25 dicembre 2011

CONSORZIO ETRURIA, 400 POSTI AL SICURO

Il presidente della cooperativa Riccardo Sani, già membro del Consiglio di Gestione di Unicoop Firenze, ha fatto il punto della situazione per il 30 gennaio prossimo è prevista l'assemblea dei creditori

Il finanziamento di 14 milioni di euro che Unicoop Firenze ha messo a disposizione ha permesso al Consorzio Etruria di gestire questi ultimi difficili mesi e di riaprire già alcuni cantieri.


MONTELUPO FIORENTINO.
In vista dell'assemblea dei creditori, fissata per il 30 gennaio prossimo, il presidente della cooperativa Consorzio Etruria, Riccardo Sani, ha voluto fare il punto della situazione in un incontro al quale hanno partecipato, oltre ai soci e lavoratori, i rappresentati delle istituzioni, del sindacato e della Lega Coop.

Solidarietà ed impegno per il rilancio della cooperativa Consorzio Etruria sono stati espressi in un incontro dall'assessore regionale Gianfranco Simoncini, il presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, il sindaco di Montelupo Fiorentino, Rossana Mori, il segretario regionale della Cgil, Alessio Gramolati, l'onorevole Alberto Fluvi, il capogruppo del Pd in Regione, Vittorio Bugli, il presidente della Lega delle Cooperative, Stefano Bassi, e la presidente dell'Associazione regionale delle cooperative di produzione e lavoro, Susanna Bianchi.

Riccardo Sani, chiedendo ancora una volta pubblicamente scusa ai creditori per la situazione che si è venuta a creare con la crisi che ha coinvolto la cooperativa, ha però espresso l'augurio che la proposta di concordato «in continuità» elaborata dagli organi della procedura nominati dal Tribunale di Firenze possa essere accolta dai creditori e dare la possibilità alla cooperativa «su basi completamente nuove» di riprendere a pieno la propria attività, garantendo non solo ai soci e dipendenti del Consorzio Etruria «la dignità di un lavoro», ma consentire anche alle imprese dell'indotto di riattivare una proficua collaborazione.

Il presidente del Consorzio Etruria ha ricordato che in questi mesi di duro lavoro sono stati compiuti tutta una serie di atti che hanno permesso di mettere in sicurezza almeno 400 dei 700 posti di lavoro del gruppo e di garantire alle società controllate (Inso e Coestra) anche nuovi flussi finanziari per circa 45 milioni di euro in un contesto economico-finanziario non certamente facile anche per il sistema bancario.

«Un risultato - ha sottolineato Sani - che testimonia la fiducia di cui questa nostra cooperativa ancora gode». Il finanziamento di 14 milioni di euro che Unicoop Firenze ha messo a disposizione ha permesso al Consorzio Etruria di gestire questi ultimi difficili mesi e di riaprire già alcuni cantieri.



24 dicembre 2011

Il Tirreno




23 dicembre 2011

DISTRIBUZIONE COOPERATIVA, FIRMATA INTESA SU RINNOVO CONTRATTO

Firmata l'intesa sul CCNL tra sindacati e associazioni delle Coop

Link di approfondimento a fondo pagina



Dopo diciotto mesi di trattativa, le organizzazioni sindacali Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uitltucs Uil e le associazioni delle imprese cooperative Ancc-Lega Coop, Federconsumo-Confcooperative, Aicc-Agci hanno siglato l'intesa di rinnovo del contratto nazionale dei circa 80.000 lavoratori e lavoratrici dipendenti da imprese della distribuzione cooperativa scaduto il 31 dicembre 2010. L'intesa recepisce la riforma del modello contrattuale in ordine alla durata triennale, dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2013, all'avvio della contrattazione di secondo livello con l'introduzione di un elemento economico di garanzia e agli incrementi economici definiti con il criterio Ipca.

L'accordo prevede, inoltre, a livello aziendale, la possibilità di attivare una procedura finalizzata alla sottoscrizione di intese in deroga a istituti stabiliti dal contratto nazionale, qualora sussistano condizioni di sviluppo o di crisi, in tema di orario e organizzazione del lavoro, ad esclusione dei diritti individuali stabiliti da norme di legge.

L'accordo disciplina anche nuove norme per la tenuta delle imprese cosiddette minori del settore che operano in contesti destrutturati e a rischio spopolamento e introduce la possibilità di ricorrere alla tipologia di lavoro part-time con orario sperimentale a 30 ore da realizzare tramite progetti da concordare al secondo livello di contrattazione. Tra le altre materie demandate a livello decentrato, oltre all'orario di lavoro, le iniziative da porre in essere per il contrasto all'assenteismo per malattia.

Le novità del rinnovo riguardano anche il tema della partecipazione, con la previsione di un programma annuale di azioni positive per la parità tra uomini e donne finalizzato a fornire proposte utili all'integrazione e alle pari opportunità da realizzarsi a livello di ciascuna cooperativa, nonché la possibilità di richiedere a livello aziendale la creazione di organismi paritetici attinenti alla responsabilità sociale delle imprese.

Sulla parte economica, a copertura del periodo 1° gennaio 2011-30 novembre 2011 verrà erogato ai lavoratori in forza all'atto della sottoscrizione dell'intesa di rinnovo - con la retribuzione del mese di dicembre 2011 un conguaglio retributivo di 182 euro riferito al IV livello e da riparametrare per gli altri livelli professionali. L'aumento retributivo è di 86 euro al IV livello da riparametrare per gli altri livelli.

"Questa intesa apre nuove possibilità alla contrattazione decentrata, amplia lo spettro partecipativo, introduce nuove modalità di protagonismo per i rappresentanti sindacali aziendali e le organizzazioni sindacali, valorizza le dinamiche salariali più direttamente correlate alle performance economiche-produttive delle singole imprese e difende il potere di acquisto dei lavoratori del settore che per troppo tempo hanno atteso il rinnovo del loro contratto collettivo", ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat, Vincenzo Dell'Orefice.

"In assenza di politiche pubbliche redistributive rinnovare i contratti - ha aggiunto il segretario generale della Fisascat, Pierangelo Raineri - assume un'importanza rilevante soprattutto ai fini di un rilancio dei consumi. Possiamo affermare senza alcun dubbio che la difesa del potere di acquisto delle retribuzioni oggi passa sia attraverso i nuovi meccanismi di calcolo degli incrementi economici in linea con la riforma della contrattazione che consentono di recuperare l'andamento inflattivo sia per mezzo della contrattazione decentrata che consentirà di legare la crescita dei salari all'andamento della produttività".

Le parti torneranno a incontrarsi il prossimo mese di gennaio per predisporre il lavoro di scrittura definitiva del contratto nazionale di lavoro.


23 dicembre 2011

adnkronos


RINNOVO CCNL CONCLUSO. FILCAMS SI ALLINEA, E' ACCORDO UNITARIO

Cooperative, 86 euro di aumento

Contratto Coop, compiuto un passo importante


22 dicembre 2011

RICHIESTA DI PAGAMENTO DEL 4 NOVEMBRE PER GLI ULTIMI CINQUE ANNI

Sta circolando in alcuni punti vendita e anche nei magazzini un documento da firmare per richiedere ad Unicoop il pagamento della festività del 4 novembre per gli ultimi 5 anni, che non è mai stata erogata.

Firmate entro fine anno per non perdere l'indennizzo richiesto per il 2006


Dal blog dei colleghi degli uffici:

Da qualche giorno sta circolando in alcuni negozi di Unicoop Firenze, a cura delle RSU, un foglio da far compilare ai dipendenti interessati a chiedere alla Cooperativa il pagamento della festività del 4 novembre.

Dato che la richiesta di pagamento è rivolta al riconoscimento del pagamento della festività per gli ultimi 5 anni, per evitare che la richiesta relativa all'anno 2006 cada in prescrizione, è necessario che la stessa sia inoltrata alla Direzione Risorse Umane entro il 31 dicembre p.v.

Se nel negozio non fosse arrivato il documento, puoi scrivere sul blog o all'indirizzo rsuffici@gmail.com e ti verrà inviato in tempi brevissimi.
Fai passare voce in negozio!



21 dicembre 2011

RSU Uffici Unicoop Firenze

LA PROCURA VA AVANTI SUL CASO DI CLAUDIO PIERINI

La procura acquisisce il certificato medico che stabilirebbe la non idoneità di Claudio a guidare il muletto con il quale ebbe il fatale incidente

I dubbi sull'ubicazione della scaffalatura contro la quale Claudio ebbe l'impatto mortale

Intanto prende vita l'associazione "Claudio Pierini Vive"


Proseguono le indagini per la morte 'bianca' di Claudio Pierini, avvenuta il 21 luglio 2011 in un magazzino Unicoop di Scandicci alle porte di Firenze.

La Procura, fa sapere l'avvocato che segue la vicenda, Guido Ferradini, ha voluto acquisire il certificato medico che provorebbe come Pierini non fosse idoneo, per motivi di salute, a guidare il muletto che gli costò la vita.

Questa è una delle due possibilità, a favore dei familiari dell'operaio. L'altra riguarda più da vicino la dinamica dell'incidente mortale: secondo quanto sostengono numerosi colleghi di Pierini, il muletto andò fuori controllo per colpa di un contenitore di olio di mandorla, che serve per prodotti cosmetici, che si sarebbe versato a terra. "Episodio che accadeva di consueto", racconta un collega di Pierini. Il muletto avrebbe quindi portato Pierini a schiantarsi contro una scaffalatura che, sempre stando a quanto riferiscono suoi colleghi, non sarebbe stata ad altezza regolamentare, circa tre metri invece di sei.

La vicenda di Pierini potrebbe quindi diventare un raro caso pilota, in materia di sicurezza sul lavoro, perché da quel 21 luglio i colleghi e i familiari di Pierini hanno continuato a mantenere viva la memoria.

Non solo in Procura: gli Rsl, i responsabili della sicurezza dei lavoratori dei magazzini Unicoop di Sesto Fiorentino e di Scandicci si sono dimessi il 15 ottobre per chiedere un miglioramento delle condizioni in cui operano gli addetti.

Intanto, ieri è nata l'associazione 'Claudio Pierini vive', costituita da colleghi e amici dell'operaio. E ben 62 mila euro sono stati raccolti e consegnati al fratello di Claudio.


21 dicembre 2011

Virgilio Notizie

19 dicembre 2011

TRATTATIVA RINNOVO CCNL COMMERCIO, LA POSIZIONE DI USB



Il sindacato di base USB: «Nella triste gara a chi perde di meno, noi stiamo dalla parte dei lavoratori»





Giovedì 22 dicembre è in programma l’ennesimo incontro per il rinnovo del Ccnl della Distribuzione cooperativa. Una trattativa iniziata nel luglio del 2010 ma che dopo un anno e mezzo non ha ancora prodotto alcun risultato, tanto che siamo ormai vicini a compiere un anno dalla scadenza del precedente Ccnl (31 dicembre 2010).

Il ruolo di USB fino ad oggi è stato quello di osservatore interessato.

Osservatore perché non siamo presenti al tavolo di trattativa, quindi possiamo limitarci, appunto, ad osservare, giudicare, commentare. Interessato per i lavoratori della cooperazione che rappresentiamo e che intendiamo informare su questa contrattazione che li riguarda da vicino, attraverso un’analisi di ciò che sta accadendo.

Nel nostro comunicato di luglio esponemmo tutte le preoccupazioni per i termini che stava assumendo la trattativa, in particolare sull’attacco al diritto alla malattia, sull’orario di lavoro per i nuovi full-time, sulle maggiorazioni festive notturne e straordinarie, sui doppi regimi di trattamento fra vecchi e nuovi assunti e fra i diversi canali di vendita, sulla riduzione del ruolo del secondo livello di contrattazione, sugli aumenti salariali inadeguati. Questa volta vogliamo aggiungere un commento sulla situazione che si sta creando in conseguenza delle diverse posizioni che le parti in causa stanno assumendo.

Negli ultimi mesi abbiamo infatti dovuto assistere a diversi scambi di accuse tra Cisl-Uil da una parte e Cgil dall’altra, con le prime due che spingono per accettare le richieste datoriali, andando quindi a firmare un contratto a perdere con pesanti arretramenti per i lavoratori sulle materie che abbiamo descritto sommariamente sopra, e la Cgil che viene accusata dalle altre sigle addirittura di volere il fallimento della trattativa per far confluire i lavoratori della cooperazione dentro il Ccnl del Commercio (già peggiore di quello della cooperazione e già comprendente, fra le altre cose, la nuova regolamentazione della malattia), con buona pace della tanto sbandierata “distintività” cooperativa.

In pratica sembra che in questa situazione l’alternativa sia tra accettare un nuovo Ccnl della Cooperazione assolutamente a perdere per i lavoratori, oppure rassegnarsi a confluire in un Ccnl pessimo, avanguardia e laboratorio delle peggiori condizioni per chi lavora. E’ su questi termini purtroppo che si sta svolgendo la discussione. E sono termini che suonano come una domanda inquietante: dov’è che ci perdiamo di meno?

In questa gara inaccettabile USB sta da un’altra parte. Né quindi con chi vuole firmare un Ccnl della Cooperazione peggiorativo per i lavoratori, né con chi vorrebbe far confluire le decine di migliaia di dipendenti della distribuzione cooperativa nel pessimo Ccnl del Commercio.

E questo perché riteniamo che un sindacato abbia il dovere di perseguire l’interesse dei lavoratori, senza svendere i loro diritti fondamentali e senza accettare soluzioni truffa che li penalizzino ulteriormente in questo momento già molto difficile.

La ragione per la quale stiamo viaggiando verso una di queste due pessime opzioni è strettamente legata all’esigenza di portare ai lavoratori gli aumenti salariali propri di ogni rinnovo contrattuale. Ma ci chiediamo, vale la pena svendere i diritti al prezzo di cifre che sono assolutamente inadeguate? In altre parole, ha un senso accettare di perdere, tra le altre cose, il diritto pieno alla malattia retribuita a fronte di un’elemosina che non copre assolutamente il progressivo aumento del costo della vita (ricordiamo che si parla di 86 euro lordi per i full-time, a regime solo nel 2013)? E’ giusto chiederci di lavorare sempre di più (vedi ultima riforma del governo sulle pensioni) e allo stesso tempo pretendere che non ci ammaleremo man mano che la nostra età aumenterà?

IN ATTESA CHE I LAVORATORI RAFFORZINO ANCORA DI PIU’ USB, PREMIANDO LA NOSTRA COERENZA E AUMENTANDO QUINDI IL PESO DEL SINDACATO DI BASE IN COOP E NEL COMMERCIO, CONTINUEREMO A SEGUIRE DA VICINO GLI SVILUPPI DI QUESTO RINNOVO, INFORMANDO I LAVORATORI SU CIO’ CHE LI ASPETTA.


Lunedì 19 dicembre 2011

USB Lavoro Privato


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17 dicembre 2011

CRICCA DELLA LOGISTICA: DAVANTI AL GUP IN 28. DIECI PATTEGGIANO

L’ultima tranche dell’indagine sulle coop impiegate per fare cassa ai danni dell’Erario e dei contributi ai lavoratori

Sul blog ampio materiale sulla vicenda



Chiusa l’inchiesta anche sul secondo troncone della cosiddetta “cricca della logistica”, l’associazione a delinquere costruita intorno a un insieme di cooperative con sede nei locali dell’Interporto e un migliaio di addetti, i cui profitti venivano riciclati in attività economiche e immobiliari. E non solo. Con una serie di giochi contabili sarebbero stati sottratti all’Erario 14,5 milioni di euro di omesse contribuzioni Inps a scapito dei lavoratori, 13,8 milioni di omesse dichiarazioni ai fini dell’Ire oltre a 2,2 milioni di Iva.

Se il filone principale è già a processo, altri 28 imputati rischiano di finire alla sbarra. Nei loro confronti il pm Orietta Canova ha chiesto il giudizio: Claudia Giorgia Rossini, 44 anni di Pavia; Paolo Aghito, 54 di Padova; Cesare Augusto Temporin, 56 di Padova; Mirco Michielotto, 37 di Padova; Giuseppe Provenzano, 49 residente in Germania; Jessica Magarotto, 32 di Vigonza; Sandra Stefani, 42 di Cadoneghe; Barbara Lucilli, 40 di Vigonza; Carmelia Lare, 29 di Padova; Susanna Zampieri, 37 di Noventa Padovana; Daniela Callegaro, 39 di Padova; Monica Galliazzo, 45 di Padova; Mauro Callegari, 53 di Codigoro; Concetto Provenzano, 52 di Imperia; Raffaele Pagan, 44 di Selvazzano; Giulio Vianello, 46 di Chioggia; Mauro Converso, 36 di Limena; Fulvio Parpajola, 53 di Battaglia Terme; Solis Perez, 45 di Padova; Rinaldo caresia, 59 di Monselice; Renata Maria Ozimek, 43 di Bologna; Emanuela Isabela Popovici, 44 di Abano; Elena Mihai, 31 di Brugine; Flavio Vassallo, 48 di Fiesso d’Artico; Federico De Togni, 38 di San Giovanni Lupatoto; Vincenza Francesca Salmena, 40 di Praia a Mare (Napoli) e Martina Paccagnella, 29 di Albignasego.

Diversi i reati contestati. Sono chiamati a rispondere, a vario titolo, di concorso in associazione a delinquere (in particolare Michielotto, Callegari, Temporin, Zampieri, Aghito, Rossini, Galiazzo, Callegaro, Provenzano, Pagan, Vianello, Converso, Parpajola), di truffa aggravata, omesso versamento di imposte e d'evasione fiscale.

Ieri, davanti al gup Mariella Fino, il pm Canova ha dichiarato il suo parere favorevole al patteggiamento di una pena compresa fra i 9 mesi e i 2 anni per 10 imputati (Lucilli, Provenzano, Lare, de Togni, Vassallo, Mihai, Popovici, Ozimek, Magarotto), fra loro Susanna Zampieri, sorella di Willy Zampieri considerato al vertice della “cricca” (la proposta di patteggiamento per lei è di 1 anno e 11 mesi). Inoltre è stato chiesto il proscioglimento per 2 (Salmena e Paccagnella), per tutti gli altri il rinvio a giudizio.

Sono già a processo i protagonisti della “cricca”, appunto Willy Zampieri, la consulente del lavoro Patrizia Trivellato e il commercialista Paolo Sinagra Brisca. Intanto mentre ieri pomeriggio si svolgeva l’udienza preliminare, un gruppo di addetti nelle coop della “cricca” - sottopagati, poi rimasti senza lavoro, con i contributi e la liquidazione prosciugati - hanno organizzato una manifestazione con la Filt Cgil davanti al Palazzo di giustizia. «Siamo sconcertati perché questi fatti sono accaduti a Padova - scrive in una nota la Cgil - E amareggiati perchè, tranne la Cgil, nessuna istituzione o associazione delle categorie economiche e sociali o delle imprese si è costituita parte civile per difendere con i fatti la legalità».



16 dicembre 2011

Cristina Genesin


Il Mattino di Padova


PRECARI UNICOOP TIRRENO: 10 MENSILITA' SOTTO L'ALBERO DI NATALE


Unicoop Tirreno risarcisce il danno per abuso nella reiterazione di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato



Dove non è riuscito il buon senso ha posto rimedio il Tribunale del Lavoro di Roma, dove, davanti al Giudice, Dott.ssa Anna Baroncini, tre precari Unicoop Tirreno dell'Ipercoop Euroma2 che si erano rivolti a USB hanno ottenuto, attraverso una conciliazione, l’indennizzo economico di dieci mensilità per abuso nella reiterazione di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato.

La precarietà del lavoro è invisa dal nostro ordinamento nazionale in quanto non garantisce al lavoratore la retribuzione minima sufficiente alla sopravvivenza. Inoltre, non garantisce al lavoratore la possibilità di vivere in maniera libera e dignitosa visto l’ assoggettamento, l’insicurezza e l’incertezza che provoca la precarietà. La nostra normativa costituzionale (art. 2 e ss., art. 35 e ss., Cost.) è esplicita in tal senso.

La precarietà è contraria anche alla normativa comunitaria la quale considera i contratti stabili come unica forma di rapporto di lavoro che garantiscono anche la qualità della vita dei lavoratori e che ne migliorano il rendimento (Direttiva Comunitaria n. 70 del 28.6.1999; Accordo Quadro del 18.3.1999).

In base a tutto questo, il contratto di lavoro subordinato, per sua natura, non è a termine.

Un grazie enorme ai tre lavoratori che ci hanno concesso la loro fiducia e che, nonostante i difficili momenti ormai alle spalle, non hanno mai mollato ed hanno affrontato le difficoltà con grande dignità, un esempio per tutti noi !!!

Le condizioni di lavoro sempre più gravose, i disagi causati dall’azzeramento dei tempi di vita, l’uso sproporzionato del lavoro a termine e del part- time, che i lavoratori COOP devono subire, sono oramai inaccettabili.

Basta con l’ipocrisia, Basta con i diritti negati. vogliamo democrazia, lavoro stabile, vogliamo che i principi di condotta, presenti nello statuto della coop, siano pienamente e realmente messi in atto.

USB Lavoro Privato ringrazia tutte le Lavoratrici, i Lavoratori, le Delegate ed i Delegati che la sostengono per continuare sulla strada dei diritti e della dignità dei Lavoratori sempre più calpestati in nome del profitto.

OGGI E’ UN GIORNO DI FESTA PER TUTTI NOI, OGGI ABBIAMO AVUTO LA PROVA TANGIBILE CHE LA LOTTA PAGA!!!



17 dicembre 2011

USB Lavoro Privato


16 dicembre 2011

UNICOOP TIRRENO VENDE 10 SUPERMERCATI ALLA DIOCESI DI TRENTO


Unicoop Tirreno vende 10 supermercati ad insegna Coop per un controvalore di 50 milioni





La societa' di gestione risparmio "Castello Sgr", di cui la finanziaria dell'Arcidiocesi di Trento -Isa Spa- possiede il 34,65% delle quote, ha acquisito 10 supermercati ad insegna Coop in Toscana e nel Lazio. Gli enti diocesani trentini possiedono la maggioranza delle quote di Isa Spa, Istituto Atesino di Sviluppo.

Come precisa il quotidiano "Trentino" la "Castello Sgr", anche proprietaria dell'area ex Michelin a Trento, ha firmato l'accordo con "Unicoop Tirreno S.c." per 16.512 metri quadri complessivi di superficie per un controvalore di circa 50 milioni di euro. Sono stati anche sottoscritti dieci contratti di locazione per gli stessi immobili, ad un costo di 3,4 milioni di euro.

Unicoop Tirreno e' uno dei principali player delle cooperative di consumo in Toscana, Lazio e Campania; dispone di 110 punti vendita ed ha un volume di affari pari a 1.1 miliardi di euro.



16 dicembre 2011

(AGI)

14 dicembre 2011

DENUNCIARONO SFRUTTAMENTO AL CONAD, PERMESSO DI SOGGIORNO "IN REGALO"

Sfruttamento lavoratori al Conad di Montopoli Valdarno: permesso di soggiorno concesso
Otto lavoratori parteciparono attivamente alle indagini che nel giugno 2010 portarono a scoprire condizioni di lavoro proibitive e illegali nel magazzino di Montopoli. Gli ex lavoratori sono stati supportati dalla Cgil

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Link a fondo pagina per chi vuole approfondire la vicenda



Sfruttamento lavoratori al Conad di Montopoli Valdarno: permesso di soggiorno concesso
Permesso di soggiorno accordato per grave sfruttamento lavorativo e per aver partecipato alle indagini che nel giugno 2010 hanno fatto emergere una situazione di diffusa illegalità all'interno del magazzino Conad di Montopoli Valdarno, al punto che la stessa Conad revocò l'appalto al consorzio di cooperative Alma Group, attualmente lambito da un'indagine della Dda lombarda per presunti legami con la 'Ndrangheta.

Si conclude così con un lieto fine la vicenda di otto ex lavoratori stranieri, tutti assistiti dalla Cgil di Pisa, che hanno ricostruito le proibitive condizioni di lavoro cui venivano costretti a lavorare nel magazzino dove viene stoccata la merce da spedire nei vari supermercati Conad del centro Italia. ''Si tratta di una vicenda - ha detto il segretario provinciale della Cgil pisana, Gianfranco Francese - che ha pochissimi precedenti in Italia e che si è conclusa felicemente grazie alla determinazione di questi lavoratori, ma anche delle istituzioni locali, a cominciare dal sindaco di Montopoli Alessandra Vivaldi".

I dipendenti della cooperativa Axa, consorziata con Alma Group, erano costretti a lavorare molte ore al giorno, erano stipati in appartamenti nella disponibilità del gruppo ricevendo salari bassissimi e in qualche caso buste paga con saldi negativi, dopo avere tolto il corrispettivo dell'affitto. Sulla vicenda sta tuttora indagando la procura di Pisa, mentre la direzione provinciale del lavoro ha compiuto diversi accessi ispettivi nel magazzino elevando sanzioni per centinaia di migliaia di euro ai danni del consorzio Alma Group.
Sfruttamento lavoratori al Conad di Montopoli Valdarno: permesso di soggiorno concesso
Dopo la revoca dell'appalto e l'affidamento ad un'altra cooperativa, ha concluso Goffredo Ferrara della Filt Cgil, "nel magazzino, che conta un centinaio di dipendenti, sono state ripristinate corrette relazioni sindacali". I lavoratori che hanno ottenuto il permesso di soggiorno sono ora assistiti dal sindacato non solo per la tutela legale, ma anche per trovare, ora che sono usciti dalla condizione di clandestinità, un lavoro che consenta loro di vivere e restare stabilmente in Italia.

Potrebbe interessarti: http://www.pisatoday.it/cronaca/sfruttamento-lavoratori-conad-montopoli-permesso-soggiorno.html


13 dicembre 2011

Pisa Today


Il magazzino Conad Montopoli e la vicenda Alma Group:

Alma Group esce dal magazzino di Montopoli

Magazzino Conad Montopoli, Cgil: sarà mantenuto lo stesso numero degli addetti

Conad magazzino Montopoli, assessore Romei: «si alza il velo sulle infiltrazioni mafiose»

Magazzino Conad Montopoli, Fit-Cisl: «Vogliamo restare con Alma group»

Caso Conad Montopoli in Consiglio Provinciale

Magazzino Conad Montopoli, Cgil: «Su Alma Group Cisl e Uil attaccano noi invece di vigilare sui rapporti di lavoro»

Magazzino Conad Montopoli: la Uilm dice la sua e noi gli diciamo la nostra

Caso Conad Montopoli, appello alla chiarezza
Caso Conad Montopoli, il PD: «Ha vinto la legalità»

Magazzino Conad Montopoli, Cgil: «Su Alma Group Cisl e Uil attaccano noi invece di vigilare sui rapporti di lavoro»

Caso Conad Montopoli, appello alla chiarezza

11 dicembre 2011

FACCHINI DELL'ESSELUNGA IN PROTESTA: «NO ALLO SFRUTTAMENTO E AL CAPORALATO»


I lavoratori del consorzio Safra hanno manifestato con i Cobas per ottenere il reintegro dei 22 colleghi licenziati "per aver esercitato il diritto di sciopero" lo scorso 7 ottobre


Pioltello, 11 dicembre 2011 - «Unità» è stata la parola d’ordine dei 200 lavoratori del consorzio Safra che ieri hanno sfilato a Pioltello. I dipendenti delle tre cooperative Sgi, Asso e Apollo sono partiti alle 14.30 dal deposito Esselunga di Limito, dove lavorano come facchini e davanti alla stazione si sono uniti ad altri manifestanti. Lo scopo: «Dire no allo sfruttamento e al caporalato, ottenere subito il reintegro dei 22 lavoratori licenziati» e raccogliere il sostegno popolare.

Anche con una «cassa di resistenza» per le donazioni a favore dei licenziati «per aver esercitato il 7 ottobre il diritto di sciopero, previsto dalla Costituzione - attacca Fabio Zerbini, delegato Si Cobas –. Lo scarso rendimento è la motivazione data dalle cooperative. Ma è falso. Hanno licenziato tutti i delegati sindacali, dipendenti anche da dieci anni». Il risultato è stato un corteo di quattro ore lungo via Monza, via D’Annunzio e via Roma. Almeno un migliaio di persone sono arrivate così fino a Seggiano e poi al Satellite: «Non il centro delle vetrine, ma il centro di chi soffre e lavora per sé e la propria famiglia e dove vivono tanti immigrati dipendenti delle cooperative», spiega Zerbini.

Poi, da via Cimarosa il corteo è tornato alla stazione. Presenti varie Rsu del milanese e da Piombino, Genova e Napoli, nonché alcuni lavoratori della Jabil di Cassina e della Maflow di Trezzano. Inoltre, una galassia di movimenti della sinistra radicale da Milano e dintorini.


I facchini del deposito Esselunga guadagnano da 600 fino a 1800 euro al mese, ma a condizioni impossibili: «Se non lavori 12 ore, il giorno dopo il caporale ti tiene fuori dai cancelli e trova subito un altro – spiega uno dei 22 licenziati -. In pochi anni il carico è aumentato da 200 a 400 pacchi in un’ora. I capi parlano con noi solo con spintoni, ceffoni e gravi offese: chi risponde il giorno dopo resta a casa». «Questi africani, pakistani e cingalesi hanno il coraggio di rispondere a un doppio ricatto – Zerbini al megafono -: quello del lavoro e quello del permesso di soggiorno. Se non resisteremo, questo sarà il futuro di tutti i lavoratori».



11 dicembre 2011

Daniele Monaco

Il Giorno



10 dicembre 2011

CONTRATTO DELLE COOP, LA TRATTATIVA RIPARTE IL 22 DICEMBRE

La Cgil si ammorbidisce: l'obiettivo sarà chiudere in giornata
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Il dialogo si era interrotto a inizio estate. Dopo la firma si riparlerà degli integrativi



Chiusura e firma in giornata? Sembra questa la strenna natalizia in arrivo per i circa 80mila lavoratori della distribuzione cooperativa.
E a gioire sarebbero anche i dipendenti di Coop Estense in vista della stipula (in un secondo momento) del nuovo accordo integrativo.

La novità, in breve, è che è fissata per giovedì 22 a Roma la riapertura del tavolo di trattative per il tanto agognato rinnovo del contratto nazionale di settore scaduto ormai quasi un anno fa, i131 dicembre 2010. Il confronto tra le parti si era bruscamente interrotto a inizio estate; ma ora sembrano aver finalmente trovato una convergenzache le tre sigle sindacali che dovranno riaprire la partita: Cisl-Fisascat, Uil-Uiltucs e Filcams- Cgil.

Le prime due, in particolare, hanno fatto il punto della situazione martedì scorso a Firenze, in vista di un rush finale che dovrebbe concretizzarsi il prossimo giovedì.
«Il negoziato», ha dichiarato durante la riunione toscana il segretario nazionale della Fisascat Vincenzo Dell'Orefice, «ha evidenziato in maniera efficace quali sono gli argomenti condivisibili».

Segnali di fiducia anche da Marzio Govoni, segretario per la provincia di Modena della Filcams:
«Il 22 riprenderà la trattativa e tutte le sigle sindacali si siederanno al tavolo sperando, finalmente, di chiudere questo accordo». Proprio la ritrovata intesa tra i sindacati sembra la grande novità che fa ben sperare i lavoratori del settore.

Alla base dello stop estivo sul confronto c'era stata la denuncia della Cgil, che vedeva nella proposta contrattuale delle cooperative la riproposizione delle condizioni contenute nell'accordo sottoscritto per il commercio privato. Accordo firmato però
solo da Cisl e Uil.


Sono tanti i punti sul tavolo del confronto: dagli aumenti alle rivendite di montagna

Il rinnovo del contratto nazionale del commercio cooperativo interessa oltre 80mila addetti degli iper, dei discount e dei supermercati tradizionali: in buona parte, si tratta delle Coop con. la C maiuscola, che i consumatori sono abituati a considerare come un'unica società, mentre al contrario dietro lo stesso;marchio esistono dwerse aziende territoriali, ad esempio Coop Estense e Coop Adriatica.

Sono poi diversi i punti in discussione: spiccano la riorganizzazione complessiva delle relazioni
sindacali, i diritti d'informazione, la salvaguardia occupazionale per il Mezzogiorno e le procedure di rinnovo dei contratti medesimi.

Ma il 22 dicembre saranno soprattutto tre i temi sul tavolo.

Il primo: riconoscere nel contratto del commercio cooperativo gli aumenti pattuiti nel
terziario distribuzione servizi (ovvero l'accordo sul commercio privato sottoscritto da Cisl e Tifi, ma non dalla Cgil). Si tratterà di 68 curo in più a regime per il livello, da riparametrare in proporzione per i livelli inferiori.

Come secondo nodo ci sarà la discussione di una normativa speciale per le coop minori che, spesso, si trovano ad operare in zone difficili I dal punto di vista economico, ad esempio in montagna.

L'altro punto sul tavolo (che fu tra i motivi dello stop alla trattativa da parte della Cgil) sarà la riformulazione della normativa sull'orario dei neo-assuntì. In questo caso si valuterà l'ipotesi di applicare maggiore flessibilità per chi è al primo contratto, prevedendo un orario settimanale di 40 ore per poi rimodularlo sulle normali 38 dopo i primi 4 anni lavoro.

Sarà la giornata campale del 22 a rivelare quante di proposte saranno inserite o meno nel nuovo contratto nazionale per il commercio cooperativo. Quello che è certo è che i sindacati saranno costretti (vista anche di chiudere l'accordo) a trovare un punto d'incontro su condizioni che, nei mesi passati, sono state motivo di scontro.



10 dicembre 2011

Qui Modena




07 dicembre 2011

USB SOLLECITA LE ELEZIONI RSU CON UNA LETTERA AD UNICOOP E SINDACATI











Unicoop Firenze

Viale Europa, 51

50018 Scandicci


Filcams Cgil

Borgo dei Greci n. 3

50100 FIRENZE


Fisascat Cisl

Via Benedetto Dei n. 2/a

50144 FIRENZE


Uiltucs Uil

Via Cavour n. 8

50129 FIRENZE



OGGETTO: Rinnovo RSU aziendali.

La scrivente O.S. ritiene necessario e improcrastinabile l’avvio delle elezioni per la Rappresentanza Sindacale Unitaria aziendale, scaduta ormai da lungo tempo e non ancora rinnovata.

A tale scopo l’USB sollecita l’indizione delle elezioni RSU alle segreterie Regionali e Provinciali delle OO.SS. in indirizzo in quanto promotrici e richiama la Direzione Unicoop Firenze alla funzione di garanzia del rispetto dell’accordo interconfederale del ’94.

Ed è proprio nella piena applicazione del citato accordo, di cui tutte le parti in indirizzo sono firmatarie, che si esorta al rispetto della dovuta informazione dell’avvio delle procedure, mediante affissione nella bacheca sindacale dell’atto di insediamento della Commissione elettorale, per consentire a tutti gli aventi diritto la presentazione delle liste nei termini previsti e la nomina dei propri componenti in seno alla Commissione elettorale.


Roma, 05 dicembre 2011

P/USB Lavoro Privato

Francesco Iacovone



DISTRIBUZIONE COOP: CISL E UIL CHIEDONO UN NUOVO CONTRATTO

Un punto rilevante è quello relativo all'orario di lavoro.

Sindacati in assemblea a Firenze



Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil chiedono la riapertura delle trattative per un nuovo contratto della distribuzione cooperativa, settore che in Italia conta circa 80 mila lavoratori.

I sindacati hanno riunito oggi a Firenze i loro delegati in assemblea.
"Il contratto manca da un anno, ma la trattativa è partita dal mese di luglio del 2010", ha ricordato il segretario nazionale della Fisascat, Vincenzo Dell'Orefice. Le categorie chiedono tutele per le condizioni individuali di bisogno, aumenti economici, attenzione alle pratiche partecipative alle scelte strategiche delle imprese "Questo lungo negoziato - ha spiegato Dell'Orefice - ha evidenziato in maniera efficace quali siano gli argomenti sui quali è possibile ricercare una soluzione condivisa anche dalla Filcams, con la quale in passato ci sono state delle differenze di impostazione".

Un punto rilevante, ha aggiunto il segretario Fisascat, è quello relativo all'orario di lavoro: "Le richieste delle associazioni datoriali sul tema tendono a offrire una maggiore flessibilità oraria per i neoassunti, scambiandola con l'occupazione che noi speriamo possa essere a tempo indeterminato".



6 dicembre 2011

gonews


03 dicembre 2011

L'IPOTESI CDP COME SOCIO MPS


Spunta l'ipotesi della Cassa Depositi e Prestiti nei panni di cavaliere bianco per entrare nell'azionariato di MPS






FIRENZE - Cassa depositi e prestiti (Cdp) potrebbe avere un ruolo nel riassetto degli equilibri azionari di Banca Monte dei Paschi. La società pubblica controllata al 70% dal ministero dell'Economia e delle Finanze, oggetto di un progetto del Governo per diventare prestatrice di garanzie alle Fondazioni di origine bancaria (il Sole 24 Ore di ieri), è tra i candidati a vestire i panni del cavaliere bianco accanto alla Fondazione Mps e agli altri grandi azionisti (Caltagirone, Axa) nel capitale del terzo gruppo bancario italiano.

L'ipotesi, che circola negli ambienti finanziari, non viene confermata nè smentita. Franco Bassanini, presidente di Cdp, si limita a un commento: «Possiamo fare molte cose ma non tutte - dice -. Ci sono scelte che devono essere decise a monte, sulla base dell'interesse e delle priorità del Paese. Bisogna poi considerare - aggiunge - che Cdp investe a condizioni di mercato e sempre valutando l'adeguatezza del profilo di rischio».

Se il sistema del credito e delle Fondazioni di origine bancaria rientrasse dunque nella priorità nazionali, la Cassa depositi e prestiti (forte di oltre 200 miliardi tra buoni fruttiferi e libretti postali) avrebbe le caratteristiche per entrare in gioco. E pochi sono in grado di leggere e decifrare la situazione di Siena bene come Bassanini, ex senatore che ha avuto il suo collegio elettorale proprio nella città del Palio, amico personale di Giuseppe Mussari, presidente di Banca Mps e dell'Abi, l'Associazione bancaria italiana. Insomma, un partner rassicurante per i delicati equilibri locali.

Questo scenario ha tempi medi. L'attualità quotidiana è costituita invece dall'ok del pool di 11 istituti di credito (capofila JpMorgan) alla sospensiva fino al 17 dicembre delle condizioni di garanzia del finanziamento di 600 milioni (oggi ridotto a 524 miliani) concesso alla Fondazione Mps lo scorso luglio. Come Credit Suisse e Mediobanca, anche questo fronte di creditori (tra i quali figura lo stesso istituto di Piazzetta Cuccia) accetta dunque di sedersi al tavolo della rinegoziazione del debito accumulato dall'Ente senese presieduto da Gabriello Mancini, attualmente superiore agli 800 milioni. Le banche di questo secondo schieramento chiedono un livello di garanzie analogo a quello concesso a Credit Suisse.

C'è tempo fino al 17 dicembre per arrivare a un'intesa che, nei mesi successivi, dovrebbe portare a una ristrutturazione dell'intero indebitamento della Fondazione, anche attraverso la vendita di asset in portafoglio (il 2,57% di Cdp, il 5,6% del fondo F2i e la partecipazione residua in Mediobanca, intorno all'1%).

La prospettiva di una riduzione del peso diretto della Fondazione in Banca Mps, intanto, è stata accolta dal mercato con favore. Il titolo del gruppo di Rocca Salimbeni ha chiuso ieri a quota 0,2693 euro (+5,24%) con un prezzo tendenziale di 0,2754 (+8,72%). Non accadeva da tempo (grafico). Merito anche della buona tenuta operativa della banca guidata dal direttore generale Antonio Vigni, che proprio ieri ha chiuso con una transazione di 260 milioni (più gli interessi di legge) la controversia con l'Agenzia delle entrate dovuta alla contestazione di alcune operazioni degli anni 2002-2007.

«Gli effetti dell'accordo saranno in gran parte compensati dai benefici dell'affrancamento di attività immateriali per 239 milioni, contabilizzati nel quarto trimestre 2011», spiega una nota del gruppo di Rocca Salimbeni. La richiesta del Fisco, che ha contestato operazioni analoghe ad altri grandi istituti di credito, superava il miliardo. Per Siena, dunque, il risultato della transazione non è penalizzante.



3 dicembre 2011

Cesare Peruzzi


Il Sole 24 Ore