L'avvocato Giugno:
" Unicoop si scusi con i lavoratori assolti"
"Un'azienda importante come è la Unicoop, spesso promotrice di iniziative attuate all'insegna della solidarietà, sappia oggi scusarsi con persone e famiglie che erano orgogliose del proprio datore di lavoro e che sempre hanno agito nell'interesse della propria azienda".
E' la richiesta dell'avvocato Carlo Giugno, legale di gran parte dei 23 dipendenti del magazzino della Coop dei Pratoni, a Scandicci, assolti dall'accusa di essersi appropriati indebitamente della merce prelevata dalla "gabbia dei rotti".
Anche il PM aveva richiesto l'assoluzione per i 23 indagati.
Il Firenze
25 novembre 2008
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E' la richiesta dell'avvocato Carlo Giugno, legale di gran parte dei 23 dipendenti del magazzino della Coop dei Pratoni, a Scandicci, assolti dall'accusa di essersi appropriati indebitamente della merce prelevata dalla "gabbia dei rotti".
Anche il PM aveva richiesto l'assoluzione per i 23 indagati.
Il Firenze
25 novembre 2008
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CGIL: "RICONOSCIUTA L'ONORABILITA'"
Unicoop - Dopo l'assoluzione dei dipendenti accusati di furto la soddisfazione del sindacato
SCANDICCI -Tutti assolti. E' quanto ha stabilito il giudice per le indagini preliminari, Paola Palasciano, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero di archiviare il procedimento penale nei confronti dei dipendenti Unicoop accusati di furto.
Secondo Luca Saponaro della Filcams-Cgil, "Finalmente è stata riconosciuta l'onorabilità e la rispettabilità dei 23 lavoratori del magazzino Unicoop di Scandicci ingiustamente e strumentalmente accusati di furto.
Ad ora 3 sentenze civili e 1, quella di oggi, penale, hanno riconosciuto l'onestà dei lavoratori che in nessun modo volevano procurare danni all'azienda, e che mangiare una caramella o un biscotto da una confezione destinata al macero o data in beneficienza era da non considerarsi furto quanto prassi comune conosciuta e tollerata dall'azienda".
Ad ora 3 sentenze civili e 1, quella di oggi, penale, hanno riconosciuto l'onestà dei lavoratori che in nessun modo volevano procurare danni all'azienda, e che mangiare una caramella o un biscotto da una confezione destinata al macero o data in beneficienza era da non considerarsi furto quanto prassi comune conosciuta e tollerata dall'azienda".
Una vittoria su tutta la linea quella dei 23 lavoratori dei magazzini raggiunti da avviso di garanzia nel marzo scorso e successivamente licenziati in tronco oppure sospesi per alcuni ammanchi registrati nei magazzini dei Pratoni.
Un primo importante segnale positivo in questo senso è arrivato in estate, quando il giudice del lavoro, a cui si erano rivolti i lavoratori contro i provvedimenti disciplinari imposti dall'azienda, aveva disposto l'immediato reintegro dei lavoratori licenziati, valutando come incoerenti le misure intraprese e come non accertabile il danno subito da Unicoop.
Ora, a confermare e rafforzare la sentenza del giudice del lavoro, arriva anche la decisione del tribunale penale, anche in questo caso guidata dal fatto che i comportamenti tenuti dai dipendenti erano a conoscenza dell'azienda. La questione però non è finita. Unicoop avrebbe infatti presentato ricorso contro la sentenza del giudice del lavoro che riconosceva come illegittimi i licenziamenti, anche se quest'ultimo passaggio dovrebbe mettere la parola fine a tutta la vicenda.
Un primo importante segnale positivo in questo senso è arrivato in estate, quando il giudice del lavoro, a cui si erano rivolti i lavoratori contro i provvedimenti disciplinari imposti dall'azienda, aveva disposto l'immediato reintegro dei lavoratori licenziati, valutando come incoerenti le misure intraprese e come non accertabile il danno subito da Unicoop.
Ora, a confermare e rafforzare la sentenza del giudice del lavoro, arriva anche la decisione del tribunale penale, anche in questo caso guidata dal fatto che i comportamenti tenuti dai dipendenti erano a conoscenza dell'azienda. La questione però non è finita. Unicoop avrebbe infatti presentato ricorso contro la sentenza del giudice del lavoro che riconosceva come illegittimi i licenziamenti, anche se quest'ultimo passaggio dovrebbe mettere la parola fine a tutta la vicenda.
Il Nuovo Corriere
Eva Esposito
22 novembre 2008