18 gennaio 2009

RIVOLUZIONE AL VERTICE DI COOP


Finisce l'era Tassinari,
inizia quella di una
governance duale.



Coop Italia dopo anni di governo Tassinari, che si occupava degli acquisti e del marketing dell’intero sistema cooperativo, è passata ad una gestione di governance duale.
Milano Finanza aveva paventato la decisione il mese scorso, motivandola come un ultimo passo di un processo di ripensamento della governance all’interno del mondo cooperativo, partito in seguito alle vicende dell’Unipol di Giovanni Consorte.

Il tema centrale sembra essere stato la separazione tra i rappresentanti della proprietà (i soci) e la gestione (i manager): la governance duale, secondo alcuni, potrebbe per esempio evitare l’accentramento in una sola persona del ruolo di presidente e a.d.

Prima delle vacanze di Natale si è arrivati alla decisione finale: l’istituzione di un Comitato di Sorveglianza (già esistente nel modello di Unicoop Firenze) con un Presidente e con al di sotto le operatività dei direttori commerciali.

In un primo momento pareva certo che il nome del Presidente del Comitato dovesse essere l’attuale Presidente di Unicoop Firenze Turiddo Campaini.
Però, alla fine, pare che qualcosa non sia andato per il verso giusto e la carica di Presidente del Consiglio di Sorveglianza, sembra, sia stata affidata da Ernesto Dalle Rive, quarantottenne attuale presidente del gruppo Novacoop dall’anno 2007 sostituendo il mitico ex Presidente Fabrizio Gillone fondatore del gruppo.

Cosa è successo? Ci sono voci contrastanti. C’è un “partito dei falchi”, che ha un’idea chiara, ed un “partito delle colombe” che ne ha una molto diversa.
Secondo quest’ultimo partito il nome di Dalle Rive vuole essere un chiaro messaggio di rinnovamento, la scelta di mettere un uomo giovane nel ruolo di Presidente del Comitato va nella direzione del concetto di rinnovamento generazionale che bisogna fare per affrontare un momento difficile e staccare definitivamente con il passato.

Secondo il “partito dei falchi” questo è solo un epilogo della storica e silenziosissima (guai a dirlo) competitività tra gli emiliani ed i toscani, e quindi la concessione del regno (solo in termini di rappresentanza e garanzia) ad un terzo neutrale.

Ma la partita in verità non è ancora chiusa: pare che le cariche dei direttori commerciali sia di Casalecchio di Reno che a Sesto Fiorentino siano da rivedere ed aggiornare. Insomma, una partita ancora aperta.

16 - GENNAIO - 2009

Andrea Meneghini