26 ottobre 2012

CARREFOUR, SCIOPERO CONTRO LA DISDETTA DELL'INTEGRATIVO

La società ha disdetto l’accordo integrativo su domeniche e malattie

Le organizzazioni sindacali preannunciano un pacchetto di dodici ore di sciopero (quattro saranno entro la fine della prossima settimana)




La società dei supermercati «Carrefour» disdice il contratto integrativo e le organizzazioni sindacali preannunciano un pacchetto di dodici ore di sciopero (quattro saranno entro la fine della prossima settimana).

Uno dei marchi più importanti della grande distribuzione organizzata in provincia di Novara, con più di 20 mila lavoratori in Italia e oltre trecento addetti sul territorio provinciale, ha comunicato alle organizzazioni sindacali di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, la disdetta dell’integrativo aziendale siglato il 9 febbraio 2011 ed in scadenza il prossimo 31 dicembre.

«A meno di tre mesi dalla scadenza naturale l'azienda ha deciso unilateralmente di interrompere un accordo, frutto di una lunga e difficile trattativa» sottolineano in una nota i sindacati. Oltre a registrare la forte preoccupazione sul futuro dell'azienda e sulla tenuta occupazionale», esprimono contrarietà alla linea adottata dall'azienda «fondata esclusivamente sul contenimento del costo del lavoro agendo negativamente sul salario e le condizioni di lavoro».

«In gioco - dice Attilio Fasulo della Cgil - ci sono soprattutto i benefici che i lavoratori avevano ottenuto per il lavoro domenicale e durante le festività. Si trattava del “gettoni di presenza” importanti, del riconoscimento delle assenze per malattia pagate al 100 per cento e della retribuzione della pausa. Erano state ottenute condizioni soddisfacenti per i lavoratori che oggi Carrefour ritiene di dovere ridiscutere. Il problema è tanto più importante se si pensa a come negli ultimi mesi, grazie anche alle nuove normative che noi abbiamo sempre criticato, si sia esteso il lavoro domenicale».

Contestano i sindacati: «Carrefour, come anche gli altri marchi, ha creduto che bastasse aprire anche le domeniche per superare la crisi, ma così non è. E’ tutto il settore della grande distribuzione che adesso è investito da una forte riduzione delle vendite».
 
 
 
26 ottobre 2012
 
Marcello Giordani
 
 
 

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