25 luglio 2010

MACELLAZIONE CARNI, FLAI CGIL: SERVE UN PIANO STRATEGICO PER CONTRASTARE L'ILLEGALITA'

LA CGIL SI ACCORGE CHE IL PROBLEMA DELLE INFILTRAZIONI CRIMINALI, DEL CAPORALATO E DELLE FALSE COOP, IN PARTICOLAR MODO IN SETTORI COME QUELLI DELLA LAVORAZIONE DELLE CARNI, NECESSITA DI SOLUZIONI IMMEDIATE....


“Occorre attivare quanto prima un piano strategico per contrastare l’illegalità nel settore della macellazione delle carni e dare vita ad una maggiore e migliore attività di controllo dei processi produttivi” è quanto dichiara il Segretario nazionale della FLAI CGIL Mauro Macchiesi.

Nel settore, infatti, si registra la costante presenza di fenomeni illegali che interessano tutta la filiera, dagli allevamenti fino alla macellazione. “Molto diffuse – afferma il dirigente sindacale - sono le frodi ai consumatori attraverso la sofisticazione dei prodotti e l’immissione sul mercato di carni di dubbia provenienza”.

Macchiesi spiega inoltre che “l’attività di controllo da parte delle autorità competenti è stata finora del tutto irrisoria ed ha interessato solo lo 0,5% dei bovini macellati, lo 0,005% dei suini e lo 0,003% dei volatili", smentendo nei fatti il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini che ha recentemente definito assoluta la sicurezza della filiera delle carni.

Dilagante è anche il ricorso all’intermediazione di manodopera da parte dei caporali, al lavoro nero, alla non applicazione dei contratti e allo sfruttamento dei lavoratori. “Si segnala, inoltre, - prosegue il Segretario nazionale FLAI CGIL - la sparizione nell’ultimo anno di circa 200mila capi bovini, destinati ai macelli clandestini presenti su tutto il territorio nazionale, che sono gestiti direttamente dalle organizzazioni malavitose di stampo mafioso e che rappresentano una vera e propria concorrenza sleale nei confronti di quelli legali e autorizzati”.

“Tutti questi elementi – conclude Macchiesi - impoveriscono un settore che ha sempre basato la sua competitività sulla qualità e sulla certificazione dei prodotti, mettono a repentaglio la salute dei consumatori e scoraggiano tutte quelle aziende che operano rispettando leggi e contratti di lavoro”.


23 luglio 2010

CGIL.it
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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Coop Tirreno: l’inganno del salario variabile

Nazionale – lunedì, 26 luglio 2010

Anche quest’anno i lavoratori di moltissimi IPERMERCATI E SUPERMERCATI COOP non hanno vista erogata la parte di salario legata agli obbiettivi, il cosiddetto Salario Variabile.Vediamo di capire il perché, vediamo di capire se la flessibilta, la disponibilità, il sudore che i lavoratori hanno messo sul campo durante l’anno non è stato sufficiente, o se i meccanismi che permettono l’erogazione del salario accessorio non siano poco controllabili o sbilanciati nei confronti della parte padronale:

Il lavoratore salariato, per definizione, dovrebbe percepire uno stipendio per il lavoro che svolge, non partecipa ai rischi d’impresa, ne si spartisce gli utili a fine anno, perché legare il suo salario alla produttività? Perché creare un nuovo lavoro a cottimo? Noi crediamo che l’accordo fatto dall’azienda con i sindacati confederali non sia funzionale per i lavoratori, avremmo voluto un aumento reale per tutti piuttosto che un aumento del tipo “forse, se sei bravo, e lo decido io, secondo i parametri che impongo e che tu non controlli.”

E’ quantomeno anomalo che un Caporeparto percepisca il salario variabile e i Lavoratori dello stesso reparto no, ma se si legano i parametri a obbiettivi diversi ecco spiegato l’arcano, il Caporeparto più ci “spreme” e più raggiunge i suoi obbiettivi, e noi, forse inconsapevolmente, facciamo il suo gioco, ci rendiamo iper flessibili, iper disponibili, iper accondiscendenti, a volte ci spogliamo anche della nostra dignita di lavoratori per “il bene dell’azienda”, ma ciò serve a far percepire premi al nostro diretto superiore e spesso nulla a noi.

Se l’azienda è una macchina noi siamo le ruote, anche una Ferrari senza ruote non può correre. Le aziende scaricano la crisi su di noi Lavoratori, ma non tagliano sui salari dei manager, non rinunciano ai benefit, a volte sbagliano investimenti, e il risultato è l’assottigliamento dei nostri salari e del loro potere d’acquisto. Crediamo che l’unica strada da percorrere per riappropriarci della nostra dignità di Lavoratori sia quella della rivendicazione dell’importanza che abbiamo, dobbiamo dimostrare che la macchina senza ruote resta al palo e che noi vogliamo la nostra giusta parte.

La soluzione a questa vera e propria “ingiustizia” è quella di tornare a contrattare degli aumenti degni di tale nome, degli aumenti strutturali e commisurati al costo reale della vita. Il profitto non cala, il profitto recupera la parte persa dalla crisi dai nostri già magri stipendi, noi che facciamo?

Il Lavoro è nobile e noi non lo svendiamo…

USB Lavoro Privato

Anonimo ha detto...

Coop Tirreno: l’inganno del salario variabile

Nazionale – lunedì, 26 luglio 2010

Anche quest’anno i lavoratori di moltissimi IPERMERCATI E SUPERMERCATI COOP non hanno vista erogata la parte di salario legata agli obbiettivi, il cosiddetto Salario Variabile.Vediamo di capire il perché, vediamo di capire se la flessibilta, la disponibilità, il sudore che i lavoratori hanno messo sul campo durante l’anno non è stato sufficiente, o se i meccanismi che permettono l’erogazione del salario accessorio non siano poco controllabili o sbilanciati nei confronti della parte padronale:

Il lavoratore salariato, per definizione, dovrebbe percepire uno stipendio per il lavoro che svolge, non partecipa ai rischi d’impresa, ne si spartisce gli utili a fine anno, perché legare il suo salario alla produttività? Perché creare un nuovo lavoro a cottimo? Noi crediamo che l’accordo fatto dall’azienda con i sindacati confederali non sia funzionale per i lavoratori, avremmo voluto un aumento reale per tutti piuttosto che un aumento del tipo “forse, se sei bravo, e lo decido io, secondo i parametri che impongo e che tu non controlli.”

E’ quantomeno anomalo che un Caporeparto percepisca il salario variabile e i Lavoratori dello stesso reparto no, ma se si legano i parametri a obbiettivi diversi ecco spiegato l’arcano, il Caporeparto più ci “spreme” e più raggiunge i suoi obbiettivi, e noi, forse inconsapevolmente, facciamo il suo gioco, ci rendiamo iper flessibili, iper disponibili, iper accondiscendenti, a volte ci spogliamo anche della nostra dignita di lavoratori per “il bene dell’azienda”, ma ciò serve a far percepire premi al nostro diretto superiore e spesso nulla a noi.

Se l’azienda è una macchina noi siamo le ruote, anche una Ferrari senza ruote non può correre. Le aziende scaricano la crisi su di noi Lavoratori, ma non tagliano sui salari dei manager, non rinunciano ai benefit, a volte sbagliano investimenti, e il risultato è l’assottigliamento dei nostri salari e del loro potere d’acquisto. Crediamo che l’unica strada da percorrere per riappropriarci della nostra dignità di Lavoratori sia quella della rivendicazione dell’importanza che abbiamo, dobbiamo dimostrare che la macchina senza ruote resta al palo e che noi vogliamo la nostra giusta parte.

La soluzione a questa vera e propria “ingiustizia” è quella di tornare a contrattare degli aumenti degni di tale nome, degli aumenti strutturali e commisurati al costo reale della vita. Il profitto non cala, il profitto recupera la parte persa dalla crisi dai nostri già magri stipendi, noi che facciamo?

Il Lavoro è nobile e noi non lo svendiamo…

USB Lavoro Privato

Anonimo ha detto...

IL CASO ITALCARNI

AGGIORNAMENTO SULLA VERTENZA

La direzione della cooperativa procede a convocare un'assemblea dei lavoratori di un reparto per convincerli a passare sotto ad una cooperativa. I sindacati e le RSU, dopo le 84 ore di sciopero, rispondono con un forte e determinato comunicato. Ora è necessario rispettare quanto stabilito nell'accordo quadro siglato il 25 giugno e attivare immediatamente il confronto sul piano industriale.

nuovo caporalato.