Mps nella bufera, Unicoop Firenze è azionista da anni della banca senese col 2,7%
Viste le proporzioni dell'impatto mediatico del caso Mps, Unicoop Firenze nella figura del Presidente dovrebbe rassicurare soci e dipendenti della Cooperativa, anziché chiudersi in un silenzio ancor più rumoroso
Gli ottimi servizi di Report avrebbero già dovuto aprire gli occhi di tutti sulla scellerata gestione della banca senese da parte del CdA presieduto da Mussari. Non solo quelli degli organi deputati alla vigilanza (Consob, Banca d'Italia e società di revisione) e di azionisti e clienti, ma anche quelli dell'opinione pubblica in generale. Quelli delle forze politiche, al contrario, erano ben aperti già da un po', e non pensiamo sia solo una mera coincidenza che questo terremoto sia scoppiato giusto adesso, in piena campagna elettorale.
In un commento di un conduttore di Radio 24 abbiamo sentito questa frase: il riuscire ad inanellare una serie di scelte sbagliate come quelle fatte da Mps dal 2006 ad oggi, aveva le stesse probabilità che si hanno nel fare zero alla schedina del totocalcio. Non possiamo che condividere. Insomma, i presupposti per considerare drammatica la situazione c'erano già tutti e questa dei derivati nascosti è solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Certo, ci sarebbe l'aggravante di un contratto di cui non sarebbero stati messi al corrente i consiglieri, la società di revisione, Banca d'Italia, ecc. Ma questo è ancora tutto da chiarire.
Quelle che a noi più interessano sono invece le possibili ripercussioni che tutto ciò può generare in Unicoop Firenze. Dello stretto legame che unisce la cooperativa fiorentina con l'istituto senese ci siamo occupati a più riprese negli scorsi anni, anche e proprio perchè eravamo assai perplessi nel vedere condivise le scelte rivelatesi poi disastrose. L'acquisto di Antonveneta è sicuramente stata la madre di tutti i guai, ma non è che poi siano stati fatti i giusti passi per cercare di rimediare e adesso se ne vedono i risultati.
Unicoop Firenze ha aderito a tutti gli aumenti di capitale, nel 2008, nel 2011 e anche a quello deliberato oggi. Campaini ha sempre seduto nel Consiglio di Amministrazione e non si hanno notizie di suoi dissensi rispetto alle decisioni intraprese. Nel frattempo il valore delle azioni è sceso in modo vorticoso, costringendo ad una svalutazione della partecipazione in Mps nel bilancio 2008 di Unicoop Firenze, talmente ingente (189 milioni) da renderlo il primo bilancio negativo della storia della cooperativa.
E purtroppo da allora le cose non hanno fatto che peggiorare. Campaini però non ha mai smesso di considerare l'investimento in Mps strategico perchè legato ad una banca ancorata al territorio tramite la Fondazione socio di maggioranza. Nonostante i primi decisi scricchiolii, il nostro Presidente si è ostinato in questa sua valutazione, arrivando anche a definire l'adesione all'ultimo aumento di capitale una vera opportunità finanziaria. Solo negli ultimi tempi ha fatto intravedere qualche flebile dubbio, poi a fine aprile 2012 è stato nominato Vicepresidente nel nuovo corso Profumo-Viola dell'Istituto senese. Infine, un mese fa, si è improvvisamente dimesso dalla carica, senza dare particolari e convincenti spiegazioni. Aveva già il sentore della bufera che si sarebbe abbattuta sulla banca?
Se comunque Unicoop in quanto azionista si sentisse danneggiata dalla precedente gestione Mps, non dovrebbe che seguire la linea dall'azionista di maggioranza, ammesso che le minacce si concretizzino, cosa sulla quale è lecito nutrire qualche perplessità. La Fondazione infatti fa sapere che valuterà un'eventuale azione di responsabilità ai loro danni (gestione precedente) per lo scandalo dei derivati usati negli ultimi anni per rinviare gli esiti (negativi) di una amministrazione che dire miope forse non sarebbe abbastanza.
E purtroppo da allora le cose non hanno fatto che peggiorare. Campaini però non ha mai smesso di considerare l'investimento in Mps strategico perchè legato ad una banca ancorata al territorio tramite la Fondazione socio di maggioranza. Nonostante i primi decisi scricchiolii, il nostro Presidente si è ostinato in questa sua valutazione, arrivando anche a definire l'adesione all'ultimo aumento di capitale una vera opportunità finanziaria. Solo negli ultimi tempi ha fatto intravedere qualche flebile dubbio, poi a fine aprile 2012 è stato nominato Vicepresidente nel nuovo corso Profumo-Viola dell'Istituto senese. Infine, un mese fa, si è improvvisamente dimesso dalla carica, senza dare particolari e convincenti spiegazioni. Aveva già il sentore della bufera che si sarebbe abbattuta sulla banca?
Se comunque Unicoop in quanto azionista si sentisse danneggiata dalla precedente gestione Mps, non dovrebbe che seguire la linea dall'azionista di maggioranza, ammesso che le minacce si concretizzino, cosa sulla quale è lecito nutrire qualche perplessità. La Fondazione infatti fa sapere che valuterà un'eventuale azione di responsabilità ai loro danni (gestione precedente) per lo scandalo dei derivati usati negli ultimi anni per rinviare gli esiti (negativi) di una amministrazione che dire miope forse non sarebbe abbastanza.
A nostro parere adesso sarebbe giunto il momento per Unicoop di accantonare opacità ed ostinazioni e assumersi in prima persona la responsabilità delle scelte fatte e rispondere ai soci per rassicurarli. Limitarsi a dire che abbiamo fatto un ottimo lavoro, pare davvero insufficiente, oltre che fuori luogo, visto il contesto.
Crediamo invece sia necessario un gesto trasparente e schietto da parte di Campaini che ribadisca la credibilità della cooperativa e, perchè no, anche quella personale. Unicoop Firenze non può tacere di fronte a ciò che è sotto gli occhi di tutti. Per questo esortiamo la Cooperativa a rilasciare una dichiarazione in merito e lo deve fare presto e per bocca di colui che da sempre ha rivendicato la bontà della partecipazione finanziaria nella banca senese e che è la personalità più autorevole e rispettata della coop fiorentina: il Presidente Campaini.
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Siamo convinti che le riserve di liquidità e il patrimonio immobiliare, nonché una positiva redditività commerciale, garantiscano la solidità di Unicoop Firenze anche in questo brutto momento di difficoltà.
Sarebbe perciò opportuno far percepire queste tutele e sicurezze ai dipendenti e ai soci, che in buona parte hanno anche riversato i propri risparmi nei libretti del prestito sociale, anzi crediamo sia loro dovuto.
In fondo è soprattutto grazie a loro se Turiddo Campaini ha potuto sedere così a lungo nel CdA del Monte dei Paschi.