28 marzo 2013

DICO DISCOUNT, INCONTRO SULLA VENDITA TRA COOP, GRUPPO TUO E SINDACATI

Da una parte la cooperativa Dicoop e il gruppo Tuo dei siciliani Faranda. Dall'altra i sindacati e una delegazione di delegati aziendali provenienti da tutta la Campania. Inizia la sfida sulle garanzie occupazionali



In Campania sono 39 i discount della Coop, i cosiddetti “ Dicoop”. Stanno per essere ceduti tutti al gruppo privato della distribuzione, il gruppo “Tuo”. Insieme ai tanti altri negozi sparsi in Italia. All’operazione sono interessati 2500 addetti nell’intero settore nazionale Dicoop . 250 nella nostra regione. Si teme per i posti di lavoro. Molti di questi discount della Coop sono concentrati nell’hinterland napoletano, tra Pomigliano, Torre del Greco e Castellammare di Stabia. C’è chi dice che spariranno non appena l’operazione di vendita sarà conclusa. Chi invece giura il contrario.

ntanto dalla riunione di stamane, a Napoli, ci si aspetta maggiore chiarezza. Proprio in Campania, ma anche nel Lazio, si stanno moltiplicando le maggiori preoccupazioni. E non se ne comprende la ragione. Eppure la scorsa settimana la manifestazione di protesta sotto le mura della sede di Coop Italia, a Casalecchio di Reno, provincia di Bologna, aveva visto la partecipazione soprattutto dei lavoratori provenienti dal Napoletano e dalle altre province campane. Molti pure i lavoratori dell’area laziale. Evidentemente la paura fa novanta soprattutto nella terra della disoccupazione e della camorra.



28 marzo 2013

Pino Neri

ilmediano.it






22 marzo 2013

IL BLOG COMPIE 6 ANNI




Il 22 marzo 2007 nasceva il Blog Lavoratori Unicoop

 



Cominciammo la nostra avventura proprio 6 anni fa, con un post che riportava il risultato delle elezioni tenutesi nei magazzini. Quei delegati, come gli altri del gruppo Unicoop Firenze, avrebbero dovuto rimanere in carica per tre anni, ma sono diventati sei, esattamente il doppio.

Questo la dice lunga sulle difficoltà di un'effettiva democrazia sindacale in Unicoop Firenze, che si manifesta in mille altre storture, complicità, connivenze, che abbiamo varie volte segnalato. Adesso siamo finalmente a quel ricambio tanto auspicato: il rinnovo delle RSU con il voto del 18 e 19 aprile prossimi.

Questi anni così lunghi sono stati importanti per noi dei magazzini, hanno fatto crescere la consapevolezza dei dipendenti e si è incrinato, speriamo definitivamente, il legame storico tra Coop e sindacati confederali, in particolar modo con quello fortemente maggioritario, la Filcams-Cgil. I lavoratori hanno capito che quella pappa consociativa era intollerabile e forse in questo ha apportato il proprio contributo anche il Blog.

Abbiamo spesso pensato che la speranza per un cambiamento in un sistema così chiuso e bloccato dove si ripete da decenni lo stesso copione tra Coop e sindacati, fosse l'ingresso di un soggetto nuovo, che fosse completamente svincolato dai giochi e dai rapporti consolidati tra la rappresentanza sindacale e quella aziendale.

Lo abbiamo individuato nel Sindacato di Base-USB. Queste elezioni dovrebbero vedere una lista di rappresentanza di USB in alcune realtà lavorative di Unicoop Firenze, sicuramente nei magazzini. E' l'inizio di un cambiamento difficile, lungo, ma che vale la pena tentare. Per chiarezza ci preme sottolineare che il Blog Lavoratori Unicoop non è uno spazio USB, ma indipendente. Chi scrive sul Blog non ha tessere di nessun sindacato o partito. Detto questo, facciamo serenamente il nostro piccolo endorsement, come si usa dire, per comunicare che voteremo i candidati USB alle prossime elezioni e invitiamo i nostri colleghi a fare lo stesso, ove la lista USB sia presente.

Tornando all'attività del Blog, continuiamo ad avere afflussi significativi e in aumento, nonostante la tipologia informativa fornita sia  particolarmente concentrata su tematiche specifiche come quelle del mondo lavorativo nelle Coop e che si rivolge quindi ad un lettore mirato. A questo successo ha contribuito anche l'attività che svolgiamo sui social network.

Non ci dimentichiamo di chi ci legge con fedeltà, di chi ci dà una mano segnalandoci informazioni e dei tanti che ci chiedono a loro volta chiarimenti e informazioni. Nei limiti delle nostre capacità e possibilità, rispondiamo a tutti.Grazie



COOP LIGURIA CONDANNATA A RISARCIRE LA DIPENDENTE SUL TEMPO DELLA VESTIZIONE

Ancora una sentenza del tribunale che entra nel merito del tempo di vestizione in Coop, dopo quella in Unicoop Firenze dell'aprile 2012

In questo caso,  la cassiera dipendente di Coop Liguria doveva timbrare in entrata e in uscita già indossando gli abiti da lavoro. Niente di particolarmente strano, salvo che per un particolare: lo spogliatoio si trova ad un piano differente da quello del grande magazzino aperto alla clientela e il tempo necessario per cambiarsi e recarsi in postazione (e viceversa) è di circa venti minuti complessivi.


«Non ci sono più i comunisti di una volta», deve aver pensato l'avvocato Sara Minuto quando ha ascoltato per la prima volta il caso di una sua cliente, cassiera dipendente di Coop Liguria. Il fatto è semplice: Coop Liguria obbliga tutti i lavoratori a prestare la propria attività lavorativa indossando le divise che fornisce, ma che ovviamente, anche par ragioni igieniche non possono essere indossati se non sul luogo di lavoro. Ma non solo: le regole aziendali impongono al lavoratore di timbrare in entrata e in uscita già indossando gli abiti da lavoro. Niente di particolarmente strano, salvo che per un particolare: lo spogliatoio si trova ad un piano differente da quello del grande magazzino aperto alla clientela e il tempo necessario per cambiarsi e recarsi in postazione (e viceversa) è di circa venti minuti complessivi. Che però Coop ricomprende nell'orario di lavoro.

«Ma le cooperative non nascevano per proteggere e dare opportunità lavorative migliori ai compagni lavoratori, salvaguardandoli dal bieco datore di lavoro, capitalista e sfruttatore? Forse il confronto serrato sul mercato della grande distribuzione ha portato a macchiare anche le dottrine più inossidabili?», ha pensato la lavoratrice che si è anche sentita un po' presa in giro. E quindi si è rivolta a un avvocato.

La controversia è finita ovviamente davanti al Tribunale di Genova e proprio ieri il giudice monocratico della sezione lavoro, Marcello Basilico, ha pronunciato sentenza di accoglimento del ricorso presentato dalla lavoratrice, che ha trovato così giusto riconoscimento dei propri diritti (soprattutto patrimoniali).

E Coop? Non è dato sapere se nel segreto delle stanze dirigenziali abbiano in realtà gioito anche loro per la vittoria del compagno lavoratore, ma il timore è che il precedente sia troppo fastidioso persino per i paladini dei lavoratori e che la guerra delle carte bollate sia solo all'inizio. Di certo la vittoria della dipendente rappresenta un precedente anche per i colleghi: chissà che a questo punto la Coop non debba cambiare qualcosa nella gestione del lavoro. Riconoscendo ai commessi qualche minuto in più anche per cambiarsi d'abito.


22 marzo 2013

il Giornale.it


20 marzo 2013

STANCO DELLA SOLITA MINESTRA SINDACALE? PRESENTATI CON USB

Le elezioni per il rinnovo delle RSU in Unicoop Firenze si terranno il 18 e 19 aprile prossimi

Per i colleghi che vogliono un sindacato diverso e cercano di cambiare le cose anche in Unicoop Firenze l'occasione è ora
Chiunque sia interessato può presentare una lista USB nel punto vendita in cui lavora, non esitate perché il tempo è davvero pochissimo


A TUTTI I DIPENDENTI UNICOOP FIRENZE DEI PUNTI DI VENDITA E UFFICI



SIAMO PROSSIMI ALL'APERTURA DELLE PROCEDURE PER IL RINNOVO DELLE RAPPRESENTANZE SINDACALI RSU ALL'INTERNO DEL GRUPPO UNICOOP FIRENZE.

CHIUNQUE DESIDERI PRESENTARSI NELLE LISTE DELL'UNIONE SINDACALE DI BASE O AVERE INFORMAZIONI DI CARATTERE SINDACALE E' PREGATO DI CONTATTARE


GABRIELE RINALDI

AL NUMERO TELEFONICO O ALL'INDIRIZZO DI POSTA:


342 7567973 .unicoop.firenze@usb.it      



20 marzo 2013


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16 marzo 2013

CON INGRANDE COOP ENTRA NEL RAMO WHAREHOUSE, PRIMA CHE CI PENSINO GLI STRANIERI

Il motivo ufficiale dell'operazione Coop-Dico/Tuo Despar-Ingrande? 'Una scelta di sviluppo per due realta' entrambe aderenti a Centrale Italiana, spiega la nota ufficiale, che mirano a concentrarsi su formati distributivi coerenti con i rispettivi core business e per rispondere a precise strategie aziendali'. Una realta molto riveduta e corretta in quanto...


Nel tardo pomeriggio del 7 marzo le agenzie hanno confermato quello che il Corsera aveva già anticipato: Dico, la catena di discount di Coop, verrà ceduta a Tuo Despar (54 pdv). Passano di mano 342 punti di vendita, che fanno capo a 7 cooperative di consumo. In cambio Despar girerà a Coop i propri supermercati omonimi e l’insegna Ingrande, per quanto concerne la Capitale e il Lazio.

Motivo? “E’ una scelta di sviluppo per due realtà entrambe aderenti a “Centrale Italiana” – spiega la nota ufficiale – che mirano a concentrarsi su formati distributivi più coerenti con i rispettivi core business e per rispondere a precise strategie aziendali".

In questo modo il gruppo guidato da Vincenzo Tassinari si libera di una catena che ha registrato per la terza volta un rosso di bilancio, con una perdita di 20 milioni di euro nell’esercizio 2011.

Ma con Ingrande Coop fa ben di più. Dà una risposta in anticipo ai francesi di Carrefour, che con con Supeco – El cash de la famila – hanno piazzato già nel 2012 i primi due wholsale piloti di 2.000 mq proprio in terra iberica, alla periferia di Siviglia e agli americani di Costco, che dopo 18 mesi di lotta, hanno dovuto incassare in Francia lo stop della Cnac per le 15 inaugurazioni previste, e dunque ripiegare per la prima apertura nella stessa Siviglia.

Chi è infatti Ingrande? Lo si legge nel sito dell’insegna: “ Ispirato al warehouse americano, sconosciuto in Italia ma di primaria importanza negli Stati Uniti, quella di Ingrande è una formula originale, adattata alla realtà italiana, che si rivolge sia alla famiglia che agli operatori professionali.

"Si contraddistingue per la sua peculiare composizione di assortimento che spazia dal prodotto discount fino al prodotto specialità destinato alla ristorazione attraversando tutta la gamma del mass market classico, e che punta alla massima espressione di tutti i reparti del fresco.

"Ingrande si concentra sulla ricchezza dell’assortimento e i prezzi, ricercando però anche vie nuove di massimizzazione della convenienza per la famiglia nell’offerta di grandi formati e confezioni multiple, negli sconti su grandi quantità per le grandi spese-scorta. Per questo si propone con un’offerta massificata che poco concede ad ambiente e servizio, com’è nella tradizione del discount e del cash&carry".

Altro che core business! Se mai new business, prima di essere colonizzati dagli stranieri...

Vedi anche:Coop ragione in grande e Rinascente pure



UNICOOP TIRRENO: PER I PUNTI VENDITA CAMPANI L'UNICA VIA RESTA LA CESSIONE

Dopo l'annuncio di Castrese Catone, che si è ritirato dalla trattativa sulla cessione degli Ipercoop, Paolo Bertini, responsabile delle relazioni esterne di Unicoop spiega in questa intervista che non c'è alternativa alla vendita.



Il re della logistica e dei franchising Carrefour in Campania ha appena dichiarato che non vuole più acquisire, assieme ai suoi soci, i cinque Ipercoop della regione, cioè i tre ipermercati di Afragola, Quarto e Avellino e i due supermercati di Napoli-Arenaccia e di Santa Maria Capua Vetere. Ma la toscana Unicoop Tirreno non molla. Paolo Bertini, responsabile delle relazioni esterne di Unicoop, chiarisce la posizione della cooperativa in questa fase interlocutoria.

Dunque Bertini, Catone vi ha mollato…
“Noi stiamo continuando a lavorare e a ragionare: è uno scenario sempre più complicato”.

Ora Unicoop cosa ha intenzione di fare?
“ Noi allo status quo non possiamo fermarci. Una qualche soluzione la dobbiamo cercare”.

Quale soluzione?
“Sempre come cessione”.

Ma a questo punto cedere a chi?
“Lo comunicheremo al momento opportuno”.

Non c’è proprio alternativa?
“L’alternativa è la chiusura”.

Ma allora Catone non è credibile? Non ha detto la verità? E’ ancora in corsa per l’acquisizione?
“Questo bisogna chiederlo a Catone”.

Si dice che vi stiate preparando a mettere molti dei 700 addetti della Campania in cassa integrazione. E’ vero?
“Per quanto riguarda la cassa integrazione posso dire che nel consiglio di amministrazione di Unicoop non si stanno escludendo ipotesi, iniziative”.

Ipercoop Campania quanti debiti ha?
“Le perdite accumulate nel 2012 ammontano a 10 milioni”.



16 marzo 2013

Pino Neri

ilmediano.it




15 marzo 2013

LEGACOOP STRETTA TRA DUE FUOCHI



È un momento delicato per la Lega delle cooperative, che si ritrova in casa due complicazioni scomode: l’Unipol, che annuncia 2.240 esuberi per digerire l’integrazione con Fonsai, e lo scandalo Mps, che rischia di travolgere uno dei leader carismatici della cooperazione, Turiddo Campaini, numero uno di Unicoop Firenze



MILANO – Nulla da dichiarare, ma molto di cui discutere. È un momento delicato per la Lega delle cooperative, che si ritrova in casa due complicazioni scomode: l’Unipol, che annuncia 2.240 esuberi per digerire l’integrazione con Fonsai, e lo scandalo Mps, che rischia di travolgere uno dei leader carismatici della cooperazione, Turiddo Campaini, numero uno di Unicoop Firenze. Invece che intervenire, come fece nel caso Unipol-Bnl o in quello del tesoretto della reggiana Coopservice, o quando ha benedetto Unipol-Fonsai. la Legacoop si chiama fuori.
«Si tratta di scelte delle singole cooperative, non ci sono regie o direttori d’orchestra — ha ribadito il presidente Giuliano Poletti —. La Lega, come tutti del resto, ha dovuto fare i conti con il cambiamento».
Strategie autonome ma difficili da mettere in sintonia con i valori storici del movimento: solidarietà, rispetto dei lavoratori, responsabilità sociale. Non a caso, quando i dipendenti dell’Unipol hanno manifestato contro i tagli annunciati dal ceo, Carlo Cimbri, hanno portando in giro una bara con su scritto «la vecchia Unipol è morta, qui sono seppelliti i valori e l’etica».
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Sindacati
Il presidente della compagnia bolognese, Pierluigi Stefanini, cercando di mediare tra le istanze sociali delle cooperative, le loro necessità finanziarie e le esigenze della compagnia quotata in Borsa, si è barcamenato con una promessa «troveremo una soluzione, nessuno sarà licenziato». I sindacati però hanno fatto due conti e non tornano: di quei 2.240 esuberi, circa 900 sono prepensionamenti e un altro migliaio dovrebbe lasciare il gruppo nell’ambito della vendita di asset imposta dall’Antitrust. «Restano fuori 3-400 persone — spiega Gianni Luccarini della Fisac- Cgil —. Abbiamo chiesto al gruppo un impegno scritto a non licenziare nessuno, non è mai successo all’Unipol, ma i dirigenti ci hanno risposto solo con vaghe promesse».
Sul trasloco del quartier generale storico di Sai dal Piemonte si è alzata persino la voce di Roberto Cota. «Unipol non può pensare di portare tutto a Bologna — ha detto il governatore — non possono pensare di andare via da Torino senza conseguenze e glielo faremo capire».


Più spinosa la vicenda Mps. Le coop hanno sciolto l’abbraccio con la banca senese quattro anni fa, quando Unipol e il Monte vendettero le reciproche partecipazioni, ma nel capitale è rimasto saldo uno dei personaggi più influenti della cooperazione nazionale: Turiddo Campaini che combattè la battaglia della trasparenza contro Consorte ai tempi di Bnl.

Questione di etica
Campaini è presidente da 40 anni di Unicoop Firenze, primo gruppo del largo consumo solidale, socio col 2,7% di Siena e da 10 anni siede nel consiglio di Mps di cui fino al mese scorso era vicepresidente. Ora per la prima volta sono i suoi stessi soci a chiederne le dimissioni. Non perché sia accusato di alcunché, ma per senso di responsabilità verso la cooperativa e il suo investimento sbagliato. «Campaini deve rispondere del disastro — scrive il blog dei lavoratori Unicoop — anche perché con i suoi 40 anni di presidenza di Unicoop Firenze è un simbolo per tutto il mondo cooperativo, deve riconoscere gli errori e assumersi la sua parte di responsabilità con un atto forte e deciso… Se farà questo gesto, e insieme a lui quelli della prima ora che lo circondano, lo rispetteremo e lo ricorderemo con stima e affetto».

La fedeltà al territorio che ha giustificato l’investimento nel capitale della banca è stata pagata cara. Nel 2007 Unicoop aveva iscritto a bilancio il 2,7 di Mps a 467 milioni.
Nel 2008 è stata costretta a svalutare la quota azionaria di 189 milioni. E ai valori correnti di mercato, la partecipazione incorpora una minusvalenza potenziale di oltre 400 milioni. A questo si aggiunge il fatto che la coop avrebbe in portafoglio un quota di quel famoso prestito fresh convertibile che si è rivelato essere debito e non capitale.

Alla preoccupazione dei soci per il destinato del prestito sociale, il consiglio di gestione della cooperativa ha risposto indicando cifre tranquillizzanti.
«Non ci sono investimenti “opachi” o titoli tossici che possano mettere a rischio la solidità della cooperativa — ha scritto —. L’attività di prestito sociale condotta da Unicoop Firenze è stata sempre regolata da principi etici e di prudenza ben precisi. Unicoop Firenze ha 2,3 miliardi di prestito sociale. La cooperativa ha inoltre un patrimonio proprio di circa 1,5 miliardi di euro, costruito con decenni di attività, gestito con linearità e con gli stessi principi etici e di prudenza».

 

11 marzo 2013

Roberta Scagliarini

Corriere Economia



14 marzo 2013

VENDITA DICO DISCOUNT: LA PAROLA AI LAVORATORI

Sulla cessione Dico Discount da parte delle Coop fa il punto il cordinamento nazionale RSA Dico in vista dell'incontro di oggi tra proprietà e sindacati




Con un colpo di spugna COOP ha deciso di svendere a un gruppo privato il proprio format discount, la DICO (DIscount COop) Spa. Il tutto dando la comunicazione ai giornali senza prima informare lavoratori e sindacati, e molto probabilmente con un forte dissenso interno alle sette cooperative proprietarie di DICO.

Cosa sta succedendo a DICO? L'8 marzo, a cose fatte, l'amministratore delegato Antonio Lanari e il presidente Mario Zucchelli (presidente anche della coop Estense, socio di maggioranza di DICO), dopo che si era creato scalpore per l'uscita della notizia su alcune testate, hanno confermato ai lavoratori che l'intera rete  DICO spa, 347 negozi, 6 cedi e 2 sedi operative, per totale di oltre 2mila lavoratori, sarà venduta al gruppo TUODI dei fratelli Faranda di Roma, in cambio di 54 negozi Despar, Interspar e Ingrande.

Chiediamo spiegazioni sul perché Coop ha deciso di (s)vendere i discount Dico, che nel  mondo della distribuzione sono quelli che in questo periodo di crisi producono di più, guarda caso proprio dopo le elezioni politiche di febbraio 2013.  La Coop per l'ennesima volta mette in evidenza l'assoluta inadeguatezza della propria classe dirigente, incapace ad innovarsi nel mondo della distribuzione, con l'aggravante di calpestare i diritti dei lavoratori e dei consumatori.

Il tutto considerando anche che nel corso degli anni Coop è cresciuta a dismisura anche grazie a forme alternative di cooperazione come il prestito sociale, nella fattispecie i libretti dei soci i cui soldi Coop investe liberamente per poi riversarli nelle proprie attività. E adesso ha deciso di investirli in un'operazione commerciale con la quale si libererà di oltre 2mila lavoratori, sul cui futuro la Coop non fa alcun cenno.
 
Questo accade in un'azienda come Dico Spa, che ha volontariamente sottoscritto un codice etico, debitamente pubblicizzato sul sito internet, in cui si afferma che "la gestione delle risorse umane ed i comportamenti svolti nell'esercizio delle competenze e delle funzioni assegnate devono essere improntati alla legalità, alla correttezza, alla trasparenza, all'obiettività, all'equità, all'imparzialità e alla dignità". 

Ora i lavoratori della rete DICO chiedono alle 7 Cooperative sorelle che detengono le quote della società di fermare tale iniziativa, e di aprire immediatamente un tavolo di concertazione vero a partire dall'incontro del 14 marzo, per trovare soluzioni alternative  per la gestione di Dico.

Le lavoratrici e i lavoratori DICO non sono disposti ad accettare passivamente lo stato delle cose.


Il Coordinamento Nazionale RSA DICO spa Italia


13 marzo 2013





13 marzo 2013

UNICOOP FIRENZE, USB RICHIEDE ASSEMBLEA SULLA MODIFICA DEL DIVISORE CONTRATTUALE

In assemblea durante la presentazione dell'accordo sul Contratto Integrativo Aziendale i sindacati firmatari l'accordo avevano sostenuto che la modifica peggiorativa del divisore convenzionale sarebbe stata applicata per i lavoratori già in forza al 22/12/2011 esclusivamente ai fini del lavoro straordinario e del lavoro supplementare.

Unicoop Firenze invece interpreta diversamente la norma e applica il nuovo divisore su tutta la retribuzione oraria con relativo decremento salariale.

USB richiede un'assemblea generale per definire la questione. Eccola lettera inviata alle Segreterie firmatarie dell'accordo:



Alle Segreterie regionali di Filcams-Cgil, Fisascat-Cis, Uiltucs-Uil

Oggetto: Assemblea Generale Magazzino CEDI Unicoop Firenze di Scandicci e Sesto Fiorentino.


La scrivente O.S. in rappresentanza dei propri iscritti e dei lavoratori tutti impiegati presso il Mag. Di Scandicci e Sesto Fiorentino in seguito alla modifica del divisore convenzionale da parte dell'ufficio paghe di Unicoop Firenze su tutta la quota oraria della retribuzione e non soltanto sulle maggiorazioni per lavoro straordinario e per lavoro supplementare come da Voi dichiarato nelle assemblee presentate sull'ipotesi di accordo del Contratto Integrativo Aziendale,

chiede

ai segretari regionali di Cgil-Cisl-Uil, Roberto Betti, Gianfranco Mazza, Marco Conficconi

di indire un'Assemblea Generale per dare spiegazione ai lavoratori sulla differente interpretazione che Unicoop Firenze da all'applicazione del divisore convenzionale.


Certi che Vogliate dare un riscontro positivo alla richiesta pervenutaci dai lavoratori, USB rimane a disposizione nelle sedi a Voi conosciute.



Segret. Regionale Usb
Lavoro Privato 



 
13 marzo 2013

USB – Unione Sindacale di Base Lavoro Privato
Firenze – Via Galliano 107 tel. 0553200764- 0559331383 Fax 0559334408 firenze@usb.it sito web www.usb.it



11 marzo 2013

DICO DISCOUNT: TUO, LE MANI SULLA COOP


I discount DICO al gruppo romano "Tuo", che cede i supermarket Despar e Ingrande

All'insaputa dei lavoratori


Ciò che è Coop è Tuo e ciò che è Tuo è Coop. Si potrebbe riassumere con un gioco di parole la cessione delle rete dei discount Dico al gruppo laziale Tuo. In cambio del quale Coop prende i supermercati a insegna Despar e Ingrande concentrati soprattutto a Roma e nel Lazio.

Un'operazione avvenuta in sordina, tanto che i lavoratori non sono neanche stati informati.
Dico ha una rete di 342 discount di proprietà delle sette cooperative di consumo aderenti a Coop (Coop Adriatica, Coop Lombardia, Coop Estense, Coop Liguria, Coop Consumatori Nord Est, Nova Coop, Unicoop Tirreno).

Tuo è invece un gruppo romano di proprietà di Tonino e Massimiliano Faranda e conta oggi 54 punti vendita con insegna Despar, Eurospar e Ingrande, e 89 discount a marchio Tuodì.


Il 14 di marzo incontro tra i sindacati e i vertici di Dico sulla cessione

La conferma della cessione è avvenuta a cose fatte. E gli stessi sindacati sono stati informati ufficialmente solo giovedì 7 marzo: nella sede centrale della Fisascat Cisl è giunto un fax «una comunicazione molto scarna», racconta a Lettera43.it Vincenzo Dell'Orefice, segretario nazionale del settore commercio Cisl, «nella quale il presidente di Dico Mario Zucchelli (emiliano, già presidente della fortissima Coop Estense, ndr) e l'amministratore delegato Antonio Lanari ci comunicavano che l'unico modo per rilanciare il format del discount era quello di venderlo».
Nel 2011 Dico aveva realizzato un fatturato di 558 milioni di euro, in calo rispetto ai 574 milioni dell’anno precedente. Ma a preoccupare e far optare per una cessione è stato forse il fatto che la catena ha chiuso i conti in rosso per tre esercizi consecutivi.
Niente per ora si sa sui dettagli dell'operazione. I sindacati contano di avere tutte le informazioni il 14 marzo, giorno in cui i vertici di Dico hanno convocato le segreterie confederali per un incontro che inizia alle 10.30 nella sede legale della società a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna.

A OGNUNO IL SUO BUSINESS. Sicuramente con questa operazione le due realtà aderenti a Centrale Italiana, la maggiore centrale di acquisto in Italia, sperano di concentrarsi meglio sui loro core bussiness: per Coop quello dei supermercati, visto che il discount «non è mai stato il suo punto forte, forse perché non ci ha mai investito abbastanza o non è mai entrato nella logica di quel format», osserva L'Orefice. E quello dei discount per il gruppo Tuo, che ora con l’integrazione tra Dico e Tuodì può concorrere a livello nazionale con i giganti del settore quali Lidl ed Eurospin.

IL TIMORE DEI LAVORATORI. Insomma «l'operazione potrebbe giovare a entrambi», dice L'Orefice. Ma i lavoratori? A temere per il proprio destino sono infatti gli oltre 3 mila dipendenti della rete Dico, che dalla grande casa Coop passano al piccolo gruppo locale Tuo.
«Abbiamo appreso la notizia della cessione da Gdo News, un portale dedicato agli specialisti della Grande distribuzione organizzata. Coop non si è premurata in alcun modo di comunicare a nessuno di noi la notizia della cessione», dicono alcuni lavoratori che vogliono rimanere anonimi per paura che proprio in questo momento di cambiamenti, chi si lamenta sia il primo a saltare.


Dell'Orefice (Cisl): «Vogliamo capire se è una cessione che garantirà una continuità»

I più giovani raccontano che i più disperati sono «i colleghi di 50 anni e con figli, che non hanno idea di cosa possa succedere: la nuova proprietà potrebbe decidere di spostare tutti gli uffici da Bologna a Roma e di licenziare gente», raccontano.
«La Coop sei tu. Nei valori della cooperazione evidentemente rientra anche cedere un'azienda senza avvertire i suoi dipendenti», dicono delusi.
Timori davanti al quale il sindacato non può far nulla, «una cessione di asset aziendale rientra nelle libertà di un imprenditore, capisco il timore di chi passa da un grande gruppo a uno locale, ma il piccolo non sempre è peggio». Ma a parte le rassicurazione, certo è che in queste operazioni «quello che rischia meno è il personale addetto alle vendite», dice L'Orefice, «quello impiegatizio soffre invece di più perché nelle cessioni l'azienda che acquista di solito ha già una parte di personale di struttura».

CERCASI PIANO COMMERCIALE DI TUO. Durante l'incontro a Collecchio i sindacati devono quindi capire molte cose: se si tratta di una dismissione che prelude a una crisi e quindi a una riduzione del numero degli occupati, «o se è una cessione che non comporti traumi e garantisca una continuità», dice il segretario Fisascat. Ai lavoratori preme sicuramente sapere, «se il Tfr sarà depositato nella nuova azienda o restituito ai lavoratori con conseguente accensione di un nuovo rapporto di lavoro».
Inoltre se la modalità di cessione di ramo d'azienda è una vendita «come pensiamo», dice L'Orefice, «dovremo incontrare entrambi le parti».
Per ora all'incontro a Collecchio è previsto ci siano i vertici Dico, ma conoscere le prospettive del gruppo Tuo, ovvero «il suo piano commerciale, visto che ai suoi 89 discount se ne aggiungeranno altri 342 Dico», è il secondo passo.



11 Marzo 2013

Antonietta Demurtas

Lettera 43





07 marzo 2013

LE COOP VENDONO I DISCOUNT "DICO" AL GRUPPO ROMANO "TUO"



A Bologna e provincia l’operazione coinvolgerà 10 supermercati



Il marchio abbandona definitivamente il settore discount per concentrasi sui negozi di medie e piccole dimensioni



Entro marzo le Coop “rosse” cederanno i discount 'Dico' al gruppo romano 'Tuo'. A Bologna l’operazione coinvolgerà ben 10 supermercati, sparsi nel territorio della provincia (sono 30 in tutta l’Emilia Romagna). Le coop di largo consumo – uscendo dal settore discount – si libereranno così di una catena composta a livello nazionale da ben 342 punti vendita, che solo nel 2011 ha perso quasi 20 milioni di euro, chiudendo il bilancio in negativo per il terzo anno consecutivo.

A cedere le quote del gruppo ‘Dico’ saranno le sette “sorelle” del largo consumo: i bolognesi di Coop Adriatica, Nordest, Estense, Liguria, Lombardia, Novacoop e i toscani di Unicoop. Il brand ‘Dico’ fino ad oggi è stato presieduto da Mario Zucchelli, ex presidente di Finsoe, la “cassaforte” delle cooperative che controlla Unipol.

In cambio della cessione le cooperative acquisiranno i supermercati Despar e Ingrande (ma solo nel Lazio). Si tratta, si legge in una nota, di una scelta di sviluppo per due realtà entrambe aderenti a “Centrale Italiana” (la maggiore centrale di acquisto in Italia) che con questa operazione "mirano a concentrarsi su formati distributivi più coerenti con i rispettivi core business e per rispondere a precise strategie aziendali". In pratica, il marchio Coop abbandona definitivamente il settore del discount per concentrasi sui supermercati di medie e piccole dimensioni.



7 marzo 2013

Enrico Miele

la Repubblica



06 marzo 2013

UNICOOP FIRENZE: AI DELEGATI FILCAMS NON PIACE CHE USB RACCOLGA LE FIRME

Riceviamo e pubblichiamo il volantino di USB Unicoop Firenze in seguito ad uno spiacevole episodio accaduto al superstore di Sesto Fiorentino


 

SI RENDE NOTO A TUTTI I LAVORATORI CIRCA LO SPIACEVOLE EPISODIO CHE SI STA VERIFICANDO AL SUPERSTORE UNICOOP FIRENZE DI SESTO FIORENTINO DOVE ALL'INDOMANI DI UNA RACCOLTA FIRME FATTA DALL'UNIONE SINDACALE DI BASE PER RICHIEDERE ALLE SEGR. REGIONALI DI CGIL-CISL-UIL DI RENDERE PUBBLICO L'ACCORDO SULLA RIELEZIONE DELL'RSU IN UNICOOP FIRENZE, CHE HA VISTO COINVOLTI NUMEROSI LAVORATORI DEI MAGAZZINI E DEI PUNTI DI VENDITA, ALCUNI RAPPRESENTANTI SINDACALI DI CGIL CON MANDATO SINDACALE SCADUTO PERALTRO DA BEN TRE ANNI , AVREBBERO AVVICINATO I LAVORATORI FIRMATARI INTIMORENDOLI PER AVER POSTO LA FIRMA SUL DOCUMENTO.

LA SCRIVENTE O.S. PRECISA CHE LA SOTTOSCRIZIONE DEL DOCUMENTO NON OBBLIGA CHIARAMENTE IL LAVORATORE ALL'ISCRIZIONE ALL'UNIONE SINDACALE DI BASE, PER LA QUALE E' NECESSARIO PORRE LA FIRMA SULLA DELEGA.

PER QUANTO RIGUARDA LA DIFFUSIONE DEI TABULATI CON LE FIRME DALLE SEGRETERIE REGIONALI AI DELEGATI CGIL DEL SEPERSTORE DI SESTO FIORENTINO,LA SCRIVENTE O.S. SI RISERVA IL DIRITTO DI PROCEDERE LEGALMENTE NELLE SEDI APPROPRIATE,DIFFIDANDO I DELEGATI FILCAMS DAL PERPRETARE NELL'AZIONE.

RIMANENDO A DIPOSIZIONE DEI PROPRI ISCRITTI E DEI LAVORATORI TUTTI RIBADIAMO IL NOSTRO IMPEGNO AFFINCHE VENGA MANTENUTA VIVA L'INFORMAZIONE SINDACALE E LA DEMOCRAZIA NEI LUOGHI DI LAVORO, ATTRAVERSO I PROPRI RAPPRESENTANTI SINDACALI.



6 Marzo 2013

COORDIMAMENTO USB PER L'UNICOOP FIRENZE     

 
USB – Unione Sindacale di Base Lavoro Privato - Firenze Firenze – Via Galliano 107 tel. 0553200764- 0559331383 Fax 0559334408 firenze@usb.it sito web www.usb.it





L'AQUILA, LA COOP AL TORRIONE RESTA APERTA PER UN ALTRO ANNO

Il giudice rigetta la richiesta di sfratto e la Coop resterà aperta sino al 2014

La Coop aveva minacciato di abbandonare il capoluogo abruzzese in caso fosse stata accolta la richiesta dello sfratto esecutivo

Gli 85 dipendenti sperano ceh non sia solo un prolungamento dell'agonia

 
L’AQUILA - La vertenza dei dipendenti della Coop all’Aquila è ancora aperta, ma ancora per un anno avranno salvo il posto di lavoro.

Il giudice del Tribunale del capoluogo abruzzese, infatti, ha rigettato la richiesta di sfratto esecutivo presentata dal proprietario dell’immobile in cui è ospitato il supermercato sito nel quartiere Torrione.

Il punto vendita della Coop, quindi, potrà rimanere aperto almeno fino al 2014, quando scadrà il contratto di locazione.

Un piccolo respiro di sollievo per i dipendenti che, però, non sono tranquilli a lungo termine.

”Speriamo che non sia stata solo allungata la nostra agonia - affermano - noi vogliamo continuare a lavorare. Come faremo a trovare un altro impiego in una città devastata dal terremoto e in piena crisi occupazionale?”.

Nel frattempo il segretario provinciale della Filcams-Cgil Emilio Speca ha chiesto un incontro ai responsabili della Coop, perché ”vorrei conoscere le loro intenzioni dopo la sentenza del giudice. Non ho notizie ufficiali sulla sentenza del Tribunale - svela - Dobbiamo assolutamente salvaguardare il posto delle 85 maestranze”.

La Coop aveva minacciato di abbandonare il capoluogo abruzzese in caso fosse stata accolta la richiesta dello sfratto esecutivo per il punto vendita al Torrione e di conseguenza di chiudere anche l’altro supermercato nella frazione aquilana di Bazzano.

Viste le peripezie sul supermercato del quartiere del Torrione, la Coop potrebbe bloccare anche la realizzazione di un altro supermarket nella zona di Scoppito (L’Aquila).

Un’altra possibilità di ulteriori posti di lavoro, in questo caso potenziali, che vanno in fumo.
 



6 marzo 2013

Stefano Castellani

AbruzzoWeb   




04 marzo 2013

COOP ITALIA ABBANDONA IL FORMAT DISCOUNT?


DICO, l'insegna discount a marchio Coop, sarà ceduta?







C’è una voce che gira nel mondo distributivo che è davvero sorprendente: sembra che la Coop lasci il business legato al format Discount. Ovviamente GDONews, da sempre contenitore aperto, si rende aperto a secche smentite ed a contrarie affermazioni da parte di chi conosce fatti differenti da quelli che narreremo, ma questa voce è oramai di dominio pubblico e non menzionarla sarebbe oggi una volontà rivolta alla “non informazione”.

L’insegna Coop nel format discount, come ben sapranno i lettori, è DICO. L’azienda consta di circa 200 Punti di Vendita di proprietà nelle quattro aree nielsen, dalla Campania al Piemonte, con 5 CeDi distribuiti in Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio e Campania. A fine 2010, dopo anni di guida “a marchio Coop”, si decise di cambiare mettendo al vertice dell’azienda un funzionario che arrivava dalla concorrenza, la miglior concorrenza: Eurospin. Questo funzionario, già direttore vendite del citato, andava a ricoprire il ruolo di Amministratore Delegato.

In una intervista di GDONews datata 1 Agosto 2011 lo stesso chiariva le intenzioni strategiche del Gruppo, ed in effetti non erano così errate sulla carta: si parlava di una “proposta commerciale completamente differente, fatto di nuove sequenze merceologiche, con una apertura di scala delle categorie che si allinea a quella della miglior concorrenza.” In tale affermazione era evidente la denuncia di una precedente gestione delle categorie non precisa, si parlava inoltre di sviluppare Brand di fantasia contro il concetto precedente improntato invero sul marchio di insegna, di progetti davvero sensati su alcune categorie e sui freschi, insomma venivano dichiarati progetti che sulla carta avevano senso.

Intanto DICO decise anche di eliminare dal referenziamento i Brand Leader sulla scia delle scelte compiute in Italia dai Leader. In questi anni, cioè dal 2011 ad oggi il mercato del Discount è cresciuto, viene da domandarsi: se è vera la notizia dell’abbandono del format da parte di Coop Italia, mentre era vera la notizia di una factorcoop un poco titubante nei confronti di DICO (articolo di GDONews del 19 Novembre 2012), perché si è arrivati a questa situazione?

Non è dato a saperlo perché di certo non credo ci sia ancora nulla. La vendita implica anche un acquirente, ed il nome è quello di un Retailer del centro Italia che opera sul mercato sia del Discount sia dei supermercati. Parallelamente sembra che Coop Italia sia decisa a crescere in termini di rappresentanza proprio nel Centro Italia sul canale Supermercati alla stessa stregua del grande competitor Esselunga. Ci potrebbe essere un nesso tra queste due vicende?
Ripetiamo, si tratta solo di voci che chiunque può smentire in calce all’articolo negli appositi commenti ai lettori, ma il fatto che una notizia sia così sulla bocca di tutti sul mercato, oramai da diverso tempo, ci ha portati ad aprire il tema e sottoporvelo.



4 marzo 2013

Andrea Meneghini

GDONews