nostro ambiente di lavoro, dopo la morte di Claudio







IL 21 LUGLIO DI QUEST’ANNO IL NOSTRO COLLEGA CLAUDIO PIERINI DETTO “PIERO” TROVAVA LA MORTE DURANTE IL SUO LAVORO, IN MODO COSI’ INACCETTABILE CHE ANCORA FATICHIAMO AD ARRENDERCI ALL’IDEA DI CIO’ CHE E’ ACCADUTO QUEL GIORNO.

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PROPRIO PERCHE’ NON VOGLIAMO DIMENTICARE (E NON POTREMMO FARLO COMUNQUE), CI PIACE CONTINUARE A FORNIRE INFORMAZIONI SULLA VICENDA E SU COSA STA ACCADENDO NEI MAGAZZINI UNICOOP IN MATERIA DI SICUREZZA.

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IL 3 AGOSTO SCORSO SI E’ TENUTA UNA ASSEMBLEA GENERALE DI TUTTI I REPARTI DEI MAGAZZINI UNICOOP DI SCANDICCI E SESTO F.NO PER RIFLETTERE SULL’ACCADUTO, PER DECIDERE CHE INIZIATIVE INTRAPRENDERE E PER RIPORTARE AI LAVORATORI COSA EMERSO NELL’INCONTRO TRA RSU, OO.SS. E DIREZIONE LOGISTICA DEL GIORNO PRECEDENTE.

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NEL CORSO DELL’ASSEMBLEA SI E’ INNANZITUTTO STIGMATIZZATO IL COMPORTAMENTO DI ALCUNI RESPONSABILI DEL REPARTO ORTOFRUTTA CHE, SCONSIDERATAMENTE, AVEVANO AVVIATO LE ATTIVITA’ LAVORATIVE QUANDO ANCORA IL CORPO DEL NOSTRO COLLEGA GIACEVA SENZA VITA A POCHI METRI DI DISTANZA. SI E’ CHIESTO CON FORZA LA RIMOZIONE IMMEDIATA DELLA SCAFFALATURA CONTRO LA QUALE HA IMPATTATO IL PIERINI (è stata rimossa solo pochi giorni fa!).

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SI SONO RIPORTATE LE PAROLE DELLA DIREZIONE DETTE NELL’INCONTRO DEL 2 AGOSTO, “NIENTE POTRA’ PIU’ ESSERE COME PRIMA”, RITENENDO DUNQUE CHE QUESTO AVVENIMENTO DOVRA’ CAMBIARE TUTTE LE PRECEDENTI VALUTAZIONI IN MATERIA DI SICUREZZA. SI CONSIDERANO DI VITALE IMPORTANZA MAGGIORI INVESTIMENTI IN QUESTO SENSO E ANCHE MAGGIORE COLLABORAZIONE TRA ADDETTI, DELEGATI SINDACALI E RESPONSABILI E DIRIGENTI AZIENDALI CHE CONCORRANO AL RAGGIUNGIMENTO DI OBIETTIVI COMUNI.

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LE RSU HANNO ANCHE INFORMATO DI AVER INOLTRATO AI MAGGIORI ORGANISMI DIRETTIVI DI UNICOOP FIRENZE:

  • LA RICHIESTA DI ASSUNZIONE A TEMPO INDETERMINATO DEL FRATELLO DI CLAUDIO, ATTUALMENTE DISOCCUPATO (richiesta ad oggi disattesa!);
  • DI AVER FATTO REALIZZARE UNA TARGA COMMEMORATIVA;
  • DI AVER OTTENUTO UN ATTIVO UNITARIO DEI DELEGATI UNICOOP PER IL 6 SETTEMBRE (saltato per lo sciopero Cgil e ancora in attesa di una nuova convocazione);
  • DI AVERE INTENZIONE DI EFFETTUARE UNA SERIE DI ASSEMBLEE DI REPARTO PER FARE EMERGERE NEL DETTAGLIO I NUMEROSI PROBLEMI DI SICUREZZA PRESENTI NEI MAGAZZINI.
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DAL 11 AGOSTO AL 20 SETTEMBRE SI SONO TENUTE LE SUDDETTE RIUNIONI DEI LAVORATORI IN MATERIA DI SICUREZZA, CONVOCATE PER SINGOLA ATTIVITA’ LAVORATIVA. LE PRINCIPALI CRITICITA’ EMERSE SI POSSONO RIASSUMERE COME DI SEGUITO:

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  • INADEGUATEZZE STRUTTURALI. (IL CE.DI. DI SCANDICCI E’ ORMAI DA ANNI TROPPO PICCOLO PER FRONTEGGIARE LE ESIGENZE DI UNA RETE DI VENDITA IN CONTINUO SVILUPPO E IL MAGAZZINO DI SESTO F.NO PRESENTA EVIDENTI PROBLEMI LEGATI ALLA SUA VETUSTA’);
  • CARENZE NELLA SEGNALETICA E NELLE INFRASTRUTTURE INTERNE;
  • NON RISPETTO DELLA SEGNALETICA E DELLE NORME VIGENTI DA PARTE DI ALCUNI ADDETTI INTERNI E SOPRATTUTTO DA PARTE DI QUELLI DELLA DITTA IN APPALTO;
  • PROBLEMI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI CHE PROVOCANO CONGESTIONAMENTI DI ZONE LAVORATIVE E INTERFERENZE PERICOLOSE DI DIVERSE ATTIVITA’;
  • MANCANZA DI VIGILANZA E CONTROLLO DA PARTE DEI PREPOSTI (CAPIREPARTO ECC.);
  • NECESSITA’ CHE LE SEGNALAZIONI DEI DELEGATI, MA ANCHE DEI SINGOLI LAVORATORI, VENGANO REALMENTE CONSIDERATE;
  • MANCANZA DI CHIAREZZA SU ALCUNE PROCEDURE LAVORATIVE E SUL CORRETTO USO DEI MEZZI ELETTROMECCANICI (MULETTI) IN USO NEI REPARTI.
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TUTTI I VERBALI DI QUESTE ASSEMBLEE SONO STATI FATTI PERVENIRE ALLA DIREZIONE DELLA LOGISTICA DI UNICOOP FIRENZE, AL RSPP E AL MEDICO COMPETENTE INCARICATO.

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ENTRO NOVEMBRE DOVREBBERO ARRIVARE LE RISPOSTE DELLA PARTE DATORIALE.



16 ottobre 2011

I LEGALI DI CLAUDIO: «UNICOOP NON SI E' FATTA SENTIRE»




I legali di Claudio: «attendiamo gli avvisi di garanzia»




Il nostro collega Claudio Pierini


«Stiamo aspettando gli avvisi di garanzia nei confronti di chi sarà identificato come possibile responsabile dell'incidente», spiega fiducioso Guido Ferradini, legale della famiglia di Claudio Pierini, il dipendente di Unicoop Firenze, morto il 21 luglio scorso in un incidente sul lavoro nel magazzino di Scandicci.

Alla procura di Firenze, il pm Paolo Canessa, ha infatti aperto subito un fascicolo per fare chiarezza sulle cause dell'improvviso schianto del muletto, costato la vita al 52enne Claudio Pierini.

«Dal giorno della tragedia - prosegue l'avvocato - Unicoop non si è fatta sentire. Nonostante la richiesta dei sindacati di assumere il fratello di Claudio, sto ancora attendendo un incontro con i legali dell'azienda per discutere di un risarcimento, anche se non penso che questo cambierà la volontà dei miei assistiti di costituirsi parti civili nel processo penale e chiedere quindi, in quella sede, un giusto risarcimento».

Che poi i problemi di sicurezza all'interno dei magazzini fossero da tempo un nervo scoperto di Unicoop è lo stesso avvocato a confermarlo. «Già prima dell'incidente avevo presentato, per conto di una quindicina di lavoratori, un esposto in procura, alla base della denuncia sempre la carenza di sicurezza nei magazzini», spiega Ferradini a Il Giornale della Toscana.

Intanto, di fronte al silenzio di Unicoop (non è passata inosservata tra i lavoratori l'assenza ai funerali del presidente Turiddo Campaini), la risposta dei colleghi di Claudio è stata di dare il via a una raccolta fondi per sostenere la famiglia Pierini.



16 ottobre 2011

Cristina Manetti

Il Giornale della Toscana


UNICOOP FIRENZE, SI DIMETTONO I SINDACALISTI ALLA SICUREZZA



«Non vengono rispettate le norme sulla sicurezza» nel magazzino dove morì un dipendente


Troppi rischi per chi lavora nei magazzini di Unicoop Firenze. "Mancanza di una procedura scritta per il corretto svolgimento dell'attività lavorativa"; "vie di fuga insufficienti"; "pavimento non adatto alle caratteristiche dei mezzi in circolazione e dei prodotti stoccati"; "necessità di maggiori investimenti sulla sicurezza".

E' lunga la lista di punti da rivedere alla base della denuncia partita dai rappresentanti sindacali del magazzino e dai lavoratori della storica azienda presieduta da Turiddo Campaini, soprattutto dopo l'incidente sul lavoro, che lo scorso 21 luglio è costato la vita a un dipendente della cooperativa, Claudio Pierini.

Molti i lati oscuri da chiarire di quella tragedia, sulla quale è in corso un'indagine della magistratura fiorentina. Ma troppe, secondo i lavoratori di Unicoop, anche le mancanze in materia di sicurezza che l'azienda avrebbe perpetrato da tempo, sicuramente da prima del tragico evento. Mancanze a cui non avrebbe fatto da contraltare la voce delle strutture sindacali, in particolare di Cgil e Uil, contribuendo a creare all'interno del magazzino una situazione esplosiva.

Il malcontento è sfociato pochi giorni fa, con le dimissioni degli stessi dlegati per la sicurezza, Giampiero Cozzolino (Cgil) e Luca Ielatro (Uil). Fatto senza precedenti. Per la Cgil si tratta di una nuova sconfitta. Il sindacato della Camusso, infatti, proprio per le carenze nella gestione della sicurezza all'interno dei magazzini Unicoop di Scandicci e Sesto Fiorentino, aveva nel tempo assistito a un'emorragia di iscritti fino a perdere la maggioranza tra i lavoratori, transitati nell'Unione Sindacale di Base, Rsa non ancora riconosciuta dai vertici aziendali di Unicoop.

E' chiaro il documento di dimissioni firmato da Ielatro: «Non è così che si fa la sicurezza nei luoghi di lavoro, o almeno non è così che io intendo fare sicurezza», si legge in calce la lettera aperta dell'ex delegato, che ancora riveste la carica di rappresentante sindacale Uil. Ed è proprio la sua denuncia a mettere in luce la profonda spaccatura interna alle sigle storiche di Unicoop.

Qualcosa negli ingranaggi sembra essersi rotto. «Bisogna che il delegato sindacale sia espressione democratica della volontà dei lavoratori. E' fondamentale che sia presente in tutte le unità produttive della cooperazione e non necessariamente collegato ad una sigla sindacale», scrive Ielatro. Questo perché finora il delicato ruolo da lui rivestito prima delle dimissioni spontanee, è sempre stato un incarico stabilito su nomina sindacale (la Cgil sceglie tra i propri iscritti il delegato di riferimento e così la Uil). Mai eletto direttamente dai lavoratori.

L'incidente mortale del 21 luglio scorso - primo in Unicoop, ma anche il primo in un magazzino della grande distribuzione in tutta Italia - ha però rotto definitivamente gli equilibri interni. La voce dei lavoratori si è fatta sentire, definendo «discutibili» e «condannabili», come emerge in un documento interno, molte scelte aziendali, soprattutto in merito alla sicurezza. Purtroppo, come scrivono i rappresentanti sindacali del magazzino, è proprio in materia di sicurezza che «segnalazioni e richieste vengano ignorate e sottovalutate» dall'azienda.

Una condanna in particolare è poi rivolta da parte degli stessi rappresentanti sindacali, a quanto accaduto immediatamente dopo la morte del Pierini. Nonostante «l'apprezzamento per la scelta della Direzione di Unicoop di interrompere ogni attività lavorativa il giorno del tragico infortunio», appare «inaccettabile» per i lavoratori quanto invece accaduto nel reparto Ortofrutta (adiacente al luogo dell'incidente, ndr), a poche ora dal decesso, «poiché lì stava operando comunque l'attività lavorativa, nonostante il corpo del Pierini giacesse ancora a terra nel reparto attiguo». Senza dubbio quindi, come si legge nel documento aziendale, «una mancanza di sensibilità grave, che prima di essere materia sindacale dovrebbe trovarsi nelle fondamenta morali e nell'anima di ognuno di noi».Comportamenti che quindi hanno contribuito a creare un difficile clima di lavoro all'interno dei magazzini di Scandicci.

Infine, i rappresentanti sindacali del magazzino, che commissioneranno la realizzazione di una targa commemorativa da dedicare al collega scomparso, hanno anche verbalizzato la richiesta avanzata a Unicoop Firenze, «di assumere il fratello di Claudio, Daniele, con contratto a tempo indeterminato in una delle sedi». Richiesta per ora non ascoltata.



16 ottobre 2011

Cristina Manetti

Il Giornale della Toscana


14 ottobre 2011

TRATTATIVA CCNL COOP: LE COOP BLUFFANO E AIUTANO CGIL IN AFFANNO

Il contratto nazionale delle Coop della distribuzione entra in una fase delicata, con le Coop che si dicono pronte a traghettare verso il contratto del commercio, siglato senza la firma Cgil
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La mossa ha tutta l'aria di un bluff per dare la possibilità a Filcams-Cgil di uscire dall'angolo in cui è compressa, tra l'impossibilità di accettare un contratto simile a quello del commercio e l'esigenza delle Coop di avere invece garanzie simili


Che questo contratto nazionale fosse un parto difficile era chiaro a tutti. La firma separata nel contratto di riferimento, quello del terziario, ha condizionato fin dall’inizio la discussione. Le cooperative hanno insistito su alcuni punti, come quello di ridurre i costi in maniera significativa e, sulla falsariga del contratto del terziario, intervenire sul pagamento della malattia garantendo solo sei eventi pagati al 100%, i tre giorni successivi rimborsati solo al 50%, mentre dal nono giorno in poi più nulla. Questo ha portato la Filcams-Cgil allo sciopero del 9 luglio scorso, senza però che si interrompesse la trattativa, ripresa tranquillamente il giorno successivo. In questo contesto non ha certo aiutato l’accordo interconfederale firmato il 28 giugno, firmato anche da Cgil, che svuota la contrattazione nazionale potenziando quella aziendale.


Dopo un rinvio prolungato, le parti si sono di nuovo incontrate il 10 ottobre, come dalla nota di Filcams, che già dal titolo mette le mani avanti: «Trattativa Cooperazione, un percorso difficile».


Da quello che si legge, le cooperative escludono un contratto separato e propongono al sindacato una pausa di riflessione, che va letta come un invito ad andare incontro ad esigenze specifiche della cooperativa. Pare evidente che la posizione più difficile sia quella di Filcams-Cgil, la quale non può certo accettare condizioni che ha rifiutato nel contratto del Terziario, tanto più che adesso la Uil dichiara conclusa la trattativa e concorda con Coop sui punti principali (vedi documento). Le Cooperative, dopo aver escluso un contratto separato, aggiungono però che «se questo ulteriore tentativo dovesse fallire, però, le cooperative hanno già preso in considerazione la possibilità mettere fine al contratto dell’Imprese Cooperative confluendo nel contratto nazionale di Confcommercio.»


Insomma, prima escludono che si arrivi ad un contratto separato, poi minacciano di confluire nel contratto del Terziario che però è avvenuto a firme separate! Singolare modo di ragionare.


La sensazione è che sia un bluff per sbloccare la situazione e dare un pretesto a Filcams-Cgil per firmare qualcosa altrimenti assai indigesta, dandole però la possibilità di passare per salvatrice dei lavoratori essendo riuscita ad evitare il rischio rappresentato dall'abbandono del contratto Coop.


Le Associazioni Cooperative sanno benissimo che se facessero qualcosa del genere metterebbero a repentaglio quelle differenze, quegli elementi distintivi (reali o fittizi) che le caratterizzano e che gli danno quei vantaggi ed agevolazioni rispetto alle aziende concorrenti firmatarie del contratto del Terziario. Quelle differenze che appunto hanno reso ragionevole l'esistenza di un contratto nazionale diverso per le Coop della distribuzione.



13 ottobre 2011

IPERCOOP TIRRENO DI BENEVENTO: «LAVORATORI RAGGIRATI DA DIREZIONE AZIENDALE E FILCAMS-CGIL»



In una nota la segreteria Fisascat-Cisl denuncia violazioni dell'accordo per la ricollocazione del personale dell'ipercoop




Sulla vicenda dell'Ipercoop Tirreno di Benevento si registra una dura nota della segreteria provinciale della Fisascat Cisl.
"L’accordo stipulato il 24 giugno presso la provincia di Benevento tra la Direzione dell’IPERCOOP e le Organizzazioni di Categoria di Benevento prevedeva l’adozione di ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione e/o mobilità) e la ricollocazione di tutto il personale nel nuovo punto vendita di Santa Maria Capua Vetere. Solo in via provvisoria e per un massimo del 20% alcuni lavoratori avrebbero potuto essere collocati nei mercati di Napoli-Arenaccia, Avellino e Quarto (NA).

In attesa dell’apertura di S. M. Capua Vetere, con una mossa clientelare e con la complicità della CGIL, sono stati trasferiti definitivamente 8 lavoratori (con relativo declassamento di livello e di mansioni) nel supermercato di Arenaccia, violando gli accordi che la Direzione IPERCOOP aveva assunto precedentemente con le Segreterie Regionali Unitarie di FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTUCS-UIL.

Bastava aspettare pochi mesi e i lavoratori sarebbero stati trasferiti nel nuovo punto vendita di S. M. Capua Vetere, evitando ad essi anche il demansionamento che hanno dovuto accettare.

Dalle dichiarazioni stampa (Il Mattino 7/10/2011) la FILCAMS-CGIL di Benevento fa finta di non sapere che fino a 2 giorni prima del 28 settembre (sciopero dei lavoratori IPERCOOP) la Segreteria Regionale della FILCAMS-CGIL Campania era d’accordo con l’adozione delle iniziative di lotta. Infatti si era tenuta una riunione di coordinamento regionale COOP con delegati R.S.A. e segreterie FILCAMS, FISASCAT e UILTUCS nel quale si è sottoscritto un documento unitario invitato alla Direzione IPERCOOP per avviare un percorso condiviso che prevedesse la soluzione di tutti i lavoratori COOP di Benevento, stabilendo criteri per eventuali ricollocamenti provvisori e definitivi, evitando così trasferimenti. Se a Napoli servono ausiliari alle vendite (e tra i licenziati a Benevento ce ne sono eccome !!!) perché si trasferiscono lavoratori di livello e mansioni superiori abbassando loro salario e competenze professionali? E’ perciò del tutto evidente la manovra clientelare (solo lavoratori amici di ex direttori o diversamente raccomandati) alla quale la FISASCAT-CISL, invocando l’uguaglianza dei diritti di TUTTI i lavoratori, non ci stà!
Se poi c’è un difetto di comunicazione tra i diversi livelli territoriali della FILCAMS ciò non può ricadere sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori".


12 ottobre 2011


09 ottobre 2011

OPERAI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO ASTER COOP

Venticinque soci lavoratori licenziati hanno protestato ieri mattina davanti all'ipercoop Lungo Savio di Cesena




CESENA – Ieri mattina alcuni soci-lavoratori licenziati dalla cooperativa Astercoop che gestisce la piattaforma logistica di Pievesestina di Cesena e rifornisce i punti vendita di Coop Adriatica, hanno manifestato con un volantinaggio davanti all'Ipercoop Lungo Savio di Cesena per rendere informati i clienti della loro situazione e per coinvolgere Coop Adriatica nella problematica. Il licenziamento attuato da Astercoop ha coinvolto 25 soci-lavoratori, la maggior parte di origine africana, con la motivazione, dice il comunicato, che non sono “idonei”.

Gli operai lasciati senza lavoro sottolineano che nella loro posizione di soci-lavoratori licenziati da una cooperativa non hanno diritto alla cassa integrazione e all'indennità di disoccupazione. Qualche momento di tensione, peraltro prontamente rientrato, quando Graziella Zuffi del comitato “Soci Coop Adriatica per la solidarietà” ha attuato il volantinaggio all'interno dell'iper e intendeva lasciare alcuni volantini sul banco della libreria “coop”. Gli è stato fatto osservare che all'interno dei locali era fatto divieto diffondere qualsiasi pubblicazione senza l'autorizzazione della direzione. La delegata si è allontanata ed ha chiesto di parlare con la direzione. Nell'attesa all'esterno sono intervenuti Marcello Strada, presidente del comitato soci coop, e Renzo Savini, funzionario coop che si occupa di attività sociali.

Questi hanno ribadito che Astercoop agisce in piena autonomia, il suo rapporto con i soci - dipendenti, pertanto cercare di coinvolgere Coop Adriatica nella vicenda è fuori luogo. A motivare le loro parole hanno presentato un comunicato in cui Coop Adriatica sottolinea di aver fatto tutto quello che poteva per la problematica. Il tutto è stato sbloccato dall'intervento della direttrice della galleria che ha autorizzato di lasciare alcuni volantini presso la libreria coop, qualora il dirigente del negozio fosse d'accordo. La dirigenza della libreria ha accettato, nello stesso tempo alcuni lavoratori, tollerati dalla sicurezza interna, sono entrati e hanno consegnato tutti i fogli a loro disposizione ai clienti. Con un po' di calma, un po' di dialogo e tanto buon senso tutto si è risolto.



9 ottobre 2011


Piero Pasini


Romagna Noi


08 ottobre 2011

INTEGRATIVO UNICOOP: PER LA UIL IL CCNL HA PRECEDENZA ASSOLUTA



Il comunicato Uil riapre la polemica con Cgil sul Contratto Integrativo in Unicoop Firenze e ribadisce la priorità del CCNL che va chiuso per primo



Dopo molti mesi di incontri per il rinnovo dell'Integrativo Aziendale Unicoop Firenze, sembra che siamo arrivati ad un deciso stop.

A dichiararlo un comunicato della Uiltucs di questi giorni (di seguito dopo il nostro commento) che sembra parlare chiaro: niente integrativo se non si giunge prima ad una firma del CCNL della cooperazione! E si va anche oltre: si nega perentoriamente l'esistenza di fantomatici «intendimenti» verbali e/o scritti tra le Organizzazioni Sindacali Regionali e la Dirigenza di Unicoop, propedeutici ad una rapida conclusione delle trattative.

Di questi intendimenti avevamo sentito parlare un po' tutti (anche noi del blog) in più di un corridoio. Parrebbero riguardare perlomeno un nuovo meccanismo per il calcolo del Premio Variabile, un qualche strumento di salvataggio dei piccoli e meno piccoli punti vendita in difficoltà (NewCo o altra soluzione) e in particolare la modifica, alla meno s'intende, del
divisore orario (Art. 172 CCNL, pag. 145) elemento assai importante ai fini retributivi.

In occasione dello sciopero nazionale indetto dalla Filcams-Cgil per lo stato di mancato rinnovo del CCNL Coop, ci fu un risultato di adesione nel territorio toscano e fiorentino in particolare non certo gratificante.

In molti lo attribuirono proprio alla volontà, da parte della Filcams fiorentina, di non compromettere le trattative per l'integrativo che parevano volgere ad una conclusione (allora gli «intendimenti» c'erano? nota blog), perciò non era circolata una giusta e corretta informazione che stimolasse a partecipare allo sciopero.

Successivamente la stessa Filcams provinciale, a firma della Segretaria Barbara Orlandi, fu costretta ad una seppur blanda autocritica che però non gettò nessuna nuova luce chiarificatrice sulla vicenda.

Insomma, sembra che adesso i pezzi sulle scacchiere dei tavoli di contrattazione si siano fermati in una posizione di stallo.

Prossimo appuntamento il 10 Ottobre a Roma per la ripresa delle trattative del CCNL.

Non resta che sperare che prevalga il senso di responsabilità rispetto agli argomenti trattati e non quello della polemica politico-sindacale tra sigle, che altrimenti rischia di agevolare un ennesimo ribasso dei diritti e delle retribuzioni dei lavoratori.

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COMUNICATO SINDACALE UILTUCS-UIL

A TUTTI I LAVORATORI E LE LAVORATRICI DI UNICOOP FIRENZE


Viste le molteplici notizie divulgate ad arte sulla presunta intesa tra le tre Organizzazioni Sindacali ed Unicoop Firenze in merito al rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale, desideriamo precisare con estrema chiarezza la nostra posizione:

La UILTuCS e ci auguriamo anche le altre organizzazioni sindacali, in merito al Contratto Integrativo di Unicoop Firenze, NON HA nessuna intesa e/o affidamento, verbale e/o scritto;

Per la UILTuCS è prioritaria la conclusione del CCNL della Cooperazione, dopodiché si procederà, senza attuali strumentalizzazioni e/o pressioni di parte, al rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale;

La UILTuCS, CHIEDE ALLE ALTRE ORGANIZZAZIONI SINDACALI DI SOTTOSCRIVERE UN IMPEGNO CHIARO SUL MANTENIMENTO DEGLI ATTUALI DIRITTI DEI LAVORATORI E SUL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA' DELLA VITA DEGLI STESSI.



UILTuCS Toscana
Il Segretario Generale
Pietro Baio

Il Segretario Responsabile
Ernesto Lombardo


LA COOP INTERCETTAVA A MILANO LE TELEFONATE DEI SUOI LAVORATORI


Chiuse le indagini: sotto accusa il responsabile della sicurezza. "Il sistema veniva testato in Lombardia per essere poi esteso a un'altra cinquantina di supermercati"



Un centro d’ascolto occulto, capace di intercettare le conversazioni di tutti i dipendenti. In grado, potenzialmente, di carpire chiacchiere private, ma anche orientamenti politici, magari giudizi sulle scelte aziendali. È il piano che Coop Lombardia avrebbe studiato nel 2004, messo in pratica sperimentalmente nel 2007, archiviato definitivamente solo nel 2010. Bastava un piccolo apparecchio elettronico, e le telefonate «in ingresso e in uscita» venivano magicamente registrate. L’idea iniziale era quella di «intervenire su una cinquantina di centraline di punti vendita Coop». Un «progetto pilota» che l’ex responsabile della sicurezza del colosso cooperativo della distribuzione, Massimo Carnevali, aveva studiato nei dettagli.

Per capirlo meglio, si possono usare le parole dell’investigatore incaricato di predisporre materialmente i macchinari: «Il back up consisteva nell’interporre un’apparecchiatura sulla linea telefonica atta alla registrazione delle telefonate in ingresso e in uscita». Un controllo consentito dalla legge? «Questa procedura — ha raccontato al pm milanese Francesca Celle, lo scorso 13 ottobre, Alberto Rancarani — è legale solo se viene preavvisato l’utente con un messaggio registrato». Ma il progetto di Carnevali non lo prevedeva.

Nel 2010 il quotidiano Libero ha svelato il contenuto di una serie di intercettazioni illegali effettuate sul telefono del direttore della filiale della Coop di Vigevano.

Coop, acquistando una pagina di pubblicità sui principali quotidiani, dopo l’articolo ha preso le distanze dall’operato di Carnevali. Ora, con la chiusura dell’indagine, si scopre però che l’ex addetto alla sicurezza (dopo lo scandalo è stato licenziato), non era il solo in azienda a sapere che alcuni dipendenti venivano intercettati. Almeno questo hanno detto a verbale due investigatori coinvolti nel progetto. Rancarani e un suo collaboratore, infatti, hanno giurato di essersi incontrati nel dicembre del 2007, negli uffici centrali della Coop milanese, «perché c’era da fare un lavoro di pulizia audio delle telefonate (irregolarmente intercettate), perché avevano problemi di comprensione».

L’investigatore aggiunge come in quell’occasione «Carnevali mi presentò il dottor Ferrè, che presumo essere il suo superiore, e mi diedero questo cd. Il Ferrè mi raccomandò riservatezza». Quale sia la qualifica esatta del manager Coop, non viene specificato. Il pm, nel porre una domanda, rivela trattarsi di Daniele Ferrè, componente del direttivo di Coop Lombardia. E lo stesso nome viene fatto dal collaboratore di Rancarani, ricordando l’incontro avvenuto nel 2007 negli uffici della direzione di via Famagosta. Secondo il racconto dell’investigatore, fino al 2010 Rancarani avrebbe ricevuto regolari pagamenti per i lavori effettuati. Da quell’anno, improvvisamente, Coop si sarebbe rifiutata di saldare il costo della centrale di intercettazione illegale. Non proprio briciole, ma una fattura da 350mila euro.

Il pm milanese Celle ha ufficialmente chiuso l’inchiesta per la pubblicazione su Libero delle intercettazioni carpite illegittimamente del direttore di Vigevano. A un cronista e al direttore Maurizio Belpietro viene contestata anche la pubblicazione di «conversazioni telefoniche registrate fuori dai casi previsti dalla legge». A Carnevali e Rancarani, invece, l’intercettazione abusiva di conversazioni private.



8 ottobre 2011

Emilio Randacio


La Repubblica.it



06 ottobre 2011

APPALTO COOP CENTRALE ADRIATICA, LAVORATORI LICENZIATI: AZIONE LEGALE PER 22



Rifiutata buonuscita di 4.500 euro a testa

Dal giudice per rientrare nel magazzino Coop



CESENA. E’ definitivamente naufragata la possibilità di spegnere la miccia che sta bruciando al magazzino Coop a Pievesestina, dopo il licenziamento di 26 lavoratori che ha fatto seguito al cambio di gestione. Ben 22 degli ex dipendenti messi alla porta, nei giorni scorsi, hanno deciso di avviare un’azione legale, dando mandato all’avvocato Luca Castagnoli.

Si sposta così su un secondo tavolo il braccio di ferro che era iniziato con la vertenza aperta fin dal primo momento dai sindacati. Il tentativo di conciliazione fatto davanti alla Direzione provinciale del lavoro è fallito. Gli addetti rimasti disoccupati dopo avere lavorato per parecchi anni per le varie aziende che si sono succedute nella conduzione del centro logistico Coop in via Rondani (ben 11 in un decennio) non si danno pace.

Dopo avere rifirmato un contratto a tempo indeterminato al momento dell’ultimo avvicendamento, grazie ad un accordo sindacale, si sentivano tutelati. Invece sono stati coinvolti in un taglio di personale effettuato da Astercoop, in un modo che i lavoratori espulsi e chi li sostiene bollano come arbitrario.

La società a cui Centrale Adriatica ha affidato ad inizio estate il nuovo appalto per smistare le merci dirette nei propri supermercati ha applicato una particolare disposizione del suo statuto. E’ quella che contempla la possibilità di ritenere inidonei i suoi soci-lavoratori entro un periodo di “prova” di tre mesi, senza dovere motivare la scelta.

La trattativa portata avanti nelle ultime settimane per disinnescare il contenzioso era approdata ad una proposta da parte di Astercoop, per chiudere la partita: «Ci hanno offerto 4.500 euro a testa - raccontano i lavoratori - ma che ce ne facciamo in un momento in cui trovare un altro lavoro è quasi impossibile? E poi non vogliamo accettare un’ingiustizia. Rivogliamo il nostro posto di lavoro».

Così 22 di questi lavoratori rimasti disoccupati e senza ammortizzatori sociali hanno incaricato l’avvocato Luca Castagnoli di presentare un ricorso al giudice del lavoro. E’ stato depositato ieri. Contiene anche un’istanza cautelare per arrivare ad una pronuncia d’urgenza in tempi brevi (probabilmente in un paio di settimane). La domanda fatta in via principale, ovviamente, è il reintegro sul posto di lavoro. Ma non si rinuncerà a chiedere risarcimenti.

Intanto, questa sera, tornerà a riunirsi il gruppo di cittadini coordinato da Graziella Zuffi che è sceso in campo per sostenere le ragioni dei lavoratori di Astercoop e dargli anche un aiuto materiale in questa fase di azzeramento del loro reddito. All’ordine del giorno dell’incontro ci sono la firma dell’atto costitutivo e dello statuto del comitato, indispensabili nei rapporti con la pubblica amministrazione, e la programmazione di nuove azioni future per fare pressione sulle Coop, dopo i volantinaggi delle scorse settimane al “Lungosavio” e al supermercato di Sant’Egidio.



5 ottobre 2011

Gian Paolo Castagnoli

Corriere Romagna.it



03 ottobre 2011

ESSELUNGA, CAPROTTI ANNUNCIA LE SUE DIMISSIONI DOPO LA SENTENZA PRO COOP


Dopo la lettera al Corriere della Sera con cui Caprotti commentava la sentenza, ora annuncia le sue dimissioni da presidente, pur mantenendo il ruolo di consigliere e praticamente tutte le deleghe operative


Mantiene le deleghe operative, ma lascia simbolicamente la carica di presidente il numero uno di Esselunga Bernardo Caprotti. L'annuncio è stato dato dallo stesso fondatore della catena di supermercati, nel corso della presentazione del film «Il mago di Esselunga» di Giuseppe Tornatore. «Soprattutto dopo la sentenza che fa di me praticamente un ladro - ha detto Caprotti - le mie dimissioni dalla presidenza saranno sul tavolo tra sette giorni. Ma questo non vuol dire che mi ritirerò da quello che faccio». Caprotti, che ha spiegato che manterrà il ruolo di consigliere e praticamente tutte le deleghe operative, non ha però voluto rivelare chi sarà il prossimo presidente di Esselunga.

Due settimane fa il Tribunale di Milano ha condannato Caprotti per la pubblicazione del libro «Falce e carrello», con cui accusava le «coop rosse» di utilizzare i legami con la politica locale per tagliare fuori i concorrenti e di approfittare del loro monopolio per tenere alti i prezzi a danno dei consumatori. Per i giudici, Caprotti attraverso quella pubblicazione ha commesso «un'illecita concorrenza per denigrazione ai danni di Coop Italia». La sentenza impone il pagamento di una multa di 300mila euro, unitamente all'obbligo di ritirare il phamplet dal mercato con divieto di futura ristampa.

Dal primo supermarket alla Esselunga raccontata da Tornatore


La mala burocrazia

Caprotti ha poi parlato della mala burocrazia: «I rapporti con le amministrazioni locali diventano sempre più difficili. Aprire un negozio di 4mila metri quadri può richiedere anche 12 anni di tempo, perchè in Italia tutto è normato, siamo il Paese con il maggior numero di regole al mondo». Secondo Caprotti «fare ancora dei distinguo fra sinistra e destra è una grande stupidaggine perchè a destra c'è chi non ci vuole, stando con i commercianti o gli ambulanti, mentre alcune amministrazioni di sinistra sono molto amiche. Poi ci sono realtà come Modena e Livorno che invece sono completamente chiuse». Commentando poi la decisione di un giudice di ritirare dal commercio tutte le coppie di Falce e carrello distribuite da Esselunga, «tutto è in mano agli avvocati - spiega Caprotti - che ci diranno cosa fare».

Il corto con Tornatore
Caprotti si è poi soffermato sul cortometraggio di Tornatore che in 16 minuti è risucito a raccontare la storia di una famiglia alle prese con la spesa quotidiana in un supermercato Esselunga, dove il piccolo Sandrino viene preso per mano da un vero e proprio 'Mago che gli fa scoprire tutto ciò che avviene dietro le quinte del supermercato. «Con i nostri colleghi stranieri -spiega Caprotti all'anteprima del film, al Manzoni di Milano - spesso ci incontriamo e ci confrontiamo. È stato al termine di uno di questi incontri che mi sono chiesto: perchè non far vedere ai nostri clienti cosa c'è dietro al nostro lavoro? Ho avuto la fortuna di incontrare Tornatore - sottolinea Caprotti - al quale ho chiesto di realizzare non un documentario, sarebbe stato troppo banale, ma una storia. Una storia vera che nessuno meglio di lui avrebbe saputo raccontare». «Ho visto il film almeno una trentina di volte, assieme ai miei nipotini - racconta Caprotti - e ce ne siamo innamorati tutti. È una storia bellissima che ritengo abbia anche una sua valenza divulgativa, non politica, di come si possa fare questo lavoro».


3 ottobre 2011

Il Sole 24 Ore


01 ottobre 2011

ADESIONE ALL'80% ALLO SCIOPERO PRESSO IL MAGAZZINO CONAD DI MONTOPOLI (PI)



Si attendono ora segnali di apertura da parte della cooperativa Cft, ma il clima è teso





Attorno alle 14:30 di ieri (venerdì 30 settembre) l'adesione allo sciopero indetto dala Filt-Cgil al magazzino Ce.Di. di Montopoli, raggiungeva l'80%.

Un risultato importante per una forma di mobilitazione che è stata decisa dall'assemblea del personale lo scorso lunedì, dopo che a un collega con il contratto a termine non è stato rinnovato il lavoro, e dopo alcuni segnali di non corrette relazioni sindacali con la storica cooperativa fiorentina Cft (la stessa che ha in appalto una parte dei magazzini di Unicoop Firenze - nota blog).

Al magazzino hanno scioperato oltre 100 lavoratori del settore merce fresche, personale gestito dalla Cft appunto, che però è stato sostituito con lavoratori di altri impianti. Una pratica, quella della sostituzione del personale in sciopero, ancora viva anche nelle realtà tradizionalmente più vicine alla cultura del lavoro e della sinistra, di cui certamente la stessa Cft fa parte.

L'obbiettivo dello sciopero era di tentare di riaprire un confronto con la cooperativa, ma anche dare un segnale di solidarietà al collega licenziato così come richiesto dall'assemblea.

"Riteniamo che sia interesse anche di Cft mantenere corrette relazioni sindacali - afferma Goffredo Carrara segretario provinciale della Filt. Nella giornata di giovedì si è tenuta un'assemblea, che sembrava richiesta dal responsabile dell'azienda, per cercare un confronto. In quell'occasione abbiamo ribadito la nostra posizione, ma anche dato la disponibilità a sospendere lo sciopero se in giornata ci fosse stato un segnale di apertura. Non c'è stato e abbiamo quindi proseguito con la forma di lotta che era stata decisa".

L'iniziativa, prosegue Carrara, "è avvenuta con il pieno sostegno della Cgil di Pisa, che certamente appoggia il percorso di consapevolezza dei lavoratori addetti nel magazzino". A Montopoli intanto si attendono dei segnali di distensione per però tardano ad arrivare; al contrario, lo sciopero di ieri si è svolto in un clima piuttosto teso alimentato anche nel corso della settimana.


1 ottobre 2011

c. c.

Pisa Notizie.it