Al fine di garantire un coordinamento puntuale fra le cooperative e una maggiore forza contrattuale d'acquisto e quindi tutelare meglio il reddito dei soci e consumatori, è stata costituita la Centrale acquisti distretto tirrenico, che si occupa anche delle promozioni e della fidelizzazione dei soci.
La Centrale è operativa dal 2006 e ha sede a Lastra a Signa. Questo e' quello che c'era scritto e che c'e' ancora scritto nel web (leggi qui).
Il vero obbiettivo operativo del Distretto Tirrenico era quello correlato al progetto d'investimento al sud.
Il progetto era stato sugellato con l' Accordo per lo sviluppo e le nuove relazioni sindacali sottoscritto da ANCC e Filcams Cgil - Fisascat Cisl - Uiltucs Uil (vedi qui). Tale Accordo prevedeva una pianificazone d' investimenti e di Aperture nel sud Italia da parte delle 9 grandi cooperative che per l'occasione si raggruppavano in 3 distretti. Le Coop a dire il vero fino ad oggi avevano coltivato investimenti in Campania ed in Puglia (Unicoop Tirreno e Coop Estense) ma per l'occasione la zona d'interesse si era ed e' tuttora allargata alla Sicilia.
Quindi 4 grandi cooperative del nord (Coop Liguria, Coop adriatica, Coop Lombardia, Coop Nord Est) erano partite alla volta della Sicilia creando ex novo una nuova societa' finalizzata al radicamento nel territorio siciliano ( Ipercoop Sicilia), e tutt' oggi l'investimento procede e va avanti.
Altra zona d' interesse era la Puglia, fra l'altro territorio non nuovo per la cooperazione al consumo, Coop Estense era gia presente con diversi Ipermercati, con risultati di radicamento soddisfacenti ma pur sempre altalenanti. E' notizia recente il colpo di mano di Coop Estense che ha annunciato l'acquisizione degli Iper Carrefour presenti in Puglia, che gia' da un anno erano stati messi in vendita dalla multinazionale francese (leggi qui). Tale "Blitzkrieg" se cosi lo possiamo definire conferma comunque l' intento che si erano poste le 9 grandi con la sottoscrizione del protocollo sullo sviluppo al sud.
Insomma creazione di distretti che oltre ad avere la funzione di centrali d'acquisto, erano "trampolino di lancio" per future aperture alla conquista del sud della penisola Italiana.
Tutte le 9 grandi all' atto della creazione dei distretti (che gia c'erano , ma con finalita' differenti e con obbiettivi operativi non come questi ultimi riportati nel protocollo), proprio per sugellare l'importanza dell'evento (ma assolutamente non solo per questo) dettero personalita' giuridica a queste "nuove" strutture.
La personalita' giuridica si e' tradotta in Sicilia con la creazione di Ipercoop Sicilia, quindi una societa' a tutti gli effetti controllata dalle coop del nord e che comunque supera la concezione vera e propria del distretto (leggi qui) In Puglia con l'acquisizione dei 4 Iper carrefour da parte di Coop estense molto probabilmente non e' escludere la gestione di di quest' ultimi da parte di societa' terza rispetto a Coop Estense e Ipercoop (leggi qui).
L' Unica "anomalia" rispetto a questo piano strategico l'aveva manifestata fin dall' inizio il Distretto Tirrenico che gia' all' atto della sua costituzione operativa, a detta delle voci autorevoli dei dirigenti delle tre cooperative che lo componevano, non si sarebbe costitutito in societa' per il piano di espansione a sud.
Di fatto si sarebbero create struttura, uffici, sistemi con coesione di risorse e con sviluppo di iniziative comuni, ma comunque ogni persona impiegata nel progetto , dal primo dei dirigenti all'ultimo dei lavoratori e viceversa, sarebbe rimasto dipendente dell' azienda di origine (si parla naturalmente dei 50 dipendenti oggi in forza).
Il Distretto Tirrenico avrebbe dovuto investire al sud ( in Campania per l'esattezza) la somma di € 154 milioni, l'assunzione di 1500 lavoratrici e lavoratori programmando l'apertura di 4 ipermercati nelle province di Salerno, Napoli, e Benevento (leggi qui). La scelta di far rimanere il personale logistico impiegato come dipendente ognuno delle proprie cooperative di origine, secondo alcune voci di corridoio era legato al tiepido entusiasmo nel progetto, da parte della "cooperativa traino" del Distretto Tirrenico , cioe' Unicoop Firenze, e ad una facile smobilitizzazione di quest' ultimo se venivano a mancare le condizioni, evitando cosi' ricadute sull' occupazione.
Sembrerebbe che Unicoop Firenze abbia sempre mostrato perplessita sull' area d' investimento in cui avrebbe dovuto operare insieme a Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia e non per futili motivi .
Ad esempio la Campania rispetto alla Puglia e alla Sicilia aveva ed ha condizioni ambientali nel suo complesso alla fine di gran lunga meno affidabili rispetto alle altre 2 regioni (il pantano campano) e le notizie degli ultimi tempi in parte confermano tale perplessita'.
Per non parlare della capitolazione di Unicoop Tirreno con la vendita e la chiusura di supermercati e ipermercati proprio in Campania (leggi qui). E in conclusione le difficolta' Coop Centro Italia in Abruzzo dopo la nefasta vicenda del terremoto (leggi qui).
Insomma chi glielo fa fare ad Unicoop Firenze, di accolarsi gli oneri delle altre 2 cooperative ?
Che gia storicamente sono sempre state in difficolta' anche per la coriandolizzazione della dislocazione territoriale dei punti vendita alquanto innefficente e rarefatta.
Unicoop Firenze gia per statuto destina una parte degli utili di bilancio alle cooperative in difficolta' .
E poi ricordiamoci dell' Ipercoop di Livorno, secondo alcuni un regalo alla proletaria di Piombino da parte della consorella Fiorentina.
Cooperazione significa patto generazionale con tutte le sue coraggiose virtu' non necessariamente covo di assistenti sociali con tutti i vizi e le prodigalita' inerenti.
E questo non a scapito delle lavoratrici e dei lavoratori .
Unicoop Firenze strutturalmente si articola nell'asse strategico Toscano - valdarno superiore valdarno inferiore ( le province di Arezzo, Firenze, Prato, Pisa) abbracciando lateralmente attraverso arterie di comunicazione sufficentemente efficenti la provincia di Siena, Pistoia e Lucca (vedi qui) .
La logica di Unicoop Firenze sembrerebbe che sia, oltre che per l'oggettivita' del caso, anche logica di autonomia rispetto alla Legacoop nazionale e all' ANCC sia dal punto di vista "sociale", "politico" che "ideale".
Lo scorso anno il progetto era stato congelato, oggi....... e' meglio attendere tempi migliori.
(notizia non ufficiale, non confermata)
24 luglio 2009Metedipasco