I discount DICO al gruppo romano "Tuo", che cede i supermarket Despar e Ingrande
All'insaputa dei lavoratori
Ciò che è Coop è Tuo e ciò che è Tuo è Coop. Si potrebbe riassumere con un gioco di parole la cessione delle rete dei discount Dico al gruppo laziale Tuo. In cambio del quale Coop prende i supermercati a insegna Despar e Ingrande concentrati soprattutto a Roma e nel Lazio.
Un'operazione avvenuta in sordina, tanto che i lavoratori non sono neanche stati informati.
Dico ha una rete di 342 discount di proprietà delle sette cooperative di consumo aderenti a Coop (Coop Adriatica, Coop Lombardia, Coop Estense, Coop Liguria, Coop Consumatori Nord Est, Nova Coop, Unicoop Tirreno).
Tuo è invece un gruppo romano di proprietà di Tonino e Massimiliano Faranda e conta oggi 54 punti vendita con insegna Despar, Eurospar e Ingrande, e 89 discount a marchio Tuodì.
Il 14 di marzo incontro tra i sindacati e i vertici di Dico sulla cessione
La conferma della cessione è avvenuta a cose fatte. E gli stessi sindacati sono stati informati ufficialmente solo giovedì 7 marzo: nella sede centrale della Fisascat Cisl è giunto un fax «una comunicazione molto scarna», racconta a Lettera43.it Vincenzo Dell'Orefice, segretario nazionale del settore commercio Cisl, «nella quale il presidente di Dico Mario Zucchelli (emiliano, già presidente della fortissima Coop Estense, ndr) e l'amministratore delegato Antonio Lanari ci comunicavano che l'unico modo per rilanciare il format del discount era quello di venderlo».
Nel 2011 Dico aveva realizzato un fatturato di 558 milioni di euro, in calo rispetto ai 574 milioni dell’anno precedente. Ma a preoccupare e far optare per una cessione è stato forse il fatto che la catena ha chiuso i conti in rosso per tre esercizi consecutivi.
Niente per ora si sa sui dettagli dell'operazione. I sindacati contano di avere tutte le informazioni il 14 marzo, giorno in cui i vertici di Dico hanno convocato le segreterie confederali per un incontro che inizia alle 10.30 nella sede legale della società a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna.
A OGNUNO IL SUO BUSINESS. Sicuramente con questa operazione le due realtà aderenti a Centrale Italiana, la maggiore centrale di acquisto in Italia, sperano di concentrarsi meglio sui loro core bussiness: per Coop quello dei supermercati, visto che il discount «non è mai stato il suo punto forte, forse perché non ci ha mai investito abbastanza o non è mai entrato nella logica di quel format», osserva L'Orefice. E quello dei discount per il gruppo Tuo, che ora con l’integrazione tra Dico e Tuodì può concorrere a livello nazionale con i giganti del settore quali Lidl ed Eurospin.
IL TIMORE DEI LAVORATORI. Insomma «l'operazione potrebbe giovare a entrambi», dice L'Orefice. Ma i lavoratori? A temere per il proprio destino sono infatti gli oltre 3 mila dipendenti della rete Dico, che dalla grande casa Coop passano al piccolo gruppo locale Tuo.
«Abbiamo appreso la notizia della cessione da Gdo News, un portale dedicato agli specialisti della Grande distribuzione organizzata. Coop non si è premurata in alcun modo di comunicare a nessuno di noi la notizia della cessione», dicono alcuni lavoratori che vogliono rimanere anonimi per paura che proprio in questo momento di cambiamenti, chi si lamenta sia il primo a saltare.
Dell'Orefice (Cisl): «Vogliamo capire se è una cessione che garantirà una continuità»
I più giovani raccontano che i più disperati sono «i colleghi di 50 anni e con figli, che non hanno idea di cosa possa succedere: la nuova proprietà potrebbe decidere di spostare tutti gli uffici da Bologna a Roma e di licenziare gente», raccontano.
«La Coop sei tu. Nei valori della cooperazione evidentemente rientra anche cedere un'azienda senza avvertire i suoi dipendenti», dicono delusi.
Timori davanti al quale il sindacato non può far nulla, «una cessione di asset aziendale rientra nelle libertà di un imprenditore, capisco il timore di chi passa da un grande gruppo a uno locale, ma il piccolo non sempre è peggio». Ma a parte le rassicurazione, certo è che in queste operazioni «quello che rischia meno è il personale addetto alle vendite», dice L'Orefice, «quello impiegatizio soffre invece di più perché nelle cessioni l'azienda che acquista di solito ha già una parte di personale di struttura».
CERCASI PIANO COMMERCIALE DI TUO. Durante l'incontro a Collecchio i sindacati devono quindi capire molte cose: se si tratta di una dismissione che prelude a una crisi e quindi a una riduzione del numero degli occupati, «o se è una cessione che non comporti traumi e garantisca una continuità», dice il segretario Fisascat. Ai lavoratori preme sicuramente sapere, «se il Tfr sarà depositato nella nuova azienda o restituito ai lavoratori con conseguente accensione di un nuovo rapporto di lavoro».
Inoltre se la modalità di cessione di ramo d'azienda è una vendita «come pensiamo», dice L'Orefice, «dovremo incontrare entrambi le parti».
Per ora all'incontro a Collecchio è previsto ci siano i vertici Dico, ma conoscere le prospettive del gruppo Tuo, ovvero «il suo piano commerciale, visto che ai suoi 89 discount se ne aggiungeranno altri 342 Dico», è il secondo passo.
11 Marzo 2013
Antonietta Demurtas
Lettera 43