31 ottobre 2012

UNICOOP FIRENZE PERDE ANCORA IN TRIBUNALE

Dichiarata la nullità dei termini apposti ai contratti stipulati ad una precaria.




Dove non è riuscito il buon senso ha posto rimedio il Tribunale del Lavoro di Firenze, riconsegnando alla collega la dignità di Lavoratrice. Questa la vicenda: una lavoratrice era stata assunta per molti anni come precaria full time. Una volta assunta a tempo indeterminato però la coop la assumeva come part-time. A nulla per molti anni erano valse le richieste dalla lavoratrice di diventare full time. La lavoratrice ha fatto causa per impugnare i vecchi contratti precari che erano full time. 

Si è aperta una trattativa nel corso della quale però l'azienda subordinava l'accordo ad un trasferimento in una sede lontana, a quel punto c’è stata la pronuncia del Tribunale che ha dichiarato che i contratti precari erano illegittimi e quindi ha retrodatato l'assunzione della lavoratrice che, oltre a vedersi automaticamente trasformato il contratto da part-time a full-time, ha anche acquisito una maggiore anzianità di servizio. Unicoop condannata anche alle spese di giudizio.

La precarietà del lavoro è invisa dal nostro ordinamento nazionale in quanto non garantisce al lavoratore la retribuzione minima sufficiente alla sopravvivenza. Inoltre, non garantisce al lavoratore la possibilità di vivere in maniera libera e dignitosa visto l’assoggettamento, l’insicurezza e l’incertezza che provoca la precarietà. La nostra normativa costituzionale (art. 2 e ss., art. 35 e ss., Cost.) è esplicita in tal senso. 

La precarietà è contraria anche alla normativa comunitaria la quale considera i contratti stabili come unica forma di rapporto di lavoro che garantiscono anche la qualità della vita dei lavoratori e che ne migliorano il rendimento (Direttiva Comunitaria n. 70 del 28.6.1999; Accordo Quadro del 18.3.1999).

Le condizioni di lavoro sempre più gravose, i disagi causati dall’azzeramento dei tempi di vita, l’uso sproporzionato del lavoro a termine e del part- time,  che i lavoratori COOP devono subire, sono oramai inaccettabili.

Basta con l’ipocrisia, Basta con i diritti negati. vogliamo democrazia, lavoro stabile, vogliamo che i principi di condotta, presenti nello statuto della coop, siano pienamente e realmente messi in atto.

USB Lavoro Privato ringrazia tutte le Lavoratrici, i Lavoratori, le Delegate ed i Delegati che la sostengono per continuare sulla strada dei diritti e della dignità  dei Lavoratori sempre più calpestati in nome del profitto.

OGGI E’ UN GIORNO DI FESTA PER TUTTI NOI, OGGI ABBIAMO AVUTO L’ENNESIMA RIPROVA CHE LA LOTTA PAGA!!



31 ottobre 2012 



DISDETTATO IL CONTRATTO INTEGRATIVO ANCHE ALLA COOP RENO. OGGI SCIOPERO

Dopo Coop Estense e Coop Nordest, le Coop emiliane della distribuzione tornano a farsi notare in negativo ribadendo la tendenza a disdire il Contratto Integrativo. Ora è la volta di una coop minore, la Coop Reno


Dopo Coop Estense la protesta sbarca anche nei supermercati di Coop Reno. Cgil e Uil hanno proclamato per oggi uno sciopero per protestare contro la decisione dell’azienda di disdire il contratto integrativo a partire dal 1° novembre. Una manovra dettata dalla volontà di recuperare un milione di euro, spiegano i sindacati, realizzata chiedendo tre ore di lavoro in più alla settimana per ogni dipendente che di conseguenza significa, più o meno, circa 3mila euro in meno di stipendio all’anno visto che quelle ore non verranno più pagate come stroardinario.

«E' una decisione unilaterale inaccettabile, che cerca di fare efficienza sui lavoratori più deboli, in aperto contrasto ai valori fondanti del movimento cooperativo», attaccano i sindacati. La Coop Reno in provincia di Bologna ha 24 punti vendita dove lavorano circa 600 dipendenti, e la disdetta replica in piccolo quello che già alla Coop Estense è costato giorni di sciopero e accuse reciproche, mai sentite prima nell’ambito delle cooperative.

«Nonostante i bilanci aziendali non evidenzino risultati allarmanti», sottolineano i sindacati, la dirigenza cerca di affrontare la crisi «cancellando i diritti dei lavoratori» chiedendo a ciascuno di loro di lavorare circa 3 ore in più alla settimana, 144 all’anno, «con la stessa paga, quindi gratis» dicono Cgil e Uil. E questo significa «una riduzione in busta paga di 3mila euro tra contributi e stipendio», con ricadute ancora tutte da verificare nei confronti dei contratti a termine.

«Lo slogan che la dirigenza ci ha sempre proposto è fare efficienza per fare sviluppo – dice Stefania Pisani della Filcams Cgil di Bologna –. Dato che nessun piano di sviluppo aziendale è mai stato presentato ai tavoli di confronto, siamo a sottolineare che ‘l’efficienza’ si è deciso di farla esclusivamente sui lavoratori più deboli, in aperto contrasto ai valori fondanti il movimento cooperativo. Contestiamo sia il modo in cui ha agito l’azienda, che si sostanzia nel presupposto che i lavoratori e le loro rappresentanze non hanno voce in capitolo, ma anche il merito delle soluzioni avanzate».

Ferma la risposta del presidente di Coop Reno, Mario Cifiello. «Il contratto da 34 ore e mezzo come avevamo fino ad oggi non è più attuale, basta guardarci attorno - sottolinea -. Noi abbiamo chiesto di fare 38 ore restando tra l'altro sotto a quello che da gennaio prevede il contratto nazionale della cooperazione, che fissa l'orario a 40 ore». I vantaggi per Coop Reno con questa operazione sarebbero di circa 950mila euro, «di cui però secondo la nostra proposta il 60% sarebbe tornato ai lavoratori con un fondo da 340mila euro per il welfare, sostegno per le rette dei nidi e aiuti finanziari ai dipendenti indebitati - continua Cifiello -. Poi i sindacati sono liberi di fare sciopero, noi restiamo disponibili a trattare».

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30 ottobre 2012
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Marco Bettazzi 
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28 ottobre 2012

FILCAMS-CGIL CONTRO L'APERTURA DEL 1° NOVEMBRE, MA CON L' ESCLUSIONE DI UNICOOP FIRENZE

 












I sindacati del commercio, Filcams-Cgil in testa, si scagliano contro le aperture domenicali, prendendo come simbolo la festività del 1° novembre. Perché allora con Unicoop Firenze hanno firmato il contratto integrativo che non prevede il 1° novembre (oltre al 2 giugno e al 15 agosto) come festività?


Dall'ipotesi di Contratto Integrativo di Unicoop Firenze, appena firmata da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, estraiamo questo passaggio dal capitolo Organizzazione del Lavoro, Punto C: Lavoro domenicale e festivo (inizio pag. 5 del testo):

 «In linea con quanto sopra definito e condiviso dalle parti e nonostante le recenti normative in atto, Unicoop Firenze conferma l’esclusione dal calendario di apertura le seguenti festività: 1 Gennaio, Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 Aprile, 1 Maggio, 25 e 26 Dicembre.»

Se ne deduce che non saranno considerate festività il 2 giugno, il 15 agosto e il 1° novembre.

Orbene, a Filcams-Cgil (organizzazione maggioritaria in Unicoop Firenze) e alle altre due, chiediamo come si concilia quanto esposto precedentemente e firmato da codeste Organizzazioni Sindacali con la denuncia di ieri sull'abuso delle aperture domenicali e festive nei centri commerciali:
«E' quanto denunciano i sindacati del commercio Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Firenze che fanno riferimento al 'ponte di Ognissanti' nei centri commerciali, con "'tutti aperti e tutti chiusi dentro', senza soldi, perché la crisi incombe e da spendere c'é ben poco, e tutti gli altri a lavorare".»


Quando parliamo di opacità di questo sindacato, di posizioni dubbie, di un comportamento molto comprensivo nei confronti di Unicoop Firenze che determina una scarsa credibilità di Filcams e gli altri, ci riferiamo anche a cose come queste.


26 ottobre 2012

REFERENDUM INTEGRATIVO UNICOOP FIRENZE: NETTO NO DEI MAGAZZINI ALL'ACCORDO


Nei magazzini Unicoop Firenze i contrari all'ipotesi di accordo sul contratto integrativo prevalgono decisamente con il 70% dei voti






Il risultato non era in discussione. Da tempo ormai i magazzini Unicoop rappresentano la punta sindacale più avanzata del gruppo e la prima realtà dove il sindacato principale non è la Filcams-Cgil, ma il sindacato di base USB.

Le assemblee che hanno preceduto le votazioni si sono rivelate un calvario per i rappresentamti della Filcams-Cgil e Uiltucs-Uil. Già la Filcams si presenta col fido Fantini al posto dell'annunciata segretaria provinciale Barbara Orlandi, che probabilmente stanca di fare assemblee nei magazzini dove i lavoratori rinfacciamo soprattutto a Filcams anni e anni di cattiva gestione delle relazioni sindacali. Il fido però rimane solo pochi minuti, poi se la fila. L'impresa di difendere un contratto che penalizza i dipendenti Unicoop oltre ogni misura è lasciata al coordinatore (o roba del genere) Uiltucs, Conficconi, il quale affonda con la nave.

I delegati Usb, cifre alla mano, hanno dimostrato su una lavagnetta quanto penalizzante sia, in termini di maggiorazione sullo straordinario, l'innalzamento del divisore contrattuale e hanno contestato la mancata concessione della mensa per i turnisti, che nei magazzini sono la totalità degli addetti. Peggiorativi anche altri aspetti che il blog aveva sottolineato appena letti i testi dell'accordo.

Critico anche l'intervento di Gianni Filindassi, rappresentante de La Cgil che vogliamo.


I risultati:
 
Aventi diritto   287 

Votanti             198 

Favorevoli         54   (27,2%)

Contrari          140   (70,7%)

Bianche/Nulle     4        (2%)




PAESE CHE VAI, FILCAMS (UIL E CISL) CHE TROVI

Nella recente ipotesi del Contratto Integrativo firmato con Unicoop Firenze da Filcams-Cgil (oltre che da Uil e Cisl) i punti vendita di Unicoop rimarranno aperti per il 1° novembre (oltre che per il 2 giugno e il 15 agosto).

E' singolare notare la bizzarra posizione di Filcams-Cgil (e naturalmente di Uil e Cisl) che mentre concede ad Unicoop Firenze l'apertura per il 1° novembre, in altre zone invece volge in direzione opposta dichiarando sciopero nel commercio contro l'apertura in tal giorno, oppure la festività di Tutti i Santi diventa un simbolo contro le aperture festive, come in Veneto.

Ma questo aggiornamento odierno ci segnala che la dissociazione mentale della Filcams-Cgil (eufemismo per descrivere l'ipocrisia) è totale.



Filcams/Cgil-Fisascat/Cisl-Uiltucs/Uil Modena: 1° novembre sciopero provinciale del commercio

Il 1° novembre, Festività di Ognissanti, i sindacati Filcams/Cgil, Fisascat/Cisl e Uiltucs/Uil hanno proclamato una giornata di sciopero dei lavoratori del commercio e degli addetti di tutte le attività svolte all’interno dei centri commerciali della provincia di Modena. Anche nella provincia di Reggio Emilia è stata assunta la medesima decisione.
Da marzo ad oggi sono ormai 7 le giornate di sciopero indette dalle categorie del commercio di CGIL, CISL e UIL nelle giornate festive: Pasqua e Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno e 15 agosto.
Come noto la deregulation degli orari introdotta dal Governo Monti ha eliminato in Italia, unico paese in Europa, ogni regola in materia di orari commerciali, nel totale disinteresse degli effetti negativi prodotti su milioni di persone, in prevalenza donne, e sulle loro famiglie
Peraltro nessuno degli effetti positivi annunciati si è verificato: l’occupazione si riduce, i prezzi aumentano, la concorrenza cala. In aggiunta molte imprese della Grande distribuzione hanno disdettato i contratti aziendali, riducendo stipendi e diritti. Sempre più la liberalizzazione degli orari si rivela come una “norma a richiesta” concessa dal Governo alla potente lobby della Grande distribuzione organizzata.
In molti dovrebbero infatti chiedersi come sia possibile che una norma presentata come “necessario adeguamento alla normativa europea” non sia stata seguita da uguali iniziative negli altri Paesi dell’Unione, nei quali sono restate in vigore regole spesso più restrittive di quelle precedentemente in vigore nel nostro paese.
E’ quindi assolutamente positivo che si torni a riflettere della revisione di una normativa sbagliata, come hanno fatto i Consiglieri Regionali Costi e Vecchi con una risoluzione presentata al Consiglio dell’Emilia Romagna.
Anche il Parlamento aveva votato nei mesi scorsi, ed il Governo aveva recepito, un atto di indirizzo volto a garantire la volontarietà del lavoro domenicale nei servizi non essenziali.
Le elezioni si avvicinano, e certamente i lavoratori e le lavoratrici del commercio sapranno distinguere e premiare chi si impegnerà a modificare una legge sbagliata.


24 ottobre 2012

Sassuolo 2000



CARREFOUR, SCIOPERO CONTRO LA DISDETTA DELL'INTEGRATIVO

La società ha disdetto l’accordo integrativo su domeniche e malattie

Le organizzazioni sindacali preannunciano un pacchetto di dodici ore di sciopero (quattro saranno entro la fine della prossima settimana)




La società dei supermercati «Carrefour» disdice il contratto integrativo e le organizzazioni sindacali preannunciano un pacchetto di dodici ore di sciopero (quattro saranno entro la fine della prossima settimana).

Uno dei marchi più importanti della grande distribuzione organizzata in provincia di Novara, con più di 20 mila lavoratori in Italia e oltre trecento addetti sul territorio provinciale, ha comunicato alle organizzazioni sindacali di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, la disdetta dell’integrativo aziendale siglato il 9 febbraio 2011 ed in scadenza il prossimo 31 dicembre.

«A meno di tre mesi dalla scadenza naturale l'azienda ha deciso unilateralmente di interrompere un accordo, frutto di una lunga e difficile trattativa» sottolineano in una nota i sindacati. Oltre a registrare la forte preoccupazione sul futuro dell'azienda e sulla tenuta occupazionale», esprimono contrarietà alla linea adottata dall'azienda «fondata esclusivamente sul contenimento del costo del lavoro agendo negativamente sul salario e le condizioni di lavoro».

«In gioco - dice Attilio Fasulo della Cgil - ci sono soprattutto i benefici che i lavoratori avevano ottenuto per il lavoro domenicale e durante le festività. Si trattava del “gettoni di presenza” importanti, del riconoscimento delle assenze per malattia pagate al 100 per cento e della retribuzione della pausa. Erano state ottenute condizioni soddisfacenti per i lavoratori che oggi Carrefour ritiene di dovere ridiscutere. Il problema è tanto più importante se si pensa a come negli ultimi mesi, grazie anche alle nuove normative che noi abbiamo sempre criticato, si sia esteso il lavoro domenicale».

Contestano i sindacati: «Carrefour, come anche gli altri marchi, ha creduto che bastasse aprire anche le domeniche per superare la crisi, ma così non è. E’ tutto il settore della grande distribuzione che adesso è investito da una forte riduzione delle vendite».
 
 
 
26 ottobre 2012
 
Marcello Giordani
 
 
 

24 ottobre 2012

USB ORGANIZZA I LAVORATORI DELL'IPERMERCATO DOC DEL TORRINO (ROMA)


 

Si tratta di uno degli ex negozi del gruppo Luciani (affiliato GS – Carrefour) della zona di Roma acquistati da Unicoop Firenze due anni fa tramite una newco sotto l'insegna DOC
I lavoratori DOC si sono rivolti ad USB avvertendo l'esigenza di una nuova rappresentanza sindacale che rivendichi le loro istanze con decisione e non con il solito atteggiamento compiacente.
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Nell'ottobre 2010 Unicoop Firenze ha acquisito dal Gruppo Luciani (affiliato GS – Carrefour), tramite una nuova società costituita ad hoc, 14 supermercati di cui 2 superstore già a marchio GS e Dì per Dì, situati a Roma e provincia.
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I lavoratori della “bad company” vedono applicato il CCNL del commercio a differenza dei dipendenti Unicoop Firenze che applica il CCNL della distribuzione cooperativa, e non si vedono applicate le condizioni di miglior favore del Contratto Integrativo Aziendale, con le conseguenti ricadute su salario e diritti, in poche parole lavoratori di serie B.
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USB ritiene inaccettabile che lavoratori della stessa azienda che svolgono le stesse mansioni abbiano diversi salari e diversi diritti, questa corsa al ribasso si fa sulla pelle dei lavoratori, i soli a pagare questa crisi.
 .
Il nostro tentativo sarà quello di mettere insieme questi lavoratori alle strutture Coop del Lazio e della Campania di Unicoop Tirreno e a quelle Toscane di Unicoop Firenze, per creare un fronte sindacale che si opponga allo spacchettamento e alla disgregazione messa in atto dalle aziende.
 
 
 
24 Ottobre 2012USB
 
 

20 ottobre 2012

ASSEMBLEE E REFERENDUM SU INTEGRATIVO UNICOOP FIRENZE: LE DATE NEI MAGAZZINI

 

ASSEMBLEE GENERALI PER ILLUSTRAZIONE IPOTESI DI ACCORDO CONTRATTO INTEGRATIVO AZIENDALE UNICOOP FIRENZE





 
LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI TERRITORIALI CONGIUNTAMENTE CON LE RSU DEI MAGAZZINI UNICOOP FIRENZE INDICONO LE ASSEMBLEE INFORMATIVE PER IL C.I.A. UNICOOP

- MERCOLEDI’ 24 OTTOBRE 2012 DALLE 20.45 ALLE 22.45
   PER IL TURNO NOTTURNO.

- GIOVEDI’ 25 OTTOBRE 2012 DALLE 11.52 ALLE 13.52
   PER I TURNI MATTUTINO E POMERIDIANO.
   PRESSO SALA VIOLETTO


NEI GIORNI 25 e 26 OTTOBRE SI SVOLGERA’ IL REFERENDUM INERENTE ALL’IPOTESI DI ACCORDO, NEGLI ORARI CHE VERRANNO INDICATI NEI PROSSIMI GIORNI.



19 ottobre 2012

REFERENDUM INTEGRATIVO UNICOOP FIRENZE: AL NETO STRAVINCONO I NO

Riceviamo ed informiamo i colleghi dell'esito della votazione svoltasi nel punto vendita de Il Neto (Sesto F.no) sull'ipotesi del Contratto Integrativo Aziendale di Unicoop Firenze, firmata recentemente dalle OO.SS e sottoposta a referendum.



Aventi diritto  49

Votanti  45

Favorevoli  8

Contrari  35

Bianche  2

H5, UNICOOP TIRRENO RAFFREDDA L'INVESTIMENTO: «SERVONO I PRIVATI»

Il progetto di urbanizzazione H5 coinvolge un'area un’area, oggi a verde e comunemente chiamata la cerniera tra Rosignano Solvay e Castiglioncello, di circa 20 ettari che va da via Lungomonte, via della Cava ed arriva sino al mare.



 ROSIGNANO. «Sull’H5 non dobbiamo sbagliare». Questa in sintesi la posizione espressa giovedì sera dal sindaco Alessandro Franchi durante l’incontro che ha concluso il percorso di partecipazione sull’istanza preventiva del progetto di urbanizzazione presentato da Unicoop Tirreno. In ballo c’è un’area, oggi a verde e comunemente chiamata la cerniera tra Rosignano Solvay e Castiglioncello, di circa 20 ettari che va da via Lungomonte, via della Cava ed arriva sino al mare.

Un comparto strategico per la città e un progetto di cui si parla da 25 anni e che oggi presenta elementi di variante rispetto all’originale. Ad esempio, sulle funzioni pubbliche, si trova un plesso scolastico, una piscina ed un grande parco pubblico attrezzato. «Si tratta di un intervento importante che si è sviluppato nel tempo - ha detto Paolo Turrini direttore sviluppi di Unicoop che era presente tra il pubblico all’incontro che giovedì si è tenuto a Villa Celestina - e la cui complessità è aumentata negli anni. Una complessità sia per la fattibilità del progetto sia per la quantità dei soggetti che dovranno intervenire per la sua realizzazione. È per questo che sarà fondamentale la collaborazione tra Unicoop, amministrazione comunale e privati, cooperative comprese». Privati chiamati in causa «soprattutto per quanto riguarda la realizzazione della parte residenziale».

Adesso le indicazioni espresse dai cittadini nei vari incontri e gruppi di lavoro passeranno dalla commissione urbanistica, che si riunirà il prossimo 22 settembre. L’ultima tappa sarà il consiglio comunale che dovrà formulare le proprie determinazioni. «Aspetteremo le indicazioni del consiglio comunale - ha proseguito Turrini confermando, nonostante il periodo di crisi, l’ immutato interesse di Unicoop Tirreno per l’intervento - poi partiremo con la progettazione del piano attuativo che presenteremo all’amministrazione comunale per proseguire con l’iter di approvazione. Terremo di conto delle indicazioni espresse dai cittadini».

Un percorso di partecipazione indicato nella scheda tecnica relativa all’H5 inserita nel Regolamento Urbanistico. I risultati raggiunti sono stati sintetizzati nell’incontro di giovedì. Nove le raccomandazioni di carattere generale sintetizzate nelle schede distribuite al pubblico presente. «I cittadini - ha detto il sindaco - si sono espressi con grande maturità e sento di farmi proprie tutte e nove le raccomandazioni». Ma il sindaco va oltre: «andranno tenute in considerazione anche i suggerimenti e le perplessità avanzate dai cittadini sulle specifiche funzioni pubbliche». Insomma se scuola, piscina e parco pubblico hanno unito i cittadini «per la torre civica - ha detto Franchi - bisognerà aprire una riflessione in più». Altro problema sollevato quello delle fonti di finanziamento per le opere pubbliche. «Qualunque opera pubblica - ha risposto l’assessore Margherita Pia – ha bisogno di un piano di finanziamento». Da qui la necessità di vendere, o valorizzare, gli immobili che non servono più al Comune «per avere soldi spendibili».



13 ottobre 2012 



10 ottobre 2012

USB RACCOGLIE ADESIONI IN UNICOOP FIRENZE PER LA VERTENZA SULLA VESTIZIONE

Come molti colleghi di Unicoop Firenze sapranno, il 17 aprile scorso alcundi dipendenti del punto vendita de Il Neto (Sesto F.no) vinsero la vertenza contro Unicoop Firenze sul cosiddetto tempo tuta, ottenendo che il tempo necessario alla vestizione e alla svestizione faccia parte dell'orario di lavoro. 


Come saprete, l'ordinanza del Tribunale del Lavoro di Firenze riguarda solo ed esclusivamente i dipendenti che hanno vinto la vertenza.

Il sindacato di base USB ci informa che è iniziata la raccolta di adesione alla vertenza sulla vestizione all'interno dei punti vendita di Unicoop Firenze per tutti quei lavoratori che vorranno aderire. Segue comunicato.

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A TUTTI I LAVORATORI DEI PUNTI VENDITA DI UNICOOP FIRENZE 



SI RENDE NOTO CHE E' COMINCIATA LA RACCOLTA DI ADESIONE ALLA VERTENZA SULLA VESTIZIONE DA PARTE DI USB ALL'INTERNO DEI PUNTI DI VENDITA DI UNICOOP FIRENZE.

TUTTI QUEI LAVORATORI CHE VORRANNO ADERIRVI SONO PREGATI DI CONTATTARE I SEGUENTI REFERENTI:


NEGOZIO IL NETO

STEFANO BETTARINI stefano.bettarini@fastwebnet.it

ARMANDO AGNELLI armando.agnelli@fastwebnet.it

MAURO PANCANI pancanimauro@gmail.com



SEDE USB FIRENZE

GABRIELE RINALDI unicoop.firenze@usb.it
cell 342 7567973





COORDINAMENTO USB PER L'UNICOOP FIRENZE 








COOP NORDEST DISDICE IL CONTRATTO, I SINDACATI: "INACCETTABILE"

Quella di disdire i contratti integrativi aziendali è ormai è una tendenza che sta contaminando anche le Coop e che forse sancisce una nuova era nelle relazioni sindacali tra Coop e rappresentanze dei lavoratori

Dopo il caso di Coop Estense è un'altra importante Coop emiliana a compiere il passo unilaterale della disdetta dell'integrativo


Un boomerang per Coop Consumatori Nordest la comunicazione della disdetta unilaterale del contatto integrativo aziendale
. Una presa di posizione definita dai sindacati ingiustificabile con le motivazioni fornite legate alla crisi, visto l'incremento dell'1,6% delle vendite per il 2011, totale disorganizzazione per i lavoratori soci costretti a turni part time a macchia di leopardo che rendono impossibile conciliare eventuali altre occupazioni e vita privata.  

Una disdetta che sancisce la rottura delle relazioni tra Coop Nordest e i sindacati, questo il quadro delineato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, per voce rispettivamente di Francesca Balestrieri, Angela Calò e Michela Tosini nel corso di un incontro con la stampa.

Un clima rovente quello tra i lavoratori, dopo mesi di trattative iniziate il 1 marzo scorso quando Coop Nordest ha deciso di aprire i punti vendita la domenica, ma anche abbassando la maggiorazione prevista per il lavoro domenicale al 35%, invece del 135% del contratto. Trattative concluse a maggio senza giungere ad alcun accordo, perchè, lamentano i sindacati, da parte di Coop non ci sarebbe stata la volontà di concedere quanto richiesto dai lavoratori per garantire migliori condizioni lavorative. "I lavoratori a fatica riescono a conciliare il lavoro part time in Coop Nordest con altre attività, perchè c'è un uso spinto della flessibilità ed è impossibile svolgere altre attività", sottolinea Balestrieri, Cgil Filcams.




9 ottobre 2012 


06 ottobre 2012

LEGACOOP E CGIL IL GIOCO SI FA DURO SU COOP ESTENSE

Tra Lugli (Legacoop Modena) e Pivanti (Cgil) volano schiaffi sulla vertenza in Coop Estense
 
Il sindacato non perdona le Coop in stile Marchionne

 


Un botta e risposta secco. E questa volta Legacoop ha detto la sua per ben due volte in pochi giorni. Sembrano lontani, così, i mesi di (vana) attesa per intercettare una replica sulla disdetta dell'integrativo da parte dell'associata Coop Estense, da maggio impegnata in uno scontro con i sindacati che recriminano la mossa unilaterale di sospendere il contratto aziendale. 

Ma finalmente la questione sembra tornata in agenda. E i toni sono sempre quelli da resa dei conti. Da una parte c'è la Cgil che non sembra avere mandato giù il documento ufficiale con cui Legacoop, nei giorni scorsi, ha spronato la sigla a riaprire il tavolo di trattative con il colosso della distribuzione cooperativa. Un invito che però, in maniera nemmeno troppo velata, ha insinuato uno scollamento tra i cigiellini e i lavoratori rappresentati. «La scelta di proclamare lo sciopero nei punti vendita di Coop Estense (l'astensione è avvenuta sabato 22 settembre) non ne ha impedito la normale apertura - recita il testo - a dimostrazione della fiducia verso la cooperativa da parte della stragrande maggioranza dei lavoratori». Insomma, per Legacoop, a sbagliare sarebbe l'organizzazione sindacale e anche i tesserati se ne starebbero accorgendo.
Donato Pivanti, segretario provinciale Cgil

A stretto giro, però, la Cgil ha rispedito il messaggio al mittente accusando la direzione provinciale della centrale cooperativa modenese di essere supina alle posizioni di Coop Estense. «Non c'è niente di moderno - sostiene il segretario generale della Cgil di Modena, Donato Pivanti - nella scelta di cancellare, con un atto di imperio, tutta la storia contrattuale degli ultimi trent'anni per sostituirla con un sistema di regole imperniato sulla centralità dell'impresa». Un atteggiamento che i cigiellini della Filcams paragonerebbero allo 'stile Marchionne' e che per la sigla è solo un mero tentativo di creare malumori interni al sindacato. «Una diversità di relazioni che che automaticamente si ripercuotono positivamente sulla qualità delle relazioni sindacali e questa semplice verità - sottolinea ancora Pivanti - non può essere distorta da coloro che anziché interrogarsi sulle ragioni e l'asprezza dei conflitti aperti, preferiscono nascondersi dietro il malcelato tentativo di dividere il sindacato». Lo stesso documento redatto da Legacoop, aggiunge il segretario della Cgil, «rappresenta solo un'unità di facciata di tutte le Coop modenesi resa possibile dal 'peso' di Coop Estense». 

Lauro Lugli (Legacoop Modena)
E queste sono soltanto le prime due puntate di questo aspro botta e risposta. Ieri è stata la volta del terzo episodio congeniato da Legacoop. «La replica del segretario Donato Pivanti è disarmante - tuona Lauro Lugli, presidente di Legacoop - Un concentrato di toni offensivi e accuse di incapacità che onestamente disorienta, e lascia anche l'amaro in bocca a chi ha messo nero su bianco la richiesta di distensione delle relazioni». Alla guida di Legacoop non sembra essere andato giù, in particolare, il riferimento al ruolo 'dittatoriale' di Coop Estense: «Parlare di 'unita' di facciata è subordinata e acritica accettazione' della linea di Coop Estense è non solo offensivo dell'autonomia di chi quelle cooperative rappresenta in direzione, ma inverosimile per chiunque conosca la complessità del movimento cooperativo». 

Ma l'incredulità di Lugli lascia spazio, infine, a un nuovo invito in cui chiede ai sindacati un senso di responsabilità. Se questo messaggio includa ancora la Cgil non è dato saperlo. E chissà che magari, nelle intenzioni di Legacoop, non ci sia quella di riuscire a convincere almeno le altre sigle del commercio a risedersi al tavolo con Coop Estense. Magari escludendo i cigiellini.
In fondo con Fiat è successo qualcosa di simile e Marchionne ha fatto scuola.



5 ottobre 2012

Vincenzo Malara 

Qui Modena


05 ottobre 2012

AI GIGLI UN SIT-IN CONTRO LE LIBERALIZZAZIONI DEGLI ORARI

Domenica 7 ottobre, dalle 14 alle 18, è stato organizzato un sit-in per protestare contro il decreto che liberalizza le aperture nel settore del commercio. La manifestazione si terrà in una porzione del parcheggio concessa dal centro commerciale I GIGLI.



CAMPI BISENZIO (Firenze) – Domenica 7 ottobre, dalle 14 alle 18, è stato organizzato un sit-in per protestare contro il decreto che liberalizza le aperture nel settore del commercio. La manifestazione si terrà in una porzione del parcheggio concessa dal centro commerciale I GIGLI.

Le famiglie dei lavoratori del settore del commercio (e di quelle attività che nei festivi comunque lavorano) hanno scelto il centro commerciale I GIGLI per un sit-in organizzato per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà di quanti sono obbligati a fare i conti con gli orari di lavoro.
La manifestazione si terrà dalle 14 alle 18 in una porzione di parcheggio appositamente riservata a tale scopo concessa dal centro commerciale I GIGLI agli organizzatori del sit-in che sarà caratterizzato come una giornata di festa che intende coinvolgere le famiglie tra palloncini, musica, momenti ricreativi per i più piccini.

“Abbiamo deciso di ospitare questa forma di manifestazione perché dopo 15 anni I Gigli sono ormai una parte integrante del territorio – spiega Yashar Deljoye Sabeti direttore del centro commerciale – non c’è da scandalizzarsi se qualcuno ha scelto I Gigli come piazza pubblica, come luogo di incontro tra le persone perché tutto questo I Gigli lo sono davvero. La contestazione, la protesta, il diritto ad esprimere le proprie opinioni fanno parte della vita quotidiana di una società civile e democratica. Per questo siamo felici di ospitare anche questo sit-in, fra l’altro, proprio nel giorno finale della rassegna Job Zone dedicata a quelle migliaia di persone che sono senza lavoro e che cercano disperatamente una soluzione al loro problema”.



5 ottobre 2012  




INDAGATI GLI EX DIRIGENTI DEL CONSORZIO ETRURIA

Tra gli indagati anche Armando Vanni, che in passato è stato anche presidente del Consiglio di Gestione di Unicoop Firenze, dal gennaio 2008 al marzo 2009

Indagati dalla Procura ex dirigenti del Consorzio Etruria, nell’ambito dell’inchiesta sul raccordo autostradale mai realizzato tra Lastra a Signa e Prato 

Sono il presidente e l'amministratore delegato del Consorzio Etruria, rispettivamente, Luigi Minischetti (foto) e Marco Fontanelli; l'amministratore delegato di Coestra Paolo Cappelli; e Armando vanni, sia come presidente del Consorzio Etruria tra il 2005 e il 2007, sia successivamente come presidente della Btp di Prato dal febbraio all'ottobre del 2010



MONTELUPO. Ci sono anche ex dirigenti del gruppo Consorzio Etruria nel gruppo di nove nuovi indagati dalla procura nell’ambito dell’inchiesta sul raccordo autostradale mai realizzato tra Lastra a Signa e Prato. Sono il presidente e l'amministratore delegato del Consorzio Etruria, rispettivamente, Luigi Minischetti e Marco Fontanelli; l'amministratore delegatodi Coestra Paolo Capelli; e Armando Vanni, sia come presidente del cda del Consorzio Etruria tra il 2005 e il 2007, sia successivamente come presidente della Btp d Prato dal febbraio all'ottobre 2010.

Insieme agli altri cinque indagati - gli amministratori delegati della società Sit, Franco Rapino e Ruggiero Borgia, nonché il presidente Riccardo Bicchi, il presidente di Bretella scarl Pietro Saloi e il presidente della Btp Riccardo Fusi - verranno sentiti dai pubblici ministeri Luca Turco e Giuseppina Mione nei prossimi giorni.

L’inchiesta che li vede coinvolti riguarda l’ipotesi di malversazione ai danni dello Stato. Secondo gli sviluppi dell'inchiesta, il denaro che la Regione assegnò ai privati per avviare la costruzione della bretella tra Lastra a Signa e Prato sarebbe finito nelle casse di società private e non è stato usato, diversamente dagli accordi con la Regione, per realizzare l'infrastruttura: alcune imprese riunite nella Società Infrastrutture Toscane (Sit), che avrebbe dovuto fare l'opera in base a un piano di “project financing”, avrebbero intascato il contributo per pagare debiti e fornitori ma anche per estinguere finanziamenti bancari. Quando la Regione nel 2011 decise di recedere dal contratto il maxi-contributo non fu restituito.



4 ottobre 2012

03 ottobre 2012

COOP ADRIATICA CEDE A CARREFOUR CINQUE NEGOZI PLENTY MARKET

Comprati all'asta assieme ad altri tre, che rimarranno sotto l'insegna della cooperativa, e che saranno inaugurati verso la fine dell'anno


Coop Adriatica cede a Carrefour cinque degli otto punti vendita Plenty Maket che si era aggiudicata a fine luglio all’asta fallimentare delle società che li detenevano. Entro 120 giorni dalla data di aggiudicazione, la Cooperativa dovrà entrare effettivamente in possesso dei punti vendita; subito dopo avverrà la cessione di ramo d’azienda alla catena francese, che riguarderà i supermercati di via XXI Aprile, via Calori, Porta Castiglione, via Amaseo e via Massarenti, e i relativi addetti.

Riapriranno invece sotto l'insegna Coop gli altri tre negozi di via Farini, via Montegrappa e Piazza dei Martiri, che danno lavoro a 29 persone. L’inaugurazione dei tre punti vendita è in programma a partire da fine novembre.

"In queste settimane abbiamo approfondito le trattative con tre gruppi - spiega il presidente Adriano Turrini - e quella con Carrefour è andata a buon fine. Abbiamo fatto la nostra parte per attutire almeno in parte gli effetti di un fallimento aziendale che rischiava di compromettere decine di posti di lavoro e per continuare a garantire la presenza di una rete di piccoli negozi a servizio di chi vive e lavora nel centro di Bologna". 




2 ottobre 2012 




02 ottobre 2012

UNICOOP FIRENZE ELIMINA IL FORMAT DEGLI IPERMERCATI

E' la storia di un disastro annunciato quello del format Iper, tanto è vero che l'abile caprotti non vi ha mai speso un centesimo

Unicoop Firenze, come sappiamo  e avevamo anticipato da tempo, riduce gli iper e li trasforma in superstore che è il modello vincente di Esselunga, per affittare lo spazio eccedente, attività assai più redditizia.

Di seguito l'articolo di GDO News, uno dei siti dedicati al settore della grande distribuzione.


Unicoop Firenze è appena stata eletta dalla rivista “Altroconsumo" come l’insegna più conveniente d’Italia nell’anno 2012. In effetti tutto ciò non sorprende dato che da diversi anni la sana guerra tra Coop ed Esselunga ha fatto sì che le principali città toscane fossero le più convenienti o tra le più convenienti dell’intero Paese. 

La battaglia tra i due retailer è sempre stata affrontata con modelli di vendita differenti: Unicoop attraverso la multicanalità che va da Incoop ad Ipercoop, Esselunga principalmente con il modello del Superstore di cui è tra i leader in Europa. 

Non è difficile pensare che gli Ipermercati, anche se sono quelli dell’Unicoop Firenze, non sono più un traino per il Gruppo ed un riferimento per il consumatore, data la crisi in cui versa il formato in Europa. Così, per affrontare meglio la sfida continua con il Gruppo di Caprotti, Unicoop Firenze ha dichiarato qualche giorno fa una notizia che ha dell’incredibile: entro due anni gli Ipermercati del gruppo perderanno la scritta “Ipercoop” e verranno trasformati in Superstore di dimensioni ridotte rispetto alle attuali e con la parte importante di non food affidata a catene specializzate. 

Il prossimo 25 Ottobre avrà luogo la prima inaugurazione dell’attuale Ipercoop di Montecatini che nella parte alimentare manterrà le attuali dimensioni ma cambierà l’insegna in Coop. Entro l’anno verrà cambiato il format all’Ipercoop di Sesto Fiorentino, le cui dimensioni sono diverse rispetto a quello di Montecatini e nel corso del 2013 sarà la volta di Montevarchi ed Arezzo, ed infine Lastra a Signa, lo storico Ipermercato dell’Unicoop Firenze sarà ristrutturato nel 2014 assieme a quello di Navacchio.

Turiddo Campaini, Presidente di Unicoop Firenze, ha dichiarato “Da dieci anni abbiamo interrotto la costruzione di nuovi Ipermercati. Adesso, seguendo la tendenza in atto, figlia di un cambiamento generale che vede da ultimo il forte aumento del costo dei carburanti con la penalizzazione delle strutture decentrate, stiamo rivedendo l’impianto delle nostre strutture di vendita”. 

Sarà da capire cosa succederà all’interno del mondo Coop successivamente alla decisione dei fiorentini. Non è un segreto che il canale Iper della Coop Italia è ad anno mobile in negativo (si parla, secondo indiscrezioni di un -5%) e che in generale il format va completamente ripensato. Nel caso della Coop non sarà facile ripensare ad un modello differente, perché sebbene il personale degli Ipermercati di Unicoop Firenze verranno tutti mantenuti, come dichiarato dallo stesso Campaini, ci si domanda a cosa porterebbe un ripensamento del format senza il non food: la Centrale Coop Italia di Prato che cosa farebbe? Ed il magazzino, pare molto pieno, come verrebbe smaltito? Non sono domande di poco conto se si pensa che si parla di più di 100 Ipermercati ad insegna Ipercoop.



1 ottobre 2012

Andrea Meneghini 




01 ottobre 2012

DA GRANDE UNIPOL A LEGACOOP, COSì CAMBIA LA FINANZA ROSSA

Non riducono i posti di lavoro, si estendono nel welfare mentre fanno irruzione nei salotti ovattati della finanza e danno vita al secondo gruppo assicurativo dopo Generali

E si compattano al si là delle vecchie divisioni di partito


 


Cooperative capitaliste non è più un ossimoro. Le coop hanno rotto gli argini, superato gli steccati
ideologici. Stanno avanzando. Sono entrate nel salotto della finanza milanese attraverso Unipol sulle ceneri del fallimento delle partecipazioni reticolari e amicali di Salvatore Ligresti. Le assicurazioni delle coop post- comuniste di Via Stalingradoin Mediobanca. Presenza temporanea, è vero, perché l'Antitrust ha condizionato il via libera all'operazione Fonsai alla cessione della partecipazione in Piazzetta Cuccia. C'è tempo fino al 2013. Ma intanto ci sono. 

Mentre non c'è alcun problema a mantenere quel 5,4 per cento di Rcs, che vuol dire il salotto del Corriere della sera. Enrico Cuccia, e non solo, non avrebbe mai potuto immaginarlo. Possiedono banche,
quelle del credito cooperative, e partecipano via Unipol a Unicredit e Montepaschi. Da poco, appunto, hanno dato vita al secondo gruppo assicurativo tricolore, dopo il gigante Generali.

Sono i colossi della grande distribuzione e dell'agro-industria made in Italy. Non riducono i posti di lavoro e si estendono nelwelfare sussidiario, frutto dell'invecchiamento della popolazione e dei tagli lineari alla spesa pubblica decisi a Bruxelles ma applicati a Roma. Sono la via italiana al capitalismo sul
modello delle public company.

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1 ottobre 2012

Roberto Mania

La Repubblica - Affari & Finanza