25 ottobre 2015

COMPLOTTO CONTRO COOP LOMBARDIA DA PARTE DI ESSELUNGA. LINK AGLI ARTICOLI PRECEDENTI


Caprotti accusato di una campagna diffamatoria contro Coop Lombardia

L'inquietante vicenda ricostruita tramite alcuni articoli




Nel riassumere i principali passaggi attraverso articoli pubblicati la controversa spy-story che vede coinvolta Esselunga nella figura del suo creatore, Caprotti, accusato di aver finanziato una campagna diffamatoria contro Coop Lombardia, è doveroso cominciare dalle ultime vicende.

Complotto contro Coop Lombardia, le accuse del Pm a Mr. Esselunga
(L. Ferrarella - Corriere - 24/10/2015)

Nel giorno in cui il Tribunale condanna a 3 anni per calunnia ai danni di un manager di Coop Lombardia due investigatori privati (Fabio Quarta e Gianluca Migliorati) ex fornitori di Coop con la loro società «Sis», la Procura di Milano notifica al patron di Esselunga, Bernardo Caprotti, un avviso di fine indagini nel quale lo ravvisa «finanziatore d’una campagna diffamatoria» contro Coop Lombardia tramite una «ricettazione»: cioè attraverso «l’acquisto di un cd rom (ceduto da Quarta e Migliorati) di telefonate illecitamente registrate sulla linea del direttore della Coop di Vigevano, al fine di consentire» al direttore e cronista di Libero, Maurizio Belpietro e Gianluigi Nuzzi, «di sfruttarle per realizzare servizi contro Coop Lombardia, concorrente commerciale di Esselunga».
 
Sarebbero coinvolti anche il direttore di Libero, Belpietro, e il cronista Nuzzi. La vicenda infatti deflagra sulle colonne del quotidiano il 14 gennaio 2010.  Il battage è tale che il fatto arriva in Parlamento. Nel frattempo Nuzzi martella dalle pagine di Libero e la procura apre un fascicolo d'inchiesta.

Successivamente però il quadro sembra mutare. Nel maggio 2011
finiscono sotto accusa Nuzzi, la gola profonda e l'ex responsabile alla sicurezza di Coop Lombardia.
 
Nell'ottobre 2011 la chiusura delle indagini. Sotto accusa l'ex responsabile alla sicurezza Coop. Nell'inchiesta finisce anche il vicepresidente di Coop Lombardia, Daniele Ferré, che in seguito sarà pienamente scagionato da ogni addebito.
 
Nel gennaio del 2012 la vicenda sembra ingigantirsi ulteriormente, coinvolgendo il Pd.
 
Nel febbraio 2012 la Procura di Milano chiede il processo per Daniele Ferre', vicepresidente della Coop Lombardia, Massimo Carnevali, ex capo della sicurezza del punto vendita di Vigevano e per Alberto Rancarani, titolare di una societa' di tecnologie investigative, finiti sotto inchiesta per la vicenda del presunto 'spionaggio' dei dipendenti Coop attraverso l'ascolto illegale delle loro telefonate. Per aver invece pubblicato ''fuori dai casi previsti dalla legge'' queste conversazioni viene chiesto il processo anche per il cronista Nuzzi e per il direttore di Libero Maurizio Belpietro.
 
Ma nell'ottobre del 2012 il vicepresidente della Coop Lombardia, Daniele Ferrè, è assolto con formula piena dal gup di Milano.
 
Si arriva pian piano alla rilettura dell'intera vicenda. Nel marzo del 2015 Caprotti è chiamato a testimoniare su 2,4 milioni pagati a due vigilantes che poi accusarono Coop Lombardia.
 
Siamo nel luglio scorso quando il quadro si ribalta. Il patron di Esselunga riceve un invito a comparire in Procura per le ipotesi di ricettazione e concorso in diffamazione del direttore affari generali di Coop Lombardia, Daniele Ferrè.
 
Il resto è cronaca d'oggi.



25 ottobre 2015


22 ottobre 2015

UNICOOP FIRENZE, ACCORDO RSU-AZIENDA SUL MAGAZZINO DI SESTO FIORENTINO



Dopo la ristrutturazione della struttura i lavoratori sono stati reintegrati nell'unità produttiva attraverso un accordo tra la Rsu-Usb dei magazzini e l'azienda.





E' grazie ad un'intesa tra Unicoop Firenze e la Rsu dei magazzini (un monocolore del sindacato Usb) che i dipendenti del magazzino di Sesto Fiorentino sono potuti rientrare nella struttura dopo che è stata ristrutturata. Sembra una cosa scontata, ma non lo è. Unicoop in passato ha proceduto con decisioni unilaterali, senza tenere in conto la parola dei dipendenti. In particolare nei magazzini Unicoop è ricorsa già due volte ad ordini di servizio per imporre la propria volontà. Questo accordo, come quello stipulato successivamente su passaggi a full time e internalizzazioni, apre una strada tutta nuova nelle relazioni sindacali tra Unicoop e Rsu dei magazzini. Una via dove il confronto serio e rispettoso dei ruoli oltre che possibile è anche proficuo. Per i dipendenti dei magazzini, abituati a una linea aggressiva da parte dell'azienda e alla gestione sindacale ambigua e contaminata di Filcams-Cgil e degli altri sindacati confederali, sembra un altro mondo. Nel segnalare questo piccolo ma significativo evento, non possiamo che esprimere soddisfazione per il lavoro svolto dai rappresentanti sindacali e apprezzamento per la linea dialogante e costruttiva di Unicoop, che auspichiamo prosegua.

Il magazzino di Sesto Fiorentino di proprietà di Unicoop Firenze attualmente rifornisce i punti vendita prevalentemente con prodotti e alimenti per animali ed ha una sua piccola ma interessante storia da raccontarci. La struttura, chiamata Meacci, è situata nell'area dei vecchi magazzini di Unicoop che nel 2001 furono demoliti per permettere la costruzione del centro commerciale di Sesto Fiorentino con annesso Ipercoop, recentemente ridotto a Superstore. I dipendenti furono trasferiti al Centro Distribuzione Merci di Scandicci e Unicoop utilizzò il Meacci appaltandolo alla cooperativa CFT. Nel 2007 però, per esigenze di varia natura, Unicoop riassegnò il lavoro nello storico Meacci ai dipendenti interni. Una trentina di lavoratori fu così nuovamente trasferita dai magazzini di Scandicci a quello di Sesto, alcuni dei quali tramite i famigerati ordini di servizio.

Nel febbraio scorso Unicoop rende noto che per lavori di ristrutturazione nel vetusto magazzino di Sesto (tra i quali la rimozione e lo smaltimento della copertura in Eternit), i lavoratori del Meacci sarebbero stati nuovamente trasferiti a Scandicci. La preoccupazione dei dipendenti e della Rsu dei magazzini è che alla fine dei lavori il magazzino possa nuovamente essere appaltato. Questa apprensione viene alimentata da alcune iniziali ambiguità dell'azienda che non rassicura i dipendenti sul loro rientro nella struttura a lavori ultimati. Seguono degli incontri tra Unicoop e la Rsu che portano ad una soluzione che soddisfa lavoratori e azienda. I dipendenti saranno trasferiti momentaneamente nei magazzini di Scandicci (alcuni nei punti di vendita) e rientreranno al magazzino di Sesto al termine della ristrutturazione, tranne coloro che decideranno altrimenti. Gli impegni presi sono stati mantenuti; i dipendenti sono infatti rientrati nel nuovo magazzino di Sesto Fiorentino lunedi scorso.

22 ottobre 2015

07 ottobre 2015

LE COOP TRA FUSIONE E CONFLITTO SINDACALE


L’unione delle tre Coop e la rottura col sindacato sul contratto





Mentre si celebra l’evento storico della grande fusione delle Coop emiliane, con relativo strombazzìo di fanfare, agli osservatori più attenti e più che altro ai diretti interessati, non può sfuggire la contemporanea rottura delle trattative tra rappresentanza delle Coop della distribuzione e sindacati sul rinnovo del Contratto Nazionale, scaduto da due anni. La trattativa non facile è infatti arrivata ad un impasse con le pesanti richieste delle Coop su cui i sindacati confederali hanno espresso la loro contrarietà proclamando due giornate di sciopero per il 7 novembre e il 19 dicembre. I due eventi, fusione e conflitto sindacale, sono in parte interconnessi.
Le richieste delle Coop sono in sintesi:

- Riduzione delle maggiorazioni domenicali, del notturno, dello straordinario e
   del supplementare;
- Aumento del divisore orario;
- Eliminazione della retribuzione dei primi tre giorni di assenza
per malattia;
- Condizioni retributive e normative inferiori per i nuovi assunti;
- Ridefinizione del sistema di classificazione e l'introduzione di un nuovo capitolo
   sul Sud che consenta di derogare al contratto nazionale;

- Ulteriori interventi sul capitolo cooperative minori.

Diciamo subito a scanso di equivoci che è roba brutta. Su alcuni punti però non è un fulmine a ciel sereno. Prendiamo ad esempio l’eliminazione della retribuzione dei primi tre giorni di malattia (
vedi Ccnl commercio) e l’aumento del divisore orario (piccola spiegazione a fondo pagina). Entrambi questi punti erano già stati introdotti con l’ultimo contratto nazionale del commercio, quindi con la firma dei sindacati confederali. Pare ovvio che in un regime di concorrenza le Coop ambiscano a condizioni contrattuali analoghe a quelle dei competitors. Forse la valanga andava fermata a monte (leggi Ccnl commercio) ammesso che ve ne fosse possibilità.

Si insiste sui costi del lavoro domenicale e supplementare visto che le domeniche hanno perso la loro specificità. In una congiuntura economica fragile e in un contesto sfibrato da lunga recessione con conseguente calo dei consumi interni è comprensibile, anche se non condivisibile, che si cerchi di comprimere i salari per contenere i prezzi. E’ d’altra parte altrettanto evidente che se i salari non crescono la domanda interna non riparte. La compressione salariale tra l’altro, mette una pietra tombale sul tentativo, a nostro avviso velleitario, del bonus di 80 euro del Governo. Inoltre il contenimento salariale trova ancora maggior urgenza con la storica fusione che dovrà condurre a naturali riduzioni dei costi. Sarà interessante vedere se e come si deciderà di tagliare laddove i costi sicuramente ci sono, dalle triple figure più o meno apicali passando per la selva di quadri delle tre Coop.

Poi c’è il capitolo che riguarda il sud e su quello la fusione pesa visto che un’entità più robusta si fa carico di due componenti più zoppicanti. In particolare Coop Estense, i cui problemi con gli iper pugliesi sono noti, ma anche per Coop Sicilia (partecipata da Coop Adriatica e Coop Nordest) dove i supermercati in provincia di Ragusa e Siracusa rischiano la chiusura. E in quest’ottica va letto il tentativo di derogare in quell’area al contratto nazionale e introdurre maggior flessibilità.


Cos’è il Divisore Orario
Il Divisore Orario è un coefficiente stabilito per contratto con cui si determina la paga oraria del dipendente. In pratica si suddivide la retribuzione mensile per il coefficiente. Ne consegue che più è alto il coefficiente minore sarà la paga oraria. Questo impatta negativamente sulle maggiorazioni per il lavoro straordinario, notturno e supplementare.


7 ottobre 2015