Caprotti accusato di una campagna diffamatoria contro Coop Lombardia
L'inquietante vicenda ricostruita tramite alcuni articoli
Nel riassumere i principali passaggi attraverso articoli pubblicati la controversa spy-story che vede coinvolta Esselunga nella figura del suo creatore, Caprotti, accusato di aver finanziato una campagna diffamatoria contro Coop Lombardia, è doveroso cominciare dalle ultime vicende.
Complotto contro Coop Lombardia, le accuse del Pm a Mr. Esselunga
(L. Ferrarella - Corriere - 24/10/2015)
Nel giorno in cui il Tribunale condanna a 3 anni per calunnia ai danni di un manager di Coop
Lombardia due investigatori privati (Fabio Quarta e Gianluca Migliorati)
ex fornitori di Coop con la loro società «Sis», la Procura di Milano
notifica al patron di Esselunga, Bernardo Caprotti, un avviso di fine
indagini nel quale lo ravvisa «finanziatore d’una campagna diffamatoria»
contro Coop Lombardia tramite una «ricettazione»: cioè attraverso
«l’acquisto di un cd rom (ceduto da Quarta e Migliorati) di telefonate
illecitamente registrate sulla linea del direttore della Coop di
Vigevano, al fine di consentire» al direttore e cronista di Libero,
Maurizio Belpietro e Gianluigi Nuzzi, «di sfruttarle per realizzare
servizi contro Coop Lombardia, concorrente commerciale di Esselunga».
Sarebbero coinvolti anche il direttore di Libero, Belpietro, e il cronista Nuzzi. La vicenda infatti deflagra sulle colonne del quotidiano il 14 gennaio 2010. Il battage è tale che il fatto arriva in Parlamento. Nel frattempo Nuzzi martella dalle pagine di Libero e la procura apre un fascicolo d'inchiesta.
Successivamente però il quadro sembra mutare. Nel maggio 2011 finiscono sotto accusa Nuzzi, la gola profonda e l'ex responsabile alla sicurezza di Coop Lombardia.
Successivamente però il quadro sembra mutare. Nel maggio 2011 finiscono sotto accusa Nuzzi, la gola profonda e l'ex responsabile alla sicurezza di Coop Lombardia.
Nell'ottobre 2011 la chiusura delle indagini. Sotto accusa l'ex responsabile alla sicurezza Coop. Nell'inchiesta finisce anche il vicepresidente di Coop Lombardia, Daniele Ferré, che in seguito sarà pienamente scagionato da ogni addebito.
Nel febbraio 2012 la Procura di Milano chiede il processo per Daniele Ferre',
vicepresidente della Coop Lombardia, Massimo Carnevali, ex capo della
sicurezza del punto vendita di Vigevano e per Alberto Rancarani,
titolare di una societa' di tecnologie investigative, finiti sotto
inchiesta per la vicenda del presunto 'spionaggio' dei dipendenti Coop
attraverso l'ascolto illegale delle loro telefonate. Per aver invece
pubblicato ''fuori dai casi previsti dalla legge'' queste
conversazioni viene chiesto il processo anche per il cronista Nuzzi e per
il direttore di Libero Maurizio Belpietro.
Ma nell'ottobre del 2012 il vicepresidente della Coop Lombardia, Daniele Ferrè, è assolto con formula piena dal gup di Milano.
Si arriva pian piano alla rilettura dell'intera vicenda. Nel marzo del 2015 Caprotti è chiamato a testimoniare su 2,4 milioni pagati a due vigilantes che poi accusarono Coop Lombardia.
Siamo nel luglio scorso quando il quadro si ribalta. Il patron di Esselunga riceve un invito a comparire in Procura per le ipotesi di ricettazione e concorso in diffamazione del
direttore affari generali di Coop Lombardia, Daniele Ferrè.
Il resto è cronaca d'oggi.
25 ottobre 2015
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