25 luglio 2010

MAGAZZINO CONAD MONTOPOLI, FIT-CISL: "VOGLIAMO RESTARE CON ALMA GROUP"

La Filt- Cisl protesta per il probabile passaggio dell'appalto del magazzino Conad di Montopoli da Almagroup a CFT.

Infuria la polemica con la Filt-Cgil.


Il problema però, prima che sindacale, sembra di ripristino della legalità contro le infiltrazioni mafiose negli appalti.


Negli ultimi giorni, ci siamo occupati spesso di vicende opache che parrebbero collegare cooperative che gestiscono in appalto magazzini, anche di grandi marchi, con le attività mafiose. Conviene ribadire a tal proposito la gravità dei retroscena che emergerono dall' omicidio di Pasquale Maglione, l'avvocato ucciso a Rodano (MI) il 16 luglio scorso e che avrebbero orientato i carabinieri ad indagare in partico­lare sui rapporti del professionista con il mondo della cooperazione, fortemente permeato dalla malavita organizzata.

In questo contesto sono illuminanti le dichiarazioni del sindacalista dello S.I. Cobas Fulvio Di Giorgio che conclude la sua intervista con una frase alquanto efficace: «In un sistema senza regole, dove vince il più forte, arriva il far west. E nel far west si spara».

Se partiamo da questa premessa, la querelle che si è innescata tra Filt-Cgil e Fit-Cisl (di cui da ampio riferimento l'articolo che segue) sulla vicenda della cooperativa Almagroup che gestiva il magazzino Conad di Montopoli, pare risibile. In quella circostanza infatti, sembrano questioni secondarie o forse derivate da un retroterra di grave illegalità, quelle puramente sindacali, quando pochi giorni fa l'assessore provinciale alla legalità, Gabriele Santoni, si esprimeva con questi termini: «Conad deve chiarire perché la gestione del magazzino è stata affidata al consorzio Almagroup di Milano, il cui riferimento è Natale Sartori, già condannato nel 2001 a 4 anni e 9 mesi per "corruzione continuata", intimo di Marcello Dell'Utri e Vittorio Mangano».

Ad arricchire le informazioni su questo argomento, ci aiuta un nostro attento ed acuto lettore, che ci ha inviato nei commenti un sintomatico stralcio dalla relazione del Consiglio Superiore della Magistratura approvata all'unanimità il 24 luglio 2002: "La costituzione di queste ultime società (si parla di società operanti nel milanese, che per legami, provenienza di capitali, ecc. possono definirsi mafiose - nota blog) ha avuto inizio nei primi anni Ottanta ad opera di esponenti di spicco della ndrangheta calabrese e della mafia siciliana, tra cui in particolare Pasquale Latella, Gaetano Coppola, Antonino Currò, Natale Sartori, Giuseppe Porto, Daniele Formisano (nipote di Vittorio Mangano), Cinzia e Loredana Mangano (figlie dello stesso Mangano), Enrico Di Grusa (genero del Mangano). Dette cooperative, prevalentemente appoggiate presso alcuni studi di commercialisti milanesi (tra cui in particolare lo studio Selma di Maurizio Pierro, assassinato nel 1997), furono costituite inizialmente con funzioni di mera copertura e con ruoli del tutto secondari rispetto ad ulteriori e diverse attività criminali, quali rapine e traffico di sostanze stupefacenti. Sono poi diventate, però, un formidabile strumento di creazione e moltiplicazione di ricchezza illegale che via via ha determinato la distribuzione del mercato tra pochi consorzi di cooperative, con estromissione delle cooperative di servizi vere, che operavano in modo legale". I personaggi citati

Chi vuole consultare il testo integrale del CSM, trova il passaggio riportato a pagina 10.
Forse, non farebbe male dargli un'occhiata anche da parte di qualche sindacalista che si è occupato della vertenza Almagroup-Conad.
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Lo scorso lunedì un presidio a Pistoia sotto la Conad, indetto dalla Cisl, per "testimoniare la volontà di alcuni lavoratori di rimanere con Alma". La Cisl esprime inoltre preoccupazioni sul nuovo appalto, nonostante da Conad siano giunte ancora rassicurazioni sui livelli occupazionali e le retribuzioni. Per la Filt-Cgil, quello della Cisl "è un tentativo grave e strumentale di creare falsi allarmi tra i lavoratori che chiedono garanzie"
La vicenda dell'Almagroup, l'azienda oggetto di pesanti accuse da parte della Cgil in merito allo sfruttamento di lavoratori migranti nel magazzino Ce.di. di Montopoli, non accenna a placarsi. Se da un lato infatti sembra chiuso il capitolo fra questa azienda e la Conad, dall'altro c'è ancora chi tenta di difendere Almagroup e di salvare un appalto ormai dato per finito.

Due giorni fa la Cisl ha indetto un presidio di fronte alla Conad di Pistoia, al quale hanno partecipato, secondo la stessa Cisl, un centinaio di lavoratori, che chiedevano "di poter restare con Alma".
Una posizione con cui di fatto prendono definitivamente le distanze sia dalle accuse mosse dalla Cgil, sulle quali sia Cisl che Uil si erano già espresse, sia dalle dichiarazioni della stessa Direzione Provinciale del Lavoro, che confermava l'esistenza di indagini in corso e l'accertamento di irregolarità emerse dall'altra indagine già conclusa.

Ignazio Re della Fit-Cisl, ha voluto commentare così il presidio di lunedì: "Molti lavoratori dipendenti di Alma hanno voluto fare un presidio di fronte a Conad per rendere noto a tutti che quello che era stato denunciato dalla Cgil non rispondeva al vero. Noi in effetti abbiamo fatto solo da sostegno, loro hanno espresso questa volontà. Tra i presenti c'erano anche diversi iscritti alla Cgil, per testimoniare il fatto che tutto ciò che è stato scritto, ossia che l'azienda facesse schiavismo, non è vero."
Una posizione viene espressa dal sindacalista anche sulle buste paga in negativo, che Re reputa "non anomale". "Si trattava di quote d'affitto che i lavoratori pagavano all'azienda - dichiara - dato che questa si faceva garante verso i proprietari, che altrimenti non avrebbero mai affittato a immigrati. Anzi, così facendo l'azienda agevolava i dipendenti."

Di fronte a buste paga in cui non solo veniva conteggiato l'affitto, ma questo superava la stessa cifra dello stipendio, la Fit-Cisl non rileva nessun problema: "Non è strano se l'azienda fa pagare l'affitto e lo toglie dalla busta paga. Non c'è nessuna anomalia, vorrò vedere queste buste paga di cui si parla, a noi non risultano casi di questo tipo."

Ma al di là della difesa incondizionata alla Alma, alla Cisl non piace la possibilità che sia la cooperativa Cft a riprendere in mano l'appalto.
"Prima dell'Alma c'era la cooperativa Cft di Firenze che applicava il contratto multiservizi - afferma - poi la Alma è subentrata e ha applicato il contratto della logistica e merci, tant'è che noi possiamo seguire i lavoratori come Fit e non come commercio." Sul contratto applicato da Cft, la Cisl non è in grado di fornire prove immediate a sostegno di questa dichiarazione: "Proveremo a recuperare vecchie buste paga".
Cita come una conquista della Cisl il "contratto integrativo con Alma, mirato sulla produttività" e sostiene che la maggior parte dei lavoratori "ora si trova ad aver perso l'azienda di provenienza e vogliono che la Alma rimanga."

Nemmeno le dichiarazioni della Direzione Provinciale del Lavoro fanno cambiare il giudizio della Cisl sull'operato della Alma: "Sulle cose dette dalla Direzione Provinciale del Lavoro non ho dati sicuri, ho letto solo le dichiarazioni sui giornali. Prendo atto di quello che viene detto, ma non posso né confermare né smentire. Come sindacato dico che abbiamo intorno ai 150 iscritti nell'ambito di Alma, e da quello che ci risulta, non abbiamo trovato irregolarità, buste paga che non tornavano o eventuali carenze da parte dell'azienda."

Infine, sulle clausole poste da Conad che verranno inserite nel prossimo capitolato d'appalto, clausole di garanzia sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali, anzianità, retribuzioni ecc, alla Cisl non sembrano sufficienti: "Essendo la Cft una cooperativa, i lavoratori sono preoccupati per il ritiro della quota sociale di 74 euro dalla busta paga. Si può superare questo problema?"
"Abbiamo apprezzato la posizione di Conad - prosegue Re - nell'incontro che abbiamo avuto il 19 luglio con l'Amministratore delegato di Conad, che si è dimostrato essere una persona comprensiva. Alla fine chi patisce di più questa situazione è il cliente, l'amministratore delegato è stato disponibile e ha confermato le clausole dell'appalto. Le informazioni che abbiamo dagli incontri avuti fra Cft e segreterie regionali, sembra che non sia del tutto vero che la Cft assumerà la totalità dei lavoratori e garantirà lo stesso trattamento finanziario. Da parte nostra permangono dubbi".

Nella giornata del 16 luglio intanto sono giunte nuove rassicurazioni da parte di Conad del Tirreno, circa il nuovo contratto di appalto. Nella lettera inviata a tutte le organizzazioni sindacali, Conad dichiara: "L'inclusione nel nuovo contratto di appalto di un'espressa clausola volta a garantire da parte del nuovo appaltatore i livelli occupazionali esistenti e le condizioni economiche e normative acquisite dai lavoratori occupati alle dipendenze dell'attuale soggetto appaltatore e impiegati presso il magazzino di Montopoli, risponde ad una volontà di Conad del Tirreno di rassicurare i lavoratori e i sindacati."
"In particolare - prosegue il testo - con riferimento al mantenimento dei livelli occupazionali esistenti, si precisa che le previsioni del nuovo contratto di appalto stabiliranno l'obbligo da parte dell'appaltatore di mantenere l'occupazione di tutti i lavoratori", e nello specifico, "il contratto nazionale applicato alla Logistica e Trasporti, l'anzianità, il livello di inquadramento, la tipologia di rapporto, gli accordi integrativi esistenti, l'orario settimanale".
Infine, "in materia di trasferimenti la normativa impone che gli stessi possano essere disposti solo in presenza di comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive. Pertanto, resta inteso che sotto questo profilo l'appaltatore sarà tenuto ad osservare le disposizioni normative vigenti".

Sulle posizioni espresse dalla Fit-Cisl, la Filt-Cgil ha emesso un comunicato con cui chiede di interrompere "ogni strumentalizzazione".
"Prima dell'intervento della Filt - si legge nella nota - la situazione era caratterizzata dalla totale violazione dei più elementari diritti da parte di Almagroup."
"Appaiono gravi e strumentali i tentativi di Filt-Cisl e Uilt-Uil di creare falsi allarmi tra i lavoratori che, giustamente, chiedono garanzie per il loro futuro. E' falso infatti, quanto affermato dalla Fit-Cisl che Cft applica il contratto del multiservizio. Non è vero. Il contratto applicato da questo gruppo è quello del trasporto merci e logistica. Condizione comunque, presente nella clausola".

"E' patetico tra l'altro - proseguono dalla Filt - che la Fit-Cisl si attribuisca l'acquisizione di un accordo integrativo conquistato, insieme ad altri risultati importanti, dalla Filt-Cgil ed i suoi delegati il 10 luglio 2009. Possiamo capire il livello di frustrazione di organizzazioni sindacali che vedono l'azienda 'amica' abbandonare il campo, ma un po' di ritegno non guasterebbe."

"Noi della Filt - concludono - non abbiamo mai avuto aziende amiche. Abbiamo fatto accordi con Alma quando a gestire le relazioni sindacali c'era un soggetto responsabile e corretto. Abbiamo mobilitato i lavoratori quando i 'nuovi responsabili' hanno scelto la linea dello scontro e dello sfruttamento di lavoratori stranieri sottoposti a ricatti inaccettabili".

21 luglio 2010

Cinzia Colosimo

PISAnotizie.it


Vedi anche:

"FALSE COOP" E MALAVITA ORGANIZZATA: UN BINOMIO FREQUENTE

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