27 marzo 2015

AL VIA IL PROCESSO PER LA MORTE SUL LAVORO DI CLAUDIO PIERINI, IMPUTATI DEI DIRIGENTI DI UNICOOP FIRENZE


Lunedì 30 marzo inizia il processo per la morte sul lavoro del collega Claudio Pierini







Inizia lunedì prossimo, 30 marzo, il processo per la morte di Claudio Pierini. Claudio era dipendente di Unicoop Firenze da molti anni e svolgeva la sua attività presso i magazzini di Scandicci. La mattina del 21 luglio 2011 Claudio stava lavorando nel reparto profumeria del grande centro di stoccaggio. In base alla ricostruzione dei carabinieri e degli addetti della sicurezza sul lavoro dell'Azienda sanitaria, l'operaio non si sarebbe accorto di una chiazza oleosa (causata dallo sversamento di un flacone di olio di mandorle, secondo i rappresentanti della Rsu) che si trovava sul pavimento. Nel percorrere quel tratto col muletto  avrebbe perso il controllo del mezzo, finendo contro una scaffalatura.

Il colpo è stato tremendo, tanto che Claudio Pierini ha rotto lo sterzo con il petto. Immediatamente si è accasciato a terra; i colleghi hanno chiamato il 118, che ha inviato sul posto un'ambulanza. All'inizio l'uomo era cosciente, poi - probabilmente per i vasti traumi interni riportati - ha perso conoscenza andando in arresto cardiocircolatorio. E non c'è stato niente da fare.

Ai dirigenti di Unicoop Firenze si contesta di aver disatteso le indicazioni del medico aziendale del lavoro, per il quale Claudio Pierini, per motivi di salute, non avrebbe dovuto svolgere quel compito che gli è stato poi fatale.



27 marzo 2015



22 marzo 2015

IL BLOG COMPIE 8 ANNI





 

Il 22 marzo 2007 nasceva il Blog Lavoratori Unicoop








E' di qualche giorno fa la notizia dell'adeguamento automatico dei requisiti previdenziali all'aspettativa di vita. Un ulteriore scalino di quattro mesi che dall'inizio del prossimo anno alzerà l'asticella degli anni di contribuzione a 42 e 10 mesi (41 e 10 mesi per le donne). La soglia di età per la pensione di vecchiaia sarà di 67 anni e 7 mesi (65 e 7 mesi per le donne).

La premessa è per dirvi che ci dovrete sopportare ancora a lungo. La considerazione che viene da fare invece, è che i nostri otto anni di attività in rete non paiono così tanti, se rapportati ad un'intera vita lavorativa. Però come sappiamo, la percezione del tempo è relativa e questi otto anni in cui abbiamo scritto e pubblicato notizie sul mondo Coop a noi sembrano un tempo significativo.

Le Coop sono tradizionalmente un pachiderma che si muove molto lentamente, con una gestione prevalentemente conservativa e autoreferenziale, ma il mondo va veloce e anche i pachidermi trottano, se costretti. Lo si è notato in particolare in questi ultimi anni, dove il dinamismo delle coop emiliane, in particolare di Coop Adriatica, ha determinato una serie di cambiamenti. Il prezzo maggiore lo hanno pagato i colleghi della Campania prima e della Puglia ora, regioni in cui le coop (nella fattispecie Unicoop Tirreno e Coop Estense) sono andate ad investire avventurosamente, con scarsa professionalità manageriale e difettando di visione strategica.

Mentre osserviamo la nuova sciagura degli esuberi di Coop Estense in Puglia, registriamo come la stessa Coop abbia iniziato un percorso di fusione con le altre due coop emiliane. Una notizia davvero importante che seguiremo con attenzione.

Non ci dimentichiamo certo che il 2014 è stato l'anno che ha visto palesarsi il forte potere cooperativo, che di solito rimane all'ombra del partitone di riferimento, con l'insediamento di Poletti al ministero del lavoro. Quindi un ruolo politico non più esercitato da dietro le quinte, ma esibito. La figura dell'ex presidente di Legacoop sarà, nel bene e nel male, legata alla nuova normativa sul lavoro, il Jobs Act.

Non possiamo dimenticarci dello scandalo di mafia capitale e neppure del crac delle storiche Coop Operaie di Trieste e di quello della CoopCa, disastri che anno gettato nell'angoscia migliaia di soci prestatori, anche loro vittime come i dipendenti a cui abbiamo fatto riferimento, di gestioni allegre e di un mondo che sostanzialmente non risponde a nessun tipo di verifica esterna.

Per chiudere con le vicende a noi più vicine, siamo in attesa dell'inizio del processo per la morte del nostro collega, Claudio Pierini, con l'imputazione d'omicidio colposo a carico di tre responsabili di Unicoop Firenze. Il processo dovrebbe iniziare il 30 marzo prossimo. Prendiamo atto con soddisfazione dell'uscita definitiva di Unicoop Firenze da Monte Paschi, nonostante le gravissime perdite accumulate. Anche in questa circostanza una maggiore professionalità e meno avventurismo, avrebbero certamente giovato. Ma anche in questo caso, come per quelli citati, il management non risponde e non paga per gli errori commessi.

Grazie a tutti coloro che ci seguono qui e sui social network. Grazie in particolare a chi ci scrive e ci segnala notizie e vicende del mondo cooperativo.
 
 
 
22 marzo 2015
 


20 marzo 2015

COOP ADRIATICA, ESTENSE E NORDEST: I CDA VOTANO PER LA FUSIONE


Nasce un colosso Coop tutto emiliano con 4,2 miliardi di fatturato, 26mila dipendenti, 3,5 miliardi di prestito sociale







Questa volta pare quella buona. Oggi si sono riuniti i Cda di Coop Adriatica, Coop Estense e Coop Consumatori Nordest nelle loro rispettive sedi e hanno votato unanimemente una delibera di indirizzo, il primo passo di un percorso che porterà le tre coop del Distretto Adriatico a fondersi in un'unica realtà. Stiamo parlando d'una mega coop con 4,2 miliardi di fatturato, quasi 20.000 dipendenti, 334 punti di vendita di cui 45 ipermercati, 2.600 soci di cui circa 460.000 soci prestatori per un prestito sociale complessivo di 3,5 miliardi di euro. I punti vendita sono presenti in Emilia, Veneto, Friuli, Lombardia, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata e attraverso partnership con altre coop, anche in Sicilia, Campania e Lazio.

Si è parlato spesso in passato di fusioni nel mondo delle coop della Gdo, ma alla fine non se n'è fatto nulla. Svanita la fusione delle coop del Distretto Nordest, forse solo voci per quella tra Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno. Si è parlato anche di una fusione tra Coop Estense e Nordest, ma l'arrivo di Coop Adriatica, la realtà del mondo coop più efficiente dinamica e rappresentativa, dà a questa fusione uno spessore assai rilevante. L'asse in Coop Italia, già fortemente sbilanciata a favore delle Coop emiliane, rischia di diventare monopolizzante, con l'altro colosso, Unicoop Firenze, sempre più isolata e confinata in una sola regione.
 
Coop Estense, che tra le tre realtà è quella con i problemi maggiori, è alle prese con una ristrutturazione degli organici dei punti vendita in Puglia dove sono a rischio ben 230 dipendenti. Sarà interessante vedere come nella fusione verranno gestiti i naturali esuberi che saranno tutti amministrativi e dirigenziali. Si adopererà anche in quella circostanza il metodo pugliese?


20 marzo 2015


16 marzo 2015

LA VERITA' DI CAPROTTI SUI VIGILANTES ACCUSATI DI AVER CALUNNIATO COOP LOMBARDIA


Il patron di Esselunga chiamato a testimoniare contro due vigilantes: «Da me lavori per 2,4 milioni, ma nulla so di quegli articoli»






Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga, testimonia a sorpresa in Tribunale su 2,4 milioni di euro di Esselunga andati a finire a due vigilantes poi accusatori di Coop Lombardia. Succede in una udienza di routine di un processo in apparenza altrettanto ordinario: quello a due titolari di una agenzia di sicurezza privata, Fabio Quarta e Gianluca Migliorati, rinviati a giudizio appunto per l’ipotesi di calunnia ai danni del direttore affari generali di Coop Lombardia, Daniele Ferrè: vicenda nata quando all’inizio del 2010 il quotidiano «Libero» (diretto dall’agosto 2009 da Maurizio Belpietro) aveva pubblicato per tre giorni in prima pagina articoli di Gianluigi Nuzzi e Davide Giacalone («La Coop ti spia», «I compagni orecchioni», «Coop, tutti gli uomini del Pd sapevano») nei quali si prospettava - anche con la pubblicazione di stralci di conversazioni private (e pure a sfondo sessuale) di dipendenti di un supermercato illecitamente registrate - che Coop Lombardia avesse ideato una sistematica attività di spionaggio dei propri dipendenti sul luogo di lavoro.

Ma l’inchiesta giornalistica, basata su fonti come appunto i due vigilantes la cui società aveva lavorato per Coop Lombardia prima dell’insorgere di attriti economici, si era rivelata infondata a giudizio sia del giudice civile di primo grado, che aveva condannato il quotidiano a risarcire 100 mila euro a Ferrè per diffamazione; sia, nel penale, alla giudice preliminare Anna Zamagni, che aveva assolto Ferrè dall’accusa di intercettazioni illegali ma aveva anche trasmesso al pm gli atti sugli 007 privati per l’ipotesi di calunnia, reato per il quale erano poi stati rinviati a giudizio. Ed è appunto in questo loro processo che non solo Caprotti, ma anche il suo amministratore delegato Carlo Salza, citati come testi dall’avvocato della parte civile Ferrè, Giacomo Lunghini, a sorpresa raccontano (il verbale dell’udienza di venerdí è stato depositato adesso) di aver incontrato i due vigilantes alcuni mesi prima degli articoli di «Libero».

«Il 14 luglio 2009 Belpietro, che allora dirigeva Panorama , mi venne a trovare per un favore urgente», spiega Caprotti alla giudice Teresa Guadagnino. «Mi disse che aveva una inchiesta su certe condotte di Coop, che era stato aiutato da questi poliziotti privati, che si era avvalso di materiale fornito da loro, e che avevano problemi economici. Mi chiese: “Ho bisogno di un favore, voi potreste farli lavorare come vigilantes nei supermercati?”. Io risposi: se posso fare un favore a voi e a Panorama , volentieri. Così tra luglio e agosto li vidi una volta, un’altra andai io nella loro sede 10 minuti in ottobre, e dissi al nostro capo della sicurezza, Marsili, di farli lavorare. Sa, ci servivamo di decine di società di vigilanza, spendendo 10 milioni l’anno, per gli 80 mila posti auto dei nostri negozi». «Gli demmo la vigilanza di 7-8 supermercati per 4 anni, per un fatturato di circa 2,4 milioni di euro», conferma l’amministratore delegato di Esselunga, Salza: «Caprotti e io siamo stati contattati da Belpietro, disse che sulla base di materiale fornito da queste due persone aveva una inchiesta su certi fatti della Coop che non gli apparivano ortodossi, e ci chiese di farli lavorare perché erano in gravissime difficoltà economiche».
 
Tra Caprotti e Salza restano solo alcune sfumature difformi: Caprotti non ricorda che Belpietro gli avesse accennato a registrazioni illecite, e dichiara di nemmeno aver mai saputo degli articoli pubblicati mesi dopo da Libero , mentre Salza ricorda di averne appreso dalla rassegna stampa aziendale sui concorrenti, e di averli commentati con Caprotti.



16 marzo 2015

Luigi Ferrarella

Corriere della Sera