29 maggio 2008

L'EX MATEC NEL CARRELLO DELLA COOP


Shopping da venticinque milioni di euro.
Le contropartite alla città



Cadono tutti dalle nuvole. Eppure un affare da 25 milioni di euro, che porta a Scandicci un nuovo magazzino di stoccaggio unicoop non poteva passare inosservato all’amministrazione comunale.

Certo, con sette lavoratori licenziati e relazioni sindacali ai minimi storici tra la cooperativa e i dipendenti, non avrebbe certo portato consenso mettere il cappello su questa operazione, tutta interna al movimento cooperativo, che porta Unicoop ad acquistare i capannoni Matec.

Che dovevano invece diventare la base logistica del consorzio Etruria per la realizzazione della bretella Stagno-Gonfienti. Ci finiranno invece le carni e il fresco, che non trovano posto nell’area di via dei Pratoni. Anche qui l’operazione del comune è stata brillante: ha permesso la realizzazione di un capannone industriale e di ampliamenti successivi, ottenendo in cambio la ristrutturazione dell’antica residenza del Ghiberti (ancora da completare dopo quasi dieci anni dalla convenzione) e la creazione di un parco (gran parte degli alberi messi a dimora sono seccati e attendono ancora di essere sostituiti).

Certo con l’acquisto del capannone Matec, il risultato è che Scandicci diventa comune “cooppizzato”. Accanto ai supermercati di vicinato nei vari quartieri e quello confinante del Ponte a Greve (che serve per buona parte i residenti di Scandicci) in arrivo c’è il più grande ipermercato della Toscana, nell’area di 25mila metri quadri del Pontignale.
E gli uffici che si trovano negli spazi vicini ai magazzini dei Pratoni dove lavorano in 600.

Adesso nell’area di 28mila mq vicino allo svincolo tra Fi-Pi-Li e A1, dovrebbe arrivare tutto il comparto del freddo. Lo sorso anno, era stata data per fatto l’arrivo del Consorzio Etruria, ma l’operazione è saltata e ora l’altro colosso del movimento cooperativo dovrebbe provvedere ai lavori di adeguamento della nuova struttura. Il capannone ex Matec è stato per anni il centro produttivo del Gruppo Lonati, leader nella produzione di macchine circolari per calzetteria.

Ma dopo l’ultima battaglia sindacale che ha portato allo smantellamento della fabbrica e al licenziamento degli oltre 200 lavoratori, la struttura è rimasta vuota e si è aperta la necessità di trovare una nuova collocazione. Chiusa la partita se ne apre subito un’altra per la sistemazione dell’area di via Masaccio al Vingone, dove dovrebbe arrivare un altro supermercato.
Scommettiamo?

29 maggio 2008

La Nazione – Provincia – Metropoli – Scandicci

Fabrizio Morviducci

20 maggio 2008

SCIOPERO CONTRO I LICENZIAMENTI


MERCOLEDI 21 MAGGIO 2008

SCIOPERO

DI TUTTI I LAVORATORI DEL MAGAZZINO DI SCANDICCI E SESTO F.NO DI UNICOOP FIRENZE CON ASSEMBLEA DI 2 ORE PRESSO LA SALETTA RSU DI SCANDICCI, VIALE EUROPA, 72.

ORARIO 10.30 -12.30

PER I LAVORATORI DEGLI ALTRI TURNI LO SCIOPERO SARA' LE ULTIME 2 ORE DEL PROPRIO ORARIO.

VISTO LA GRAVITA' DEI FATTI E' IMPORTANTE LA PRESENZA DI TUTTI.

RSU MAGAZZINI UNICOOP FIRENZE

Rassegna stampa


LICENZIAMENTI ALLA UNICOOP DI FIRENZE


Ci limitiamo a dare la notizia. Prossimamente renderemo note le forme di lotta che verranno decise in una prossima assemblea contro questa barbarie aziendale.

E' terminata con sette licenziamenti, 10 sospensioni da 3 a 9 giorni e in un caso, nessuna sanzione perche' non e' stata rilevata alcuna responsabilita', la procedura prevista dal Contratto nazionale di lavoro per le contestazioni disciplinari avviata da Unicoop Firenze il 4 marzo contro 18 dipendenti del magazzino di Scandicci in seguito alla vicenda degli ammanchi di merci nel magazzino. A queste conclusioni, informa una nota, la cooperativa e' giunta dopo un'attenta valutazione, durata oltre due mesi, delle informazioni a disposizione, e giungono dopo aver dato la possibilita' a tutti i 18 dipendenti di esporre le ragioni a loro difesa.

In particolare, le responsabilita' individuali sono state valutate e graduate secondo tre criteri guida: la reiterazione dell'atto; l'occultamento di merci; le responsabilita' nella scala gerarchica. La vicenda risale al maggio 2006 quando Unicoop Firenze sporse denuncia contro ignoti a seguito di ammanchi di merci nel magazzino. Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Scandicci e nel febbraio 2007, la magistratura dispose l'installazione per due mesi di quattro telecamere nei locali del magazzino e l'inchiesta si e' conclusa con l'emissione di 24 avvisi di garanzia per furto e appropriazione indebita.

(fonte ANSA)

10 maggio 2008

LO STRANO CASO DEL LICENZIAMENTO ALLA COOP DI SAN CASCIANO



Che il clima in Unicoop sia molto pesante per i dipendenti, lo diciamo da tempo.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un'escalation di situazioni che per la loro gravità non hanno precedenti, come dimostrano il licenziamento e gli avvisi di garanzia dei magazzini di Scandicci.
Annoveriamo anche questo fatto che coinvolge una dipendente della Coop di San Casciano e che sicuramente è da collocare nel clima esasperato di caccia alle streghe che Unicoop ha generato.
Così riporta l'episodio LA NAZIONE:

San Casciano – La donna licenziata perché chiedeva più sorveglianza

La Coop: “ PRONTI A RIASSUMERLA

L’azienda: “La Pagliai potrà scegliere un altro punto vendita in cui lavorare

Il legale: “Stiamo aspettando la nota ufficiale. Poi decideremo se accettare o meno”

La Coop sei tu e sarà (di nuovo) anche di Stefania Pagliai, la dipendente caporeparto del supermercato di San Casciano, di 44 anni, dei quali 25 orgogliosamente trascorsi con indosso la divisa Unicoop, avvisata di licenziamento dopo aver semplicemente chiesto una vigilanza la sera, quando era da sola: era stata minacciata da persone senza fissa dimora (e per questo aveva fatto anche una denuncia alle forze dell’ordine).

La richiesta aveva innescato, secondo quanto si apprende dal fascicolo che ora è tenuto dall’avvocato Marcello Pecchioli, una serie di episodi che erano culminati nell’intimidazione di licenziamento (non esecutivo perché la donna è adesso in malattia).

CLIENTI E SOCI Coop di San Casciano si erano ribellati aprendo una sottoscrizione indirizzata ad unicoop firenze. La quale, già nella serata di mercoledì, mettendosi in contatto col giornale aveva detto: “Siamo alla ricerca di una soluzione: vogliamo reintegrare Stefania, in un punto di vendita vicino a San Casciano, sino a quando non saranno ripristinate le condizioni necessarie di serenità. Alcuni provvedimenti che erano stati adottati servivano a non farle operare la chiusura serale da sola. Comunque ora stefania potrà scegliere il punto di vendita che riterrà più opportuno, e valuteremo la situazione".

C’E’ QUINDI la volontà di far rientrare Stefania Pagliai in Unicoop. San Casciano è circondata da punti vendita abbastanza vicini, da Bagno a Ripoli a Scandicci, da Impruneta a Montelupo sino ad esempio a Poggibonsi. Si vedrà.
Anche il legale della donna, Marcello Pecchioli, resta in attesa. Ieri verso le 13,30 l’avvocato ha detto: “Che ci sia questa intenzione di reintegrare da parte di unicoop lo sappiamo al momento solo dai cronisti. Sarà Unicoop a dovercelo comunicare ufficialmente, e dovremo trovarci per valutare la situazione”.
Che se non si sblocca, andrà davanti alla Commissione del Lavoro, essendo stata avanzata l’illegittimità del licenziamento (che, va ribadito, non è scattato essendo in presenza di malattia).

L’altro aspetto di questa vicenda è la petizione popolare, per cui Stefania Pagliai ha ringraziato i sancascianesi: “Stefania Pagliai – afferma la lettera – per 25 anni ha prestato le proprie mansioni al servizio della Coop sempre attenta alle esigenze dei clienti, del negozio e dei soci. Il licenziamento è dovuto solo ad una richiesta, lecita ed inoffensiva, di essere tutelata alla chiusura del negozio".

9 Maggio 2008

LA NAZIONE

Andrea Ciappi

07 maggio 2008

ULTIMO PRIMO MAGGIO FESTIVO IN COOP ?


L'aria che tira nel mondo del lavoro è davvero brutta. Sempre meno tutele, sempre più flessibilità con salari sempre più bassi.
E' il mercato, bellezza... e la Coop si adegua, anzi anticipa spesso queste tendenze, forte del fatto che l'opposizione sindacale nel mondo cooperativo è di fatto inesistente, latitante, connivente.

Le dichiarazioni di alcuni dirigenti del mondo cooperativo rilasciate a Il Sole 24 ore (articolo che pubblichiamo di seguito) fanno presumere che questo Primo Maggio, sia l'ultimo festivo, che diventi insomma, un giorno come gli altri.
Dietro queste intenzioni più o meno esplicite, si sente forte la voglia becera e un pò vile, di liberarsi di tutto quello che è ritenuto dai manager di sinistra un inutile fardello legato a valori che stanno scomparendo rapidamente, grazie anche loro pesante contributo.

Il giorno in cui i lavoratori, il sindacato, la gente comune, i partiti di sinistra, smetteranno di considerare le Coop come un mondo sensibile ai valori storici di riferimento della sinistra, ma ritenerle aziende (almeno) come tutte le altre, sarà una grande conquista per tutti quelli che hanno un'anima di sinistra.
Un giorno di festa, quasi come l'ormai defunto Primo Maggio.

Negozi, è polemica

«Le aperture dei negozi nei giorni festivi devono essere liberalizzate – afferma Paolo Barberini, presidente di Federdistribuzione – per questo motivo terremo i negozi aperti il più possibile il 1° maggio, così come abbiamo fatto il 25 aprile, laddove le normative locali lo consentono».
E così almeno il 30% dei punti vendita della grande distribuzione aprirà i battenti nella festa dei lavoratori. Ma la cosa più significativa è che il 1° maggio non è più un tabù neppure per Coop, leader nella grande distribuzione e nella Legacoop, l'organizzazione delle "coop rosse".

«Le cooperative si regolano sul territorio secondo i rapporti di concorrenza e danno un servizio ai consumatori» commenta Aldo Soldi, presidente di Ancc-Coop, all'annuncio che alcuni Ipercoop resteranno aperti in Piemonte per la fsta dei lavoratori. «Certo bisognerebbe mettere ordine nelle aperture festive – aggiunge – che vanno sempre contrattate con i lavoratori. C'è anche il diritto al riposo, sono contrario a una deregulation selvaggia». «È opportuno tenere aperto se il mercato lo richiede» aggiunge Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia.
«Ci saranno tre Ipercoop aperti in Piemonte il 1° maggio – sottolinea Ernesto Dalle Rive, presidente di Novacoop – d'intesa con i lavoratori. Dobbiamo tenere il passo con la concorrenza che nell'area è dura».

Non la pensa così il sindacato. «Il problema si è posto anche il 25 aprile – rileva Giovanni Ciarlo, segretario regionale Filcams-Cgil – e non siamo d'accordo, per questo motivo non faremo mancare la nostra protesta». «Certo la Coop questa mossa poteva risparmiarsela – aggiunge Marinella Meschieri, della segreteria nazionale Filcams-Cgil –. Però capisco anche i lavoratori che accettano perchè sono alle strette, devono pagare le rate del mutuo, oppure confrontarsi con un contratto nazionale bloccato da molti mesi».

Il fronte della grande distribuzione appare comunque determinato ad aprire i battenti. L'Esselunga fa sapere che il 1° maggio saranno aperti 12 grandi magazzini tra Lombardia e Piemonte, di cui almeno due nel cuore di Milano. Il Conad – fanno sapere dal quartier generale di Bologna del secondo gruppo italiano, anch'esso nell'orbita di Legacoop – aprirà il 10% almeno dei sui 2.900 punti vendita. Saracinesche sollevate dove possibile anche per Bennet e Pam. Il gigante francese Carrefour aprirà 8 centri commerciali e una cinquantina di supermercati. Saracinesche chiuse invece nell'altro colosso transalpino, Auchan.

«Le festività sono una grande opportunità», commenta Riccardo Francioni, top manager del gruppo Selex, anch'esso orientato all'apertura ove possibile. «L'Antitrust ha rilanciato sul tema della liberalizazione delle domeniche e dei festivi – conclude Barberini –. Chiederemo impegni alle Regioni, dobbiamo liberalizzare e varare norme trasparenti. C'è una babele di norme che disorienta operatori e consumatori».

29 aprile 2008

ILSOLE24ORE.COM

Vincenzo Chierchia

01 maggio 2008

ALL'IPERCOOP IL PRIMO MAGGIO SI LAVORA



In Piemonte protesta dei sindacati e invito allo sciopero della spesa



All'ingresso dell'Ipercoop di Cuorgnè, provincia di Torino, campeggia un cartello che avverte che giovedì il supermercato rimarrà aperto dalle 9 alle 21

Niente di strano se non fosse che il giovedì a cui ci si riferisce è quello del primo maggio, la Festa dei lavoratori, data molto sentita nel nostro Paese, in cui tutto si ferma, per celebrare la conquista storica del limite delle 8 ore di lavoro.
Ma invece quest'anno, per la prima volta negli ipermercati della Lega Coop, le cooperative di sinistra (e quindi il fatto è ancor più strano), si lavorerà. La Novacoop, la cooperativa che gestisce gli Iper della Lega Coop in Piemonte, sottolinea che la scelta dei dipendenti di lavorare il Primo Maggio è facoltativa e dall'azienda non verrà effettuato nessun tipo di coercizione.

Ma i sindacati non ci stanno e hanno iniziato un volantinaggio all'ingresso dell'Ipercoop di Cuorgnè, chiedendo anche alla popolazione di non recarsi a fare acquisti giovedì. La Filcams-Cgil attacca l'azienda, «del Primo Maggio lavorativo l'abbiamo saputo dai lavoratori» e su quanto riguarda la libera scelta dei lavoratori sottolinea: «Il 70% dei 180 dipendenti dell'Iper di Courgnè ha contratti part-time. Lavorare il primo maggio significa mettersi in tasca 50 euro in più».

Insomma, il ricatto da parte dei datori di lavoro è semplice quando un dipendente part-time, con contratto a termine o a progetto, deve scegliere fra la celebrazione di una data storica nella lotta per i diritti dei lavoratori, o pagare l'affitto a fine mese.

(28.4.08)