07 ottobre 2015

LE COOP TRA FUSIONE E CONFLITTO SINDACALE


L’unione delle tre Coop e la rottura col sindacato sul contratto





Mentre si celebra l’evento storico della grande fusione delle Coop emiliane, con relativo strombazzìo di fanfare, agli osservatori più attenti e più che altro ai diretti interessati, non può sfuggire la contemporanea rottura delle trattative tra rappresentanza delle Coop della distribuzione e sindacati sul rinnovo del Contratto Nazionale, scaduto da due anni. La trattativa non facile è infatti arrivata ad un impasse con le pesanti richieste delle Coop su cui i sindacati confederali hanno espresso la loro contrarietà proclamando due giornate di sciopero per il 7 novembre e il 19 dicembre. I due eventi, fusione e conflitto sindacale, sono in parte interconnessi.
Le richieste delle Coop sono in sintesi:

- Riduzione delle maggiorazioni domenicali, del notturno, dello straordinario e
   del supplementare;
- Aumento del divisore orario;
- Eliminazione della retribuzione dei primi tre giorni di assenza
per malattia;
- Condizioni retributive e normative inferiori per i nuovi assunti;
- Ridefinizione del sistema di classificazione e l'introduzione di un nuovo capitolo
   sul Sud che consenta di derogare al contratto nazionale;

- Ulteriori interventi sul capitolo cooperative minori.

Diciamo subito a scanso di equivoci che è roba brutta. Su alcuni punti però non è un fulmine a ciel sereno. Prendiamo ad esempio l’eliminazione della retribuzione dei primi tre giorni di malattia (
vedi Ccnl commercio) e l’aumento del divisore orario (piccola spiegazione a fondo pagina). Entrambi questi punti erano già stati introdotti con l’ultimo contratto nazionale del commercio, quindi con la firma dei sindacati confederali. Pare ovvio che in un regime di concorrenza le Coop ambiscano a condizioni contrattuali analoghe a quelle dei competitors. Forse la valanga andava fermata a monte (leggi Ccnl commercio) ammesso che ve ne fosse possibilità.

Si insiste sui costi del lavoro domenicale e supplementare visto che le domeniche hanno perso la loro specificità. In una congiuntura economica fragile e in un contesto sfibrato da lunga recessione con conseguente calo dei consumi interni è comprensibile, anche se non condivisibile, che si cerchi di comprimere i salari per contenere i prezzi. E’ d’altra parte altrettanto evidente che se i salari non crescono la domanda interna non riparte. La compressione salariale tra l’altro, mette una pietra tombale sul tentativo, a nostro avviso velleitario, del bonus di 80 euro del Governo. Inoltre il contenimento salariale trova ancora maggior urgenza con la storica fusione che dovrà condurre a naturali riduzioni dei costi. Sarà interessante vedere se e come si deciderà di tagliare laddove i costi sicuramente ci sono, dalle triple figure più o meno apicali passando per la selva di quadri delle tre Coop.

Poi c’è il capitolo che riguarda il sud e su quello la fusione pesa visto che un’entità più robusta si fa carico di due componenti più zoppicanti. In particolare Coop Estense, i cui problemi con gli iper pugliesi sono noti, ma anche per Coop Sicilia (partecipata da Coop Adriatica e Coop Nordest) dove i supermercati in provincia di Ragusa e Siracusa rischiano la chiusura. E in quest’ottica va letto il tentativo di derogare in quell’area al contratto nazionale e introdurre maggior flessibilità.


Cos’è il Divisore Orario
Il Divisore Orario è un coefficiente stabilito per contratto con cui si determina la paga oraria del dipendente. In pratica si suddivide la retribuzione mensile per il coefficiente. Ne consegue che più è alto il coefficiente minore sarà la paga oraria. Questo impatta negativamente sulle maggiorazioni per il lavoro straordinario, notturno e supplementare.


7 ottobre 2015



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Una sera tornando a casa ho deciso di passare alla coop a prendere il pane e poco altro, erano circa le 20:30, vicino all'ora di chiusura (le 21:00). Arrivato alla cassa una cassiera dall'aria un po' stanca mi fa una confidenza: " Sono tre giorni che faccio il turno 15:00-21:00, sono un po' stanca, alla fine tra una cosa e l'altra si fanno sempre le 21:30 e non torno mai a casa prima delle 22:00. Ci fanno fare una pausa di dieci minuti per un caffè in tutto il turno, ma io sto parecchio al pubblico e non è facile mantenere la stessa lucidità e concentrazione per tutto il tempo".
Mentre ascoltavo le parole di quella donna, mi tornò alla mente lo scandalo Mps, ed i 400 milioni che Unicoop Firenze sputtanò malamente grazie alla incompetenza della sua dirigenza fatta da compagni di merende intoccabili. Pensavo a quella donna, cassiera di una coop di periferia che con l'aria un po' stravolta faceva una confidenza ad un cliente sconosciuto, ed intanto i suoi capi e dirigenti continuavano a prendere decisioni balorde sulla pelle dei lavoratori come lei. Quei 400 milioni di euro fulminati da compare Turiddu e soci sarebbero dovuti servire a migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti come quella stanca cassiera, ma così non è stato.
Lo slogan coop diceva se non sbaglio:" La Coop sei tu". Se la Coop sono io allora prima di tutto vengono i lavoratori, con il dovuto rispetto che si deve ad ognuno di loro, alla loro dignità, ma forse sono solo parole...

Anonimo ha detto...

benny U.I.L. show.....lalallallalalallallalala.tan tan.lallallllalallalallalala......fatavi una risata la UIL.l.e sciopera!!!!!!!!!